Il governo federale e la spinta verso il west

A cura di Sergio Mura
Se gli americani si sono spinti sempre più a ovest fino a creare il mito della conquista del west e della colonizzazione di porzioni immense di territorio sottratte ai popoli nativi, questo è certamente per via della forte spinta esercitata dal governo federale affinché ciò avvenisse. A ciò si è arrivati per via della coesistenza contemporanea di una serie di motivi, ma tra i tanti possiamo certamente sottolinearne un paio rilevantissimi; questi sono un’idea di politica estera mossa dalla necessità di agire in fretta e l’idea di profitto privato che animava certe fasce sociali emergenti.
Sulla politica estera c’é poco da dire… E’ ben noto, infatti, che la presenza nel continente americano di potenze europee recava parecchio disturbo alla giovane nazione americana. Era necessario, dunque, conquistare rapidamente più territorio possibile, sia per mettere in sicurezza gli Stati Uniti stessi, sia per creare i presupposti per una grande crescita della popolazione e degli affari.
Sul profitto sappiamo bene tutti com’é andata. Poco della storia degli Stati Uniti è mosso da qualcosa di lontano dal profitto. L’idea del business, della crescita infinita, del guadagno dei privati, della speculazione prospera negli USA fin dagli albori e alcuni gruppi economici privati erano stati in grado di comprendere al volo le enormi opportunità che sarebbero potute derivare dalla conquista del west.


Il Presidente Thomas Jefferson

Ciò che però è spesso trascurato nelle analisi storiche è il delicato rapporto intercorso tra i singoli territori della frontiera, gli stati del west e il governo federale.
Si è trattato di una relazione spessissimo volta al conflitto, fatta di diffidenze infinite e scarsa collaborazione, il tutto spesso innaffiato di lobbismo sfrenato.
In generale i Territori e gli Stati si ponevano ruvidamente nei confronti del governo centrale, denunciando le vessazioni e la tassazione sempre troppo elevata, ma al tempo stesso richiedendone l’intervento urgente ogni volta in cui c’erano problemi di ordine pubblico, di sicurezza contro gli indiani e di infrastrutture. Sopratutto, segnaliamo che il governo federale era chiamato in causa prevalentemente per il rispetto della legge e il mantenimento dell’ordine, obiettivi nei confronti dei quali si schiantava spesso l’incapacità della gestione locale.
Nonostante queste tensioni, sappiamo bene che la conquista del west fu lo scenario naturale e sociale, politico e militare entro cui si dipanava il disegno del “Destino Manifesto”, un comodo manto che agli occhi degli americani era in grado di giustificare anche le peggiori malefatte contro i popoli nativi a cui veniva sottratta la terra.


Mantenere l’ordine non era facile…

Dal momento che i governi locali erano quasi sempre incapaci di gestire una corretta colonizzazione e lo spostamento di masse di coloni verso ovest, la gente invocava l’intervento del governo federale per risolvere le proprie difficoltà e spianare la strada, pur mantenendo nei confronti di quello una sana diffidenza.
Il governo federale si mosse secondo alcune direttrici politiche, tutte volte al controllo sulle terre del west. In primo luogo, acquistò porzioni importanti di territorio occidentale da altre nazioni con denaro sonante o da tribù native attraverso trattati o semplici promesse. Subito dopo decise l’invio nel west di ispettori ed esploratori con lo scopo di mappare quelle terre e di rappresentarle visivamente con quadri ricchissimi di dettagli e descrizioni scritte.
Un passo ulteriore e successivo (ma non troppo) fu quello di organizzare e mobilitare un forte esercito per domare le tribù che non volevano cedere pacificamente le proprie terre…
Infine, arrivarono gli enti a cui fu affidata la burocrazia collegata alla “gestione” in senso lato della conquista del west, come il Bureau of Indian Affairs (gli affari indiani), il Land Office (una sorta di catasto), l’US Geological Survey (ente di studi geologici) e il Forest Service (servizio forestale).


Una vecchia cittadina del west, Bodie

L’intero percorso non fu esattamente semplice… La resistenza di numerosissime nazioni indiane, il campanilismo tra diversi Territori o Stati e persino il razzismo costrinsero ad alcune pause anche lunghe nel processo di avanzata verso ovest e di insediamento nelle nuove terre. Tuttavia, nonostante le indubbie difficoltà e gli altissimi costi collegati all’uso della forza nei confronti delle tribù, entro la fine del XIX secolo, il processo di conquista e gestione del west era pressoché compiuto. E con esso il governo federale aveva fatto notevoli passi avanti in termini di accumulo di grandi dimensioni, potenza e influenza negli affari nazionali.
Il trasporto fu un aspetto chiave del ruolo di controllo e spinta esercitato dal governo federale nella colonizzazione del west. La navigazione lungo i fiumi venne in parte affidata al controllo operativo dell’esercito e il genio (gli ingegneri) militare si distinse in moltissime occasioni. Il battello a vapore, nel suo primo uso lungo il fiume Ohio nel 1811, ha reso possibile viaggiare in maniera veramente economica veloce sfruttando il sistema fluviale, in particolare i fiumi Mississippi e Missouri e i loro affluenti.
Successive spedizioni dell’esercito lungo il fiume Missouri nel corso degli anni compresi tra il 1818 e il 1825 consentirono ai genieri di migliorare la tecnologia. Ad esempio, il piroscafo dell’esercito “Western Engineer” del 1819 combinò alcune innovazioni tecnologiche legate anche alle pale dei battelli a vapore con una delle prime ruote poste a poppa. Tra il 1819 e il 1825, il colonnello Henry Atkinson sviluppatò un cabinato a vela con una ruota a pale alimentata dalla forza delle mani.


Un battello a vapore, il “Far West”

Ma andando avanti nel tempo, la forza ormai consolidata del governo federale si seppe esprimere con il progetto della posta distribuiti dal Pony Express e, infine, con la realizzazione dei collegamenti ferroviari attraverso i posti più lontani del continente. Certo, è sempre rimasta la dicotomia tra singole gestioni statuali e gestione federale, ma dopo la guerra civile americana nessuno mise più in discussione l’importanza e l’operato del governo federale, anche quando questo era palesemente mosso da potenti lobby (che negli USA sono sempre state legali ed alla luce del sole) il cui unico scopo era il profitto di pochi. Sopratutto, però, a rendere inutile ogni discussione fu l’uso dell’esercito, risolutivo specialmente nella difesa dei coloni dai raid o dagli attacchi delle tribù indiane, rese insofferenti dalle continue violazioni dei loro spazi.

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