Le guerre indiane del Texas


Il Texas, inteso all’inizio della storia che stiamo per presentarvi come zona geografica, è sempre stato un luogo di tensioni estreme. Nelle cose della natura, ma naturalmente anche neli rapporti tra popoli.
Fin dagli anni ’50 del XVIII secolo i nativi delle grandi pianure arrivarono in Texas e gli scontri con i nuovi arrivati, i coloni europei, non tardarono a svilupparsi. Un gran numero di anglo-americani raggiunsero il Texas intorno al terzo decennio del XIX secolo e da quel momento, per circa cinquant’anni, cominciò una serie di confronti armati che videro opposti principalmente i Texani e i Comanche.
La prima battaglia degna di nota fu quella del cosiddetto massacro di Fort Parker nel 1836, nella quale un gruppo di Comanche, Kiowa, Wichita e Lenape attaccò i coloni stabilitisi nel forte. Nonostante il relativo basso numero di bianchi che persero la vita l’assalto destò una vampata di rabbia generalizzata contro i nativi principalmente dovuta al rapimento durante l’assalto di Cynthia Ann Parker.
La Repubblica del Texas guadagnò la propria sovranità dopo la guerra messicana e il governo, sotto la direzione del presidente Sam Houston, cominciò una nuova politica di cooperazione con i Comanche e i Kiowa. Ironicamente, dato che Houston visse per un periodo con i Cherokee, questi ultimi sembrarono essersi schierati con il Messico per combattere la nuova e inesperta repubblica texana. A ogni modo Houston risolse il conflitto senza ricorrere alle armi, rifiutandosi di credere che i Cherokee avessero potuto attaccare il suo governo.


I confini della Comancheria

L’amministrazione di Mirabeau Bonaparte Lamar, che seguì quella di Houston, attuò una politica decisamente differente nel rapporto con i nativi americani. Sotto Lamar la repubblica texana tentò di trasferire i Cherokee più a ovest e riuscì alla fine ad avere la meglio. Una serie di battaglie avvenne in seguito al tentativo di deportare i Comanche e i Kiowa.
La prima fu la battaglia di Council House dove, durante un colloquio di pace, vennero sequestrati alcuni capi Comanche, il che portò anche alla Grande Incursione del 1840 e alla Battaglia di Plum Creek.
L’amministrazione di Lamar rimase famosa per la sua politica costosa e fallimentare: nei quattro anni di gestione i costi per le guerre sostenute superarono le entrate annuali. Seguì un nuovo governo Houston che riprese una politica diplomatica e assicurò al Texas una serie di trattati con tutte le tribù native dell’area, Comanche compresi.
Nel 1846 il Texas si aggregò all’Unione e gli anni che andarono dal 1856 al 1858 furono particolarmente sanguinosi sulla frontiera texana con lo spostamento dei coloni all’interno della terra Comanche, la “Comancheria”.
Gli scontri che posero fine alla vitalità del popolo Comanche furono la Battaglia di Little Robe Creek e la spedizione di Antelope Hills nel 1858, le quali rappresentarono un colpo violento proprio nel cuore della Comancheria.


Un trattato di pace

Le battaglie tra i coloni e i nativi americani continuarono e nel 1860, durante la Battaglia di Pease River, le milizie texane distrussero un campo indiano scoprendo in seguito di aver ricatturato Cynthia Ann Parker, la ragazzina che era stata in precedenza, nel 1836, rapita dai Comanche.
Cyntha tornò quindi a vivere con la famiglia Parker ma perse i suoi figli, uno dei quali, Quanah Parker, divenne in seguito un capo tribù e dopo la Prima Battaglia di Adobe Walls dovette arrendersi alla schiacciante superiorità bellica del governo federale e, nel 1875, stabilirsi in una riserva nel sud-ovest dell’Oklahoma.

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