Nelle aree pedemontane del North Carolina

A cura di Gianni Albertoli

Uno studioso particolarmente esperto, lo R.P. Stephen Davis, ci viene in aiuto al riguardo della situazione esistente nella fascia pedemontana del North Carolina, in un’area notoriamente abitata da genti e gruppi vari Siouan orientali. Sentiamolo. Nel tardo dicembre 1700 il John Lawson, affiancato da sei inglesi e quattro nativi, si muoveva da Charlestown verso l’interno del territorio. L’esploratore avrebbe visitato ampie aree sul Pamlico Sound poi, risalendo il corso dei fiumi Santee e Wateree, poté visitare gli insediamenti degli indiani Santee, Congaree e Wateree, per poi entrare nelle “terre dei Catawba del XVIII secolo”, ed infine incontrare i Waxhaw, gli Esaw, i Sugaree e i Kadapau.
Dopo aver lasciato il villaggio di questi ultimi, il Lawson lasciava la Catawba-Wateree Valley per muoversi in direzione nord-est lungo il famoso “Great Trading Path”, una pista indiana che correva dal James River (Virginia) fino all’odierna Augusta, sul fiume Savannah.
R. P. Davis
Superando le aree pedemontane del North Carolina il Lawson e i suoi visitarono il villaggio fortificato dei Saponi sullo Yadkin River, per poi giungere a quello dei Keyauwee sul Caraway Creek ed infine, all’insediamento degli Occaneechi sull’Eno River. Altri piccoli insediamenti erano segnalati nelle vicinanze, ma non vennero avvistati dalla spedizione, questi villaggi appartenevano agli indiani Tutelo, Sissipahaw, Shakori, Eno e Adshusheer. Seguendo l’avvertimento datogli da un trader della Virginia di “Achonechy Town”, che parlava di un gruppo di razziatori irochesi avvistato nella zona, il Lawson lasciava la “Trading Path” dirigendosi a est in direzione gli insediamenti inglesi sul Pamlico River, una rotta che lo avrebbe portato nel cuore del territorio dei Tuscarora.


L’allarme era stato diffuso

Con l’eccezione dei Tuscarora, un gruppo irochese, tutte le tribù incontrate dal Lawson devono essere identificate come “eastern Siouan”. La loro identificazione linguistica risale al tardo XIX secolo da parte dell’Albert Gatschet, per i Catawba, e da parte dell’Horatio Hale per i Tutelo. Il James Mooney affermava giustamente che le tribù menzionate dai primi esploratori bianchi erano indiscutibilmente Siouan. Lo studioso riteneva che i gruppi Siouan, nel XVII secolo, si estendevano dall’alto corso del Rappahannock River (Virginia centro-settentrionale) ai fiumi Congaree e Santee del South Carolina centrale, senza dimenticare le aree delle Blue Ridge. Nel North Carolina sud- orientale e nel South Carolina, i gruppi Siouan occupavano anche il basso corso dei fiumi Cape Fear, Pee Dee e Santee, fino alle coste atlantiche. Più a est confinavano con popolazioni algonchine appartenenti alla Confederazione dei Powhatan, e con genti irochesi come i Nottoway, i Meherrin e i Tuscarora; invece a ovest e a sud entravano in contatto con i Cherokee e i gruppi Muskhogean.


The Siouan Tribes of the East di James Mooney

Il John Swanton, e il Frank Speck, proponevano due divisioni dei gruppi Siouan basandosi su significative differenze linguistiche tra il Tutelo e il Catawba, senza dimenticare le storiche associazioni di altri gruppi con questi due popoli. Queste includevano a nord, una divisione Tutelo comprendente vari gruppi delle Confederazioni Manahoac e Monacan, gruppi localizzati nella Virginia centrale quando gli inglesi si stabilivano a Jamestown (1607). Inoltre, le fonti riportavano che i Saponi, i Tutelo e gli Occaneechi risedevano lungo il corso del Roanoke River, e sui suoi affluenti, nella seconda metà del XVII secolo. Gli altri gruppi identificati come Siouan, localizzati nel North e South Carolina durante la prima metà del XVIII secolo, venivano identificati dallo Swanton, e dallo Speck, nella “southern division” o “Catawba division”. Tuttavia, a differenza della divisione settentrionale, l’utilità di una divisione meridionale è problematica data la diversità culturale, geografica e probabilmente anche linguistica rappresentata dai gruppi in essa contenuti. Il Booker, l’Hudson e il Rankin si riferiscono alle lingue di queste genti come “Catawban” e sostengono che non dovrebbero essere chiamate “Siouan”. La fascia pedemontana centro-settentrionale del North Carolina era il territorio degli indiani Sara, Eno, Shakori, Sissipahaw, Adshusheer e Keyauwee; mentre altre tribù come i Sugaree, i Waxhaw e i gruppi conosciuti come Catawba, nel XVIII secolo erano localizzati lungo il basso corso del Catawba River, nelle vicinanze di Rock Hill (South Carolina). Presso i Catawba vi erano i gruppi Wateree, Congaree e Santee, mentre nelle regioni costiere tra i “sounds” del North Carolina e l’Ashley River, venivano segnalati i gruppi Woccon, Waccamaw, Cape Fear, Pedee, Winyah e Sewee.


No man’s land

La regione occupata dai gruppi Congaree, Wateree, Waxhaw, Sugaree e Catawba, all’inizio del XVIII secolo, si approssimava al territorio controllato dal “chiefdom di Cofitachequi” durante la metà del XVI secolo. Tuttavia, i dati archeologici di quest’area non sono sufficienti per valutare una possibile relazione tra i due. Il Chester DePratter sosteneva che i nativi di “Cofitachequi” abbandonarono la Wateree Valley poco prima del 1700 e, a nord, i complessi archeologici della tarda Preistoria – lungo la media e alta valle del Catawba River -, così come all’interno della parte superiore della Yadkin Valley, mostrano anche una forte influenza della “Lamar phase”. Il David Moore ricordava che i gruppi di queste regioni – che chiamava “Catawba Valley Mississippians” – si mossero gradualmente lungo la valle del Catawba River tra la fine del XVI e il XVII secolo, per entrare a far parte della grande nazione Catawba all’inizio del XVIII secolo. Al contrario, i complessi archeologici associati alle “Sara, Keyauwee, Sissipahaw e Shakori phases” – tra cui le “Dan River, Hillsboro, Saratown, Caraway e Jenrette phases” – mostrano soltanto una leggera influenza Mississippian negli Appalachian meridionali, principalmente per quanto riguarda il trattamento superficiale della ceramica simile a quella della “Lamar phase”. Tale situazione suggerisce che questi gruppi non sono culturalmente e strettamente legati ai gruppi della Catawba-Wateree Valleys. La storia etnica della regione inizia con le esplorazioni dell’Hernando de Soto (1540) e del Juan Pardo (1566 e 1567). Questi spagnoli penetrarono nella Catawba-Wateree Valley in aree rappresentanti la punta sud-occidentale del territorio Sioux; in particolare gli indiani in seguito noti come Catawba. Recentemente, il David Moore ricordava che gli antenati del XVI secolo rappresentavano i Catawba del XVIII secolo; questi indiani occupavano le aree della media e alta Catawba Valley, entrando di diritto nelle “Low and Burke phases”. Dal canto suo, il Rob Beck identificava il “Berry site” della “Burke phase”, e un “mound center” localizzato su un tributario dell’alto corso del Catawba River, presso Morganton, era questo il villaggio di “Xuala” visitato dal de Soto e visitato dal Pardo ma chiamato “Joara”. Lo studioso affermava che “Joara” (“Xuala”) si trovava su una rotta che da Chiaha” andava ad attraversare le montagne lungo il corso del Toe River; tale affermazione è sicuramente in forte contrasto con quelle di altri studiosi, tra cui il Charles Hudson, i quali parlavano invece del fiume French Broad. Dopo queste spedizioni si ebbero ben pochi contatti tra i bianchi e gli indiani del territorio, soltanto dopo la metà del secolo alcuni esploratori e commercianti inglesi penetrarono nell’area dopo aver esplorato le coste atlantiche, si spinsero ai piedi delle montagne a sud e a ovest del James River. Ricordiamo che prima di queste esplorazioni britanniche le esplorazioni erano limitate alle aree della Chesapeake Bay.


Indiani della Chesapeake Bay

Dopo la “second Pamunkey War” (1644-1645) la Confederazione Powhatan diventava di fatto tributaria della Colonia inglese, i quali si premunirono di stabilire una postazione militare presso le cascate dei fiumi James, Pamunkey e Appomattox, il cui compito era quello di proteggere la frontiera occidentale. Fort Henry, localizzato sull’Appomatox River, presso l’odierna Petersburg, doveva servire come centro commerciale per contattare le tribù Siouan poste a sud-est. I primi Rapporti inerenti a spedizioni partite da Fort Henry vengono riportate dall’Edward Bland (1650), il quale si sarebbe impegnato nel contattare commercialmente gli indiani Tuscarora stanziati più a sud. La narrativa del Bland venne studiata dal Lewis Binford per identificare i territori degli indiani Nottoway, Meherrin e Tuscarora, inoltre, avrebbe annotato alcune informazioni sugli Occaneechi del Roanoke River. Negli anni seguenti, le narrative riguardarono la Virginia meridionale e il North Carolina settentrionale; a partire dal 1670 si ebbero ben tre esplorazioni. La prima di queste fu quella del tedesco John Lederer, questi sarebbe entrato nelle impervie aree delle Appalachian Mountains; inoltre, nel 1669 e nel 1670, il tedesco guidò ben tre esplorazioni partendo dalla Virginia. La prima e la terza avrebbero esplorato le vallate dello York e del Rappahannock delle Blue Ridge; nella seconda, si spinse a sud-ovest delle cascate del James River per entrare nelle aree del North Carolina settentrionale. Stando al Cumming, il Lederer sarebbe entrato in contatto (1670) con i Monacan e i Mahock lungo il James River; con i Saponi e i Nahyssan sullo Staunton River e con gli Occaneechi sul fiume Roanoke, presso la confluenza dei fiumi Dan e Staunton, presso Clarksville.


Un cippo ricorda la presenza degli Occaneechi

Inoltre, gli Eno e i Shakori vennero visitati sull’alto corso del Neuse, i Watary e i Sara sul fiume Yadkin (Deep River), e i Wisacky e gli Ushery sul fiume Catawba. Alcuni studiosi ritengono, in alcuni tratti della sua narrativa, errori importanti in quanto il tedesco annotava gli indiani Ushery (Catawba) sulle rive di un grande lago di “brackish water” (acqua salata o salmastra). Il tutto farebbe presumere che alcune informazioni non sarebbero di prima mano, e che molti villaggi nativi siano stati accuratamente localizzati geograficamente, “fortunatamente con l’eccezione del Jenriette site” che potrebbe essere identificato con il “Shakor village” degli omonimi Shakori. Inoltre, nessuno degli altri villaggi è ancora stato identificato archeologicamente, e “nessuna evidenza archeologica esiste per posizionare gli indiani Sara a sud del Dan River prima del XVIII secolo”. L’anno dopo il Thomas Batts e il Robert Fallam si spinsero a ovest partendo da Fort Henry, una postazione commerciale dell’Abraham Wood; l’intenzione era comunque quella di contrastare attivamente l’attività commerciale francese a ovest. I due inglesi visitarono il villaggio dei Saponi sullo Staunton River, un insediamento visitato l’anno prima dal Lederer; successivamente avrebbero visitato il villaggio dei Totero (Tutelo), probabilmente nelle vicinanze del Roanoke River. Spingendosi ulteriormente verso ovest, raggiunsero il New River, sull’alto corso del fiume Ohio, per poi rientrare alla base.


Batts-Fallam map

Le esplorazioni del Batts e del Fallam, ma anche del Lederer, riportano le nostre sole documentazioni ed evidenze per posizionare gli indiani Tutelo e Saponi lungo lo Staunton River, era questo il primo contatto con i bianchi. Se questi due gruppi erano localizzati nella preistoria in queste aree, allora potrebbero rappresentare la “Dan River phase”. Comunque, dopo queste due spedizioni, sia i Tutelo che i Saponi seguirono la corrente del fiume per spingersi a valle e unirsi agli Occaneechi presso la confluenza dei fiumi Staunton e Dan. Nel 1673 il Wood sponsorizzava un’altra spedizione, era guidata dal James Needham e aveva il compito di stabilire rapporti commerciali con i Tomahittans (Tomahitas), una popolazione delle montagne del North Carolina occidentale e probabilmente anche del Tennessee orientale. Questi indiani occupavano un insediamento “pesantemente fortificato” e, apparentemente, potevano essere un paleo-gruppo Cherokee. Ricordiamo che il Waselkov suggeriva che questi indiani erano un “Hichiti-speaking group living in the Upper Coosa drainage”. Ulteriori informazioni sulla spedizione risalgono al 1674, da una lettera del Wood inviata al John Richards di Londra, questa lettera è il solo significativo documento etnico e storico delle esplorazioni britanniche nell’interno non riconosciuto valido dal James Mooney. Questa spedizione era composta dal Needham, dal Gabriel Arthur e da otto indiani, si sarebbe mossa da Fort Henry per seguire il “Trading Path” fino all’insediamento degli Occaneechi, il cui villaggio era sito sulla Occaneechi Island. Da questo insediamento si spinsero poi in direzione sud-ovest e, dopo nove giorni di viaggio, raggiunsero Sitteree per poi raggiungere l’insediamento dei Tomahittans dopo 15 giorni di durissimo viaggio. Per quanto riguarda “Sitteree”, questo insediamento non può essere identificato anche se non possiamo escludere che fosse un villaggio Siouan sull’alto corso del fiume Yadkin. Nel frattempo il Needham si spostava verso Fort Henry ma, intelligentemente, lasciava l’Arthur nell’insediamento dei Tomahittans, doveva assolutamente apprendere il loro linguaggio.


North Carolina

Non contento, prima di rientrare al forte, come affermava il Wood, il Needham, con la sua guida Occaneechi, chiamata “Hasecoll”, da “Occhonechee” (Occaneechi) si spinse ad “Aeno” (Eno) e successivamente a “Sarrah” (Sara). Questa sequenza di villaggi, con l’omissione di “Shakor e Watary”, corrisponde perfettamente alla sequenza degli insediamenti pedemontani Siouan visitati dal Lederer tre anni prima. Da “Sarrah”, l’inglese si spinse a “Yatken” (Yadkin), un villaggio sito sull’omonimo fiume dove venne ucciso dalla sua guida nativa “durante una violenta argomentazione”. Sarebbe stato allora l’Arthur a rientrare a Fort Henry, aveva attraversato estensivamente il Sud-est con una guida Tomahittan. Le evidenze archeologiche indicano che, durante il 1670s, gli indiani Sara vivevano lungo il corso del Dan River, in un’area storicamente conosciuta come “Upper Saratown”, proprio come descritto dal Lederer. L’identità del villaggio sullo Yadkin è ancora sconosciuta, tuttavia, lo Swanton suggeriva che poteva essere occupato dagli indiani Sara, e dai Keyauwee. Sebbene non vi siano ulteriori resoconti etnici e storici di popolazioni indigene nel Piedmont del North Carolina, almeno fino al John Lawson (1701), esistono documenti storici riguardanti la scomparsa degli Occaneechi durante la “Bacon Rebellion” del 1676. Ai tempi della rivolta, la regione sotto della confluenza dei fiumi Dan e Staunton, dove la rotta commerciale attraversava il fiume Roanoke, era occupata dagli Occaneechi, dai Susquehannock, dai Tutelo, dai Saponi e probabilmente anche da altri gruppi. Uno scrittore anonimo dell’epoca osservava che la famosa isola degli Occaneechi era “il Marte per tutti gli indiani per almeno 500 miglia”. L’unione delle tribù in questo luogo era probabilmente dovuta tanto alla protezione che offriva contro le incursioni degli Irochesi, quanto all’attrazione rispetto al commercio delle pellicce. L’anno 1676 fu chiaramente importante al riguardo della storia delle relazioni tra i Virginiani e gli indiani del Piedmont. Durante le due decadi prima della “Bacon’s Rebellion”, gli Occaneechi erano chiaramente gli intermediari che controllavano i commerci dalla Occaneechi Island.


SOUTHERN APPALACHIAN MOUNTAINS

Le evidenze archeologiche indicherebbero che gli Occaneechi si impegnavano nell’impedire ad altri gruppi di accedere ai commerci. Dopo la “Bacon’s Rebellion” gli Occaneechi avrebbero comunque evacuato la loro isola fluviale, ed allora la Virginia meridionale e le fasce pedemontane della Carolina vennero aperte ai “traders” della Virginia. Fu allora che divenne importante il “Trading Path”, specialmente con i popolosi Catawba e Cherokee, e con parecchi piccoli gruppi che iniziarono a posizionare i loro villaggi lungo il “Trading Path”. Il Lawson, nel 1701, si spinse nella “lower Catawba Valley” e nelle aree del villaggio degli Occaneechi, senza dimenticare una breve visita all’insediamento degli indiani Adshusheer, e poi ad alcuni contatti con i Sara e i Sissipahaw che, in quel periodo, non occupavano terre lungo il “Trading Path”. Ai tempi delle esplorazioni del Lawson, almeno quattro fattori sembrano estremamente importanti: lo spopolamento del territorio, l’impatto con le continue incursioni operate dagli Irochesi – in particolare dai Seneca -, il cambiamento della “fur trade” ed infine le guerre con i Tuscarora, gli Yamassee e i Cheraw.


Il Chickasaw Path

Le evidenze archeologiche suggeriscono ampiamente lo spopolamento della Carolina pedemontana nella seconda metà del XVII secolo, ciò viene confermato dai siti noti come “Lower Saratown, Mitchum e Jenriette”, senza dimenticare gli scavi nelle aree nell’Upper Saratown e del villaggio degli Occaneechi. Le osservazioni del Lawson, risalenti al 1709, sembrano indicare che i nativi della Carolina erano “diminuiti di cinque sesti” durante i cinquant’anni prima, questo probabilmente non era un’esagerazione. Man mano che i singoli villaggi diminuivano di dimensioni, i loro abitanti si univano ai vicini per formare nuove comunità. Gli indiani Eno, Shakori e Adshusheer si sarebbero uniti in questo periodo, mentre i Saponi e i Tutelo nello stesso periodo erano ormai allineati fra loro ed infine, nel 1714, inizieranno a frammischiarsi con gli Occaneechi, i Meipontski e Steukenhocks a Fort Christanna. I Sara e i Keyauwee si sarebbero frammischiati con gli altri gruppi nei primi anni del 1700s per poi, nel 1743, entrare a far parte della nazione Catawba. Molto probabilmente anche gli Irochesi ebbero un ruolo importante nella ricollocazione degli insediamenti Siouan, lo stesso Lawson segnalava le continue incursioni dei “Sinnagers” e, nel 1733, il William Byrd II annotava che gli indiani Sara avevano abbandonato le loro terre nella Dan River Valley, rimarcando continuamente attacchi operati dai Seneca. I Sara si sarebbero ritirati più a sud per occupare alcune terre sul Pee Dee River, e per poi unirsi ai Keyauwee, o meglio ai loro resti. Comunque, quando i Saponi, i Tutelo e gli Occaneechi chiesero protezione al governo della Virginia, le depredazioni irochesi sarebbero continuate incessantemente. Nonostante la “Albany Conference” con le “Five Nations” (1722), il James Mooney annotava che gli attacchi irochesi (1726) avrebbero obbligato i Sara ad essere incorporati dalla nazione Catawba. Anche i commerci con i bianchi, in particolare i Virginiani – prima del 1676 -, avrebbero avuto un ruolo importante durante il tardo 1600s con ottimi rapporti con gli Occaneechi.


Il West Virginia

La situazione sarebbe cambiata dopo la fondazione di Charlestown (1670) nel South Carolina, il nuovo insediamento era particolarmente vicino agli indiani del territorio, in particolare i Catawba, senza però dimenticare i rapporti commerciali con i Creek e i Cherokee. La situazione per i commercianti virginiani divenne ben presto tragica, stavano per essere ridimensionati, ma un altro fattore importante riguardante lo spopolamento venne rappresentato dalle malattie portate dai bianchi e dal vertiginoso crollo commerciale del tabacco con i Virginiani. Le popolazioni native vennero colpite duramente dalle malattie, i commerci declinarono velocemente e il “Trading Path” non offrì più alcun vantaggio ai nativi. A complicare la deprecabile situazione si aggiunsero le cosiddette “southern Indian wars” dei primi anni del XVIII secolo. La prima fu la “Tuscarora War” che avrebbe portato alla cattura e alla esecuzione del John Lawson, subito seguita dagli attacchi contro gli insediamenti del “lower Pamlico, Neuse e Trent rivers”. Tra il 1711 e il 1713, le spedizioni guidate dal John Barnwell e dal James Moore, del South Carolina, sconfiggevano duramente i “lower Tuscarora” stanziati nelle aree dei fiumi Neuse e Tar, e sul Contentnea Creek. Queste spedizioni erano composte da larghi gruppi di guerrieri Yamassee, Cherokee, Catawba, Sara ed altri piccoli gruppi pedemontani. Dopo questa disfatta, i resti dei “lower Tuscarora” lasciarono le “southern coastalplain” del North Carolina per spingersi a nord ed unirsi agli Irochesi.


Tipica area di insediamento dei Tuscarora

Le successive “Yamassee e Cheraw wars” (1715-1718) ebbero “un grande e diretto impatto sui gruppi Siouan della Carolina pedemontana” (P. Stephen Davis Jr.). Insoddisfatti delle pratiche commerciali sleali e del modo in cui furono trattati dai loro alleati inglesi durante la “Tuscarora War”, dopo aver visto in prima persona quanto fossero deboli le piantagioni e gli insediamenti britannici, la maggior parte delle tribù Siouan, tra cui le tribù Catawba, Sara, Sugaree, Waccamawe Cape Fear che avevano combattuto sotto il Barnwell e il Moore, giunsero ad unirsi agli Yamassee e ai Creek nei loro attacchi contro gli insediamenti della bassa regione del South Carolina. Questi sforzi non ebbero alcun successo e avrebbero provocato pesanti perdite per molti gruppi Siouan. Tuttavia, le guerre avrebbero avuto anche un effetto positivo sui popoli nativi. All’inizio del secolo, le divisioni settentrionali Siouan includevano i gruppi Manahoac, Monacan, Tutelo e Saponi, tutti localizzati nella Virginia centrale; invece le divisioni meridionali, con la probabile eccezione degli Occaneechi, occupavano le aree pedemontane del North Carolina. Con la “Bacon’s Rebellion” la situazione sarebbe mutata e alcuni gruppi nativi avrebbero abbandonato le aree della Roanoke Valley, fra queste vi erano gli Occaneechi, i Tutelo e i Saponi, tutti gruppi impegnati a commerciare con la Virginia. La nuova situazione avrebbe portato all’eliminazione degli Occaneechi come intermediari. L’eliminazione di questi intermediari avrebbe portato i Virginiani a poter commerciare con diverse popolazioni lungo il “Trading Path” senza alcuna restrizione. A partire dal 1690s il “Trading Path’s crossing point” sul Roanoke River venne ricollocato poco sotto il Moniseep Ford. Nel 1670s il John Lawson avrebbe incontrato i Saponi, i Tutelo e gli Occaneechi proprio presso il “Trading Path”. Comunque, le evidenze archeologiche sui siti degli Occaneechi mostrano chiaramente l’impatto delle malattie che hanno colpito le popolazioni pedemontane nel tardo XVII secolo.

Lo stesso John Lawson avrebbe apertamente notato il popolamento lungo il basso corso del Catawba River, con gli indiani Waxhaw, Sugaree, Esaw e Kadapu, e sull’alto corso del Neuse River, con gli indiani Shakori, Eno e Adsusheer stanziati in un unico insediamento. L’unione di questi gruppi è sicuramente riconducibile alla ormai costante azione depredatrice operata dagli Irochesi provenienti dal nord. Per concludere ricordiamo che, a partire dal 1713, i resti delle tribù Siouan, che il Mooney identificava come affini ai gruppi spostatisi più a nord, come i Tutelo, stavano ormai stabilendosi a Fort Christanna, sul Meherrin River, nella Virginia sud-orientale. In quelle terre i gruppi Tutelo, Saponi e Occaneechi si unirono ai Meiponsky e ai Steukenocks, due gruppi originariamente facente parte dei Manahoack – o Confederazione Monacan -, ma collettivamente poi conosciuti come Saponi, o “Fort Christanna Indians”. Altri gruppi Siouan del North Carolina centrale includevano bande che avevano combattuto gli inglesi nelle guerre degli Yamassee e dei Cheraw, per poi spingersi a sud nelle vallate dei fiumi Catawba e Pee Dee. Nello stesso periodo, i Sissipahaw e gli Shakori si univano agli Esaw, Kadapu, Sugaree e altri gruppi poi conosciuti dagli inglesi come Catawba, e fra questi vi erano i gruppi Sara, Eno e Keyauwee in movimento dal Pee Dee River (South Carolina) per unirsi ai Catawba dopo il 1740.

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