I sommergibili nella Guerra Civile
A cura di Gianfranco Manfredi
Alcuni sommergibili
Durante la Guerra Civile, l’esercito confederato costruì almeno quattro sommergibili. Il Nord fin dal principio della guerra aveva messo sotto assedio le coste del Sud, per impedire, grazie a grossi velieri o corazzate che stazionavano al largo, che giungessero ai porti nemici rifornimenti via mare. In altre parole, un embargo che si rivelò determinante per le sorti del conflitto. Per infrangerlo, al Sud non restò altra alternativa che sviluppare in fretta e furia una nuova tecnologia. I sommergibili dovevano essere in grado di avvicinarsi non visti alle navi nordiste e farle saltare.
Una carica di esplosivo, posta in cima ad una lunga asta puntuta, era collocata a prua del sommergibile. Il difficile compito era accostarsi alla nave nemica, speronarla e assicurare l’esplosivo alla carena.
Poi si trattava di retrocedere a distanza di sicurezza finchè, dopo un ultimo strattone, la corda legata al detonatore faceva esplodere le cariche.
Il primo sommergibile venne chiamato David (perché mandato a combattere contro i vascelli-Golia dei nordisti) e, in realtà, non era un vero e proprio sottomarino, perché non era in grado di immergersi completamente.
David, il primo sommergibile
Il motore a vapore, infatti, una volta sott’acqua, avrebbe bruciato troppo ossigeno. Il David riuscì a speronare la nave nemica (la New Ironsides), ma, dato che sporgeva troppo dall’acqua, potè bucarla soltanto sopra la linea di galleggiamento.
Nel 1862, a un sottomarino nordista a forma di sigaro, battezzato Alligator, venne affidata la missione di distruggere un ponte e altri sbarramenti confederati lungo i fiumi virginiani Appomattox e James, che però risultarono troppo poco profondi per consentire un’immersione, così il mezzo fu riportato a Washington e sottoposto a nuovi test sul fiume Potomac, che ne evidenziarono la scarsa affidabilità.
I nordisti desistettero così dal suo impiego.
I sudisti, invece, non abbandonarono i progetti di lotta subacquea, grazie all’impegno personale dell’inventore Horace Lawson Hunley che battezzò il suo sommergibile a vapore con il proprio nome. Il macchinario era azionato a mano!
Un famoso quadro dedicato all’Hunley
Otto marinai stipati all’interno avevano il compito di far girare in perfetta sincronia delle manopole sistemate lungo un asse orizzontale, collegato al motore e all’elica. Per due volte, a Charleston, in South Carolina, l’Hunley affondò appena dopo il varo, sacrificando la vita di due interi equipaggi.
Nel secondo tragico esperimento morì lo stesso Horace L. Hunley. Purtroppo le camere stagne erano tutt’altro che perfette e l’acqua penetrava all’interno.
In uno dei due vari sfortunati, il sommergibile prototipo si era immerso addirittura con il portelli domenticato aperto.
Uno dei maggiori problemi, infatti, era la totale mancanza di sommergibilisti esperti. Si trattava di crearli dal nulla.
Nel 1864, il terzo Hunley attaccò e riuscì ad affondare una nave a vapore nordista (la Houseatonic) alla fonda presso l’entrata del porto di Charleston, Questo restò l’unico successo sudista.
Un replica fedelissima dell’Hunley
L’Hunley scomparve e non venne più impiegato. Più di un secolo dopo, cioè negli anni ’90, venne ritrovato, ripescato (perché colato a picco) nel 2000 e infine restaurato. Oggi può essere ammirato nel Lasch Conservation Center a North Charleston (una vecchia base navale del South Carolina).
Nel Charleston Museum ne esiste una replica e un’altra si trova nello State Museum di Columbia (SC).
Alla vicenda dell’Hunley e a quella del suo ritrovamento è stato dedicato un libro, Rising The Hunley, di Briam Hicks e Schunley Kroft (Ballatine Books, 2002) e un bellissimo documentario di History Channel, andato in onda anche in Italia.
Ancora l’Hunley
Anche il relitto del David pare essere stato rintracciato in una zona del porto di Charleston non più canalizzata. Ci sono volute delle apparecchiature di rilevazione metallica per individuarlo sottoterra. Purtroppo in questo caso, le spese per riportarlo alla luce sarebbero troppo ingenti, dunque il sommergibile pare destinato a restare sepolto.
Il primo sottomarino alimentato a benzina (in superficie) ed elettricità (in immersione) venne sperimentato negli Stati Uniti soltanto nel 1898. Anche questo modello mancava dell’attrezzo in teoria più semplice, cioè il periscopio, che venne brevettato soltanto nel corso della Prima Guerra Mondiale.
Una specie di periscopio in realtà esisteva già. Era un cannocchiale angolare che durante la Guerra di Secessione si usava per poter osservare il campo di battaglia da una trincea, senza sporgersi fuori. Però nessuno aveva pensato di installare questo tipo di strumento ottico su un sommergibile e dunque la navigazione era a vista: il sommergibile per la quasi totalità del suo tragitto era costretto a muoversi a pelo d’acqua e dunque poteva essere avvistato e preso a cannonate.