Che succede a Fort Defiance?
A cura di Cesare Bartoccioni
Arizona, tardo Ottocento. Fort Defiance è un avamposto isolato, ai margini della Riserva Navajo, dove vive un centinaio di persone e non succede mai niente. Quando viene ucciso l’agente indiano T.J.Milton, la piccola comunità ne è sconvolta. Il comandante del forte, per evitare che la quiete nel paese sia compromessa da un’inchiesta governativa, decide di investigare in forma privata, affidando le indagini al sottotenente Thornton e allo scout Hastíin. Tra imbrogli, superstizioni, diffidenze,gelosie, Thornton e Hastíin scoprono che il forte è molto meno tranquillo di quanto si creda. Eppure sembra proprio che non riescano a sopportarsi e tantomeno a scoprire chi ha ucciso Milton…
La recensione
Mi sono imbattuto in questo romanzo per caso, incuriosito dalla vetrina di Youcanprint. Fort Defiance, per un appassionato del West come me, è un nome che di per sé evoca un mondo intero di avventura, ricordi di letture passate, memorie di film che hanno segnato un’epopea. Leggi il resto
Gloria di cane. Essere un guerriero Sioux
Tra i nuovi libri usciti c’é anche una particolare opera in due distinti volumi di cui il secondo è appena uscito nelle librerie. Si tratta di un ampio trattato dedicato agli indiani delle grandi pianure nord-americane.
La narrazione parte e viene ambientata temporalmente sul finire del settecento e include i primi sporadici incontri con i bianchi da parte della nazione Dakota. Vuole dare voce a personaggi di tempi remoti, che si valutano ormai perduti, per riviverli e conoscerli nella loro modernità e contemporaneità, fino a stupircene.
Vuole essere anche un tributo al cavallo e alla epopea equestre dei planidi, che costituisce a tutt’oggi una vera iperbole culturale. Il racconto narra il passaggio del protagonista, figlio di un capo di una delle più importanti famiglie dell’alta aristocrazia guerriera lakota, dalla adolescenza alla prima maturità, nell’arco delle quattro stagioni che compongono l’anno. Leggi il resto
Ombre bianche, ombre rosse
Il grande mito dei prigionieri dei selvaggi e il mito stesso degli indiani (buoni o cattivi a seconda del momento) sono alla base dell’enorme successo che ha avuto l’epopea della conquista del west da parte del popolo dei bianchi venuti dall’Europa.
Di questa epopea terribile e tragica, ma certamente avventurosa, tantissimi sono stati i cantori, fin dalle origini, da J. Fenimore Cooper a Bret Harte, da Zane Grey a Jack London. Per tacere del cinema prima e della televisione poi!
Naturalmente, un successo come quello della leggenda del west non poteva che mettere in ombra la realtà storica del west che in certi casi si è fatta via via più sfumata fino a scomparire del tutto.
E quando il grande pubblico si è ormai abituato agli eccessi romanzati della leggenda, all’eroismo che tutto ammanta e tutto giustifica, c’è grande difficoltà per la storia e la storiografia a ripristinare i baluardi del vero. Leggi il resto
Donna Lakota (Mary Crow Dog)
A cura di Sergio Mura
L’autobiografia di una donna pellerossa non l’avevo ancora letta e sono contento che questa sia capitata tra le mie mani.
Nata nella riserva di Rosebud, nel sud Dakota, Mary è cresciuta in una baracca con una sola stanza, senza acqua corrente ed elettricità e, ovviamente, senza radio e televisione.
Rimane perciò all’oscuro di tutta la “costosa spazzatura” dell’America bianca. Il primo contatto con la civiltà avviene quando, come molti bambini delle riserve, viene mandata in un collegio missionario.
Mary si ribella con tutte le sue forze alla rigida disciplina imposta dalle suore, scappa e affronta un precocissimo destino di drop-out. A salvarla sarà l’ondata d’orgoglio tribale che attraversa l’America degli anni Sessanta e nei primi anni Settanta, quando la ribellione travolse anche un’intera generazione di indiani. Leggi il resto
Apache
Gli Apache fino al 1938 erano considerati una sorta di popolo spauracchio, terribile e selvaggio, il popolo di ribelli come Geronimo.
Con questo libro, uscito appunto quell’anno, Frank Lockwood ebbe il grande merito di spazzare via gran parte di quelle dicerie antiche e false, quelle convinzioni antistoriche, ristabilendo in maniera definitiva la realtà storica di una grande nazione pellerossa abituata a convivere con la severità di un clima che faceva spaventare i bianchi e con un territorio che a un’occhio disattento poteva sembrare povero di ogni cosa. Indiani abituati anche a convivere con il rischio rappresentato da un gran numero di nemici che gli erano intorno e che li attaccavano fin nei loro accampamenti. Nella storia degli Apache c’è tutta la verità e ci sono tutte le grandi imprese compiute dai capi e guerrieri più famosi come Geronimo, Ulzana, Mangas Coloradas, Cochise e tanti altri. Leggi il resto
Il sentiero delle lacrime
Stavolta vi presentiamo un bel romanzo western, a conferma che stiamo vivendo una bella stagione per le uscite collegate alla nostra passione.
L’autore è Pier Francesco De Rui, un giovane talentuoso e dotato di una bella prosa che dopo altri libri ha scelto finalmente di cimentarsi con il genere western, sforzandosi di attenersi quanto più possibile ad alcuni fatti storicamente verificatisi.
Già dal titolo possiamo comprendere quanto questa scelta sia molto importante. Esso richiama un evento terribile della storia del west, la deportazione di un intero popolo, i Cherokee, con una lunga traversata ricordata come “Il sentiero delle lacrime”. Ma si tratta di un richiamo che vuole evocare il destino delle 500 Nazioni.
I nativi americani erano i popoli che abitavano il nuovo continente fin da prima dell’arrivo dei colonizzatori europei. Erano i legittimi proprietari di quelle terre, era la loro casa ed erano lontani da quelle civiltà sconosciute che in seguito li avrebbero solo sfruttati, ingannati e trattati come ospiti indesiderati. Leggi il resto
Si spengono le stelle
Si spengono le stelle è un thriller sulla Nuova Inghilterra di fine Seicento, che indaga uno dei periodi più cupi della storia americana a colpi di incursioni nei temi classici della letteratura fantastica.
Lo diciamo subito: è un bel libro, godibilissimo e di quelli da leggere tutto d’un fiato, anche se le oltre quattrocentocinquanta pagine ci costringono a gustare il libro suddividendolo su più giorni. È anche rispettoso del periodo storico in cui l’avventura si dipana, la qual cosa non può che far grande piacere a noi appassionati di storia del west.
Le vicende sono ambientate a York al tempo in cui gli inglesi lottavano duramente (come potete leggere in questo sito) contro gli indiani al fine di espandere i propri traffici. Un tempo durissimo in cui le profonde e ingiuste cattiverie compiute ai danni dei nativi si alternavano alle sanguinose e improvvise vendette indiane. In questo contesto si muove la protagonista, Susannah Walcott, figlia primogenita di Robert e Mary Walcott, e sorella dei piccoli William ed Elisabeth che vengono seguiti nella loro crescita dalla nutrice, Nagi, un’indiana che ama la famiglia con cui vive e che da essa è ricambiata. Leggi il resto
Cavallo Pazzo. Il grande condottiero di Little Bighorn
Cavallo Pazzo è uno dei pochissimi capi indiani il cui nome sia universalmente noto e deve la sua fama principalmente alla straordinaria vittoria che riuscì a conseguire a Little Bighorn, alla testa di un esercito di indiani Lakota e Cheyenne, sul reggimento dell’esercito americano guidato dal generale Custer.
Grazie a quella celeberrima impresa, che pure non ebbe risultati duraturi, tanto che Cavallo Pazzo si arrese ai bianchi meno di un anno dopo, il grande capo Lakota occupa un posto ben preciso nell’immaginario di tutti noi, appassionati o meno dell’epopea western. La sua figura storica, tuttavia, è molto meno nitida di quella che ci consegna il mito, e questa biografia di Kingsley M. Bray tenta di ricostruirla in modo attendibile. Non emerge solo il grande guerriero, ma anche l’indiano Lakota, immerso in un mondo, in una mentalità e una civiltà che, ormai scomparse, erano al tempo vive, vibranti e impegnate in una lotta mortale quanto inutile contro l’America dei pionieri, dei cow-boy e del Settimo cavalleria. Leggi il resto
Capo Giuseppe
I Nasi Forati o Nez Pierce sono una nazione di pellerossa che viveva tranquillamente in pace con i bianchi finché un giorno si decise di togliergli le terre nelle quali vivevano per regalarle alle famiglie di agricoltori che a frotte stavano inondando il West nella seconda metà del 1800.
Questo accadeva nel 1877 e fu l’inizio della guerra dei Nasi Forati e della loro fuga attraverso il continente americano alla ricerca di un rifugio in Canada dove si sapeva che viveva in pace Toro Seduto.
Capo Giuseppe, un grande amante della pace costretto alla guerra da circostanze non volute da lui e dalla sua tribù guidò il suo popolo in fuga fino alla resa definitiva di fronte a forze preponderanti quando ormai pochi chilometri lo separavano dalla meta.
Una immane tragedia che colpì gli stessi americani di allora e che non mancherà di far riflettere voi. Leggi il resto
Gli indomabili del selvaggio west [e intervista a Luca Barbieri]
A cura di Sergio Mura
Non sono le parole, ma i fatti a rendere vivo l’interesse per la storia del west. E dietro i fatti c’è il coraggio. Il coraggio di autori come Luca Barbieri, il coraggio di case editrici come Odoya. Ed eccoci, quindi, a celebrare un nuovo episodio di coraggio che contribuisce a ridare fiato alla storia del west e, più in generale, a tutto il settore western in Italia.
E’ uscito il nuovo libro di Luca Barbieri, acclamato scrittore di storie del west e redattore della Sergio Bonelli Editore, nonché autore di Farwest.it.
Il libro si intitola “Gli indomabili del selvaggio west” ed è la consacrazione della storia del west fatta di fatti veri, duri e puri, di gente coraggiosa e indomabile che ha saputo domare il selvaggio west.
E’ un libro documentatissimo e ricco di notizie talvolta introvabili, un libro tiratissimo e godibile al punto da poter essere letto tutto d’un fiato. Un libro che ci cala, anzi… ci precipita nel west più tumultuoso e pericoloso, sistemandoci praticamente accanto ai protagonisti delle vicende narrate. Leggi il resto