I segreti di Alamo

A cura di Andrea Carlucci

Alamo
Si dice che San Antonio del Texas sia una città infestata, piena di fantasmi, ma di certo se questa storia corrisponde a realtà la maggior parte di essi risiede certamente ad Alamo.
Grazie al cinema e non solo, tutti conoscono la storia di Alamo ed i personaggi di un episodio che sfumò in leggenda, già prima che nascesse il mito del West.
Quello che fuori del Texas non è invece noto è però il folklore che lo riguarda.
Per molti anni, dopo la battaglia, testimoni hanno riferito di strane apparizioni vagare tra le pareti ancora intrise di sangue, di luci inquietanti danzare sui muri di pietra e di inspiegabili suoni forse le urla dei moribondi, oppure le esplosioni o la tromba della banda di Santa Ana sta ancora suonando El Deguello*. Ed ancora oggi guardie, custodi, e altri dipendenti, di quella che è divenuta un’importante attrazione turistica, evitano certe stanze dopo il calar della sera.
Si dice che una delle ragioni del manifestarsi di queste attività paranormali sia che Alamo fosse, già in tempi remoti, anche un cimitero. Secondo i documenti spagnoli, quasi un migliaio di persone furono sepolte nell’Alamo Plaza tra il 1724 e il 1793. E come sappiamo nel 1836, qui morirono 1600 soldati messicani ed i 200 texani che lo difendevano, in una delle più sanguinose battaglie del vecchio West.
Ma il destino delle salme dei caduti dell’assedio è poi una storia a sé.


L’assalto finale

I corpi dei soldati messicani furono in un primo momento sepolti in fosse comuni. Ma, quando questo onere si rivelò troppo lungo da assolvere, molte centinaia di caduti vennero gettati nel vicino fiume San Antonio, dove per settimane marcirono galleggiando sotto il sole, divorati da mosche e greggi di poiane, con il conseguente scatenarsi della diffusione di un’epidemia che a sua volta mieté ancora più vittime.
Per quanto riguarda invece i difensori di Alamo, probabilmente per cancellarne il ricordo, i loro corpi vennero invece ammucchiati in tre tumuli in diverse parti della piazza d’armi e lì bruciati.
A quel tempo c’era un ragazzo che viveva a San Antonio e che vide quei roghi. Molti anni dopo, ormai vecchio, ancora ricordava il puzzo nauseante e il ripugnante spettacolo della carne sciolta sulle ossa carbonizzate.
Ma nonostante lo scempio quei poveri resti ebbero miglior sorte. Infatti un anno dopo la battaglia, l’eroe texano Juan Seguin visitando il sito trovò alcuni di quei resti, che raccolti furono sepolti nel Duomo di San Fernando, poco distante da Alamo dove ancora oggi riposano.


Tomba con i resti dei combattenti di Alamo

Una simile mattanza non poteva non lasciare un segno del suo passaggio e l’avvistamento primo fantasma fu segnalato proprio da uno degli ufficiali di Santa Ana, il generale Andrade.
Quando Santa Ana partì San Antonio, lasciò Alamo sotto la guardia di Andrade. Più tardi, dopo che venne sconfitto da Sam Houston a San Jacinto, Santa Ana comandò ad Andrade di distruggere la cappella del forte.
Questo ordine fu impartito perché Santa Ana aveva due validi motivi per odiare quel luogo. Il primo è che qui aveva perso 1600 uomini a causa della sua inettitudine a condurre l’assedio e del coraggio mostrato dai difensori, l’altro, il secondo, che il suo confratello. il Generale Cos. era stato umiliato qui, l’anno precedente, quando con i suoi 1100 soldati era stato battuto da solo 300 texani.
Così ricevuto il comando, Andrade inviò il colonnello Sanchez per attuare l’ordine. Ma, poco dopo, l’ufficiale ed i suoi uomini ritornarono al campo, pallidi di paura. Dissero che erano stati raggiunti da seis diablo, letteralmente sei diavoli, alla porta d’ingresso di Alamo. Questi spiriti brandivano spade fiammeggianti urlando:
“Andate via! Non toccate queste mura.”
Circa questo fatto alcuni credono che questi siano i fantasmi dei defunti monaci spagnoli, altri i fantasmi di Davy Crockett, Jim Bowie, William Travis e degli altri difensori texani.
Qualunque cosa fossero la loro presenza era stata sufficiente a spaventare gli uomini. Così in seguito, nessuno volle essere convinto ad avvicinarsi alla cappella e fu così che venne salvata dalla distruzione.


Santa Ana si allontana dai resti di Alamo

Ma anche altri spiriti sono stati avvistati in questo luogo nel corso degli anni. Uno dei più noti è lo spettro di un ragazzino biondo, che ogni febbraio appare per alcune notti ad una delle finestre della cappella. La finestra è alta e non c’è alcun appoggio per sporgervi, questo porta molti a credere che non possa trattarsi di un essere reale, ma piuttosto di un fantasma, forse lo spirito di un ragazzino evacuato prima della battaglia e che torna sul luogo dove ha perso il padre.
Poi c’è il fantasma dal lungo cappotto nero, che è stato visto anch’esso molte volte.
Si narra di un ranger che era a guardia del luogo e che vide una nera figura avvolta in un pastrano, camminare dietro la cappella, in una notte d’estate. Rimasto in un primo momento perplesso da chi potesse indossare un simile indumento in una notte calda come quella, ne notò subito la foggia antiquata, che sembrava appartenere al XIX secolo. Così il ranger gridò alla figura, ma non ne seguì nessuna risposta, mentre la stessa continuava a muoversi indisturbata verso la biblioteca. Poi, improvvisamente si fuse con il buio circostante sparendo nel nulla com’era venuta.
Alamo è un luogo solenne, di orrore e mistero, ma non solo un luogo frequentato da misteriose presenze e le sue mura in pietra che furono testimoni della tragedia custodiscono assai beni i suoi tanti segreti.
Uno di questi enigmi è come il suo difensore più famoso, il colonnello David Crockett, abbia incontrato la propria fine.
A riguardo esistono varie versioni del fatto.
La Sig.ra Andrea Castanon de Villanueva (Madame Candeleria), una sopravvissuta, sostenne che Crockett fu tra i primi a cadere poiché stava camminando, disarmato, per eseguire un incarico a lei sconosciuto, dalla cappella verso la parete o ronda posta al termine della palizzata, quando un’improvvisa raffica di fucileria sparata dai messicani lo fece cadere faccia a terra, morto.


Davy Crockett in azione ad Alamo

Eppure, ci sono altri che dicono che fu tra gli ultimi a morire.
Il sergente Felix Nunez dell’esercito messicano invece ricordava un americano alto con il tipico berretto di pelliccia che credeva di essere Crockett. Nel corso della battaglia, l’uomo aveva ucciso e ferito numerosi soldati messicani. Nessuno dei suoi tiri andò perduto, fino a quando un tenente messicano gli inferse un colpo di spada, appena sopra l’occhio destro, seguito da una ventina di altrettante baionette di fanti messicani.
Un’altra sopravvissuta, Susanna Dickenson, disse che al momento di essere evacuata dai soldati messicani, vide il corpo di Crockett che giaceva morto e mutilato di fronte alla cappella, con il suo particolare il berretto accanto.
Il servo nero del capitano Juan Almonte, che si chiamava Ben e che era stato imbarcato battelli a vapore che andavano ad Est, ricordava di aver visto Crockett quando era un membro del Congresso degli Stati Uniti e riferì di aver identificato il corpo di Crockett per Santa Ana.
Ma ci sono anche storie che raccontano che Crockett sopravvissuto alla battaglia, fu prima catturato per essere poi ucciso.
La prima volta che tale resoconto venne reso noto fu nel The New Orleans Post-Union poche settimane dopo la battaglia, poi in Col. Crockett’s Exploits and Adventures in Texas, un libro di notizie per lo più fittizie, che venne pubblicato nell’estate del 1836.
In realtà, questa fu la versione degli eventi più accettata per circa un secolo, fino a quando la storia fu alterata, nella fantasia popolare, dalle diverse versioni cinematografiche, principalmente quella della Walt Disney (Davy Crockett) e da quella di John Wayne (The Alamo) in cui l’eroe muore eroicamente in combattimento.
Nel 1975 la storia della resa di Crockett e la verità dell’esecuzione riemerse agli occhi del pubblico, con le molte controversie, quando venne pubblicato il diario del tenente José Enrique de la Pena, un ufficiale in Santa Ana.


Furono proprio tutti uccisi?

José Enrique de la Pena, scrive che, nonostante Santa Ana avesse dato l’ordine di non fare prigionieri, Crockett e altri sei vennero catturati alla presa del forte intorno alle sei della mattina. Così i sette uomini sopravvissuti alla carneficina, sotto la protezione del Generale Castrillon, furono portati davanti a Santa Ana. Tra di loro ve ne era uno di grande statura, ben proporzionato, con lineamenti regolari, sul cui volto non c’era espressione di avversità, ma piuttosto un certo grado di rassegnazione e di nobiltà che gli faceva onore: si trattava del naturalista David Crockett, ben noto in Nord America per le sue avventure insolite. Proseguendo il resoconto, Crockett cercò di trovare una via d’uscita dalla situazione, affermando di essere solo un viaggiatore che stava esplorando la zona e che aveva cercato rifugio in Alamo, all’inizio delle ostilità. Però Santa Ana, irritato dal fatto che Castrillon avesse disobbedito al suo preciso ordine, immediatamente comandò l’esecuzione di Crockett e degli altri sei prigionieri. Prosegue José Enrique de la Pena, che diversi ufficiali, desiderosi di ingraziarsi il generalissimo, si avventarono sui sette uomini con le spade in mano. Questi anche se torturati prima di essere uccisi, non si lamentarono, ne umiliarono se stessi.
Molti storici ritengono autentico questo racconto, altri respingono il diario come un falso, mentre alcuni credono ci possa essere stato un involontario scambio di persona. Però chiunque avrebbe potuto affermare di essere Crockett pur di salvarsi la vita, sperando nella sua notorietà quale membro del Congresso.


Luccisione di Jim Bowie

Le possibili ripercussioni da parte del governo degli Stati Uniti verso il Messico reo di violenza nei confronti di un simile personaggio sono circostanze che avrebbero potuto fornire agli eventuali sopravvissuti l’illusione di un minimo di protezione, cosa di cui ai rudi soldati messicani, molto probabilmente, anzi certamente, importava poco o nulla visto che stavano eseguendo un ordine perentorio, per giunta contro dei maledetti gringo usurpatori.
Inoltre sappiamo che anche un ufficiale messicano di nome Saldigua dichiarò all’epoca che Santa Ana al cui cospetto era stato condotto Crockett, guardò il famoso pioniere per qualche istante, poi spinse la propria spada nel corpo voltandosi in segno di disprezzo.
Un racconto invece contrasta con la storia della resa Crockett.
E’ quello dello schiavo di William Travis, un uomo chiamato Joe, che dichiarò che un solo uomo, di nome Warner, fu catturato e giustiziato dopo la battaglia. Joe riferì che il corpo di Crockett venne trovato in un angolo formato da due case, sdraiato sulla schiena, il coltello ancora stretto in mano, con un soldato messicano morto disteso sul suo corpo.
Ma la risposta alle polemiche sulla morte di Crockett è solo uno dei segreti conservati ad Alamo.
Ci sono anche altri misteri che devono essere ancora svelati, come il possibile suicidio William Travis. Egli si tolse la vita appena prima dell’attacco oppure morì combattendo fino alla fine con gli altri difensori di Alamo?
Oppure effettivamente Jim Bowie nascose qui il suo tesoro della sua leggendaria miniera d’argento di San Saba? E se si dove è stato sotterrato? Ed ancora il suo incredibile coltello andò perduto o meno con la sua morte?
Se solo quei vecchi muri, crivellati dalle pallottole potessero parlare, potrebbero rispondere a tutte queste domande. Ma alcuni dicono che questo avvenga ogni notte, però le porte di legno vengono chiuse dopo ogni tramonto e per adesso, prudentemente o forzatamente, nessuno è mai osato entrare fuori orario.

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