Osage, il popolo venuto dalle stelle (1800-1872)

Alleanze nelle pianure

Nel maggio del 1842 i Creek convocarono un grande Consiglio in una località sita vicino alla moderna Eufaula, in Oklahoma, alla presenza del generale Zachary Taylor. Furono invitati i Pawnee, i Wichita e gli Osage, oltre agli Shawnee, Delaware, Seneca e altre tribù “emigranti”. Non erano presenti i Cherokee. Gli Osage si presentarono con un gruppo di cavalli rubati, aspettandosi la restituzione di altrettanti cavalli di loro proprietà. Ma i Creek invece li avvertirono che in caso di ulteriori razzie sarebbero stati duramente puniti. Il generale era preoccupato: c’erano i rapporti sempre tesi fra le tribù emigrate da proteggere dai “selvaggi indiani dei bisonti”; il problema della sicurezza sulla pista di Santa Fe; e il quel periodo si aggiunse il problema del Messico: i Comanche parlavano spagnolo, e ultimamente componenti di questa tribù erano stati visti a caccia insieme ai coraggiosi Osage. I Texani avevano costretto i Comanche a commerciare a nord e ad est del loro confine, e gli Osage disponevano di ciò di cui essi avevano bisogno. La situazione andava tenuta sotto controllo. Nel 1843, su iniziativa di John Ross, uno dei capi principali dei Cherokee, si tenne un altro Consiglio. Oltre al generale Taylor, parteciparono i rappresentanti di diciotto tribù, tra cui gli Osage, la cui delegazione comprendeva nove personalità importanti. Una di queste era il vecchio e orgoglioso Grande Soldato. Era diventato un personaggio molto rispettato nella tribù. Quando circolò la voce che era stato uno dei sei Osage recatisi a Parigi nel 1827, fu uno dei consiglieri che ebbero l’onore di essere ritratti da John Mix Stanley, il famoso pittore.


Danza dello Scalpo dei Little Osage, dipinto di John Mix Stanley

Anche il maggiore Ethan Allen Hitchcock partecipò al grande Consiglio. Aveva avuto l’incarico dal Ministero della Guerra di effettuare verifiche sulle accuse di frode contro gli agenti indiani. Lo spettacolo, come al solito,era molto interessante. Gli Indiani appartenenti alle varie tribù di quell’area rappresentavano tutti gli stadi di sviluppo del processo di europeizzazione che i pellerossa stavano subendo all’epoca, sia negli abiti che nell’atteggiamento. Gli Iowa avevano dei piccoli sonagli attaccati ai vestiti, e il loro tintinnio provocava ovunque allegria. I Cherokee e altri Indiani dell’Est erano vestiti in abiti “civili”, da bianchi, qualcuno più dimesso, qualcuno più elegante, con cappello a cilindro, giacca a coda di rondine, panciotto e bastone da passeggio. Gli Indiani delle Pianure indossavano i classici gambali di pelle scamosciata e i mocassini; molti avevano il volto dipinto e portavano tomahawk ornamentali. Per quanto riguarda gli Osage, così li descrisse il maggiore Hitchcock: “…avevano il cranio rasato e adorno di penne, ed erano avvolti in coperte in uno stile primitivo.
Tomahawk di guerra Oasage – 1850
I Cherokee hanno fatto capannello intorno a loro e li osservavano con estrema curiosità, come se non avessero mai visto un indiano…la tribù è mal vista da tutti. Sono considerati ladri, selvaggi, ignoranti e barbari.”
I Piccoli continuavano a guardare verso l’Ovest, dove trovavano tribù con usi a costumi simili ai loro. Da quando il Texas si era separato dal Messico, i Comanche avevano stretto rapporti d’amicizia con gli Osage, e tramite loro anche i Kiowa si erano presentati con la mano tesa per concludere la pace. Ora Comanche, Osage e Kiowa cavalcavano insieme nelle pianure in cerca di Cheyenne e Arapaho. Laggiù i Piccoli potevano usare di nuovo il bastone da “colpo” e sentirsi protetti dagli scudi – feticcio rossi e dal falco sacro. Non c’erano solchi di aratro a fare da confine e nessuna “linea magica” a fermarli. Nel 1838 avvenne una sanguinosa battaglia sul Wolf Creek tra Kiowa, Comanche ed Apache contro Cheyenne e Arapaho, senza la partecipazione degli Osage. Lo scontro durò dall’alba al tramonto e fu interrotto dai guerrieri più anziani che con urla e suppliche posero fine alle ostilità. Due giorni dopo un gruppo di guerrieri del clan del wapiti degli Osage arrivò all’accampamento dei Comanche per tentare di convincerli ad attaccare i Cheyenne accampati sul Beaver Creek, ma la risposta del portavoce della tribù fu: “Non ci sono più, lasciamoli andare”.
Anche i Pawnee facevano parte integrante degli Indiani delle vaste pianure, e venivano combattuti dagli Indiani delle Pianure, probabilmente influenzati dagli Osage e dal loro spirito vendicativo. Più a ovest, sulle rive del Canadian e del Washita, vivevano gli Shawnee che dopo la morte di Tecumseh si erano spostati a sud – ovest, separandosi dal resto della tribù, insediata lungo il Missouri e il Kansas.
Nella stessa zona vivevano i Delaware e i Kickapoo, anch’essi sedentari agricoltori con capanne di tronchi e orti. Questi gruppi di emigranti non avevano perso il loro spirito guerriero ed erano dotati di fucili; erano anche in buoni rapporti con i Pawnee, andando con loro spesso a caccia.
Nell’estate del 1852, mentre i Pawnee erano a caccia di bisonti, le tribù di Indiani emigranti furono attaccate da un’alleanza di Cheyenne, Arapaho, Kiowa, Sioux, Comanche e Osage sulle sponde del fiume Republican. La battaglia durò diversi giorni, con molte vittime da ambo le parti. La memoria tribale dei Piccoli non fornisce molti particolari su questa cruenta battaglia, se non che gli Osage avevano la testa coperta dai manti di pelliccia di bisonte per non mostrare il tipico ciuffo di capelli e non essere così riconosciuti dai Pawnee. Una certa impressione destava il modo di sparare dei Potawatomi: usavano lunghi bastoni con i quali formavano delle inforcature sulle quali poggiare il moschetto, all’uso dei “voyageur” francesi di un secolo prima.
Un capo Potawatomi
Prendevano accuratamente la mira ed erano freddi e precisi, a differenza dei veloci e precipitosi indiani della Pianure, segno di un addestramento da parte egli Inglesi durato per parecchie generazioni. Invece di sparare a casaccio, formavano dei ranghi, sparavano una prima raffica con mortale precisione, dopo di ché arretravano per ricaricare, mentre la fila successiva avanzava a copertura per sparare un’altra scarica. Quando erano a cavallo non galoppavano in cerchio intorno al nemico, né sparavano da sotto il collo dell’animale. Addestravano invece i loro cavalli a restare perfettamente fermi mentre sparavano.
Nel 1854 si tenne un Consiglio da parte di sette tribù di Indiani delle Pianure per fumare insieme la pipa nella località in cui la Pista di Santa Fe incrocia il Pawnee Fork. C’erano i Kiowa al completo, due bande di Comanche, due bande di Cheyenne e una di Arapaho, più diversi Apache e Sioux. Gli Osage erano rappresentati da una parte dei Grande-Collina. La strategia di guerra per combattere gli “Shawnee”, come le tribù delle Pianure chiamavano genericamente tutti gli Indiani emigranti, risentì evidentemente dell’influenza dei capi Cheyenne e Kiowa, visto che alla fine i guerrieri si diressero a nord anziché ad est, come richiesto dagli Osage. L’armata indiana trovò i Potawatomi e i Sac e Fox presso il fiume Kansas e si lanciò all’attacco. Le due tribù erano armate di fucili inglesi e sapevano sparare in modo ordinato, come truppe regolari. Sia i Sac e Fox che i Potawatomi smontarono da cavallo e puntarono i fucili, mentre i nemici avanzavano intonando i canti di guerra nelle varie lingue tribali. Degli attaccanti solo gli Osage disponevano di fucili: tutti gli altri erano armati di arco e di frecce. I tiratori Potawatomi erano precisi e miravano sia agli uomini che ai cavalli. Alla fine gli attaccanti batterono in ritirata, lasciando sul terreno diversi cavalli, un Apache e due Osage. I fucili dei Piccoli uccisero cinque Sac e Fox e ne ferirono altri quattro. Dopo la ritirata, si sa che i Sac e Fox infierirono sui cadaveri dei nemici rimasti sul campo: strapparono il cuore ai due Osage e si imbrattarono il volto con il loro sangue.
Quando il Texas e il New Mexico divennero territori degli Stati Uniti, per le tribù delle Pianure la situazione si andò aggravando, specie per i Comanche. Il territorio indiano era attraversato in continuazione da carovane lungo la pista di Santa Fe, e la scoperta dell’oro in California nel 1848 mise in moto un’altra moltitudine di persone. Le grandi mandrie di bisonti, indispensabili per l’economia delle tribù delle Pianure, cominciarono ad essere intaccate. I Comanche e i Kiowa stavano attaccando le carovane dei cercatori d’oro lungo la pista di Santa Fe, e nell’estate del 1854 gli Osage si unirono a loro, sia pure conducendo attacchi in modo autonomo. In un modo o nell’altro le azioni dei Comanche e dei Kiowa risultavano meno efficaci di quelle degli Osage. Per i primi gli attacchi probabilmente non erano altro che un “pedaggio” che i bianchi dovevano pagare per passare nel loro territorio. Gli Osage, che verso ovest non conoscevano i confini della loro riserva, vedevano di nuovo in pericolo i loro “fratelli” bisonti, che Wah’Kon-Tah non aveva affatto limitato nei loro spostamenti da una regione all’altra. Non avevano dimenticato ciò che era avvenuto agli orsi, ai wapiti, ai cervi e ai bisonti dei boscosi bacini del Neosho e del Verdigris.
Forse a causa delle spaventose pitture di guerra degli Osage o per l’elevata statura che li caratterizzava, o forse ancora perché sembravano più interessati agli scalpi che ai “pedaggi” in natura, le bellicose attività dei Piccoli furono immediatamente dichiarate “intollerabili”.


La “Pista di Santa Fe”

Tra il Mississippi e l’Oceano Pacifico erano stanziati solo il 1° e il 2° Dragoni, i Fucilieri a cavallo e tre reggimenti di cavalleria sparsi nei vari avamposti militari. Il 3 marzo 1855 furono formati altri due reggimenti di cavalleria con lo scopo dichiarato di combattere gli Indiani delle Pianure. In realtà quando il colonnello Pitcairn Morrison lasciò Fort Gibson con un distaccamento di cavalleggeri seguendo la Pista di Santa Fe, non aveva lo scopo di attaccare gli Indiani, ma di costruire un nuovo forte (Bents Fort), sul corso superiore dell’Arkansas.

La guerra per il Nika-Sabe, l’Uomo Nero

Nel 1854 nuove ondate di avventurieri americani si sparpagliarono per tutto il territorio, invadendo anche la “Cherokee Neutral Land”, la fascia di territorio di 25 miglia che faceva da cuscinetto tra il Missouri e la riserva degli Osage. Assieme a coloni che fondavano nuovi insediamenti e comunità, vi era un’accozzaglia di furfanti e fannulloni, che passavano la giornata a chiacchierare, a bere, a litigare e a fare bravate con la pistola, sparando agli Osage – uomini o donne – che per caso incontravano da soli nella prateria. Memori dell’epidemia di colera portata vent’anni prima dai Folte Sopracciglia e dai Cherokee, i Piccoli si tennero alla larga dai nuovi arrivati, e si allontanavano dalla loro riserva solo in occasione delle stagionali cacce al bisonte.
Gli Osage non sapevano niente dei Bianchi che si chiamavano “abolizionisti” o “schiavisti”. Se qualcuno avesse spiegato loro quale tipo di follia era entrata nel loro cuori non ci avrebbero creduto. Gli Osage avevano già avuto modo di vedere il Nika-Sabe, l’Uomo Nero, che i Cherokee e i Creek avevano portato con sé dalle piantagioni di cotone ad est del Mississippi. Naturalmente non erano stati informati che adesso gli Stati Uniti si dividevano in “Stati Liberi” e “Stati Schiavisti”, né che il confine fra i due gruppi passava tra il Missouri e l’Arkansas, né avevano mai sentito parlare di John Brown.
La regione dei Piccoli cominciava ad essere la meta di coloni abolizionisti del Massachusetts, sostenuti dalla “New England Emigrant Aid Company”, che contrastavano gli schiavisti, anche loro aiutati da altre organizzazioni, come il “Blue Lodge” e i “Sons of South”. Questi emigranti avevano motivi più economici che ideologici per trasferirsi nel Kansas: erano anni di crisi agricola, con il culmine che fu raggiunto con la grande carestia del 1857.


Lama di ascia in metallo di fabbricazione europea usata dagli Osage

Nel 1849 John Mathews, che aveva acquistato le stazioni commerciali di Chouteau, ne fondò una tra gli Osage del corso superiore del Neosho, nei pressi della Missione dei Gesuiti, e andò a stabilirsi in quella località, che il seguito prese il nome di Little Town. Gli Osage lo chiamavano Mon’ce-Gaxe, Forgia Metallo, perché in ognuna delle sue stazioni commerciali aveva un’officina di maniscalco. Il metallo, e gli oggetti che con esso si fabbricavano, avevano sempre impressionato gli Osage fin dai tempi dei primi esploratori francesi.
Mathews aveva una grande influenza sugli Osage, e riuscì quindi a portare dalla sua parte i Grande-Collina del capo Tzi-Sho Hunkah, come pure To-Wa’n-She-Heh, Alto Capo, capo clan dei Faccia-di-Bisonte, e riuscì a convincere anche Shonka-Sabe, Cane Nero, figlio del dell’omonimo grande capo morto nel 1848. Tornato a Little Town, Mathews scoprì che Ascia-che-Colpisce e gli Osage locali erano già stati convinti in senso opposto al suo da Padre Schoenmakers, e andò su tutte le furie.
I Piccoli furono alquanto confusi dal contrasto tra Forgia Metallo, il commerciante, e Manto Nero, l’uomo del mistero, perché nutrivano grande rispetto per entrambi. Quindi un gruppo si schierò dalla parte di Mathews, schiavista, l’altro dalla parte dei Gesuiti, abolizionisti; anche se non comprendevano la ragione del contrasto, sapevano solo che aveva a che fare con Nika-Sabe, l’Uomo Nero. John Mathews arruolò numerosi Cherokee e Creek alla stazione commerciale di Fort Gibson, e convinse anche i giovani guerrieri dei Grande-Collina a seguirlo per scacciare i “Free-Stater” dalla fascia di territorio neutrale. Il 12 settembre 1861 Mathews con i suoi alleati indiati saccheggiò la cittadina di Humboldt. Pochi giorni dopo il tenente colonnello James G. Blunt, alloggiato con le sue truppe a Fort Scott e al comando del 6° Cavalleria del Kansas, sconfisse Mathews e la sua compagnia di irregolari. Poche ore dopo lo sorprese al limite del confine meridionale della riserva Osage, mentre stava tornando a Fort Gibson. Mathews morì nel corso dell’imboscata.
Albert Pike, fervente confederato, che nel 1832, nel corso di un viaggio esplorativo, era stato soccorso e sfamato con i suoi uomini da un clan degli Osage, ed era quindi loro amico, il 2 ottobre 1861 convocò un Consiglio, cui prese parte tutta la tribù, tranne i Little Osage. Fu firmato un trattato di alleanza di 44 articoli, in cui tra l’altro era previsto che i Confederati si impegnavano a proteggere gli Osage dai loro nemici, e a vigilare perché nessuno sconfinasse nella loro riserva. Al trattato rimasero fedeli solo Cane Nero il Giovane con i Foresta-in-Alto, che approfittarono della libertà loro concessa per vagare qua e là nelle pianure, tornando nella riserva solo di tanto in tanto: di solito preferivano restare tra i Creek e i Cherokee, con i quali erano in buoni rapporti per via dell’alleanza con i Confederati.


Il 6 nella foto è Black Dog II, capo della Divisione Osage dei “Cherokee Braves”

Nella primavera del 1863 fu organizzato dai Confederati il Battaglione Osage, composto di quattro compagnie. Fu assegnato alla Brigata di Stand Watie nel Dipartimento del Trans-Mississippi. Partecipò a varie battaglie nel Territorio Indiano e si arrese nel giugno 1865.
Piccolo Orso dei Little Osage si alleò con il suo clan all’unionista 9°Fanteria del Kansas, mentre Capelli Bianchi e la sua gente riunirono alle truppe, sempre unioniste, di Fort Scott. In realtà Capelli Bianchi cercava solo protezione e fornì solo qualche guerriero all’esercito dell’Unione, mentre i guerrieri del clan del Baribal di Piccolo Orso, nonostante la buona volontà, trovarono ben presto insopportabili le restrizioni e l’addestramento della vita militare.
Nel maggio 1863, il generale confederato Kirby-Smith, comandante delle truppe di Little Rock, nell’Arkansas, convinto che gli Indiani fossero una tremenda forza ancora inutilizzata, inviò nel territorio indiano ventidue ufficiali per convincere le varie tribù ad entrare in guerra dalla parte dei Confederati. Il 16 maggio il drappello, vestito con uniformi unioniste, entrò nella riserva Osage risalendo il Verdigris. I Confederati erano convinti che gli Osage fossero a caccia di bisonti nelle pianure, e non presero particolari precauzioni. Ma i cacciatori non erano ancora partiti, e un gruppetto di Grande-Collina intercettò il drappello. Non riconoscendo alcun ufficiale unionista, nonostante le divise, i guerrieri si fecero sospettosi e pretesero di accompagnarli a Humboldt dal maggiore Doudna, comandante di un distaccamento delle truppe dell’Unione. Messi alle strette, i Confederati uccisero un guerriero con un colpo di pistola a tradimento e fuggirono al galoppo. I Grande-Collina diedero l’allarme al villaggio, e ben presto un contingente di duecento guerrieri si lanciò all’inseguimento dei ventidue fuggiaschi. Li comandavano We-He-Sa-Ki, Fune rigida, capo dei Cuore-Saldo, e Shaha Shinka, Piccolo Castoro, anziano capo del clan del Castoro; forse c’era anche piccolo Orso. Gli ufficiali confederati vennero facilmente raggiunti e annientati dopo una cruenta battaglia. Furono tutti decapitati e scotennati, tranne il colonnello Harrison, che era completamente calvo; in compenso aveva una folta e lunga barba, e un guerriero Osage si accontentò di prendere questa. Saggiamente, dopo aver riflettuto a lungo, Fune Rigida e Piccolo Castoro mandarono due messaggeri ad avvertire il maggiore Doudna a Humboldt: sugli ufficiali morti erano state trovate alcune carte che potevano essere importanti, e gli Osage non sapevano leggere. Sia le autorità militari e politiche dell’Unione che i cittadini del Kansas furono molto soddisfatti del successo riportato dai guerrieri Osage. Fune Rigida, Piccolo Castoro e altri capi minori vennero addirittura decorati.
Indian Home Guards
I militari si interessarono degli Osage unicamente in funzione del loro ruolo di “cuscinetto”: le loro qualità di soldati non vennero mai prese seriamente in considerazione. Il colonnello William A. Phillips, comandante della Brigata dell’Unione, i tre reggimenti delle “Indian Home Guards”, aveva ai suoi ordini un primo reggimento composto da Creek, perspicaci ed ottimi soldati; il secondo, dopo essere stato “ripulito degli elementi intrattabili, per la maggior parte Osage e Quapaw”, diventò a tutti gli effetti un reggimento Cherokee; il terzo era composto interamente di Cherokee.
Alla fine della guerra gli Osage si considerarono tutto sommato fortunati; avevano sofferto il vaiolo e il morbillo e le solite molestie, ma la tribù resisteva ancora.

Il Trattato del 1865 – Il Trattato del 1868, revocato

Il 29 gennaio 1861 il Kansas diventò uno Stato dell’Unione, e questo portò a un sovvertimento della volontà del Governo Federale di proteggere il territorio Osage da indebiti sconfinamenti dei Bianchi. Infatti le autorità locali incoraggiavano i coloni a stabilirsi ovunque ritenessero opportuno. Vista la criticità della situazione, nel dicembre 1862 il senatore James Henry Lane presentò in Senato un disegno di legge che prevedeva il trasferimento degli Indiani del Kansas fuori dai confini dello Stato. Naturalmente dovette ricorrere alla solita retorica: il trasferimento degli Osage era un atto umanitario, dato che la loro riserva si trovava in mezzo agli insediamenti dei Bianchi, che premevano da ogni direzione, rischiando di annientarli. Alla fine della guerra queste idee presero forma con un nuovo trattato proposto alla tribù; questo venne firmato il 29 settembre 1865 presso la stazione commerciale di Canville. Le terre cedute consistevano in una fascia ad est della riserva di trenta miglia da est a ovest e cinquanta miglia da nord a sud. Nel 2° articolo la tribù cedeva un’altra fascia di territorio, larga venti miglia, lungo tutto il confine settentrionale della riserva. I territori ceduti dagli Osage sarebbero stati venduti a lotti, con il ricavato che, al netto delle spese, sarebbe stato utilizzato per la costruzione di case, l’acquisto di attrezzi agricoli e capi di bestiame, la retribuzione di medici, meccanici e per l’educazione scolastica. Dopo la firma del Trattato, i Piccoli ebbero sei mesi di tempo per abbandonare i villaggi lungo il corso superiore del Neosho, e ritirarsi entro i nuovi confini della riserva. Ciò li costrinse ad avanzare di trenta miglia verso il Mo’n-Ha, l’Ovest.
Nelle Pianure trovarono i Cheyenne, i Sioux e gli Arapaho, che stavano combattendo Wah-Tian-Kah, guerriero Osage
contro i Folte Sopracciglia. Gli Osage rifiutarono le loro offerte di fumare la pipa. I Piccoli avevano inimicizia con i Nasi Grossi, gli Arapaho, ma poiché questi erano alleati con i Cammina-sulla-Terra, i Cheyenne, e i Sioux, gli Osage si trovarono costretti a combattere le tribù alleate. Le sconfitte subite dagli Osage prima che avessero fatto sufficiente scorta di carne di bisonte, ebbero l’effetto di metterli in ginocchio e di diffondere la fame e la povertà nei loro villaggi. Questa grave situazione non fece altro che favorire il partito dei sostenitori del trasferimento della tribù oltre i confini del Kansas (partito i cui più grandi sostenitori erano coloro che desideravano le terre degli Osage per tracciare nuove linee ferroviarie). Il 13 gennaio 1868 l’agente G.C.Snow scrisse al sovrintendente Thomas Murphy una lettera sugli Osage, che terminava così:”…Si deve subito fare qualcosa per questa gente.” Ma, nonostante le insistenze di Snow, i Piccoli non si lasciavano convincere a firmare un nuovo trattato.
Per risolvere la questione, il presidente Johnson scelse una commissione che avrebbe dovuto trattare con gli Osage. Il Consiglio si tenne a Drum Creek Springs, nel luogo dove il Drum Creek confluisce nel Verdigris. Nonostante l’incontro fosse segreto, era presente William Sturges, presidente della “Leavenworth, Lawrence and Galveston Railway”. Dato che gli Osage si rifiutavano di firmare la cessione della riserva, fu fissato un secondo incontro, cui si aggiunse anche il colonnello C.W.Blair, presidente della “Missouri, Fort Scott and Santa Fe Railroad Company”. L’avidità dei negoziatori, l’insolito interesse del ministero degli Interni per il benessere degli Osage e la presenza di Sturges, attirarono tutti i rappresentanti delle Compagnie ferroviarie concorrenti. Dopo tanto discutere e promettere, il 29 maggio 1868 – senza che gli Osage avessero ancora firmato alcunché – la commissione vendette, dopo trattative segrete fra i commissari e Sturges, la riserva Osage alla “Leavenworth, Lawrence and Galveston Railway” per un milione e seicentomila dollari, 400.000 dollari in meno di quanto offerto dalla Compagnia del colonnello Blair.
Le pressioni perché gli Osage firmassero il trattato furono molto forti. I commissari avevano perfino ritardato la consegna delle provviste annuali, dovute secondo il Trattato del 1865, in modo da impressionarli facendole arrivare al momento opportuno nel luogo in cui si teneva il Consiglio. I Piccoli erano presenti con circa 500 guerrieri, segno della fame che stavano patendo. Tra gli oratori che presero la parola vi furono Tzi-Topa, Quattro Logge, e No-Pa-Wathe, Paura-del-Tuono, dei Little Osage; We-He-Sa-Ki, Fune Rigida, dei Cuore Saldo; e poi Ox’po’n Tonkah, Grosso Alce, Wah-Ti-An-Ka, Corno Forcuto, e altri capi, fra cui Capelli Bianchi. Chiesero di avere le loro provviste annuali prima dell’eventuale firma dell’accordo, e che fossero mantenute le promesse del precedente trattato. Taylor, Murphy e Boone cercarono di minacciare velatamente i Piccoli con la prospettiva della fine della consegna delle provviste annuali in caso di mancato accordo; inoltre dissero che stava a loro scegliere tra le ricche terre del Territorio Indiano e la guerra con gli Indiani delle Pianure.
Il giorno successivo, dopo aver valutato ulteriormente la proposta, gli Osage rifiutarono di firmare.


Capi Osage – 1870

Le trattative continuarono e alla fine, non si sa come, il commissario agli Affari Indiani, Nathaniel Taylor, riuscì a convincere una parte degli Osage, 108 in tutto, a firmare il trattato. Forse convinse Non-ha-Paura-dei-Lunghi-Capelli con una dichiarazione firmata che lo rendeva “Governatore di tutti gli Osage”. Il Congresso impiegò quasi due anni per esaminare il “Trattato Sturges”. Ma le opposizioni furono numerose, sia da parte egli abitanti del Kansas, che temevano il monopolio della Compagnia ferroviaria acquirente, sia perché il Congresso non vedeva di buon occhio il sistema dei Trattati, che era in conflitto con i suoi poteri decisionali e autonomi. Il presidente Grant finì per ritirare il Trattato.

Il Trattato del 1870: trasferimento degli OSAGE nel Territorio Indiano

Nel frattempo la guerra con gli Indiani delle Pianure si intensificò. In particolare, i Cheyenne stavano attaccando le carovane lungo il South Platte, assaltando i treni e bruciando i ranch e le stazioni delle diligenze. Su sollecitazione del governatore del Kansas Crawford, il generale Sheridan prese con sé un certo numero di esploratori Osage, che conoscevano bene il territorio ed erano in guerra con gli Arapaho e i loro alleati Cheyenne. E fu su incarico di Sheridan che il colonnello Custer si portò con le sue truppe sul fiume Washita, dove si compì l’omonimo massacro. In quell’occasione gli esploratori Osage erano Fune Rigida e Piccolo Castoro, capi scout, ed inoltre Grossa Lince, Penna d’Aquila, Lupo e Ce-Ce-Mo’n-I’n, Viaggia-Trottando, meglio noto come Trotter.
Nella riserva Osage i problemi erano sempre gli stessi: i cacciatori bianchi facevano strage di bisonti e i Piccoli cercavano di difendere i loro “fratelli”. Nella Luna-Tutta-Da-Sola, gennaio, del 1870, gli Osage di ritorno dalla caccia invernale trovarono un intero villaggio distrutto. Era un fatto gravissimo, e la dimostrazione di quanto si fossero fatti arroganti e aggressivi i coloni abusivi. E.S.Parker, indiano Seneca, era in quel periodo commissario degli Affari Indiani, ed intervenne nella questione, affermando che il compito delle truppe era proteggere gli Osage e mantenere la pace. In teoria avrebbero dovuto arrestare e consegnare alle autorità civili i perturbatori, ma la specie invadente era troppo numericamente superiore agli Indigeni. Per proteggere i Piccoli, il Governo avrebbe dovuto trasferirli.
Il 15 luglio 1870 venne approvata la legge che stabiliva l’espulsione degli Osage dal Kansas. Il prezzo, grazie all’intervento dell’agente Gibson e del senatore Morril, del Maine, fu confermato in 1 dollaro e 25 centesimi l’acro, lo stesso fissato dal Trattato del 1865, contro offerte molto più basse fatte dalle Compagnie ferroviarie.
FrankCorndropper e PaulBuffalo, Osage
Ora gli Osage dovevano essere trasferiti, ed era necessario convocarli per una vera farsa: come nel 1868, si doveva convincerli ad accettare ciò che era già stato stabilito per loro (anche se allora la vendita della riserva era stata poi revocata). L’incontro avvenne l’8 settembre 1870 a Drum Creek. Alla fine il Comitato convinse gli Osage a “toccare la penna”. Grazie all’interessamento di Parker, il commissario Seneca, riuscirono a far inserire nel trattato alcune loro richieste, risultato di diversi giorni di discussione fra Non-ha-Paura-dei-Lunghi-Capelli e i suoi guerrieri, tra le quali la più importante era quella di amministrare la loro terra collettivamente, almeno finché non avessero richiesto un cambiamento.
Il commissario degli Affari Indiani approvò tutte le richieste e le appoggiò al Congresso. Particolarmente importante era quella relativa alla proprietà della riserva, che gli Osage non volevano dividere in tanti lotti, ma volevano amministrare in comune: circondata dai Bianchi, la tribù si era fatta più piccola, come Madre Terra, e perciò doveva restare unita.
Nel gennaio 1871 i Piccoli si trasferirono direttamente dagli accampamenti invernali nella nuova riserva nella prateria. C’era una nuova “linea magica”, il 96° meridiano, a oriente della quale ancora una volta c’erano i Quella-Cosa-sulla-Testa, i Cherokee. A nord c’era il confine con il Kansas e a sud il corso del fiume Arkansas. Con decreto del Congresso, il 5 giugno 1872 gli Osage ricevettero altra terra, a patto di concedere ai Kansa di stabilirsi su una porzione della parte occidentale della riserva. In totale i Piccoli avevano quasi un milione e mezzo di acri in una bella regione di colline e praterie.
Le cinque comunità della tribù stabilirono i loro villaggi in località con le stesse caratteristiche geografiche delle zone occupate da ciascun gruppo al tempo della grande alluvione.
Il Popolo Valle-Spinosa scelse le depressioni attorno al Silver Lake, dove venne costruita l’agenzia nel 1871. Sia questo gruppo che l’agenzia, poiché si trovavano ad est del 96° meridiano, dovettero spostarsi in un’altra vallata, presso il Wa-Shinka Ga-Xa, il Bird Creek.
A nord dei Valle-Spinosa si trovava il villaggio dei Cuore-Saldo di Fune Rigida.
Il Popolo dei Foresta-in-Alto, con i capi Claremore e Cane Nero, si stabilì su un altopiano boscoso nella parte meridionale della riserva, vicino al Ho’n-Mo’n-I’n Ga-Xa, il torrente Cammina-Nella-Notte, in seguito chiamato Hominy Creek.
Non-ha-Paura-dei-Lunghi-Capelli e i Grande-Collina scelsero una zona collinosa nella parte sud occidentale, vicino al Ni-Chiu-E Ga-Xa, il Salt Creek.


La definiva sistemazione degli Osage nella riserva – 1872

I Little Osage, il Popolo Giù-Sotto, con i capi Quattro Logge, Paura del Tuono e Ascia-che-Colpisce, si stabilirono nel nord est della riserva, in parte in prossimità del Mo’n-Co-Tse Ga-Xa, il Whistle Creek, in parte vicino al Pa-I’n Ga-Xa, il Longhair Creek, chiamato così perché in passato gli Osage vavevano ucciso un Pawnee.
All’epoca in totale i Piccoli erano 3.956 unità, compresi 277 meticci.
Con il trasferimento definitivo dei Piccoli nel “Territorio Indiano”, Oklahoma, finisce l’epopea degli Osage, iniziata tanto tempo fa, con un popolo disceso dalle Stelle, mandato da Wah’Kon-Tah a occupare e difendere un Eden rigoglioso di verde, di acque, e di animali, e schiacciato poi da forze tanto più grandi di lui.

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