Sarah Winnemucca, una vita in difesa dei Paiute

A cura di Valentina Santoli

Sarah, nipote del Capo Truckee della tribù dei Paiute, nacque nel 1844 nella Contea di Washoe, Nevada. Il Capo Truckee aveva amichevolmente condotto esploratori bianchi come John C. Fremont alla scoperta della Sierra Nevada, non prevedendo che da quella prima ricognizione sarebbe conseguito l’avanzare di orde di coloni bianchi, che avrebbero invaso la sua terra costringendo all’esilio lui e la sua gente.
Sarah scrisse nella sua autobiografia “Ero molto piccola quando i primi bianchi giunsero nel nostro territorio. Arrivarono come un leone, sì, come un leone ruggente e hanno continuato ad arrivare nello stesso modo sin da allora, e io non ho mai dimenticato la loro prima venuta”.
Il nonno di Sara, nella sua saggezza, era convinto dell’importanza di mantenere la pace con i nuovi arrivati, e aveva fatto in modo che sia Sarah che la sua sorellina potessero ricevere un’istruzione, apprendendo il modo di vivere dell’uomo bianco e la lingua inglese: poiché desiderava che le bimbe avessero gli strumenti per ottenere ogni vantaggio possibile dal contatto con i coloni, si era accordato con un commerciante della Virginia che viveva in un insediamento vicino con la sua famiglia, affinchè facesse loro da insegnante.
Sarah, in particolare, si rivelò una studentessa modello, molto portata per l’apprendimento delle lingue. All’età di quattordici anni padroneggiava già ben cinque lingue, tra cui l’inglese e lo spagnolo, e per via dell’insistenza del nonno si recò a continuare gli studi a San Josè, in California.
Purtroppo, in sua assenza i rapporti tra il suo popolo e i pionieri continuarono a deteriorarsi. In primo luogo il costante arrivo di nuovi coloni aveva compromesso le riserve di cibo, costringendo i Paiute in territori sempre più angusti e obbligandoli a svolgere lavori umili per procurarsi il denaro con cui acquistare provviste. Successivamente, gli indigeni furono costretti a spostarsi in una riserva nei pressi di Pyramid Lake, in Nevada, solo per essere poco dopo nuovamente dirottati in una nuova riserva, stavolta in Oregon.


Una famiglia di Paiute

Nel 1871 Sarah, a ventisette anni, era affranta dalla direzione che avevano preso gli eventi ma anche determinata a fare tutto quanto in suo potere per preservare la dignità del suo popolo. Fu così che accettò un lavoro all’Ufficio per gli Affari Indiani a Fort McDermitt, in Oregon: in tal modo poteva aiutare la sua gente alla Malheur Indian Reservation, insegnando a scuola e distribuendo provviste. Nei quattro anni in cui prestò servizio presso la riserva si sposò due volte: la prima con un luogotenente dell’esercito alcolizzato, e la seconda con un indiano violento, che lasciò poco dopo.
Nel 1878, quando fu designato un nuovo agente per la riserva, Sarah, che lo conosceva già da tempo per essere un uomo egoista e corrotto, decise di non tacere e comunicò ciò che sapeva alle autorità: tutto ciò che ottenne fu di essere licenziata all’istante. Furibonda per il trattamento ricevuto ma decisa a non arrendersi, stabilì di recarsi a Washington D.C. per coinvolgere direttamente le alte sfere della Capitale, ma lungo il tragitto si trovò coinvolta in uno scontro tra il governo americano e gli indiani Bannock dei territori dell’Idaho.


Un ritratto di Sarah Winnemucca

I Paiute, costretti sempre più a nord dai coloni bianchi che giungevano in Nevada, si trovavano stretti in una morsa con i loro antichi vicini Bannock, stanziati in Idaho e in Oregon: fu così che gli indiani Bannock catturarono un manipolo di Paiute di cui faceva parte Winnemucca, il padre di Sarah divenuto nel frattempo capotribù. Sarah offrì immediatamente i suoi servigi di interprete all’esercito, che accettò la sua offerta e la inviò con due guide indiane a localizzare i guerrieri Bannock che trattenevano suo padre e gli altri Paiute. Fu necessario un viaggio di oltre duecento miglia per poterli ritrovare ma, una volta riuscita nel suo intento, Sarah, cammuffata da guerriero, si intrufolò nell’accampamento degli indiani Bannock e liberò il padre e la sua gente.
Finalmente nel 1880 Sarah giunse a Washington D.C., ottenendo di parlare direttamente con il Presidente Rutherford B. Hayes delle condizioni in cui versavano i nativi americani. Naturalmente, il governo le assicurò che avrebbe fatto ogni sforzo per migliorare la situazione, poi non mantenne gli impegni presi: tale tradimento ricadde su Sarah, erodendo la fiducia che i Paiute avevano riposto nel suo intervento.


La guerra dei Bannock

Nonostante il voltafaccia del governo ed il fatto che nemmeno la sua gente confidava più nei suoi sforzi, Sarah dedicò la sua vita alla causa del suo popolo e continuò sempre a lottare per loro: tenne conferenze per tutto il Paese, fondò una scuola per bambini Indiani, e soprattutto redasse il primo libro mai scritto da una donna nativa, “Life Among the Piutes, Their Wrongs and Claims”, pubblicato per la prima volta nel 1883. Nel frattempo si sposò per la terza volta, ma anche questo matrimonio ebbe vita breve.
L’editrice del libro di Sarah, Mary Peabody Mann, dichiarò “Si tratta del primo sbocciare degli Indiani d’America nella letteratura umana, ed ha un solo obiettivo – raccontare la verità così come essa si trova nel cuore di una vera patriota, la cui conoscenza di entrambi i popoli in conflitto le consente di compararli in modo giusto ed equo”.
Purtroppo, Sarah pagò con la sua salute fisica e psichica le dolorose esperienze subite: si sentiva rifiutata e isolata dal suo stesso popolo, oltre che ignorata dal governo americano, e a quarantasette anni sviluppò una tosse persistente ed un profondo sfinimento. Morì di tubercolosi il 17 ottobre 1891, mentre era in visita da sua sorella a Bozeman, nel Montana.
Dopo la sua morte, il suo lavoro fu riconosciuto dall’Università del Nevada; è entrata a far parte della Nevada Writer’s Hall of Fame, le è stata intitolata una scuola elementare nella sua natia Contea di Washoe e nel 2005 è stata eretta una statua in suo onore al Campidoglio.


La statua eretta in onore di Sarah Winnemucca al Campidoglio

La sua resta una vicenda amara poiché Sarah, nonostante avesse fatto moltissimo a beneficio dei nativi americani, morì pensando di avere fallito e di essere stata una delusione per chi aveva creduto in lei. Questa donna indomita oggi giace in una tomba senza nome a Henry’s Flat, nella Contea di Nez Perce, Idaho.

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