Donne selvagge del West
A cura di Michele De Concilio
Alcune signore non eccellevano in moralità, ma virtualmente tutte dimostrarono grande coraggio e affrontarono i pericoli e le incertezze della vita della frontiera.
Sia che la si chiamasse Madame o Ma’am, Señorita o Squaw, una donna doveva avere fegato per sopravvivere nel West. Il “sesso debole” incontrò ostacoli selvaggi, brutali e sgradevoli (e questi erano proprio gli uomini!), senza menzionare Madre Natura e una calamità o due. O tre. Nonostante queste avversità, o forse a causa di esse, la frontiera Americana attirò legioni di donne anticonformiste – fuori dal branco, solitarie, eccentriche e avventuriere. E alla fine tutte conservarono il loro senso dell’umorismo: “Ho 350 capi di bestiame e un figlio” disse una vedova proprietaria di ranch. “Non so chi è più duro da allevare.”
Nel caso della “boat people” (immigranti venuti dall’Europa) che si avventuravano verso il West, le donne in genere dovettero fare a meno della famiglia, degli amici, della loro cultura nativa e delle “strutture protettive” della società dell’Est.
Alcune furono schiacciate dalla nuova esperienza, altre sopravvissero e non poche ebbero successo. Naturalmente, molte delle cosiddette donne selvagge erano già nel selvaggio West e vivevano nelle piazze e nei wigwams, hogans e teepees su e giù per i canyons e attraverso le Grandi Pianure. Sia tra i nativi che tra i coloni c’erano quantità di donne burbere che non avevano paura di mescolarsi con uomini o bestie. Come ha affermato un leader moderno, “Nessun paese, nessuna cultura, nessun popolo si eleverà al di sopra degli standard delle sue donne.”
Mai sottovalutare l’amore di un Apache per la famiglia.
Da Sonora a Sonoma, dalle Badlands dei Dakotas alla baia di California, il coraggio e la determinazione delle donne degli indiani americani fu stupefacente. Di giorno in giorno esse affrontarono morte e privazioni da parte di un ambiente inesorabile e di una moltitudine di predatori nemici. Prendiamo l’esperienza di una donna Apache chiamata Dilchthe. All’interno del suo clan Warm Springs, non divenne leggendaria come una donna-guerriero. Infatti, essa era una nonna di mezza età quando fu catturata dai mercenari della Sonora ad Esqueda, in Messico (a sud dell’odierna Douglas, Arizona), a metà degli anni 1860. Gli uomini Apache del suo gruppo furono immediatamente giustiziati. Dilchthe e molte altre donne furono condotte a sudovest, verso il golfo di California. Qui, le prigioniere furono vendute come schiave e imbarcate per la colonia penale di Baja Peninsula.
Molte prigioniere Apache morirono nel campo, ma Dilchthe resistette tenacemente. Non molto dopo il loro arrivo, lei e molte altre furono vendute e iniziarono a lavorare in una vicina hacienda. A dispetto della sua età, Dilchthe fu una buona lavoratrice e si guadagnò la fiducia dei proprietari. Essi la trattavano con lealtà e le affidarono nuove responsabilità, ma lei aveva altri piani. Nascondeva il cibo e progettava di riconquistare la libertà. Dilchthe era determinata a fare ritorno alla sua famiglia in un modo o nell’altro, a qualsiasi costo.
Della Ferrell e Georgia Duffy
Una notte Dilchthe attuò il suo piano e liberò molte altre donne con lei. Guidate da Dilchthe e muovendosi solo di notte, le fuggitive marciarono fino al golfo e di lì iniziarono a seguire la costa settentrionale. Dilchthe riuscì ad evitare le pattuglie di ricerca a cavallo inviate sulle loro tracce. (Immaginate la frustrazione dei vaqueros che fecero ritorno a mani vuote e dovettero ammettere di non essere stati in grado di rintracciare un pugno di donne evase, guidate da una nonna! Ma non era solo una nonna, era una nonna Apache con le ali ai piedi!)
Nonostante le donne conservassero le loro provviste come meglio potevano, alla fine le loro scorte finirono. Esse tennero duro dormendo di giorno e viaggiando di notte. Nutrendosi di insetti e di varie piante del deserto, marciarono duramente verso nord per quasi 300 miglia. Nei pressi del punto più interno del golfo incontrarono il loro maggiore ostacolo: il mitico fiume Colorado. Come avrebbero potuto attraversarlo senza correre rischi quando nessuna di loro sapeva nuotare? Dilchthe insisteva caparbiamente che avrebbero trovato un modo. Un anziano messicano benevolo da lei soccorso, indicò loro un guado sicuro attraverso il grande fiume. Ancora una vota le donne si spinsero verso nord lungo la riva del Colorado fino a raggiungere la confluenza tra il Gila River e il Colorado (oltre il penitenziario di Yuma). Individuato il punto esatto descrittole dal vecchio messicano, Dilchthe si addentrò cautamente nella corrente fredda. Era quasi sul punto di essere trascinata via, quando pose piede su di un banco di sabbia e rapidamente guadagnò la riva opposta. Subito le altre la seguirono. Proseguirono il loro cammino al sicuro nel fitto sottobosco, sulla sponda orientale del fiume Gila, nel territorio dell’Arizona: erano quasi a metà della strada verso casa.
Una donna Apache
Oltre la Yuma Valley, le donne trovarono un arido territorio e presto ebbero a soffrire per il caldo. Alcune di esse volevano lasciare la valle per arrampicarsi verso le fredde montagne a nord, ma Dilchthe sapeva che quei monti erano il covo dei loro nemici, e le spronò a rimanere nei pressi del fiume perché le avrebbe condotte a casa.
La terza notte dopo l’attraversamento del Colorado, furono attaccate da razziatori Yuma (o Mojave). Una dona fu catturata, e tutte le altre tranne due furono uccise nell’agguato –Dilchthe e un’altra fuggirono nel bosco. Ancora una volta Dilchthe era stata troppo astuta per i cacciatori.
Le due donne Apache camminarono per oltre quattro giorni lungo la riva desolata, calda e perlopiù arida, superarono l’ansa del Gila, oltrepassarono Maricopa Wells (vicino l’odierna Phoenix), e girarono al largo degli accampamenti e i villaggi Pima e Papago (virtualmente tutte le tribù di quest’area erano nemiche degli Apache). Dilchthe e la sua compagna fecero altre 100 miglia prima di crollare a nordest dell’attuale Safford, Arizona. Quasi impazzite per le sofferenze e per la fame e troppo deboli per fare un altro miglio, Dilchthe fece un segnale di fumo.
Incredibilmente, comparve alla vista suo genero. Dopo quello che aveva subito, credeva di avere una visione, ma non era così. Dilchthe e la sua amica erano salve. Di norma, è severamente tabù per una donna Apache guardare suo genero in viso, ma quella volta la tradizione fu disattesa non appena egli l’abbracciò e accolse la sua coraggiosa suocera che faceva ritorno dalla morte. Dilchthe si ricongiunse con la sua famiglia e fu accolta dalla tribù come un eroe. Aveva camminato per oltre 1.000 miglia superando in astuzia e abilità tutti i suoi inseguitori. Oltretutto, non aveva con sé né una mappa, né armi e pochissime provviste. La sua inestinguibile determinazione a raggiungere il suo clan a Warm Springs dimostra un raro esempio di coraggio. Essa fu la nonna Apache dalla volontà di ferro –una vera donna selvaggia del selvaggio West.
Appena in tempo…
Più di ogni altra virtù, le donne portarono nel West un genuino pragmatismo. “Quando vedevo che c’era qualcosa da fare, la facevo,” era una testimonianza comune alle donne del selvaggio West.
Calamity Jane
Una buona professionista del pragmatismo fu Barbara Jones, che, insieme a suo marito e ai loro 10 figli, si stabilì presso il fiume Pecos nel territorio del New Mexico negli anni 1870. Essi aprirono un negozio presso Seven Rivers, e mentre suo marito trasportava provviste, Ma’am Jones, come era chiamata dai suoi familiari ed amici, gestiva il negozio e la sua prole. Il dottore più vicino era a 150 miglia di distanza, per cui era con molta probabilità inevitabile che un disastro potesse capitare. Di certo, un giorno uno dei suoi ragazzi più grandi (lei aveva 10 figli!) giunse correndo e disse, “Mamma vieni subito, Sammy si è fatto male!” Ma’am Jones corse fuori e trovò il più piccolo dei suoi figli steso a faccia in giù. Quando lo ebbe sollevato da terra e gli ebbe ripulita la faccia dallo sporco e dal sangue, capì che era stato spinto contro del vetro rotto. In seguito ad un’analisi più accurata scoprì che una delle sue palpebre era stata quasi troncata dal vetro e penzolava attaccata ad un brandello di pelle. Portò suo figlio isterico dal dolore in casa, lo pose sul tavolo della cucina e mandò un altro dei suoi figli a prendere il suo occorrente per il cucito. Mentre il piccolo Sammy urlava e si dimenava, Ma’am Jones gli ricucì la palpebra.
Sammy Jones visse fino ad una felice vecchiaia. Una palpebra era un pochino deforme, ma egli aveva conservato l’uso di quell’occhio grazie al coraggio e alla prontezza di sua madre. Ma’am Jones possedeva un tipo di coraggio che spesso viene ignorato quando Hollywood si occupa del selvaggio West.
Invasione di donne di facili costumi.
Come la loro controparte maschile della frontiera, le prime donne ad arrivare furono dure individualiste che alterarono il west per ottenere il caro privilegio di poter fare ciò che volevano. E non di rado, “fare ciò che desideravano ” era un eufemismo per dire che esse erano donne di facili costumi. Un poema dell’epoca della corsa all’oro del 1849 riassume i primi arrivi in California:
I minatori arrivarono nel ’49,
Le prostitute nel ’51,
E quando essi si incontrarono
Diedero inizio alla stirpe nativa.
Cattle Annie & Little Britches
Molte donne che giunsero nel West stavano fuggendo dal loro passato. Altre vedevano troppe restrizione nella vita sociale delle città dell’Est e vollero crearsi un futuro in quella nuova terra di opportunità. Tutte speravano contro ogni speranza, e molte non avevano niente da perdere.
Mattie Silks si vantava di non essere mai stata un a prostituta e di essere al tempo stesso la più giovane madame nel West. Alla tenera età di 19 anni, essa fu probabilmente la più giovane madame di successo che Denver avesse mai conosciuto. Ma Mattie non era sola nella sua professione. Un uomo di Denver descrisse la scena in Holladay Street, dove si trovavano la maggior parte delle donnine: “Gli uomini bevevano tranquillamente e le donne avevano ciò su cui essi potevano mettere le mani.” Una delle madames di Denver di maggior successo negli anni 1880 fu Jennie Rogers. Quando sorprese il suo amante, Jack Wood, tra le braccia di un’altra donna, Jennie gli sparò. Disse che gli aveva sparato perché lo amava, e quel che è certo quando Jack guarì, lei lo sposò.
Oltre i confini del Sudovest, i cowboys solitari si presentavano ogni qualvolta ne avevano l’occasione. Le ore di lavoro andavano da mezzogiorno fino all’alba. Ogni ragazza aveva un giorno libero a settimana e una ragazza richiesta in una casa molto frequentata guadagnava anche 200 dollari alla settimana. Nei locali poco costosi c’era la consuetudine che un uomo mentre amoreggiava con una ragazza non poteva togliersi niente eccetto il cappello.
Nel West molti maschi, con o senza il loro cappello in testa, non erano abituati a guardare oltre il loro naso quando erano con le ragazze presso il confine. Un anziano di Dodge City nel descrivere un aneddoto piccante, rimarcava che “la sola cosa che qualcuno poteva imputarle era la sua professione esercitata di notte, e per Goffredo, le permetto di tenerla in alta considerazione. Un minatore descriveva Rosa May di Bodie, California, dichiarando, “Era una ragazza con un sorriso per il quale saresti andato all’inferno, e senza nessun ripensamento.”
Sebbene la prostituzione fosse stata condonata e mai sanzionata nel vecchio West, essa semplicemente non doveva interferire con gli affari. Nel 1860, Madame Mary Miller resto per tre mesi in prigione per “scarsa valorizzazione del patrimonio.” E, nonostante i minatori e i cowboys “amassero le loro ragazze,” quando giungeva l’ora di dar loro sepoltura, le ragazze della frontiera erano spesso destinate a giacere in cimiteri abbandonati lontano da posti rispettabili.
Due donne della frontiera
Morte alla frontiera.
Mattie Blaylock era una ragazza di fattoria con spalle larghe e un bel viso giunta dall’Iowa. Non molto tempo dopo essere andata nel West, essa stava lavorando a Dodge City come ballerina di saloon. Lei lo faceva bene, ma come la maggior parte delle ragazze della frontiera desiderava trovare il ragazzo giusto e smetterla con quella vita. Essa incontrò un ufficiale della polizia locale e andò via con lui. Lei fu felice di essere fuori dalla strada e lui presto si stancò della misera paga da poliziotto e divenne un barman e giocatore d’azzardo. Con le sue vincite comprò una miniera a Mattie e la chiamò “The Mattie Blaylock.”
Essi viaggiarono insieme come marito e moglie, seguendo il circuito dei giocatori d’azzardo. La cosa per un po’ funzionò bene, ma poi le cose tra di loro si misero male e lui la lasciò per un’altra. Non le disse mai neanche addio; semplicemente lasciò la città. Mattie cercò di tirare avanti da sola, ma erano poche le cose che sapeva fare. Tornò indietro verso il confine, e le cose presero una brutta piega per lei. Mattie adesso era più vecchia e mancava del fascino delle ragazze più giovani. Una mattina si svegliò in un misero tugurio di una piccola città con uno straniero nel suo letto. Mattie ordinò una bottiglia di laudano, la buttò giù tutta e si addormentò per sempre.
All’inchiesta, il coroner di Pinal, Arizona, chiese ad un operaio di nome T.J. Flannery se conosceva la deceduta. Egli rispose di sì. Lei gli aveva detto di chiamarsi “Mattie Earp.”
“Avete sentito la defunta minacciare di togliersi la vita?” chiese l’ufficiale.
“Sì,” rispose il testimone. “[Wyatt] Earp, lei disse, aveva distrutto la sua vita abbandonandola e lei non voleva più vivere.”
Annie e Calamity.
Quando divennero famose le donne nel selvaggio West, probabilmente nessuna altra coppia di nome spiccò più di Annie Oakley e Calamity Jane. Nata come Phoebe Ann Moses (spesso pronunciata Mozee) nella contea di Darke, Ohio, nel 1860, Annie Oakley non fu realmente un personaggio del West. Ma divenne una star universale quando entrò a far parte del Wild West show di Buffalo Bill nel 1885. “Little Miss Sure Shot” (“la piccola signorina Colpo Sicuro”) girò l’Europa e ovunque divenne la beniamina delle famiglie reali. Restò gravemente ferita in un incidente ferroviario nel 1901, ma guarì e riprese la sua carriera. Lei sparava veramente bene ma non fu un avventuroso personaggio della frontiera. Quando non era in giro, Mrs. Butler (Annie sposò un artista suo coetaneo, Frank Butler, che in seguito divenne il suo manager) conduceva una vita calma e religiosa nel nativo Ohio. Annie Oakley morì nel 1926.
Annie Oakley
Gli anziani hanno sempre proclamato che Calamity Jane Cannary (talvolta pronunciato Canary) avesse un grande cuore quando non beveva, ma sfortunatamente questo non accadeva molto spesso. La maggior parte degli uomini del West concorda sul fatto che in generale riscuotesse poco rispetto e che ebbe vita dura per lunghi periodi di tempo. Essa fu una spudorata mentitrice, una prostituta, uno scout, occasionalmente un’attrice e una raffinata bugiarda. Jane viaggiò (per la maggior parte vagabondando) attraverso il West. Ci sono numerose versioni sulle origini del suo nome. Una storia narra che ogni cowboy che pagava per i suoi servigi era in pericolo (calamity), intendendo che avrebbero trascorso molto tempo con un dottore nell’immediato futuro.
I movimenti e le goffe scappatelle di Calamity Jane furono frequentemente riportate dai giornali locali. Il 28 Febbraio 1887, nell’edizione di Laramie, Wyoming, il Boomerang riportò che Calamity aveva fatto visita: “Per dire che la storiella della vecchia ragazza che si era ravveduta, era una barzelletta risaputa. Quel mattino lei era gloriosamente ubriaca e se non aveva fatto urlare Roma, allora aveva fatto urlare Laramie. Ora il suo luogo di riposo è la morbida parete di una cella. Il giudice Pease terrà udienza e riscuoterà la cauzione nella mattinata.”
Alla fine degli anni 1890, Jane aveva abusato di se stessa in modo così totale che un contemporaneo la descrive come somigliante ad “una enorme balla di fieno.” The L’ora della violenta vecchia ragazza giunse a Deadwood il primo agosto del 1903. Essa evidentemente spirò per una “infiammazione intestinale” dovuta ad una vecchia ferita. Prima di morire, chiese di essere seppellita accanto al suo “vero amore” Wild Bill Hickok (la richiesta fu accolta, ma era risaputo che Jane conobbe Hickok in modo del tutto casuale). Dal becchino, cacciatori di souvenir tagliarono via ciocche dei suoi capelli, costringendo un suo vecchio amico a porle una parrucca in testa. Molti di quelli che la videro notarono che Calamity Jane appariva meglio da morta di come era sembrata da viva. Naturalmente, lo stesso si sarebbe detto della sua leggenda.
La storia delle donne selvagge del Wild West non ebbe fine negli anni 1890. Le ballerine da saloon, le audaci pioniere e le savie señoritas diedero inizio ad una nuova stirpe di donne del West, persino più selvagge e, in molti casi, più forti delle loro madri. Molte delle figlie e delle nipoti di quelle malevoli donne continuano a vivere nel West e orgogliosamente ricordano le eroine della frontiera mai celebrate.