Lonesome
A cura di Gian Mario Mollar
Dopo un lungo silenzio, ritorna sulle scene di carta uno dei più noti e talentuosi autori di fumetto western d’oltralpe, il belga Yves Swolfs. Conosciuto soprattutto per il suo bellissimo Durango, un letale killer plasmato sul Jean Louis Trintignant del Grande Silenzio di Sergio Corbucci, Swolfs inaugura con il primo volume di Lonesome una nuova saga western, che non mancherà di destare interesse tra gli appassionati.
Siamo nel 1861, al confine tra Kansas e Missouri: la Guerra Civile è ormai alle porte e l’aria fredda di gennaio già intrisa di polvere da sparo, basta una scintilla ad incendiarla. I giornalisti prima e gli storici poi definiranno questo periodo Bleeding Kansas, il Kansas sanguinoso. Bande rivali si scontrano in una lotta fratricida e senza esclusione di colpi: da un lato i Jayhawkers, che cercano di imporre l’abolizione della schiavitù, dall’altro i filo-schiavisti Border Ruffians, i Ruffiani del Confine.
In questo scenario instabile si aggira un predicatore inquietante: i suoi sermoni non parlano di amore e pace, ma di peccato e castigo. Predica l’astinenza dall’alcol e dal sesso, ma per le pecore smarrite non c’è comprensione cristiana, ma atroci torture. Eppure, dietro il fanatismo del Predicatore Markham sembra celarsi un disegno politico più grande, un complotto volto a destabilizzare l’ordine, ordito da potenti che tramano nell’ombra.
Sulla pista del predicatore, un uomo solitario e silenzioso. I suoi tratti ricordano quelli dell’altro eroe di Swolfs, Durango: come lui, il nuovo protagonista è biondo, barbuto e implacabile. Parla poco, ma in compenso è dannatamente veloce tanto con la pistola che con il fucile. A renderlo unico, però, è la sua chiaroveggenza: un semplice contatto fisico gli permette di vedere i segreti racchiusi nei cuori, che le labbra non riuscirebbero a confessare. Pur essendo bianco, è stato allevato da una tribù di indiani, e il loro sciamano gli ha insegnato a conoscere e dominare questo suo dono, che gli squassa dolorosamente l’anima.
Giunto nel villaggio di Bolton, il solitario (Lonesome, appunto, da cui il titolo) cercherà di penetrare la coltre di corruzione e mezze verità che protegge l’oscuro uomo di fede, senza risparmiare pallottole per chi cercherà di fermarlo.
Swolfs sa come raccontare una storia e sa disegnarla ancor meglio: le pagine di questo fumetto sono incantevoli, irretiscono il lettore con vignette incredibilmente ricche di dettagli. Il suo tratto riesce a catturare tanto i paesaggi ricoperti di neve che gli sguardi carichi d’odio con uguale fedeltà e potenza espressiva. Anche le armi sono rappresentate con grande accuratezza, che le rende immediatamente riconoscibili: a partire dal Winchester “Yellow Boy”, che appare già sulla copertina e farà sentire la sua voce in più occasioni.
Come già in Durango, Swolfs attinge a piene mani dall’universo dello spaghetti western per costruire il suo impianto narrativo e visuale, ma la sua rivisitazione non sembra per nulla datata ed è anzi fresca e vitale. L’inserimento di elementi soprannaturali e macabri, come le visioni del protagonista o i deliri sanguinari del predicatore, costituiscono un’interessante variazione sul tema, che rende la lettura ancora più avvincente.
Nulla di nuovo sotto il sole, certamente. Il pistolero visionario ha senz’altro dei precedenti, basti pensare al Ned Ellis di Magico Vento, la bella saga scritta per Bonelli da Gianfranco Manfredi: anch’egli è entrato a contatto con la spiritualità indiana e anch’egli ha visioni che squarciano il velo dell’apparenza per metterlo in contatto con altri livelli di realtà.
Anche il predicatore Markham ha dei precursori. Il personaggio creato da Yves Swolfs fa venire in mente il Kurtz di Cuore di Tenebra di Conrad, per l’attesa che si crea prima della sua entrata in scena, ma anche il Robert Mitchum di La morte corre sul fiume. Se poi, come me, avete una passione per questo genere di fanatici sanguinari – ma solo narrativamente parlando, si chiaro! – consiglio la visione di Brimstone, un intenso e oscuro western del 2016, in cui Pierce Brosnan impersona un reverendo che ricorda molto da vicino quello di Lonesome. Ammantato di un’aura che ricorda più lo zolfo dell’inferno che i cori angelici del paradiso, il prelato riappare come un incubo dal passato di una giovane donna, per seminare dolore e stridore di denti. Il sadismo e il crudo realismo di alcune scene vi regaleranno più di un brivido.
Insomma, non si può dire che Lonesome sia un fumetto innovativo, ma bisogna riconoscere che il primo volume di questa serie, edito da Le Lombard nel gennaio 2018, rappresenta un gioiello nel solco della tradizione, che non delude.
Al momento, di Lonesome è disponibile soltanto la versione originale in lingua francese, ma ci auguriamo che venga presto tradotto anche in altre lingue.
Nell’attesa, per chi volesse familiarizzare con il genio creativo di Swolfs, è possibile trovare le storie di Durango ripubblicate dall’Editoriale Cosmo. Le pagine ampie dell’edizione originale, rimpicciolite e private dei colori per farle entrare nel formato bonelliano, perdono un po’ del loro fascino e della loro leggibilità, ma quest’edizione è sicuramente un buon modo per iniziare e ha il pregio di avere un costo contenuto e alla portata di tutti.
Buona lettura!
Scheda del volume
Titolo: Lonesome, Tome 1, La piste du prêcheur
Soggetto: Yves Swolfs
Disegni: Yves Swolfs
Colori: Julie Swolfs
Copertina: Yves Swolfs
Editore: Le Lombard (Bruxelles)
Pagine: 56
Data di pubblicazione: gennaio 2018
Prezzo (versione cartacea): € 14,45
Prezzo (versione Kindle): € 9,99
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