Toro Seduto, la vita e la storia
Il suo nome tradotto correttamente significa “Bisonte Seduto”.
“Se il grande spirito mi avesse voluto bianco, mi avrebbe creato così. Ha messo nei vostri cuori alcuni desideri ed altri nel mio… ben diversi. Non è necessario per un’aquila essere un corvo.”
Toro Seduto (in lingua lakota Tatanka Iyotanka, Sitting Bull in inglese), nato a Grand River nel 1831 e morto a Fort Yates il 15 dicembre 1890, è stato un grande e fiero condottiero indiano del popolo Sioux Hunkpapa. E’ stato un famoso capo indiano (chiamato anche “Lento”, a causa della sua abitudine di ben riflettere prima d’agire) ed è ricordato nella storia statunitense e dei nativi americani per aver mobilitato più di 3.500 guerrieri Sioux e Cheyenne nella famosa Battaglia di Little Big Horn, dove ottenne una schiacciante vittoria sul colonnello George Armstrong Custer del Settimo cavalleggeri, il 25 giugno 1876.
Toro Seduto nacque col nome (provvisorio, come era l’uso tra i Dakota) Hoka-Psíca (Tasso Saltante). Già suo padre si chiamava Tatanka Iyotanka (cioè anche lui “Toro Seduto”), dal quale il figlio prese il nome più tardi.
All’età di 14 anni, Toro Seduto partecipò ad una spedizione di guerra, dove conobbe i guerrieri Crow. Riuscì a raggiungere uno dei guerrieri durante la loro ritirata e riuscì a batterlo mentre cavalcava.
Per questo, Toro Seduto si guadagnò una penna di aquila bianca, simbolo di una prima azione coraggiosa e, nello stesso tempo, assunse il nome del padre. Il padre cambiò, a sua volta, nome in “Toro Saltante”.
Non è chiara la storia della famiglia di Toro Seduto. Al suo primo matrimonio, probabilmente avvenuto nel 1851, chiamò la sua sposa Porta Affascinante o Capelli Lucenti. Nel 1857, la moglie partorì un figlio (che morì in età giovane a causa di una rara malattia); Capelli Lucenti morì durante il parto. Toro Seduto decise di adottare suo nipote, di nome “Un Toro”, dopo la morte del suo primo figlio. Nel 1857, Toro Seduto adottò come fratello un giovane Assiniboine che si fece presto notare come Toro Saltante (in onore del padre di Toro Seduto).
Un bel ritratto del grande guerriero
Toro Seduto divenne un sant’uomo Sioux (o uomo saggio Sioux) durante i suoi primi vent’anni. Le sue responsabilità come sant’uomo inclusero la comprensione dei rituali e dei complessi religiosi e delle credenze Sioux; conobbe anche alcuni naturali fenomeni riferiti alle credenze Sioux. Fu riconosciuto a Toro Seduto che aveva il potere di portare infiniti benefici alla sua gente. Toro Seduto conobbe anche tecniche di guarigione con erbe medicinali, sebbene non fosse un uomo di medicina. A causa del suo status, Toro Seduto era un membro della Buffalo Society, una società legata alla caccia del bisonte. Fu anche membro dell’Heyoka, una società per quelli che praticavano la danza della pioggia.
Come risultato delle violazioni del trattato degli Stati Uniti, durante gli anni ’50 e ’60 del XIX secolo, i gruppi guerrieri Sioux aumentarono in modo crescente a causa dei coloni bianchi e dei commercianti insediatisi nei loro territori. Il 17 agosto 1862, scoppiò un conflitto tra alcuni cacciatori Sioux e coloni bianchi, nel Minnesota meridionale. Questo conflitto si concluse con la sconfitta dei Sioux, verso la fine del 1862, dopodiché essi furono costretti a lasciare il Minnesota. I Sioux furono grandi protagonisti di numerose guerre; alcuni sopravvissuti dell’ultima guerra nel Minnesota, rifiutata la resa nei confronti dell’esercito degli Stati Uniti e si trasferirono lungo il fiume Missouri, prendendo il controllo della zona ed ampliando il territorio Sioux nel 1863, quando alcuni guerrieri Hunkpapa si unirono a questi rifugiati. Malgrado questi rinforzi, il Colonnello Henry Sibley li sconfisse nella Battaglia di Dead Buffalo Lake, il 26 luglio 1863 e nella Battaglia di Stony Lake, il 28 luglio 1863. Toro Seduto probabilmente partecipò a entrambe le battaglie, prendendo parte fra i guerrieri Hunkpapa anche alla Battaglia di Whitestone Hill, il 3 settembre 1863. Come nelle precedenti battaglie, l’esercito statunitense prevalse, uccidendo approssimativamente 100 Sioux e catturandone circa 160. Gli Hunkpapa si ritirarono dopo questa sconfitta, sebbene fossero consapevoli delle future intenzioni dell’esercito americano.
Un villaggio Hunkpapa
Nel giugno 1864, il Generale Alfred Sully mobilitò le sue forze militari, conducendole fuori da Fort Sully (situato alcune miglia a sud di Fort Pierre, Dakota del Sud). Molti condottieri Sioux occuparono la zona ai piedi delle Killdeer Mountains, cercando di anticipare l’avanzata militare sul fiume Cannonball. Fra i guerrieri indiani, erano presenti non solo Toro Seduto, ma anche suo nipote Toro Bianco, per il quale questa era la prima battaglia. La Battaglia di Killdeer Mountain, ebbe luogo il 28 luglio 1864; i Sioux attaccarono per primi, ma furono nettamente sconfitti dall’azione combinata dell’artiglieria e dei soldati. Lo zio di Toro Seduto, Quattro Corna, fu ferito, ma riuscì a sopravvivere e i Sioux si ritirarono. I Sioux attaccarono nuovamente le forze militari, dal 7 al 9 agosto 1864 e furono sconfitti di nuovo. Toro Seduto incoraggiò le forze Sioux a riprendere le armi e come risultato delle sue dichiarazioni di guerra, i Sioux attaccarono sempre più decisamente le forze militari, fino alle Badlands. Dopo la guerra, molti guerrieri lasciarono le loro abitazioni e Toro Seduto, con un gruppo di Hunkpapa, si trasferì nel Sud-Est. Il 2 settembre 1864, Toro Seduto ed i suoi guerrieri attaccarono un treno che trasportava emigranti, ma furono attaccati a loro volta dal Capitano James L. Fisk, che percorreva i territori dei Sioux. Toro Seduto venne ferito all’anca e si ritirò temporaneamente dalle guerre, vivendo essenzialmente di caccia al bisonte. Questa pausa, però, determinò un’ulteriore infiltrazione di bianchi nelle terre Sioux.
A seguito del massacro degli Cheyenne di Motavato (“Caldaia Nera”), avvenuto a Sand Creek il 29 novembre 1864, per opera delle truppe del colonnello John Chivington, il capo di guerra della suddivisione Sioux Sichangu, Coda Chiazzata (in lakota Sinte Galeshka), scatenò i Teton lungo il Platte River, assediando e distruggendo Julesburg, nel Colorado, il 7 gennaio 1865, riducendo così a mal partito le truppe statunitensi nel territorio: principali luogotenenti di Coda Chiazzata furono lo Sichangu Nomkahpa (“Due Colpi”) e l’Oglala Palani Wicakte (“Uccisore-di-Pawnee”), ma anche Toro Seduto si unì alla sollevazione dei Teton meridionali, partecipando inoltre all’attacco contro Julesburg.
L’assalto al campo sul Sand Creek
Le trattative iniziate a Fort Laramie nella primavera 1866 si conclusero con la stipulazione del Trattato di Laramie del 27 giugno 1866.
Una volta ripresosi, Toro Seduto condusse nuovi attacchi su Fort Berthold, Fort Stevenson e Fort Buford, tra il 1865 ed il 1868; nel frattempo, Nuvola Rossa (in lakota Mahpiya Luta), leader della suddivisione Sioux Oglala, comandò di attaccare sulla Contea di Powder River e fu accompagnato dallo stesso Toro Seduto in tutta la regione settentrionale, dove scorre il fiume Missouri. Dai primi del 1868, il governo statunitense assegnò diverse sistemazioni per i Sioux, a seguito della Guerra di Nuvola Rossa; dopo la vittoria sull’esercito statunitense, Nuvola Rossa pretese di ottenere e controllare i territori di Fort Philip Kearny e Fort C. F. Smith, i quali furono abbandonati dai bianchi. Alcuni alleati degli Hunkpapa (come gli Sichangu, gli Oglala, i Minneconjou, gli Itazipcho, i Sihasapa e gli Yankton Sioux) firmarono il famoso Trattato di Fort Laramie, trattato di pace del 2 luglio 1868, a Fort Rice (vicino a Bismarck, Dakota del Nord). Comunque, Toro Seduto non accettò il trattato e, venuta meno la guida di Nuvola Rossa e Coda Chiazzata, nel febbraio 1869, con l’appoggio dello zio Quattro Corna (“He Topa”) e del cugino Luna Nera (“Oni Sapa”) nonché di giovani capi guerrieri quali Fiele (“Piji”) e Cavallo Pazzo (“Tashunka Witko”), fu scelto come capo supremo degli irriducibili, e continuò ad attaccare nell’area settentrionale del Missouri, fino al 1870.
Toro Seduto continuò ad attaccare gli emigranti bianchi; nel 1871 attaccò anche la linea ferroviaria del Pacifico Settentrionale, cercando di riconquistare le terre Hunkpapa. La resistenza Sioux fu molto dura e nel 1872 i sopravvissuti bianchi furono salvati dalle truppe federali. Questi continui attacchi da parte dei guerriglieri Sioux di Toro Seduto, scatenarono il famoso Panico del 1873, il quale portò al fallimento la linea ferroviaria del Pacifico Settentrionale. Non fu infatti più possibile completare questa linea in territorio Sioux, ma, in compenso, fu possibile rinvenire alcuni giacimenti auriferi presso le Black Hills (“Colline Nere”, in lakota “Paha Sapa”). Una spedizione militare, condotta nel 1874 dal Tenente Colonnello George Armstrong Custer, lasciò Fort Abraham Lincoln per poter esplorare questo territorio e cercare un’ubicazione appropriata per un forte militare. Quando Custer annunciò il ritrovamento, determinò il Giunco d’Oro delle Black Hills, cioè l’arrivo in grande numero di vari scopritori e le tensioni tra Sioux e bianchi aumentarono al punto che si dovette decidere a chi assegnare questo territorio. La spedizione di Custer poté ispezionare il territorio sorvegliata dai guerrieri Lakota ma senza essere attaccata, e il governo aprì una base vicino alle Black Hills, incurante del fatto che esse fossero territorio Sioux. Nel novembre 1875, il governo ordinò di eliminare tutti i Sioux qualora si fossero rivoltati contro i bianchi; l’ostilità dei Sioux crebbe al punto che il 1º febbraio 1876 Toro Seduto e altri capi Sioux dichiararono una nuova guerra.
Un ritratto di Cavallo Pazzo
Il Colonnello Custer, veterano della Guerra di Secessione, era un ufficiale ambizioso, che sperava di candidarsi per la presidenza degli Stati Uniti ai primi anni ’70 del XIX secolo. Non solo si guadagnò grande fama nella Guerra di Secessione, ma anche nelle azioni nei territori degli Indiani delle pianure (compresi il massacro dei Cheyenne sulle rive del Washita River – 27/11/1868 – e la conseguente ritirata a fronte della reazione dei Kiowa e dei Comanche, la spedizione di caccia in onore del granduca Alexis Romanov nel gennaio 1872, ospitata da Sinte Galeshka “Coda Chiazzata”, e la spedizione nei Black Hills alla ricerca di oro nelle terre sacre dei Sioux nell’estate 1874). Fu facilmente notato sia fra i bianchi sia tra i nativi americani, contro i quali condusse numerose offensive. Toro Seduto decise di ampliare gli attacchi sui bianchi, che occupavano le terre Sioux. Dalla metà del 1870, Toro Seduto si guadagnò grande rispetto fra varie popolazioni, come i Cheyenne del Nord e gli Arapaho del Nord. Il 25 giugno 1876 il Settimo Cavalleggeri di Custer, in assenza della fanteria capitanata dal Generale Alfred Howe Terry, attaccò alcune tribù native sul loro campo, presso il fiume Little Bighorn, dove prevedevano una facile vittoria sui “pellerossa”. L’esercito statunitense ignorò fin da principio che nella battaglia erano schierati più di 3.500 Sioux di Toro Seduto, Cavallo Pazzo e Fiele, alleati coi Cheyenne. L’attacco dei nativi fu deciso e i soldati statunitensi vennero inesorabilmente sconfitti. I nativi, per canto loro, soffrirono meno perdite. Il numero di militari sopravvissuti si ridusse drasticamente e Custer fu costretto a far ripiegare le poche truppe rimaste. Le tribù condussero poi un contrattacco contro i soldati su una cresta vicina, annichilendo ulteriormente i soldati; secondo la tradizione, Custer sarebbe stato tra gli ultimi ad essere ucciso. Toro Seduto non partecipò di persona alla battaglia. In particolare a condurre il combattimento furono i capi guerrieri Fiele e Cavallo Pazzo, spronati dal sogno che aveva avuto lo stesso Toro Seduto riguardo ad un gruppo di soldati americani che, secondo alcuni, erano giunti per caso nel loro accampamento. Alla morte di Custer, i Sioux fecero capire al governo statunitense di aver comunque rispettato il Trattato di Fort Laramie, stipulato nel 1868. Il governo statunitense dichiarò di non sentirsi più vincolato dal Trattato di Fort Laramie e nel 1877 decise di intraprendere nuove irruzioni nelle terre Sioux, costringendo molti nativi americani ad arrendersi. Toro Seduto, accusato di aver scatenato il massacro, rifiutò di arrendersi e, nel maggio 1877, si trasferì con la sua tribù nello Saskatchewan, in Canada, dove rimase in esilio per molti anni ai piedi della Wood Mountain, rifiutando il perdono presidenziale e l’opportunità di ritornare.
Toro Seduto in Canada
Fame e malanni forzarono Toro Seduto, la sua famiglia e quasi 200 suoi seguaci, a tornare negli Stati Uniti, dove fu inoltre costretto ad arrendersi il 19 luglio 1881. Il giorno successivo, Toro Seduto e suo figlio Piede di Corvo, furono arrestati e condotti a Fort Buford; tuttavia il governo concesse loro l’amnistia. Ormai non più in grado di condurre altre guerre, Toro Seduto ammise ai soldati statunitensi di averli sempre ammirati per la loro resistenza, al fine di poter un giorno unire le sue forze indiane con quelle dei bianchi e di considerarli amici. Due settimane più tardi, Toro Seduto ed il figlio furono trasferiti a Fort Yates, alla Riserva Indiana di Standing Rock, insieme con altri 185 Sioux. Gli ufficiali dell’esercito ritenevano che il capo degli Hunkpapa avrebbe usato la sua presenza a Fort Yates per richiamare alcune popolazioni alleate per liberarlo. Di conseguenza, un militare suggerì di trasferire lui ed i suoi seguaci a Fort Randall, per tenerli come prigionieri di guerra. Da 185 i prigionieri Sioux passarono a 172, che furono trasferiti a Fort Randall, dove passarono i successivi 20 mesi. Dopo diverse richieste fu finalmente permesso a Toro Seduto di ritornare alla Riserva Indiana di Standing Rock insieme ai suoi uomini, nel maggio 1883.
Anche se tenuto prigioniero, Toro Seduto continuava a rappresentare una sorta di minaccia per l’esercito statunitense; nel 1883, per toglierselo di torno, gli agenti governativi concessero al capo indiano di unirsi al famoso circo Barnum, dove diventò un’attrazione popolare del famoso Wild West Show, di Buffalo Bill. Insieme a Buffalo Bill, Toro Seduto viaggiò molto non solo in America, ma anche in Europa ed ebbe l’occasione di visitare le più grandi città americane ed europee; guadagnò approssimativamente $ 50 alla settimana esibendosi in cavalcate nell’arena oppure spesso tenendo un semplice discorso nella sua lingua nativa.
Un ritratto con la gente del Wild West Show
Il pubblico credeva che Toro Seduto parlasse di sé e del suo popolo durante i suoi discorsi, ma non sapeva che il capo indiano, in realtà, gli rivolgeva maledizioni e improperi durante lo show, incitando il pubblico stesso ad istruire i giovani nel perfezionare le relazioni tra bianchi e nativi americani; non essendo compreso, il suo discorso veniva seguito da un forte applauso. Il governo statunitense approfittò dell’assenza di Toro Seduto per completare ed inaugurare la ferrovia di Wall Street del Pacifico Settentrionale, nel 1884. Toro Seduto stette con il circo Barnum solo per quattro mesi, dopodiché ritornò nella sua tribù del Dakota del Sud. In quel periodo era divenuto una celebrità, firmando molti autografi e donando i soldi che riceveva ai senzatetto ed ai mendicanti. Toro Seduto comprese che i suoi nemici non erano più solo i militari statunitensi, ma anche alcuni coloni che incontrò durante i suoi spostamenti con il circo Barnum; infatti notò che erano più avanzati tecnologicamente e considerò questa gente come indemoniata. Toro Seduto si rese conto che anche i suoi Sioux sarebbero stati influenzati da questi bianchi se avessero continuato a lottare.
Toro Seduto ritornò nella Riserva Indiana di Standing Rock nel Dakota del Sud. Temendo che progettasse di fuggire dalla Riserva assieme ai praticanti della Danza degli spiriti, le autorità dell’Agenzia Indiana decisero di arrestarlo con alcuni suoi uomini, anche se Toro Seduto non era un loro sostenitore. Durante lo scontro tra i pellerossa e la Polizia locale, generato dal tentativo di portare via il capo indiano all’alba del 15 dicembre 1890, Toro Seduto e suo figlio Piede di Corvo vennero assassinati a colpi di pistola da alcuni componenti del comando incaricato della cattura. Il corpo di Toro Seduto venne sepolto a Fort Yates,[7] e nel 1953 la sua salma fu riesumata da alcuni discendenti Lakota e venne trasferita nella Contea di Corson, poco distante da Mobridge, sempre nel Dakota del Sud, dove il capo indiano aveva trascorso la sua giovinezza. Toro Seduto riposa in quello che oggi è riconosciuto come Sitting Bull Monument.
La lapide che ricorda Toro Seduto a Fort Yates
A seguito della sua morte, la sua capanna sul Grande Fiume fu portata a Chicago, per essere esposta alla World’s Columbian Exposition, nel 1893. La figura di Toro Seduto venne interpretata da molti attori di Hollywood, nei film: Toro Seduto: l’ostile capo indiano (1914); Toro Seduto al Massacro di Spirit Lake (1927); La storia del generale Custer (1942); La strage del 7º cavalleggeri (1954); Buffalo Bill e gli indiani (1976); Il mio cuore è sepolto a Wounded Knee (2007). L’ultimo pellerossa (2007). Col passare del tempo la popolarità mondiale di Toro Seduto crebbe sempre più. A Legoland, in Danimarca, è esposta una scultura di Lego di Toro Seduto, la più grande scultura del parco. Il 14 settembre 1989, il servizio postale degli Stati Uniti emise un francobollo che rappresenta un’immagine di Toro Seduto, con una denominazione di 28 centesimi. Il 6 marzo 1996, il consiglio tribale Sioux della Standing Rock Indian Reservation votò di cambiare il nome del locale collegio universitario (precedentemente Università Comunale di Standing Rock) in Collegio di Toro Seduto, in onore del valoroso capo indiano Hunkpapa.