La strega dei Bell

A cura di Gian Mario Mollar

Un poltergeist nel Tennessee dei pionieri
Siamo nel 1817. Negli Stati Uniti, James Monroe succede a James Madison alla presidenza, lo stato del Mississippi diventa la ventesima stella sulla bandiera americana e in Florida il Generale Andrew Jackson, che vedremo ricomparire più tardi in questa storia, è impegnato nella prima Guerra Seminole. Dopo la guerra con gli Inglesi del 1812, l’atmosfera negli Stati Uniti si è fatta un po’ più distesa, almeno in apparenza: è la cosiddetta “era dei buoni sentimenti”.
La vicenda che stiamo per raccontare, tuttavia, ha ben poco a che vedere con la storia ufficiale e con i fatti che abbiamo appena elencato. Inizia con un grosso animale, “mezzo cane e mezzo coniglio”, che appare in mezzo ai filari di un campo di mais in una sera di fine estate. Siamo nel profondo sud, in Tennessee, nella Contea di Robertson, in prossimità di quella che oggi è la cittadina di Adams. Nei pressi del campo, si snoda il fiume Red River.


Il cane con anche la testa di un coniglio

Ad avvistare la curiosa creatura è John Bell Senior, un pioniere proveniente dal North Carolina e trasferitosi a Red River con la famiglia tredici anni prima, nel 1804. Fino ad allora, la vita dell’agricoltore era stata serena e pacifica: John ha terre, ben 320 acri, schiavi e una famiglia prospera, composta dalla moglie Lucy e sei figli. Bell è un uomo abbiente e rispettato, e anche una figura eminente nella chiesa battista locale.
Nel vedere quell’ombra sinistra, Bell senior mette mano al fucile e apre il fuoco, ma la creatura scompare all’improvviso, così com’è apparsa.
Il fatto, di per sé, potrebbe tranquillamente venire attribuito a qualche bicchiere di whiskey di troppo e finire nel dimenticatoio, se non fosse che, di lì a poco, una serie di altre stranezze si susseguono. Drew Bell, il figlio di John, intravede nel crepuscolo un uccello “di taglia straordinaria” appollaiato sulla staccionata.
Dean, uno degli schiavi afroamericani della famiglia Bell, dice che ogni sera, quando lascia la tenuta per andare da sua moglie, viene inseguito da un grosso cane nero. Betsy Bell, figlia di John e – come vedremo a breve – figura centrale di questa macabra vicenda, vede una misteriosa ragazza con un ampio vestito verde dondolarsi appesa a un ramo di una quercia.


Il Generale Andrew Jackson

È l’inizio di una maledizione, che si protrarrà per quattro anni, dal 1817 al 1821, e trasformerà la vita dei Bell in un vero e proprio inferno. Alle strane apparizioni che abbiamo elencato, infatti, fanno seguito misteriosi rumori notturni: di notte, nella casa colonica dei Bell, si sente bussare sulle porte e sui muri. Ringhi e i latrati di cani invisibili risuonano nei corridoi, sotto i letti ci sono denti che stridono e catene invisibili tintinnano e strisciano sui pavimenti.
Dapprima, i Bell pensano a uno scherzo di dubbio gusto da parte di qualche vicino, ma col passare del tempo è sempre più difficile trovare una spiegazione razionale agli avvenimenti.
Oltre ai rumori, infatti, si verificano manifestazioni più tangibili e terrificanti: gli occupanti della casa si sentono strappare le lenzuola dal letto nel corso della notte, ricevono schiaffi, tirate di capelli e punture di spillo senza che si riesca a capire da chi – o da che cosa – provengano. Probabilmente a causa della tensione e del continuo terrore, la bocca del capofamiglia John rimane contratta in una perenne smorfia in seguito a una paresi.
Ad un certo punto, l’entità paranormale inizia a parlare: i Bell iniziano a sentire sussurri e mormorii, come se una signora anziana e debole stesse cantando degli inni sacri. Il bersaglio preferito dal fantasma è fin da subito la giovane Betsy Bell, che all’epoca dei fatti è poco più di una ragazzina. Spesso si sveglia al mattino con il corpo coperto di lividi e ha sul viso l’impronta di una mano, come se fosse stata schiaffeggiata.
In un primo momento, i Bell non parlano con nessuno degli avvenimenti che funestano le loro notti, ma con il tempo la situazione si fa insostenibile, e John decide di rivolgersi ad un amico, il suo vicino James Johnston.


La casa infestata

Il signor Johnston accetta, forse con una punta di scetticismo, di passare una notte dai Bell in compagnia di sua moglie. Non riuscirà a dormire molto: oltre alle consuete tirate di coperte, riceverà diversi schiaffi in pieno volto e salterà sul letto terrorizzato, esclamando: “Nel nome del Signore, chi sei e che cosa vuoi?”. Secondo alcune versioni della storia, non riceverà alcuna risposta, secondo altre una voce gli dirà: “Sono uno spirito, un tempo ero molto felice, ma sono stato disturbato”. Al mattino il parere di Johnston sarà inequivocabile, per quanto non proprio raffinato da un punto di vista teologico: “Si tratta di uno spirito, proprio come nella Bibbia”.
È risaputo che nelle piccole comunità le notizie viaggiano in fretta: di lì a poco, tutti sono al corrente dei fatti della Strega dei Bell, e arrivano visitatori e curiosi da centinaia di miglia di distanza per assistere a quel bizzarro fenomeno.
Nel frattempo, la voce della “strega” si fa più stentorea e udibile: oltre a cantare inni, inizia a rispondere alle domande e a sostenere conversazioni, dimostrandosi particolarmente propensa per i temi biblici e religiosi. Una volta cita alla lettera, parola per parola, due sermoni tenuti lo stesso giorno in due chiese diverse, a più di venti chilometri l’una dall’altra. Il tempo e lo spazio sembrano essere per lei ostacoli facilmente aggirabili. In un’occasione, Johnston la mette alla prova chiedendogli che cosa dicesse la sua bisnonna olandese in Nord Carolina quando gli schiavi facevano qualche errore, un fatto noto soltanto a lui e pochi membri della sua famiglia. La voce risponde senza esitare: “Hut, hut, cos’è successo di nuovo?”.
Lo spirito dice di chiamarsi Kate Batts: “I am the Old Kate Batt’s Witch, dirà a un certo punto, e continuerà a rispondere quando viene invocato con questo nome. Kate Batts era una vicina dei Bell, che si era sentita truffata quando John aveva acquistato la sua concessione.


Il caos nella casa dei Bell

Al contempo, però, lo spirito fornisce anche un’altra versione, e sostiene che la casa dei Bell sorge in prossimità di un mound indiano, un antico tumulo sepolcrale i cui occupanti sarebbero stati molestati dall’arrivo dei coloni. Del resto, la “vecchia Kate” sembra provare gusto nel depistare e dimostra anche un certo senso dell’umorismo: in un’occasione, manda uno dei figli dei Bell alla ricerca di un tesoro inesistente, oppure ancora si diletta a riferire pettegolezzi sulle case e le famiglie dei dintorni.
Tra i visitatori della casa infestata abbiamo anche un “indagatore dell’incubo” d’eccezione: il futuro Presidente degli Stati Uniti Andrew Jackson (1767-1845). Sembra un episodio tratto dalle Storie da Altrove Bonelli, ma pare che nel 1824 Jackson, a quei tempi generale dell’esercito, sia passato da Red River, di ritorno da Nashville, accompagnato da un drappello di uomini e da un carro, carico di provviste.
La Strega decise di dargli il benvenuto ancor prima di farlo arrivare in casa: mentre i militari si stavano avvicinando al fiume e percorrevano un tratto perfettamente in piano, le ruote del carro si bloccarono improvvisamente. Malgrado le frustate del conducente, il carro non si spostava di un centimetro. Jackson ordinò ai suoi uomini di scendere da cavallo e spingere, ma anche così fu impossibile farlo muovere. Le ruote vennero controllate una ad una e addirittura smontate, per escludere qualsiasi impedimento meccanico, ma nonostante questo il carro continuava a rimanere fermo.
Secondo le fonti, a questo punto Jackson, in modo molto teatrale, avrebbe alzato le braccia al cielo ed esclamato “Per l’Eterno, ragazzi, questa è la strega!”. Dai cespugli circostanti, di lì a poco, si udì una voce metallica: “Va bene, Generale. Lascio andare avanti il carro, ma ci rivedremo stanotte”. Inutile dire che gli uomini perlustrarono i dintorni senza trovare nessuno.


Il carro di Andrew Jackson

In effetti, il pernottamento del Generale Jackson e dei suoi uomini a casa Bell fu tutt’altro che rilassante: anche i militari furono pizzicati e schiaffeggiati senza pietà, proprio come la povera Betsy, che urlò per tutta la notte. Pare che il generale, invece, sia stato risparmiato e che la “vecchia Kate” si sia limitata a strappargli le coperte del letto a più riprese: il mattino successivo, tuttavia, Jackson decise di levare le tende, affermando: “Preferisco combattere gli Inglesi a New Orleans piuttosto che dover affrontare la strega dei Bell!”.
L’evento è pittoresco e intrigante, ma c’è chi dubita della sua autenticità, anche perché non viene nominato nemmeno di sfuggita nei diari e negli scritti personali di Andrew Jackson.
Come abbiamo detto, l’inquietante presenza di casa Bell sembra accanirsi particolarmente con la giovane Betsy. Anche John Bell, però, non è esente dalla sua furia: la strega lo chiama Old Jack e lo minaccia continuamente, sussurrandogli minacce di morte e tormentandolo in quanto truffatore. Al contrario, adora sua moglie Lucy, la definisce in più occasioni “la donna più perfetta che cammini sulla terra”, per lei canta inni e addirittura fa materializzare frutta fresca.
Il 19 dicembre del 1820, le minacce della strega diventano realtà: John Bell Sr., logorato dal tormento e costretto a letto da mesi, non si risveglia. John Jr., suo figlio, trova nei pressi del letto una fiala. Un po’ del contenuto del recipiente viene somministrato al malcapitato gatto di casa, che stramazza morto dopo pochi istanti: patriarca dei Bell è stato avvelenato. La strega dice di averlo ucciso: disturberà addirittura la cerimonia funebre intonando canzoni da taverna.


La tomba di John Bell

Nel frattempo, la giovane Betsy si era fidanzata con Joshua Gardner, un giovane che abitava nei dintorni. Il loro fidanzamento era strato approvato dalla famiglia, ma non dalla strega, che vi si oppose con ogni mezzo. I due non potevano incontrarsi né in casa né lungo il fiume senza che la presenza si manifestasse per disturbarli in ogni modo, spostando oggetti o percuotendoli, e nel 1821 furono costretti a rompere il loro fidanzamento. Nel 1824, Betsy finì per sposare il suo maestro di scuola, Richard Powell, un uomo decisamente più anziano di lei e amico di famiglia.
La strega, soddisfatta dalla rottura del fidanzamento di Betsy e Joshua, nel 1821 decise che sarebbe sparita per sette anni. Nel 1828, infatti, sarebbe riapparsa a John Bell Jr., esprimendo contenuti di forte contenuto cristiano, e addirittura, si dice, preconizzando l’avvento della futura guerra di secessione.
Finisce così questa strana storia: nei decenni a seguire ci fu chi dichiarò di aver visto e sentito la strega, ma si tratta di episodi sporadici. Oggi, la casa dei Bell non esiste più, ma lì vicino c’è una caverna che, sebbene non abbia niente a che fare con la storia della strega, è diventata una vera e propria attrazione turistica per i visitatori in cerca di qualche brivido.
Il termine “strega”, in questa particolare vicenda, è stato utilizzato in modo piuttosto improprio e generico per indicare una minaccia soprannaturale. In realtà, sarebbe più corretto parlare di poltergeist, una parola tedesca che significa “spirito rumoroso”, da poltern, bussare, e Geist, spirito o fantasma. Con questo termine, infatti, si indicano delle manifestazioni spiritiche in cui si odono rumori e gli oggetti sembrano muoversi e spostarsi da soli.
Gli appassionati di paranormale sostengono che fenomeni di questo genere si manifestino in genere in presenza di soggetti adolescenti e per lo più di sesso femminile: l’instabilità psichica e ormonale di questi soggetti, infatti, fungerebbe da catalizzatore per il verificarsi di questi episodi. Nel nostro caso, il catalizzatore sarebbe stata la giovane Betsy.


La comparsa di un’entità

Uno dei primi ad abbozzare questa teoria fu l’italiano Cesare Lombroso (1835-1909), che nel novembre del 1900 si trovò a investigare a Torino su quella che veniva definita “la cantina dei fantasmi”, un deposito sotterraneo in cui le bottiglie si muovevano da sole e andavano ad infrangersi contro scale e muri. Lombroso identifico il fattore scatenante nel magnetismo che emanava da una ragazza adolescente che abitava sopra questa cantina con i genitori. Una volta allontanata la ragazza, i fenomeni cessarono all’improvviso, proprio com’erano iniziati. Del resto, non fu certo questa l’unica teoria strampalata partorita da questo studioso, le cui errate teorie fisiognomiche costarono il carcere e la vita a molte persone innocenti. Malgrado ciò, ancora oggi Lombroso viene ricordato per aver dato l’avvio ai primi passi dell’antropologia criminale e della medicina forense.
In realtà, però, il caso dei Bell è particolare, perché i poltergeist in genere durano per qualche settimana o al massimo qualche mese, mentre in questo caso la “strega” si fece sentire per ben quattro anni. Inoltre, la “vecchia Kate” non si limitava a spostare oggetti, ma interagiva anche con gli esseri umani, arrivando a ferirli o, come abbiamo visto, addirittura ad ucciderli, cosa che solitamente non si verifica nei casi di poltergeist tradizionali.
Un caso che ricorda da vicino quello della famiglia Bell è il cosiddetto “grande mistero di Amherst”: un caso misterioso verificatosi appunto nel villaggio di Amherst, in Canada, nel 1878. La protagonista, anche in questo caso, è una giovane donna di nome Esther Cox, che all’epoca dei fatti aveva soltanto diciotto anni. La storia inizia con un tentativo di stupro da parte di un coetaneo, che getta Esther Cox in uno stato di forte stress emotivo. Da quel momento, nella sua casa iniziano a verificarsi fenomeni inquietanti, molto simili a quelli che abbiamo già descritto per la Strega dei Bell: di notte, si sentono battere colpi e gli oggetti si spostano da soli da una parte all’altra della stanza. Esther viene schiaffeggiata e pizzicata da un’entità misteriosa, che dichiara di volerla uccidere con una scritta apparsa improvvisamente sul muro della sua camera da letto e arriva persino ad accoltellarla alla schiena con un coltellino a serramanico.


Una vignetta ricorda la strega dei Bell

Ben presto, gli spiriti che possiedono Esther diventano molteplici, con caratteristiche e personalità diverse.
La storia di Esther si diffonde e il suo pubblico aumenta: tra i curiosi vi è anche un attore appassionato di fenomeni psichici, Walter Hubbel, che seguirà da vicino il caso di Esther, attratto soprattutto dalla possibilità di farsi pubblicità.
Hubbel parla con i diversi “spiriti” che possiedono Esther Cox e la porterà addirittura in una specie di tournée, dove il pubblico pagherà per ascoltare la sua storia. L’anfitrionico Hubbel scriverà anche un libro sulla vicenda, che riscuoterà un notevole successo. Tornata nel paese di Amherst, la Cox finirà addirittura in carcere perché accusata di incendio doloso. Dopo questo episodio, tuttavia, le manifestazioni paranormali andranno progressivamente svanendo, fino a scomparire del tutto, consentendole così di vivere in modo “normale” il resto della propria vita e di diventare moglie e madre.
Per chi non crede a spiegazioni paranormali, il fenomeno è clinicamente riconducibile a uno stato di dissociazione psichica: Esther, probabilmente, era vittima di sé stessa. L’infermità mentale spiegherebbe molte cose, come ad esempio le ferite autoinflitte, ma ne lascerebbe altre nell’ombra, quale l’apparire della misteriosa scritta. Non sarà mai chiaro se quello di Amherst fosse un grande mistero oppure una grande bufala, costruita ad arte.
Anche per quanto riguarda il caso della Strega dei Bell sono stati molteplici i tentativi di trovare una spiegazione più “terrena”, senza scomodare forze ultraterrene. Una delle teorie più invalse prevede un colpo di scena degno di Agata Chistie. Ricordate Richard Powell, il maestro di scuola che finisce per sposare Betsy Bell dopo la rottura del fidanzamento con Joshua Gardner? Ebbene, c’è chi pensa che sia stato lui ad architettare l’intera vicenda, approfittando della sua posizione di “amico di famiglia” per seminare il terrore tra i Bell, ricorrendo a doti di ventriloquo e anche all’aiuto di qualche complice, quando necessario. Il suo fine ultimo sarebbe stato proprio quello di impalmare la giovane Besty e di scoraggiare l’altro pretendente. C’è da dire che una messinscena del genere, protratta per quattro anni, richiede una notevole determinazione, condita anche da una buona dose di sadismo.


Un cippo ricorda la strega dei Bell

Alcuni anni fa, poi, c’è stata una medium, una certa signora Pugh, che ha sostenuto di aver percepito che non sia stato lo spirito di Kate a uccedere John Bell, ma un semplice schiavo, che lo avrebbe assassinato perché lui non era stato capace di proteggere sua figlia Betsy dalle molestie sessuali di un altro membro della famiglia. La logica dietro a questo tipo di inferenza è piuttosto contorta, e la dichiarazione, in sé, lascia il tempo che trova.
La leggenda ci è pervenuta soprattutto grazie al libro, “An authenticated history of the Bell Witch”, scritto da Martin Van Buren Ingram nel 1894, da cui sono tratti gli avvenimenti narrati. Il problema è che, quando Ingram scrisse il libro, tutti i protagonisti della storia erano già morti e sepolti da tempo, e non c’era nessuna fonte diretta disponibile: il libro, quindi, venne scritto facendo ricorso a testimonianze di seconda e terza umana e costituisce quindi una prova documentale davvero discutibile.
Per quanto, dunque, sia probabile che la strega dei Bell non sia altro che una bufala, rimane comunque una testimonianza vivida del folklore e delle credenze dell’epoca, destinata a lasciare un segno: in tempi molto più recenti, infatti, molti film horror sono stati plasmati sulla sua matrice, dal celebre The Blair Witch Project del 1999 al più recente – e meravigliosamente inquietante – The Witch di Robert Eggers del 2015.

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