San Francisco senza legge durante la corsa all’oro

A cura di Sergio Mura

Un cercatore d’oro
Com’è noto, con la corsa all’oro della California scatenatasi nel 1849 gli Stati Uniti impressero una sterzata decisiva verso la conquista del West. Non si trattò certamente di una scelta semplice o indolore. Decine di migliaia di uomini e donne provenienti da ogni parte d’Europa e dall’Est degli Stati Uniti finì per riversarsi sulla California, trasformando ogni cosa e piegando uomini e cose alla febbre dell’oro.
Non si trattò di anni semplici per chi si trovò a vivere da quelle parti, specialmente durante i mesi iniziali.
Leggiamo insieme una descrizione della vita senza legge a cui dovevano adattarsi i cercatori e chiunque altro avesse scelto di vivere o fare affari a San Francisco e nella California del 1849 e degli anni successivi.


In viaggio verso le terre aurifere

“Ora stiamo preparandoci a partire – scrive un cercatore francese ai suoi familiari rimasti in patria – per le terre aurifere; comperiamo gli utensili e lunedì o martedì ci imbarchiamo su una goletta che ci porterà fino a Stockton; da là, per raggiungere le miniere d’oro, ci resteranno da fare ancora una trentina di leghe a piedi. Dovrebbe andar bene, perchè l’oro c’è sicuramente, anche se è meno di quanto non si pensi in Francia. In questo paese non c’è nessun pericolo di essere attaccati: anzi, si è più sicuri qui che in Francia; e i francesi, sopratutto, sono molto ben visti. Non si commettono mai furti. Benchè abitassimo nei boschi a quasi una lega da San Francisco, nessuno ci ha mai rubato nulla, eppure la tenda rimaneva incustodita per giornate intere. Uno straniero si farebbe scrupolo ad avvicinarsi ad una tenda, anche solo per accendere la pipa sul focolare, se non vede nessuno cui chiedere il permesso.”


Manifesto che invita a trasferirsi in California

Fin qui il racconto di un cercatore che, tutto sommato, aveva finito per apprezzare lo stato di cose ingenerato dalla completa assenza di una legge ufficiale e del contestuale trionfo della “legge del più forte”.
La realtà dei fatti era logicamente parecchio più complessa e intrigante. Nei primi mesi successivi allo scatenarsi della folle corsa all’oro, sulla California e San Francisco in particolare calarono orde fameliche di delinquenti e banditi della peggior specie. A volte si avventuravano da soli, ma spesso erano in compagnia di altri brutti ceffi coi quali era facile fare comunella e trescare ai danni dei poveri cercatori d’oro.
Assassini, ladri, banditi e malfattori di ogni genere, provenienti da ogni posto degli Stati Uniti e persino dalla lontanissima Europa, contribuivano con la loro presenza a rendere cosmopolita la popolazione di quelle lande in cui non arrivava la legge.


Il porto di San Francisco nel 1849

Lo sceriffo non c’era, ma in compenso sorgevano a ritmo giornaliero i saloon, le sale da gioco e quei ritrovi in cui era facile che si verificassero episodi delittuosi o di prevaricazione del più debole. Era proprio in quei posti, infatti, che ogni giorno della settimana finivano moltissimi cercatori che non chiedevano altro che di spendere il frutto delle loro fatiche, facendosi spennare dai delinquenti organizzati.
L’oro circolava in tale abbondanza che era logico che la feccia ne venisse attratta irrimediabilmente. Per gente del genere era molto, molto meglio restare nei saloon ad attendere la ricchezza piuttosto che andare a sgobbare nei campi auriferi col rischio di spezzarsi la schiena!


Gente armata ovunque…

Ecco, quindi, che le bande di armati, sempre ben organizzate, circolavano lungo le strade di San Francisco imponendo con la violenza la propria legge e ottenendo il rispetto con l’imposizione del terrore. Nel primissimo periodo questi delinquenti si limitavano a rapinare l’incauto che si avventurava in luoghi poco illuminati, ma poco tempo dopo i malfattori passarono all’omicidio, facendosi chiamare “gli strangolatori” o “i sanguinari”.
Anche i padroni dei saloon, delle case da gioco e di qualunque attività commerciale dovevano fare i conti con questa cricca infame.
Poi, in un crescendo di coraggio misto a mancanza di scelta, quando la vita era ormai talmente pericolosa da non offrire alternative, ecco accadere il miracolo della ricìvolta della gente comune. Nascono dal nulla gruppi di autodifesa, dei veri e propri vigilantes, che battono la città e le zone aurifere in caccia dei malfattori di cui si sapeva tutto, persino nome e cognome. E quando li trovano non ci sono alternative per loro: o si fanno arrestare, o fuggono via per sempre, o vendono cara la pelle.
Tutto questo porta San Francisco a mutare nuovamente e con decisione la pelle. E’ la seconda volta in appena due anni. Siamo infatti nel 1851.


La terra devastata dall’attività estrattiva

Nel 1851, sotto la spinta della fortissima azione dei vigilantes e dei comitati di cittadini che si autodifendono, finiscono per diventare marginali tutti i piccoli reati che avevano reso l’aria irrespirabile. Attenzione! Non sono diventate silenziose le armi che continuano a cantare il proprio lugubre ritornello di morte, ma almeno le truffe ed i furti, col loro codazzo dei taglieggiamenti, spariscono nel nulla.
E un viaggiatore, stupito, ci ha lasciato alcuni suoi pensieri scritti su quella strana situazione di pace: “E’ incredibilmente raro il furto, nonostante ogni tipo di facilitazione sia offerta ai cattivi istinti della popolazione agglomerata nella città.”


Le famose tende dei minatori

Di analogo tenore sono le corrispondenza dei giornali, tra cui ne citiamo una: “Dalla metà del 1850 l’ordine sembra essere tornatoa San Francisco. Così nei cortili delle case, davanti alle porte, per le strade, sulle piazze pubbliche, ovunque ci si imbatte in una quantità di merci, provenienti da tutte le parti del mondo, sparse lì, apparentemente senza alcuna protezione, né sorveglianza. Eppure mai i ladri e i filibustieri di professione che sono ancora in città si azzardano a toccarle.”
Ma è stata sufficiente la rivolta della gente comune per trasformare un girone infernale in un posto comunque difficile, ma più vivibile? In linea di massima potremmo dire di sì, ma non possimao certo omettere o ridurre l’importanza nel “come” le cose sono cambiate. E’ stato l’uso della forza e della solita legge del più forte a convincere i più riottosi a cambiare rotta. In assenza di una legge per così dire “ufficiale”, le ronde armate avevano scelto l’uso della forza ad ogni costo, fucilando o impiccando sul posto anche il colpevole di un piccolo furto.


Fango e sporcizia lungo le vie di San Francisco

Entrare in casa d’altri, nella tenda altrui, toccare un qualcosa che appartiene ad altri è di colpo diventato un crimine da punire con la morte. Se accade un evento del genere è facilissimo vedere che tutti, su segnalazione di qualcuno accorto, mollano le loro faccende per scatenare una caccia al ladro che finisce quasi sempre con l’uccisione senza alcuna pietà del bandito. Senza distinguere la dimensione del reato.
E’ questo uso della violenza a spaventare chi fino ad allora aveva fatto altrettanto ai cittadini ed ai cercatori d’oro!
Nel 1950 e nel 1951 la situazione era grave, sia pure nella sua apparente tranquillità, e non mancavano gli episodi dubbi in cui qualche presunto innocente finiva anzitempo i suoi giorni terreni gonfio di piombo. Perciò il governo degli Stati Uniti provò a muovere qualche passo ufficiale verso la California, con l’intenzione di interrompere quel modo anarchico di esercitare la giustizia.


In cerca di pepite

A San Francisco e nei dintorni vennero inviati numerosi battaglioni di giacche blu con l’incarico di presidiare la zona e far rispettare una parvenza di legge.
Non durò molto perchè i battaglioni venivano immediatamente ridotti a poca cosa dalle diserzioni di massa dei soldati che alla miserabile vita militare prefeivano l’azzardo della febbre dell’oro. A volte erano gli stessi cittadini a ricercare i disertori e a riportarli al loro battaglione, specialmente quando si rendevano colpevoli di furti o altre malversazioni.
Una certa tranquillità finiva per estendersi ai campi auriferi, persino ai più distanti dalle luci della città. Anche lì era arrivata l’eco del rischio che si correva a delinquere e poche, ma sensate regole si erano subito affermate.
I cercatori, ad esempio, lavoravano fianco a fianco senza disturbarsi eccessivamente e bastava la presenza di una vanga calata in un buco per indicare che il lotto era già di proprietà. Oppure, quando si diffonde la voce della scoperta di una nuova e importante vena aurifera, ecco che si spostano masse di persone, ma tutti rispettano i diritti dei primi arrivati. O ancora, le tende lasciate incustodite impongono la deviazione quando si cammina lungo i sentieri perchè c’è il rischio di essere scambiati per ladri e uccisi sul posto a fucilate.
Le operazioni di “pulizia” venivano sempre rese note e ben pubblicizzate perchè servissero da monito e grazie a tutto questo dal 1851 la Califonia iniziò il suo lento cammino verso la civiltà, nel rispetto della legge del cercatore d’oro.

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