Texas 1878: il grande raid nella Nueces Strip

A cura di Renato Ruggeri

La Nueces Strip è un’area del Texas compresa tra la riva meridionale del fiume Nueces e il Rio Grande. Questa vasta zona fu reclamata dal Texas dopo che divenne una Repubblica. Sfortunatamente i Messicani insistevano che il confine tra Texas e Messico fosse il fiume Nueces e non il Rio Grande. Dall’indipendenza del Texas fino alla fine della guerra del 1846-48 tutta l’area fu contesa e invasa, ma né il Messico né la giovane Repubblica riuscirono a controllarla e a colonizzarla. Dopo la firma del trattato di Guadalupe Hidalgo la striscia fu ceduta definitivamente agli Stati Uniti.
Le parole sul trattato non posero, però, fine alla disputa e la Nueces Strip si guadagnò la fama di terra selvaggia e senza legge.
Il 14 aprile 1878 una banda composta da una quarantina di Messicani e Indiani attraversò, dal Coahuila, il Rio Grande presso una collina chiamata Apache Hill, situata 45 miglia a nord di Laredo e al suo presidio militare, Fort McIntosh, e invase la contea di Webb, Texas.
Secondo il Capitano E. N. Gray di Concepcion, Duval County, il gruppo di razziatori era formato da Messicani, Kickapoos, Seminole, Lipans e un Americano. Il loro scopo era uccidere e rubare.
Il loro primo atto fu uccidere, vicino a Apache Hill, due vaqueros che lavoravano per i fratelli Prospero e Justo Guerra, due persone molto stimate nella contea di Webb.
Poi i razziatori presero la strada lungo il Rio Grande, seguendo le curve e le anse del fiume e, al crepuscolo, uccisero Jorge Garcia nel suo ranch.
Fu colpito da due proiettile e da tre colpi di lancia. Una freccia fu trovata vicino al corpo. Gli rubarono i suoi “chivarras”, gambali in pelle di capra, il cavallo, la sella e una mandria di cavalli. La moglie e i suoi uomini lo sentirono implorare “No mi matan”.
A circa 14 miglia da Laredo i razziatori cambiarono rotta e, facendo una deviazione a angolo acuto, si diressero verso il fiume Nueces e uccisero, il 15 aprile, un pastore di Don Jesus Ramirez al Rancho Cerrito Prieto. Poi arrivarono al ranch del Dr Henry Spohn dove rubarono un numero di cavalli sufficiente per l’intera banda.
Secondo la testimonianza di Spohn, i razziatori si divisero in piccoli gruppi e apparvero in tutti i ranch della zona, rubando i cavalli migliori.
La loro organizzazione era perfetta. Dopo essersi divisi razziavano e poi si riunivano a un segnale o in un luogo convenuto.


Uno scorcio nella Nueces Strip

Quando arrivarono al Rancho de los Machos nella contea di Webb il loro numero fu stimato in 30-40. In questo luogo ferirono Tomas Solis con due colpi di pistola e una freccia. Poi proseguirono verso Fort Ewell nella contea di La Salle.
Avevano scelto con cura il momento della razzia, a metà aprile quando l’erba era già abbondante, le pozze colme d’acqua e i cespugli e gli alberi pieni di foglie che li celavano alla vista.
Da Fort Ewell i razziatori seguirono il fiume Nueces verso est nella contea di La Salle fino al confine con la contea di McMullen e arrivarono alle 9 di mattina del 17 aprile a Palo Alto, il ranch di William Steele, a 15 miglia da Fort Ewell.
I testimoni notarono che avevano molti cavalli e erano ben armati con pistole, fucili Remington e Spencer, lance, archi e frecce. Il numero dell’intera banda fu valutato in 40 uomini.
Uccisero John Steele, il fratello del proprietario, definito “un uomo pio e devoto che non portava armi” e Richard e George Taylor di 8 e 12 anni, figli di Mrs Jane Taylor, che risiedeva al ranch
In un primo momento si pensò che i due ragazzi fossero stati catturati, ma i loro cadaveri furono ritrovati due giorni dopo colpiti da frecce e pallottole e mutilati coi coltelli.
Mrs Taylor, con grande prontezza di spirito, riuscì a fuggire con i suoi tre figli più piccoli. Li fece salire su un tronco e riuscì a attraversare il fiume Nueces e a nasconderli nell’erba alta, mettendoli in salvo.
Furono uccisi anche due vaqueros, Martin Martinez e Florenzo Leo. Venturo Rodriguez, ferito da una pallottola e da otto frecce, riuscì miracolosamente a sopravvivere.
Un gruppo di razziatori catturò due pastori messicani, li spogliò e li costrinse a correre nudi per loro divertimento.
Dissero di voler uccidere solo Americani.
Era una spedizione di guerra decisa a uccidere, distruggere e rubare cavalli, armi, denaro, selle, vestiti, equipaggiamenti da campo, coperte e provviste da tutti i ranch vicini.
Due cugini, Chapman e Frederick Moore, che erano in viaggio verso il ranch di Steele, videro, in località San Ygnacio, McMullen County, a 10 miglia dal rancho, una nuvola di polvere, ma non si allarmarono, pensando che fosse il vento. In realtà erano alcuni dei razziatori. Li incontrarono ai lati della strada.
Chapman Moore, che sopravvisse, testimoniò che uno dei banditi era un uomo bianco dal collo taurino, robusto, ma ben proporzionato, alto, con i capelli chiari e una corta barba. Cavalcava un grande cavallo grigio. Un altro era un Messicano piccolo, scuro di pelle, con la barba incolta e i capelli lunghi.


Il fiume Nueces

Nello scontro che seguì Frederick Moore morì, colpito da una pallottola.
Poi i predoni continuarono a sud-est, verso Torbido Rancho, situato 4 miglia oltre il Brown’s Ranch, a 36 miglia da Fort Ewell, nella contea di Duval. Uccisero Vincente Robledo, il capo pastore di T. W. Gillette e rubarono e distrussero tutto.
Ferirono e lasciarono per morto Tomas Zunega.
Zunega, però, sopravvisse e testimoniò di aver visto gli Indiani da vicino e di aver riconosciuto alcuni Kickapoos.
Poi cambiarono ancora una volta direzione, puntarono a sud e arrivarono nella contea di Duval a mezzogiorno del 18 aprile.
A quel punto si trovavano a 30 miglia dalla cittadina di San Diego, in Nueces County, dove era arrivato un contingente di soldati.
Al Rancho Solidad uccisero Guadalupe Basan e rubarono tutti i cavalli. Poi uccisero un pastore e la moglie e legarono i loro corpi a un cavallo che fu lasciato libero. Un bambino vide la scena. In seguito assalirono Charco Escondido e, alle 5 del pomeriggio, assassinarono il giovane John Jordan con tre pallottole e una freccia e un amico più anziano, Antonio Valdez, colpito da sei proiettili.
Frank Gravis viveva in un ranch nelle vicinanze. Quando fu informato della razzia, raccolse un gruppo di uomini, Americani e Messicani, e seguì i razziatori. Il 18 sera era sulle tracce dei banditi, vicino a Charco Escondido. Da qui, la mattina del 10, inviò un dispaccio all’ufficiale comandante a San Diego, informandolo della situazione e sulla direzione presa dai razziatori.
Intanto i predoni, continuando nella scorreria, ferirono mortalmente Margarito Rodriguez, in Encinal County, 10 miglia a ovest di Charco Escondido. Da lui Gravis seppe che un uomo bianco guidava i razziatori, ma non poteva dire se Americano o Messicano.
Già da Fort Ewell i testimoni avevano notato la perfetta organizzazione di tutta l’operazione. Un gruppo ripuliva la strada, il secondo rubava i cavalli, il terzo fungeva da retroguardia.
Poi i razziatori si divisero ancora in piccoli gruppi.
Uno di questi fermò un carro, lo depredò e spogliò nudi i conducenti, due ragazzi, I due giovani dissero a Gravis che gli Indiani erano Kickapoos, li avevano riconosciuti perché spesso commerciavano nel villaggi messicani.
Un altro gruppo di 12 Indiani attaccò un convoglio di carri ma fu respinto.
Vicino a Quijotes Gordos i banditi uccisero un pastore, Josè Canales e gettarono il suo corpo sul fuoco del bivacco, che consumò le gambe.
Gravis, nel frattempo, aveva raccolto altri uomini, ora erano diciassette. Continuò l’inseguimento e mandò un messaggio al comandante di Fort McIntosh, Laredo.
La pista dei razziatori era facile da seguire, disseminata, com’era, di cappelli, coperte, scarpe e vestiti abbandonati.
La sera del 19 Gravis raggiunse la banda di razziatori nella contea di Webb, a circa 18 miglia dal Rio Grande.
I suoi uomini caricarono il nemico, ma gli Indiani reagirono e i Messicani con Gravis fuggirono terrorizzati. Gli Americani si ritirarono in un boschetto per non essere circondati. Ci fu una sparatoria, poi i predoni di sganciarono e si diressero verso il Rio Grande.


La zona della Nueces Strip

Gravis aspettò fino al giorno dopo, il 20, aiuti da Laredo. Alcuni dei suoi rancheros, esplorando i dintorni, trovarono dei cavalli morti. Gravis vide la “cavallada” e giudicò tra i 150 e i 200 il numero dei cavalli, le migliori bestie del territorio.
I razziatori attraversarono il Rio Grande la notte del 19 al Rancho Dolores, circa 25 miglia a sud di Laredo. Costruirono alcune zattere con un legno secco chiamato “tarrai” e vi caricarono il bottino, lasciando vestiti, mocassini e provviste sulla sponda opposta.
Mr Blucher fu informato da un Messicano giudicato “credibile”, che li aveva visti mentre attraversavano il fiume, che erano, in tutto, 43, Indiani per la maggior parte ma anche Messicani. Un “mexican negro”, catturato dagli Indiani e fuggito, disse di aver sentito le loro conversazioni e che gli sembrava che fosse dialetto Kickapoo.
Gli scatenati razziatori avevano percorso 360 miglia e erano rimasti per sei giorni nella Nueces Strip, praticamente indisturbati, uccidendo 18 persone, ma ci furono testimonianze di più vittime, senza subire alcuna perdita.
Così finì l’ultima grande razzia indiana in Texas.

NOTE
La maggior parte delle informazioni provengono da un articolo apparso sul numero del gennaio 1902 della rivista “Texas Historical Association Quarterly” dal titolo “The Mexican and Indian Raid of’78”, qualche altra notizia è tratta dal libro di Sherry Robinson “I Fought a Good Fight. A History of the Lipan Apaches” (2013).

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