I trading post

A cura di Michele de Concilio


Un vecchio trading post

Agli inizi del XXIX secolo le grandi compagnie inviarono spedizioni su per la valle del Platte a caccia di castori e altri animali ricercati per la loro pelliccia pregiata. In breve tempo le tremende avversità che questi pionieri incontrarono assunsero proporzioni gigantesche. Prima della costruzione di trading post in numero soddisfacente, la loro vita era una continua lotta per la sopravvivenza, dato che le compagnie non erano in grado di far arrivare sufficienti provviste negli insediamenti più lontani. Il fucile era perciò l’unico mezzo per rifornirsi di cibo.
Con la costruzione di posti di scambio adeguatamente distribuiti sul territorio, aumentarono le possibilità per i cacciatori di avere pasti regolari. Prima di allora la dieta del trapper prevedeva tacchini selvatici, che si trovavano ovunque in abbondanza, cervi, orsi e bisonti. Il caffè e la scarsa scorta di farina, acquistati a carissimo prezzo presso l’ultimo trading post incontrato, tanto che pochi potevano concedersi un tale lusso, non bastavano nemmeno ad arrivare ai piedi delle montagne.
Il primo trading post sorse alla foce del Clear Creek – Colorado nel 1832 ad opera di Louis Vasquez e prese il nome dal suo proprietario, ma fu presto abbandonato senza mai acquistare grande importanza. Due anni dopo, William Sublette e Robert Campbell di St. Louis, agenti della American Fur Company, fondarono Fort Laramie nel Wyoming nelle vicinanze della regione degli Oglala e dei Brule e non lontano da quella dei Cheyennes e Arapahos.


Il trading post di Old Sitka

Dapprima il forte fu chiamato Fort William in onore di Sublette, poi Fort John ed infine Fort Laramie dal trapper franco-canadese Joseph Laramie ucciso dagli indiani presso la foce del fiume che porta lo stesso nome.
Nel 1835 il forte fu venduto a Milton Sublette, Jim Bridger, e altri della American Fur Company che investì diecimila dollari per ricostruirlo. Il forte rimase privato fino al 1849, anno dell’inizio della famosa Corsa all’oro della California, quando il governo lo acquistò trasformandolo in postazione militare. La frequentatissima pista che dagli stati dell’Est conduceva alla costa sull’oceano Pacifico era infestata da indiani ostili e il forte sorgeva in una posizione strategica. La struttura originale era, come da tradizione, composta di adobes, ovvero mattoni di argilla e paglia cotti al sole. Le mura che circondavano il forte erano alte venti piedi e larghe quattro, e racchiudevano un’area di duecentocinquanta piedi per duecento. Agli angoli NW e SW vennero innalzati due bastioni.


Indiani e commercianti a un trading post del vecchio west

All’interno si trovavano: cinque edifici adibiti a dormitori, una cucina, un magazzino, una ghiacciaia, un affumicatoio per la carne, l’officina del maniscalco e quella del falegname. L’annesso corral poteva contenere duecento animali.
I tetti degli edifici erano attaccati alle mura perimetrali del forte e in caso di attacco fungevano da spalti dai quali respingere l’offesa. L’entrata principale aveva due cancelli separati da una struttura ad arco. Da una stanza adiacente, con i cancelli chiusi, una piccola finestra consentiva di comunicare con l’esterno.
Nei periodi di massima attività al forte lavoravano circa trenta persone. Famosi uomini della frontiera come Kit Carson, Jim Bridger, Jim Baker, Jim Beckwourth, e altri, fecero di Fort Laramie il loro “quartier generale”.
I funzionari delle compagnie delle pellicce esercitavano un’autorità pressoché dispotica che non trovava in pratica nessuna opposizione visto che i più vicini avamposti militari erano settecento miglia più ad est.
Nei periodi di prosperità Fort Laramie brulicava di donne e bambini dalle svariate lingue e provenienza. Tutti vivevano quasi esclusivamente di carne di bisonte essiccata e i cacciatori si allontanavano anche di cinquanta miglia per trovare una mandria.


Il trading post di Joseph Bailly costruito nel 1822 nell’Indiana

In seguito si cominciò ad allevare del bestiame e le condizioni di vita migliorarono alquanto.
Nessun posto militare di frontiera era situato meglio di Fort Laramie. Circondato dalle rive scoscese dei fiumi Platte e Laramie che formavano una valle la cui fertilità e ricchezza di vegetazione era senza uguali, esso era una vera e propria oasi nel deserto. Una volta che le tribù ostili furono domate o trasferite in remote riserve, il governo abbandonò il forte e la gloria di quell’incantevole luogo finì per sempre.
Nel 1826 Jim Bridger si unì alla spedizione del generale Ashley e undici anni dopo costruì Fort Bridger, che per lungo tempo sarà il più famoso dei trading posts. Esso era situato presso il fiume Black Fork, tributario del Green River, dove la corrente si diramava in tre canali principali, formando un gran numero di grosse isole. Su una di esse fu eretto il forte consistente in due adiacenti edifici in legno, col tetto di zolle, circondati da un recinto alto otto piedi. Come di consueto gli uffici e i dormitori davano su un’area quadrata protetta da una staccionata di tronchi. Di notte il bestiame veniva condotto nel corral per salvaguardarlo dai furti o dalle belve feroci. Il forte, abitato da circa cinquanta bianchi, indiani e mezzosangue, era di proprietà di Bridger e Vasquez, ma nel 1853, in seguito all’occupazione della zona da parte dei Mormoni, setta con la quale sorsero divergenze, furono costretti ad abbandonarlo.


L’interno di un trading post durante uno scambio

Fort Platte, un altro trading-post della American Fur Company, costruito con gli stessi criteri generali descritti precedentemente, si trovava a circa tre quarti di miglio a monte della foce del fiume Laramie, sulla riva sinistra del North Platte. Tra i due insediamenti esisteva una forte rivalità costellata da episodi cruenti a dimostrazione di una scarsa considerazione della vita umana.
Agli annuali convegni di trapper che si tenevano a conclusione della stagione delle pellicce si faceva baldoria anche per più giorni di fila e molti uscivano da questi bestiali caroselli senza abiti, con gli occhi gonfi, nasi sanguinanti e soprattutto con le tasche vuote visto che gli alcolici erano venduti anche a quattro dollari la pinta. Il turpe traffico di liquori era spesso perpretato per provocare incidenti tra le popolazioni indiane. Nel novembre del 1855, l’American Fur Company inviò in dono da Fort John un carico di liquore drogato presso un villaggio Indiano sul Chugwater, allo scopo di contrastarne la vendita da parte della concorrenza. La conseguente ubriacatura sfociò in un combattimento nel quale persero la vita due capi, Bull Bear e Yellow Lodge, e sei dei loro guerrieri persero la vita. Quattordici furono i feriti gravi. Successivamente un episodio simile condusse alla morte di tre Indiani e molti altri furono uccisi in simili risse in vari villaggi.


Un trading post nella Navajo County in Arizona

Il liquore usato in questo nefando traffico era generalmente di scarsa qualità e veniva diluito con una miscela che conteneva acqua per tre parti. Tre tazze, ognuna pari a tre-quarti di pinta e talvolta non riempita fino all’orlo, venivano pagate con un veste di pelle di bisonte. Gli indiani una volta ubriachi venivano ulteriormente ingannati con l’aggiunta di altra acqua fino a ricevere meno di un quarto di quello per cui avevano pagato. A testimonianza delle tragiche e tristi conseguenze del traffico di liquori presso gli Indiani viene riportata la storia del vecchio Coda di Bisonte, un capo Sioux che aveva un’unica figlia chiamata Chint-zille. La ragazza era molto bella secondo i canoni della bellezza indiana e devota alla famiglia. Accadde che il suo vecchio una volta non avendo i mezzi per procurarsi da bere pensò di scambiare sua figlia con un’adeguata quantità di liquore. Una mattina entrò nel negozio accompagnato da Chint-zille.


Il primo trading post a Puget Sound

“Coda di Bisonte è il benvenuto nella dimora di Lungo Coltello, ma perché sua figlia, orgoglio del suo cuore, è in un bagno di lacrime? Mi addolora che una così bella ragazza debba piangere.”
Il vecchio capo rispose: “Chint-zille è una ragazza sciocca. Suo padre la ama e quindi lei piange.”
“Il motivo di tanto dolore dovrebbe essere più grande.”
“Lungo Coltello parla bene.”
“Perché allora lei soffre? Dille di parlare con me, così che io possa sussurrare parole di conforto alle sue orecchie”
“Te lo dirò, Lungo Coltello: Coda di Bisonte ama molto sua figlia; egli ama Lungo Coltello moltissimo! Egli ama entrambi moltissimo. Il Grande Spirito ha posto nella sua mente il pesiero che entrambi potreste essere suoi figli, il suo cuore salterebbe di gioia se tutti e due lo chiamaste padre!”
“Io non capisco le parole di Coda di Bisonte.”
“Certo, Lungo Coltello, sei lento a capire! Coda di Bisonte ti darebbe sua figlia. Lungo Coltello non ama Chint-zille?”
“Se dicessi di no, la mia lingua mentirebbe; Lungo Coltello non ha moglie, e chi può essere più degna della splendida Chint-zille? Come posso mostrare la mia gratitudine al suo nobile genitore?”
“Il dono è gratuito, Coda di Bisonte e tutti i suoi amici saranno lieti che venga accettato. Ma affinché possa benedire Lungo Coltello, riempia la sua tazza con acqua di fuoco e Coda di Bisonte lo accoglierà presso la sua dimora; allora Chint-zille sarà sua.”
“Ma Chint-zille soffre, lei non ama Lungo Coltello.”
“Chint-zille è sciocca. Che Lungo Coltello versi l’acqua di fuoco e lei sarà sua.”
“No, Lungo Coltello non vuole questo; Chint-zille non sarà mai la moglie di un uomo che non ama.”


Il progetto di un trading post riservato agli scambi con gli indiani

Il vecchio capo supplicò a lungo il commerciante di prendere la ragazza e dargli il liquore, ma quello rifiutò di ficcarsi in quel pasticcio, così il vecchio capo lasciò il negozio senza aver ottenuto il suo liquore e con la mortificazione e la vergogna dipinte sul volto.

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