Il grande paese

A cura di Domenico Rizzi

The Big Country
William Wyler (1902-1981) è famoso per avere fatto incetta di premi con “I migliori anni della nostra vita” (1946) e “Ben Hur” (1959) che vinsero rispettivamente 7 e 11 Oscar. Guarda caso, anche questo regista, benché nato a Mulhouse in Francia, aveva origini germaniche – il suo vero nome era Wilhelm Weiller) come molti grandi del cinema americano (Fritz Lang, Joseph Von Sternberg, Billy Wilder, Fred Zinneman) qualcuno dei quali – il viennese Zinneman – realizzò uno dei più grandi western della storia, quel “Mezzogiorno di fuoco” che conquistò ben 4 statuette.
Wyler si cimentò nel genere di Tom Mix e John Wayne con parecchi lavori, uno dei quali merita una menzione particolare: “The Big Country” (Il grande paese) girato nel 1958, in un momento in cui il western cominciava già per declinare. Leggi il resto

Le schiave della frontiera

Questo libro è geniale, potete fidarvi. Nel nostro mercato mancava – e se ne sentiva la necessità – un’idea diversa, uno spunto originale di ricerca ed approfondimento. Ecco, quindi, che ci ha pensato Domenico Rizzi (nostro validissimo collaboratore), con una narrazione serrata e documentatissima sulle “schiave della frontiera”, l’odissea delle donne rapite dagli indiani nella storia della colonizzazione americana.

Di cosa si tratta? Delle storie, spesso misconosciute, delle donne che furono travolte dalle lotte tra bianchi ed indiani. Storie che scandagliano il difficile destino di quelle che finirono per trovarsi prigioniere dei Nativi e che, spesso, da questi venivano maltrattate e, talvolta, ridotte in condizioni pietose. Leggi il resto

Una fotografia contesa: è Wyatt Earp?

A cura di Omar Vicari

Il penultimo a destra è Wyatt?
Dopo aver portato alla vostra attenzione una fotografia poco nota, ma interessante di un ancor giovane Doc Holliday. La foto in questione aveva un certo interesse poiché ritrae Holliday con uno strumento in mano da odontoiatra e non con una pistola, un oggetto che certamente ha usato più spesso nella sua carriera sulla frontiera.
Ora, sfogliando il libro di Bob Boze Bell “The illustrated life and time of Wyatt Earp”, cosa che faccio di sovente, sono stato attratto dalla domanda dell’autore a proposito di una fotografia che lo stesso autore ha inserito nel suo libro.
In pratica Bob Boze Bell, come pure altri storici nel corso degli anni, si domanda se in quella foto di gruppo presa a Tombstone nel 1881, è possibile riconoscere nel penultimo uomo sulla destra, il famoso sceriffo Wyatt Earp. Leggi il resto

I cavalieri del west, la favola eterna

A cura di Domenico Rizzi

Abbiamo portato a termine quest’ultima fatica, Andrea Bosco ed io, per rendere un omaggio a Tullio Kezich, ma anche per dimostrare che l’eterna favola del West non è mai tramontata. Ho usato il termine “favola” per indicare qualcosa che sarà sempre letto con la perplessità di chi si chieda quanto vi sia di vero nelle ormai sfruttate biografie sui personaggi della Frontiera americana. Ma “I cavalieri del West” racconta soprattutto storie vere, servendosi del paragone cinematografico per verificare le distorsioni prodotte dalla fantasia dei registi e degli sceneggiatori nell’arco di oltre un secolo.
Per comprendere a fondo questo libro, è dunque necessario leggere attentamente la parte storica, confrontandola poi con quella portata sugli schermi dai cineasti. Leggi il resto

Le quattro streghe (da una leggenda del popolo Navajo)

A cura di Paolo Secondini

Un giorno il Distruttore, figlio del Sole, se ne andò per il mondo in cerca di quattro terribili streghe, i cui nomi erano Freddo, Fame, Miseria, Morte.
La sua intenzione era quella di ucciderle, in quanto era persuaso che solo così gli uomini sarebbero riusciti ad avere un’esistenza un po’ migliore.
Strada facendo incontrò la prima strega, Freddo, la quale, sebbene indossasse un pesante mantello, tremava in tutte le parti del corpo.
«Io so chi tu sei,» gli disse la strega. «Tu sei il Distruttore, figlio del Sole.»
«In persona,» quegli rispose. «Sai anche perché sono qui?»
«Questo lo ignoro.»
«Sono venuto per ucciderti.» Leggi il resto