Gli Apache al tempo della Guerra Civile

A cura di Pier Aldo Martinelli

La Civil War ebbe inizio il 12 aprile 1861 con l’attacco portato dai Confederati a Fort Sumter ed ebbe termine il 9 aprile 1865 con la resa del Generale Lee. Poco prima della caduta di Fort Sumter, la guerra Apache ebbe il momento più sanguinoso.
All’epoca vi erano solo due forti nella Gadsden Purchase, Fort Brecknridge – sito nelle vicinanze dell’Arivaipa Canyon e del fiume Pedro – e Fort Buchanan, costruito sul fiume Sonora.
Entrambi, come accadeva quasi sempre nel vecchio west, non erano veri e propri forti, ma solo degli avamposti. Fort Buchanan, ad esempio, era senza palizzata e fatto di poche case dislocate su un’area abbastanza vasta.
Benché i soldati dell’Unione e i Confederati operassero in Arizona e nel Nuovo Messico, durante la Civil War non vi furono grossi scontri tra loro.
Gli Apache si trovarono tuttavia nel mezzo delle due fazioni e, dovendo preoccuparsi di trovare il necessario per vivere, proseguirono le loro tipiche incursioni, persino contro i due eserciti.
Il Colonnello Canby, divenne Comandante del Dipartimento del Nuovo Messico l’11 giugno del 1861. Già in luglio riferì che in Arizona le razzie degli Apache si facevano sempre più insistenti e appena un mese più tardi che tutta la zona meridionale, sempre a causa degli Apache, viveva in condizioni di disagio intollerabile. In dicembre riferì che le razzie erano ulteriormente aumentate di intensità.
Il colonnello Edward Canby
Secondo il Tenente Colonnello Baylor, Governatore Confederato dell’Arizona, la situazione era persino più grave. Baylor fece riferimento preciso alla morte del Tenente Mays e dei suoi 14 soldati, fatto occorso dopo che questi avevano eseguito un’incursione in un accampamento Apache.
Nel settembre 1961 Canby comunicò quanto segue: “Non ci sono truppe sufficienti per proteggere i civili.”
Il 10 ottobre successivo, Baylor inviò 100 uomini al comando del Maggiore Waller per proteggere e soccorrere i minatori di Pinos Altos, minacciati dagli Apache Gila.

Il 1862
Tutti gli Ufficiali, sia dell’Unione che della Confederazione, avevano un loro piano per sconfiggere gli Apache. Canby ad esempio sosteneva che dovevano essere sistemati in riserve lontane anche dai Messicani e quindi isolati affinché non fossero in grado di mantenersi da soli. Gli sembrava l’unica soluzione valida e la consigliava sia per motivi umanitari che economici.
Il Colonnello Baylor invece scrisse al Capitano Helm, Comandante delle Guardie dell’Arizona ordinandogli di ordire una trappola crudele. Aveva in mente di convincere gli Apache a recarsi al forte per concordare un trattato di pace e di approfittare dell’occasione per eliminare tutti gli adulti, facendo prigionieri i bambini che si sarebbero potuti rivendere per coprire le spese sostenute. Gli disse che il Congresso degli Stati Confederati aveva ratificato una legge che prevedeva lo sterminio degli Apache e che quindi doveva usare qualsiasi mezzo perché l’operazione avesse successo e che nessun indiano arrivato al forte sarebbe dovuto fuggire.
Il Presidente Davis
Quando Randolph e il Presidente Davis seppero la notizia, si infuriarono. Randolph scrisse al Generale Comandante di Baylor, un certo Magruder, dicendogli di mettersi in contatto il Colonnello Baylor per informarlo che, a causa dell’ordine impartito (di sterminare gli Apache, ndr), gli veniva revocata l’autorità di arruolare soldati.
Il Comandante dell’Esercito Confederato del Nuovo Messico, Generale Sibley, inviando una lettera all’Ispettore Generale Cooper, si dimostrò meno sanguinario di Baylor, ma comunque favorevole a rendere schiavi gli Apache. Gli scrisse che centinaia di migliaia di pecore erano state catturate dai Navaho e che la gente si era lamentata così tanto che aveva deciso di spronare la popolazione contro gli stessi Navaho e contro gli Apache e, infine, di legalizzare la schiavitù nei loro confronti.
Il Comandante del Dipartimento del Nuovo Messico, Generale Carleton, pensò persino di ordinare a Kit Carson di uccidere tutti gli Apache maschi e di catturare le donne e i bambini (da trasportare poi a Fort Stanton). Carleton ordinò altresì a Kit Carson di non trattare la pace in quanto non era suo compito. Il 15 maggio 1862 Carleton costituì la “Colonna della California”, un esercito che fu subito inviato in Arizona e nel Nuovo Messico con il compito di rioccupare tutti i forti, scacciare o catturare gli Apache e riattivare il servizio postale. Durante la Civil War la “Colonna della California”, costituita solo da volontari, si scontrò una volta con i confederati.
La “Colonna della California” fu un vero e proprio incubo per gli Apache dell’Arizona e del Nuovo Messico. Non mancarono le perdite. Citiamo alcuni esempi. Il 15 giugno 1862 Carleton inviò tre corrieri al Generale Canby, ma questi vennero attaccati dagli Apache e due di loro furono uccisi. Il 16 giugno dello stesso anno, su ordine di Carleton, il Colonnello Eyre compì una perlustrazione sul Rio Grande. Il suo reparto fu attaccato dagli Apache quando arrivò ad Apache Pass. Nello stesso giorno tre soldati che si erano distaccati, vennero uccisi, spogliati e scalpati. Il 25 giugno, mentre Eyre si trovava accampato a circa 3 chilometri da Apache Pass, vennero esplosi alcuni colpi di fucile che ferirono il medico del reparto Kittridge e uccisero un cavallo.
Kit Carson
L’8 luglio 1862, Carleton ordinò al Capitano Roberts, comandante del 1° Reggimento di Fanteria della California, di lasciare Tucson e di raggiungere la San Simon Valley portando con se vettovaglie per i 30 uomini del Colonnello Eyre. Il Capitano Cremony, del 2° Reggimento di Cavalleria della California, ebbe l’incarico di scortare i 21 carri, con 39 soldati. Il Capitano Roberts si mise in marcia nel pomeriggio del 14 luglio. Marciarono tutta la notte e il giorno successivo, verso mezzogiorno, arrivarono ad Apache Pass.
Sul posto vi era Mangas Coloradas con 200 Apache a cui si unirono altri 200 Chiricahua di Cochise. Roberts affrontò il passo con gli uomini ormai esausti dalla lunga e difficile marcia. Quando avevano percorso due terzi del passo, gli Apache aprirono il fuoco. I soldati combatterono con coraggio ma inutilmente, in quanto non riuscivano ad individuare i nemici nascosti tra le rocce.
Roberts fu costretto a ritirarsi nei pressi dell’ingresso del passo per riorganizzarsi. Era indispensabile che le truppe raggiungessero le sorgenti perché uomini e i cavalli stavano morendo di sete. Raggiunse la stazione delle diligenze abbandonata e in quel punto erano a meno di 600 metri dalle sorgenti, ma non potevano rimanere in quel posto in quanto non vi era riparo. Da due alture gli Apache controllavano le sorgenti e con dei massi avevano costruito un riparo dal quale sparavano a chiunque si avvicinasse. Roberts fece allora piazzare due obici e solo grazie al loro utilizzo si riuscì a sbloccare la situazione. Gli Apache si ritirarono frettolosamente. Le perdite degli Apache furono notevoli, 3 vennero uccisi dai fucili e 63 dagli obici, non si contavano i feriti. Roberts aveva perso solo due uomini.


Apache a cavallo

Dopo aver rifocillato uomini e cavalli, Roberts con metà dei suoi, andò alla stazione di Ewell che era a 24 km ad est da Apache Pass. Voleva assicurarsi che i il convoglio dei carri fosse indenne. Il convoglio era scortato da Cremony. Scoprì che il convoglio era stato attaccato da un gruppo di Apache. Alcuni cavalli erano stati uccisi ed un passeggero ferito. Un soldato, tale Teal, aveva combattuto con un indiano e solo dopo averlo ferito era riuscito a liberarsi. Solo in seguito si scoprì che quell’indiano era Mangas Coloradas.
Verso le due di notte Roberts e i suoi uomini raggiunsero l’accampamento di Cremony. Riposarono per circa tre ore ma non mangiarono in quanto non vi era la legna per il fuoco. Roberts e Cremony proseguirono con i carri verso Apache Pass.
Roberts aveva percorso in meno di due giorni 112 km e combattuto due battaglie. Il 16 luglio raggiunsero il passo. Dopo essersi rifocillati, ebbero un altro scontro con gli Apache nei pressi delle sorgenti. Per tutta la notte i soldati rimasero di guardia e al mattino partirono verso est. Vista l’ostilità degli Apache, Carleton decise che era indispensabile costruire un fortino nei pressi di Apache Pass in quanto era praticamente impossibile passare senza avere il controllo delle sorgenti. Per molti anni gli Apache tesero imboscate e uccisero tutti coloro che si avvicinavano alle sorgenti per rifornirsi di acqua.
Il 27 luglio Carleton diede disposizione di costruire Fort Bowie, dislocando un centinaio di soldati agli ordini del maggiore Coult del 5° Fanteria della California. Il forte fu costruito La costruzione del forte terminò il 4-8-1862 e venne regolarmente rifornito di soldati, tende, viveri e munizioni. Il Comandante del forte ebbe l’ordine di attaccare gli Apache tutte le volte che li avesse incontrati nei dintorni, di scortare i carri e le staffette che attraversavano Apache Pass e di impiegare i reparti a salvaguardia dei coloni.


Fort Bowie

Verso la fine di agosto 1862, il Capitano Shirland della Compagnia C di cavalleria dei Volontari della California ingaggiò una battaglia con un grosso gruppo di Apache. Era di rientro da una missione a Fort Davis quando venne avvicinato da sei Apache a cavallo e con la bandiera bianca. Dietro di loro vi erano altri 25 guerrieri a cavallo e un altro gruppo che seguiva a piedi. Shirland temette che stessero cercando di attirarlo in un’imboscata e diede ordine di sparare e ritirarsi. Gli Apache lo inseguirono per un tratto ma poi si fermarono. Secondo Shirland vi furono 4 Apache uccisi e una ventina di feriti mentre solo due soldati rimasero feriti.
Nel 1862 non si verificarono altri scontri di rilievo con gli Apache. Il 12 ottobre Kit Karson, il Capitano Pishon e il Capitano McCleave ricevettero l’ordine (da parte di Carleton), di uccidere tutti i guerrieri Apache. Tale operazione non diede i frutti sperati.

Il 1863
Carleton aveva però un’altra idea, ossia riunire tutti gli Apache nelle riserve. L’azione dell’esercito contro gli Apache nel corso del 1863 non ebbe un attimo di tregua, ma nonostante tutto si rivelò una delusione. Carleton ammise che nemmeno uno scout su quattro fu capace di portare a termine il proprio compito.
Il generale Carleton
Il 2 gennaio 1863 Carleton comunicò il suo progetto di preparare un’azione militare contro gli Apache nei pressi delle sorgenti del fiume Gila. Mangas Coloradas era il Capo degli Apache. Carleton disse che dopo aver annientato gli Apache voleva costruire un forte nei pressi di Pinos Altos per proteggere i minatori.
L’11 gennaio 1863 il Generale West, comandante del Distretto dell’Arizona, ordinò a quattro compagnie dei Volontari della California, comandate dal Capitano McCleave, di attaccare gli Apache Gila. Il Generale la riteneva una manovra importante tanto che vi partecipò di persona. Il 14 successivo il Capitano Shirland e 20 soldati vennero inviati a cercare di catturare Mangas Coloradas il quale si era accampato nelle vicinanze. Dopo quattro giorni Shirland tornò con il Capo Apache. Mangas Coloradas aveva seguito Shirland in quanto convinto di trattare la pace. West non se la sentì di farlo fucilare ma gli disse che sarebbe rimasto in prigione a vita e che poteva farsi raggiungere dalla famiglia e che se avesse tentato di fuggire, sarebbe stato ucciso.
West nel corso della notte venne svegliato e informato che Mangas Coloradas aveva cercato di fuggire ed era stato ucciso dai soldati che ne erano di guardia. Le versioni sulla cattura e l’uccisione su Mangas Coloradas sono contrastanti, molti soldati riferirono che fu maltrattato e quando si ribellò gli spararono. West sostenne invece che Mangas Coloradas aveva tentato tre volte di fuggire e nell’ultimo tentativo gli spararono. E’ anche possibile che sia stato proprio West a dare ordine di uccidere Mangas Coloradas, ma la cosa più credibile è che effettivamente sia stato maltrattato per provocare la sua reazione e quindi fornire così il pretesto alla guardi per ucciderlo.


Apache prigionieri

Il 19 gennaio 1863 i soldati procedevano in direzione di Pinos Altos quando incontrarono alcuni Guerrieri di Mangas Coloradas. McCleave diede ordine di attaccare e ne uccisero 11 ferendone 1. Il giorno seguente venne attaccata di sorpresa una rancheria e furono uccisi 9 Apache, distrutto l’accampamento, catturati 34 cavalli e alcuni muli. Il 29 dello stesso mese, presso le Pinos Altos Mines, due squadroni dei Volontari della California si scontrarono con gli Apache. Un Sergente e un soldato vennero uccisi mentre tra gli Apache vi furono 20 morti e 15 feriti.
Il 22 febbraio McCleave, forte di quattro reparti, andò nella zona dove si era deciso di costruire Fort West. Nella primavera l’area venne presidiata ma il Generale West dispose di attendere un suo ordine ulteriore per avviare la costruzione del forte. Il 22 marzo gli Apache Gila razziarono 60 cavalli in quella zona, costringendo McCleave e 100 uomini ad un inseguimento. La pista andava verso ovest proseguendo verso il fiume Black. I Soldati cavalcarono 3 giorni ed i loro cavalli erano stremati, ma gli Apache erano ormai vicini. Quando calò la sera, senza fare il minimo rumore, i soldati si mossero lungo il corso del fiume per quasi tre chilometri. Alle otto del mattino dopo, 20 soldati a cavallo al comando del Tenente Latimer e 30 a piedi con alla testa McCleave perlustrarono tutta la zona per trovare la rancheria. Il Tenente French rimase con gli altri uomini a sorvegliare il campo. McCleave si portò su un monte che dava sul versante ovest del fiume; avanzò per circa venti chilometri, ma non trovò nessuna traccia di Apache e perciò decise di far riposare i proprio uomini sino all’alba successiva. Il giorno seguente vide la rancheria. McCleave ordinò a Latimer di fare una ricognizione e di attaccare con la cavalleria gli Apache. L’operazione ebbe successo.


Alcuni guerrieri

Alcuni soldati a piedi catturarono i cavalli. In venti minuti gli Apache vennero sconfitti e la rancheria distrutta. 25 Apache perirono. Tutti i cavalli vennero presi. Il soldato Hall fu ucciso e sulla via del ritorno, gli Apache attaccarono gli uomini di Latimer. Appostati in un canyon ferirono il Tenente French.
Non ci fu forse una missione portata a termine in modo favorevole come quella condotta da Tindball nei primi giorni del maggio 1863. Non era facile per un ufficiale degli Stati Uniti superare in astuzia gli Apache. Il Colonnello Ferguson seppe in quei giorni che un gruppo Apache si trovava in una rancheria nell’Arivaipa Canyon. Il 2 maggio Ferguson ordinò a Tindball di mettersi in marcia con l’obiettivo di attaccare gli Apache. Tindball avrebbe potuto scegliere 25 soldati della prima compagnia del 5° Fanteria Volontari della California e avrebbe potuto portare con sé 10 borghesi statunitensi, 32 messicani al comando di Jesus Maria Elias e 20 Papago arrivati da San Xavier comandati dal Governatore Josè Antonio Saborze. Nove Apache avrebbero fatto da scouts. Tindball avrebbe comandato un reparto assortito e il fine era di cogliere di sorpresa la rancheria, uccidere il maggior numero di Apache e catturare donne e bambini da portare a Tucson.
Un indiano Papago
Gli uomini di Tindball si mossero solo di notte, in assoluto silenzio, riposando e nascondendosi di giorno. Non ci fu mai uno sparo e per cinque notti non venne mai acceso il fuoco. La notte prima della battaglia il contingente si mosse per sedici ore su un territorio impervio e mai attraversato dagli uomini bianchi. All’alba attaccarono l’accampamento. Vennero massacrati più di 50 Guerrieri, molti furono i feriti, 10 furono fatti prigionieri e vennero recuperati 66 capi di bestiame. Il soldato Thomas McClelland fu l’unica vittima registrata tra i soldati.
Il 23 ottobre Carleton decise di istituire un nuovo distretto militare nell’Arizona settentrionale. Tale provvedimento venne preso in quanto nella regione di Prescott era stato scoperto l’oro e molti cercatori si stavano insediando nei dintorni dei giacimenti. Prima del 1863, nessun bianco si era mai stabilito in tale zona. Carleton disse che i militari dovevano proteggere i minatori dagli Apache e garantire l’ordine tra i minatori stessi, in attesa che venisse costituito un governo civile. Fece quindi costruire Fort Whipple. Tra gli ufficiali dislocati presso il forte vi erano il Maggiore Willis, dei Volontari della California, il Capitano Enos, il dottor Lieb, i Capitani Hargrave e Benson, delle compagnie C e F del 1° Fanteria Volontari della California, il Capitano Pishon con 30 uomini della compagnia D del 1° Cavalleria Volontari della California.
Le truppe affrontarono l’inverno nelle baracche.

1864
Nell’inverno 1863-1864 gli Apache avevano compito diverse razzie catturando molto bestiame nella Peeples’ Valley. Nel gennaio 1864 Woolsey guidò un gruppo di coloni contro gli Apache. Nello scontro rimasero uccisi 19 Apache e molti furono i feriti. Cyrus Lennon fu l’unico ucciso del gruppo di Woolsey.
Nel 1864, appena insediato, Goodwing volle conoscere i luoghi dove avrebbe esercitato il suo potere. Visitò i campi dei minatori vicini Fort Whipple, si recò ai fiumi Verde e Salt, giunse poi a Tucson. Da Tucson inviò una lettera al Generale Carleton che si trovava a Santa Fe, dicendogli che vi era la necessita di far costruire un forte nella regione del rio Verde e nelle vicinanze della confluenza tra i fiumi Verde e Salt. Goodwin scrisse a Carleton che gli ostacoli creati dagli Apache erano sempre maggiori e che se non venivano adottati dei provvedimenti rigorosi, le miniere sarebbero state abbandonate.


Un gruppo di rangers

Per contrastare gli Apache disse che dovevano essere costituite tre compagnie di Rangers i quali non avrebbero richiesto alcuna somma di denaro, ma solo cibo e munizioni. Davis, nella sua relazione a Carleton, rafforzò quanto detto da Goodwin e disse che era giunto il momento di intervenire per rendere inoffensivi gli Apache altrimenti le miniere e le risorse agricole non sarebbero state sfruttate.
Carleton decise di intervenire immediatamente e con forza. Diede il via ad una vasta campagna nella quale si ordinava di trasferire nelle riserve o di sterminare tutti i maschi Apache in grado di usare le armi. Sarebbe stato costruito un fortino nei pressi del fiume Gila e un contingente di 500 soldati – agli ordine del Colonnello Rigg – sarebbe stato dislocato sul posto. Dal forte i soldati avrebbero dovuto procedere in più direzioni per sterminare gli Apache.
Indiani Pima
Ad integrazione dell’attività militare, venne richiesto a Goodwin di organizzare gruppi di minatori che con l’aiuto dei Pima e dei Maricopa avrebbero provato a disperdere gli Apache. Pima e Maricopa erano nemici degli Apache.
Vennero quindi informati i governatori di Sonora e Chihuahua delle operazioni che stavano per iniziare in quanto gli Apache avrebbero sicuramente sconfinato in Messico. Per tale motivo venne richiesta la collaborazione militare delle due province.
Quale fu il reale risultato di tutto ciò? Ben 216 Apache uccisi e molti feriti, 75 cavalli e 175 pecore recuperati. Si contarono anche 16 bianchi uccisi, 162 cavalli e 3000 pecore razziati. Trenta Apache dell’ovest furono trasferiti a Bosque Redondo. In sintesi fu un fallimento. Anche se i bianchi avevano distrutto molti ettari di terreni coltivati, l’odio degli Apache aumentò.
Gli Apache erano molto scaltri e i nascondigli lontani e inaccessibili. Molto difficilmente poteva avere speranze di riuscita un assalto. Gli Apache vivevano senza difficoltà nei Canyon e sui monti e potevano così controllare in tranquillità lo spostamento delle truppe. Quando i soldati riuscivano a trovare una rancheria, questa era già stata abbandonata. Ogni volta che individuavano un gruppo di Apache, questi si avvicinavano con la bandiera bianca chiedendo di poter parlare al comandante, ma siccome il sospetto di un’imboscata era sempre presente, finiva quasi sempre per essere ingaggiato uno scontro.
In altri casi gli Apache venivano attaccati con l’inganno e subivano gravi perdite. Il 15 marzo 1864, una banda di Apache Chiricahua, razziò del bestiame dell’esercito americano a Cow Springs. Il 24 marzo successivo il Colonnello Bowie ordinò al Capitano Whitlock di inseguire gli Apache e punirli. Il 27 marzo partì e li inseguì sino al 7 di aprile. Il reparto era costituito da 35 cavalleggeri e 36 fanti.


Un gruppo di Apache

Whitlock fu abile e determinato. L’esperienza gli aveva insegnato a non seguire la pista del bestiame. Avanzò per 48 Km per conoscere la direzione che avevano preso gli Apache. Quindi andò a nord del fiume Gila per sviare le tracce. Seguì il fiume per 5 giorni e inviò uno scout alla ricerca delle tracce degli Apache. Scoprì che stavano dirigendosi ad ovest. Dopo 9 giorni trascorsi spostandosi di notte e senza accendere fuochi, si fermò. Lasciò 20 sentinelle a guardia del campo e con il resto dei soldati iniziò la ricerca della pista. Le tracce fresche indicavano che gli Apache non erano lontani. Il 7 marzo vennero individuati i fuochi della rancheria e della scoperta venne subito informato Whitlock che era distante 16 Km. Con una marcia forzata raggiunsero l’accampamento e l’attaccarono nel momento in cui gli Apache si stavano svegliando. Vennero uccisi 30 Apache e molti furono feriti; il bestiame venne recuperato tutto tranne due muli e un pony.
Questo scontro, successivo a quello di Tindball, demoralizzò gli Apache. I muli dell’esercito avevano percorso 130 km senz’acqua, sui monti e attraverso i canyon.
Di simile portata fu l’impresa condotta dal Colonnello Davis nel mese di maggio durante un sopralluogo nel postoin cui sarebbe sorto Fort Goodwin. Davis percorse 16 km all’interno del canyon Gila e si accampò vicino un corso d’acqua. Venne informato che sulle Mescal Mountains vi erano delle rancherias. Dopo una marcia notturna Davis divise il suo contingente in due tronconi – uno al comando di Tindball e l’altro sotto il Capitano Burkett – e all’alba attaccò. Furono uccisi 49 Apache e 16 vennero catturati. Due capi Apache perirono in battaglia. Vennero poi distrutti i campi con il frumento. Da quanto venne rinvenuto nell’accampamento risultò evidente che erano gli Apache Gila che avevano ucciso i Mill e gli Steven sul Santa Cruz nel dicembre 1863 e che avevano attaccato Butterworth. Su un revolver vi era inciso il nome di Mill e un fucile fu identificato come appartenuto agli Steven. Venne anche trovato un diario del signor James e tra gli oggetti vi erano anche due selle, due bisacce e 600 dollari in oro.
Nel suo primo discorso alla Prima Assemblea Legislativa dell’Arizona a Prescott, tenutasi il 26 settembre 1864, il Governatore Goodwin disse che se non fosse stato per gli Apache le miniere avrebbero funzionato e che il bestiame avrebbe pascolato liberamente nelle pianure.


Il punto della situazione

Aggiunse che gli Apache non rispettavano la bandiera della tregua, che si limitavano solo ad avanzare richieste e non davano nulla in cambio; non sottoscrivevano trattati e si fingevano amici e oltretutto compivano razzie che rimanevano impunite. Era quindi doveroso continuare la guerra sino a quando non si sarebbero sottomessi e rinchiusi nelle riserve. L’Assemblea Legislativa fece una relazione in cui chiedeva che l’Arizona venisse inserita nel Dipartimento Militare del Pacifico e la sottopose al Governo, sostenendone la convenienza e sottolineando il fallimento della politica con gli Apache nel conflitto del 1864. Goodwin si rifiutò di sottoscrivere la relazione, ma sostanzialmente la accettò.
La Guerra civile si era conclusa ed il Governo avrebbe potuto dedicarsi al sud-ovest, alla questione Apache, ma non fu così. I problemi del dopoguerra e la lontananza da Washington del Nuovo Messico e dell’Arizona lasciarono cadere tutto in secondo piano. Le incursioni Apache continuarono.

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