Banditi del Wyoming, la storia di Jim McCloud
A cura di Omar Vicari
Jim McCloud
Alle ore 8,35 della mattina del 4 giugno 1946 (….sembra ieri), un vecchio saliva a bordo di un autobus a Dallas nel Texas. Il vecchio, in male arnese e dai lineamenti emaciati, iniziò a parlare ad alta voce alle persone presenti. Iniziò a raccontare la sua vita, a rivelare quanti anni avesse passato all’interno di una prigione. Nessuno dei presenti fece caso a quell’uomo forse perché ognuno pensava ai fatti propri o forse perché quel vecchio, come spesso succede, fu preso per un pazzo. La gente non poteva immaginare chi fosse quell’uomo, eppure tanti anni prima quel vecchio era stato protagonista di una fuga rocambolesca assieme al famoso Tom Horn.
Ora stava diventando cieco e una delle sue gambe che un tempo gli avevano permesso di correre velocemente per le strade di Cheyenne (Wyoming) durante quel tentativo di fuga, gli era stata amputata appena sotto il ginocchio.
Nonostante l’età avanzata, aveva mantenuto nelle mani una certa destrezza come quando, ai vecchi tempi, aveva cavalcato assieme ai più noti fuorilegge del Wyoming. Egli aveva conosciuto molti di quei pittoreschi personaggi. Quel vecchio, ora definito dalla legge come “insignificante criminale”, era nientemeno che Jim McCloud, un nome che incuteva timore ai tempi del vecchio west.
Jim William McCloud era nato il 12 maggio 1879 nella contea di Rhea nel Tennessee. Era il primo di due figli di Jacob e Harriet McCloud. Da giovane Jim rifiutò la scuola preferendo alternative poco edificanti. La morte prematura della madre ebbe effetti devastanti sulla sua formazione.
Jim McCloud all’ingresso in carcere
In seguito Jim lasciò il Tennessee prendendo a girovagare per il Kansas, dove col nome di William Pierce commise il suo primo crimine documentato.
Nella notte del 13 gennaio 1896 l’ufficio postale della città di Ulysses (Kansas) fu rapinato. I rapinatori sembravano essere dei professionisti. La cassaforte conteneva 133 dollari e pochi altri spiccioli. Persone sospette erano state viste nelle vicinanze dell’ufficio postale già alcuni giorni prima. Dopo la rapina, le tracce dei rapinatori furono intercettate da un Deputy Marshal del New Mexico. I fuorilegge avevano acquistato i cavalli lungo il percorso e avevano costretto le forze dell’ordine a un lungo inseguimento. La loro fuga finì in un saloon di Antonochinco (Messico) dove furono arrestati senza spargimento di sangue.
I prigionieri, che dettero i nomi di Charlie e William Pierce, furono estradati e ricondotti nel Kansas. Trovati colpevoli al processo, William e Charlie Pierce furono condannati a cinque anni di lavori forzati nel penitenziario di Leavenworth (Kansas).
William Pierce, o meglio Jim MCCloud, aveva diciassette anni. Nel 1897 un’epidemia di morbillo si propagò nel penitenziario. Jim e un altro detenuto, colpiti dalla malattia, furono trasferiti nell’infermeria della prigione.
La notte del 21 maggio 1897, i due segarono le sbarre della finestra della loro camera e fuggirono.
Il giorno successivo fu organizzata una battuta, ma i due sembravano spariti, eclissati in qualche tana delle praterie del Kansas.
Jim McCloud in carcere col nome di James Dale
Per un anno, dal maggio 1897 al settembre 1898, di Jim McCloud non si seppe più nulla.
Riapparve nello stato del Wyoming col nome di James Dale. La notte del 3 settembre 1898, la cassaforte del Daniels & Co saloon a Douglas (Wyoming) fu aperta e rapinata. Per quest’azione criminosa James Dale, ovvero Jim McCloud, si avvalse dell’aiuto di un giovane cowboy, tale Edward Mewis. Quest’ultimo fu condannato a un anno di detenzione, mentre Jim McCloud fu condannato a quattro anni.
Il 7 gennaio 1902, Jim McCloud fu trasferito dal vecchio penitenziario di Laramie al nuovo penitenziario di Rawlins (Wyoming) e solo due mesi dopo, il 5 marzo 1902 fu rilasciato.
Dopo il suo rilascio, Jim rimase nel Wyoming stabilendosi vicino Buffalo col nome di “Driftwood Jim” McCloud. La sua associazione con noti criminali, tra i quali Tom O’Day del “Mucchio Selvaggio” di Butch Cassidy, lo fece sospettare di nuovi crimini.
La notte del 27 aprile 1903, l’ufficio postale di Buffalo fu rapinato e lo sceriffo della contea di Johnson Dick Kennedy, puntò il dito, tra gli altri, anche contro “Driftwood Jim”, alias Jim McCloud.
Dopo varie peripezie, Jim McCloud fu catturato da Edmo LeClair. Al momento dell’arresto Jim McCloud era conciato male, era malato e per questo fu trasportato presso il Washaki Hotel nella città di Thermopolis. Jim non aveva certamente le forze per scappare, ma giravano voci di un possibile tentativo da parte di una banda condotta da Tom O’Day per liberarlo.
Per tale motivo, Jim McCloud fu trasferito a Cheyenne nella prigione locale. In quel momento la prigione di Cheyenne ospitava un personaggio molto famoso sulla frontiera: Tom Horn.
Ottimo esperto delle armi, scout per il gen. Crook, Horn aveva preso parte alla cattura di Geronimo in Arizona assieme ad Al Sieber. In seguito, assoldato dall’associazione degli allevatori del Wyoming, Tom faceva il lavoro sporco eliminando per conto dell’associazione i ladri di bestiame. Un brutto giorno, Willie Nickell, un giovane di appena quattordici anni, fu trovato morto e Tom Horn fu accusato di quella morte. Le prove dell’assassinio non sono mai state chiarite, ma Tom fu condannato lo stesso all’impiccagione. Horn era ormai una figura ingombrante e l’Associazione lo aveva in pratica scaricato.
Tom O’Day, fuorilegge del “Mucchio Selvaggio”
Il 9 agosto Jim chiese a Richard Proctor, il secondino che aveva in custodia sia Horn che McCloud, un bicchiere d’acqua. Nel fare questo, la guardia non ebbe l’accortezza di richiudere la porta del corridoio. Certamente Proctor pensò che McCloud non potesse scappare visto il suo stato cachettico. Evidentemente Jim McCloud non stava poi tanto male poiché in un attimo lui e Horn lo immobilizzarono e lo rinchiusero nell’ufficio dello sceriffo, dove s’impadronirono di un winchester che puntarono alla testa di Proctor.
Nella confusione del momento, la guardia riuscì a distrarre McCloud e a prendergli il winchester.
Richard Proctor
Proctor sparò due colpi, ma Les Snow, l’altro secondino, non sentì gli spari perché era fuori dall’ufficio dello sceriffo. Nella concitazione, McCloud riuscì a riappropriarsi del fucile e, come un forsennato, si diresse verso la stalla della prigione, dove c’era un solo cavallo, quello dello sceriffo.
Anche Tom Horn corse verso la stalla, dove ebbe l’amara sorpresa di non trovare nessun cavallo poiché l’unico disponibile lo aveva preso Jim McCloud.
Horn fu catturato di nuovo e riportato in cella. Giorni dopo, Horn puntò il dito contro Jim Mc Cloud affermando che se Jim non avesse perso il suo sangue freddo, la fuga sarebbe riuscita.
Tom Horn
Tom Horn, l’intrepido cacciatore di indiani, l’uomo che aveva partecipato alla cattura di Geronimo, salì sul patibolo il 3 novembre 1903.
Il 13 gennaio 1904, Jim McCloud fu condannato a quattro anni nel penitenziario di Rawlins.
A un anno dal suo rilascio, il 10 febbraio 1907, Jim McCloud fu rispedito in Kansas presso il penitenziario di Leavenworth.
Espiata la pena, McCloud tentò vanamente di cambiare vita. L’alcool e la voglia di denaro facile lo portarono negli anni a venire a essere più volte ospitato nella prigione di Leavenworth.
Dai registri del penitenziario, risulta che nei pochi anni passati fuori, Jim McCloud lavorasse come cowboy, raccoglitore di cotone, cuoco e persino come guardia in un vigneto in California.
Si sposò nel 1921 e rimase vedovo nel 1926.
Jim McCloud fotografato a Leavenworth nel 1935
Sempre nel 1926 fu di nuovo imprigionato per violazione della legge sui liquori. Era ormai il tempo del proibizionismo e il west era davvero un’altra epoca. Fu condannato a un anno da scontare nel penitenziario di Huntsville.
Nel 1932 passò novanta giorni nella prigione federale di Chickasha (Oklaoma) per vendita e possesso illegale di liquori.
Nel 1935 fu di nuovo rinchiuso a Leavenworth e rilasciato nel 1936.
Nel 1938 ancora Leavenworth lo ebbe come ospite.
Rilasciato nel luglio 1939, ebbe la malaugurata idea di vendere alcool in qualche riserva indiana e per questo fu spedito di nuovo in galera.
Nel 1941 fu rilasciato, ma solo tre anni dopo fu di nuovo scortato a Leavenworth con la condanna a cinque anni per vendita di droga e alcool agli indiani. Jim McCloud aveva ormai sessantaquattro anni molti dei quali passati dietro le sbarre.
Il 17 luglio 1945 fu trasferito presso il Federal Correctional Institution da dove fu rilasciato il 4 giugno 1946.
All’una di notte del 15 dicembre 1954, Jim McCloud se ne andò per un’emorragia cerebrale e con lui se ne andava uno degli ultimi personaggi di un’epoca irripetibile.