Crazy Horse Memorial
«Quando morirò dipingetemi tutto di rosso e gettatemi nel fiume: così ritornerò. Se non lo farete ritornerò lo stesso, ma come pietra.» (Cavallo Pazzo, poco prima di morire).
Anche l’altro giorno presso il Crazy Horse Memorial, sulle Black Hills, è stata usata la dinamite per sgretolare pezzi di montagna. Lassù si lavora spesso con la dinamite perché il Crazy Horse Memorial, il gigantesco monumento dedicato al grande condottiero dei Lakota Sioux, Cavallo Pazzo, è talmente grande che occorrono letteralmente i botti per definire l’immagine sul monte. Con la dinamite migliaia di tonnellate di roccia e di terra piombano fragorosamente al suolo e ci consegnano quella che a oggi è l’immagine abbozzata di Cavallo Pazzo. Scoppi e applausi. Leggi il resto
Che ne sarà di Toro Seduto?
A cura di Maurizio Molinari (Corrispondente da New York per La Stampa)
Un memoriale da dodici milioni di dollari in South Dakota, un antico sito funerario fra i boschi del North Dakota, un’elegante teca nel museo Smithsonian di Washington oppure la sepoltura sul campo di battaglia di Little Bighorn dove sconfisse il generale Custer: la sorte delle ossa di Toro Seduto fa discutere l’America per via del braccio di ferro sull’ipotesi di dedicargli un monumento destinato a diventare punto di attrazione turistica.
Ad aver progettato il memoriale sono due fan del famosissimo guerriero e capo Sioux che nel 1876 contribuì a sconfiggere il 7° Cavalleggeri del Generale Custer. Leggi il resto
South Dakota: nel segno del bisonte
A cura di Stefano Brambilla
Lo capisci solo quando sei lì, perché l’angolo sud-occidentale del South Dakota non è un punto come gli altri, nell’immensa geografia degli States. Prima è difficile. Prima non lo sai, che cosa ti aspetta, anche se hai studiato, ti sei documentato, ci stai andando per questa o quell’altra ragione, con gli amici che ti chiedono increduli “South Dakota? E che c’è da vedere in South Dakota?”
E tu stesso non ne sei totalmente convinto, che ne valga la pena. Poi arrivi al Custer State Park e già cambi idea. Fai un paio di chilometri di strada, sul far della sera, mentre le foreste di abeti filtrano gli ultimi raggi di sole, quando l’erba delle colline si cobra di quella luce rosata che fa gridare di gioia ogni fotografo, e ti pare che Noè abbia suonato l’adunata generale. Leggi il resto