Frank Grouard, l’avventuriero che ingannò Toro Seduto

A cura di Anna Maria Paoluzzi

Un ritratto di Frank Grouard
Eccezionale e contraddittoria sono forse gli aggettivi che meglio definiscono la storia del West americano e che sono forse l’essenza dei suoi protagonisti, nelle cui personalità vediamo allo stesso tempo tratti di coraggio e lealtà, come di doppiezza e vigliaccheria.
Frank Grouard fu in questo senso un vero uomo del West. Di origine oscura, coraggioso fino alla temerarietà ma anche bugiardo e millantatore, divenne forse il più famoso scout nella storia delle guerre indiane degli anni Settanta, vicino a figure come Toro Seduto, George Crook e Cavallo Pazzo, nelle cui vicende ricoprì un ruolo chiave.
Le origini di Frank Grouard sono state per molto tempo oggetto di discussione: ritenuto inizialmente un mezzosangue Lakota, pare però ora accertato che fosse nato intorno al 1850 nell’arcipelago della Isole della Società, terzo figlio di un missionario mormone, Benjamin Grouard e di Nahina, una donna polinesiana.
Benjamin Grouard si stancò ben presto della sua vita in Polinesia e ritornò con i tre figli negli Stati Uniti, dove si trasferì a San Bernardino, in California. Una volta in patria, abbandonò la chiesa mormone e i tre figli per rifugiarsi presso un non meglio precisato “gruppo spiritualista”. Il piccolo Frank, di appena due anni, fu affidato inizialmente a un certo John Brazeau, un trapper sposato a una donna Lakota (un’altra delle cui figlie, Nettie Goings; sosterrà per tutta la vita che Frank fosse suo fratello biologico), e poi a un’altra famiglia mormone, i Pratt, con cui si trasferì nello Utah.


Una donna Lakota

Il giovane Frank, di temperamento passionale, rivelò ben presto segni di insofferenza nei confronti della rigida morale mormone: tali sentimenti esplosero nel 1865 quando, appena quindicenne, uccise un compagno di classe in una rissa. Espulso dalla comunità (anche se rimarrà per tutta la vita in contatto con i Pratt), Grouard si rifugiò nel Montana dove, forte della sua indubbia prestanza fisica – era alto più di un metro e ottanta e pesava circa novanta chili – e della sua presunta conoscenza degli indiani Lakota, riuscì a farsi assumere come corriere postale. I successivi anni, fino al 1869, sono abbastanza oscuri; secondo quanto Grouard stesso raccontò anni dopo, egli assolse onestamente i propri compiti fino a quando, nel 1869, fu depredato da una banda di Crow ( o secondo altri, di Assiniboine) e abbandonato nella prateria, dove fu trovato dai Lakota Hunkpapa di Toro Seduto.


Un gruppo di guerrieri Crow

E’ stato discusso a lungo se la sua cattura non fosse in realtà una resa volontaria da parte del giovane corriere; testimonianze Lakota, tra cui quelle delle nipoti di Toro Seduto sembrano però confermare la versione di Grouard. La tribù di Toro Seduto, e specialmente i suoi capi di guerra Fiele e Senza Collo all’inizio richiesero decisamente l’uccisione del diciannovenne Frank, che sospettavano essere una spia: a salvarlo fu la grande umanità di Toro Seduto, già strumentale nel rilascio della prigioniera bianca Fanny Kelly e nella grazia concessa a un giovane Assiniboine, poi divenuto suo fratello adottivo con il nome di Toro Che Salta. Al giovane Grouard non fu inizialmente concessa libertà assoluta e fu messo sotto stretta sorveglianza; riuscì però ben presto a guadagnarsi la fiducia della madre e della sorella e anche di Toro Che Salta e Aquila Bianca, un cugino del capo. Fu così accettato nel clan come fratello adottivo di Toro Seduto con il nome di Orso in Piedi (“Standing Bear”, in Lakota Mato Najin), o, come fu reso in traduzione dagli americani, “Abbrancatore” (“The Grabber”). Nonostante le successive divergenze, Grouard rimase per sempre grato al suo salvatore di cui, verso la fine della sua vita, elogiò la generosità e la prodezza con le seguenti parole:?
“In tutta la nazione Sioux, non c’era uomo più prode in battaglia di Toro Seduto, che non chiedeva mai ai suoi guerrieri di correre rischi che egli stesso non fosse disposto a condividere.”
Toro Seduto
Divenuto ben presto un cacciatore e guerriero rispettato, Grouard, secondo le sue stesse parole, “apprese perfettamente la lingua e i costumi dei Sioux, divenendo uno dei principali consiglieri di Toro Seduto”. Se sulle abilità militari e venatorie di Grouard non ci sono dubbi di sorta, è però molto improbabile che egli parlasse bene il Lakota; molto probabilmente aveva appreso diverse parole e il linguaggio dei segni, ma non di più. Il fatto che però fosse un bianco era indubbiamente prezioso per gli Hunkpapa, che se ne servirono spesso come interprete e mediatore.
All’inizio Grouard cercò in tutti i modi di integrarsi nella tribù, arrivando anche a combattere contro i bianchi come nelle scaramucce con l’esercito presso lo Yellowstone (1873); a un certo punto però accadde qualcosa che lo allontanò dalla tribù. Nell’autunno del 1873, con il pretesto di una razzia di cavalli, Grouard si allontanò dall’accampamento di Toro Seduto e si recò invece al trading post di Fort Peck, probabilmente per acquistare whisky. Toro Seduto si risentì dell’inganno e avrebbe probabilmente ucciso Grouard se non fossero intervenute sua madre e sua sorella. L’aria all’accampamento Hunkpapa si era però fatta piuttosto pesante e Grouard preferì a un certo punto abbandonare di nascosto la sua famiglia adottiva; non era però evidentemente pronto a ritornare tra i bianchi e scelse invece di rifugiarsi presso una banda di Oglala settentrionali, dove strinse ben presto amicizia con un giovane, irrudicibile capo che aveva rifiutato di vivere nell’agenzia di Nuvola Rossa: Cavallo Pazzo.
L’amicizia di Cavallo Pazzo per Grouard può sembrare difficile da spiegare, se si pensa all’ostilità del condottiero Oglala per i bianchi: a favorirla furono probabilmente il fatto che Grouard si spacciasse per un mezzosangue Lakota (cosa non difficile, grazie alla carnagione scura e ai tratti esotici ereditati dalla madre polinesiana) e che i due fossero accomunati dal carattere schivo e di poche parole.
Costui potrebbe essere Cavallo Pazzo
Secondo la testimonianza di un altro interprete mezzosangue Lakota, Louis Bordeaux, Grouard si seppe poi guadagnare la stima di Cavallo Pazzo tendendo imboscate ai corrieri cui rubava la posta per poi leggerla a Cavallo Pazzo per informarlo di spostamenti di truppe e carovane. Il fatto che l’amicizia tra i due fosse molto stretta è confermato dal fatto che Frank Grouard fu l’unico a cui Cavallo Pazzo permise di seguirlo nel suo pellegrinaggio più doloroso: quella al palco funebre della figlioletta Hanno Paura di Lei, morta improvvisamente mentre il padre era impegnato in una spedizione di caccia.
Ad allontanare definitivamente Grouard dai Lakota furono a quanto pare dei guai coniugali: nel 1875 un litigio particolarmente violento con i genitori della giovane Oglala che aveva preso in moglie lo spinse ad abbandonare anche la banda di Cavallo Pazzo e a rifugiarsi all’agenzia di Nuvola Rossa, dove, vestito solo di un perizoma, si presentò facendosi riconoscere come l’ex-corriere postale e dichiarando di esser riuscito a fuggire dalla prigionia presso i Sioux. Alcuni però lo riconobbero, visto che Grouard aveva partecipato due anni prima all’incontro di una delegazione Oglala che aveva tentato di convincere le bande di “ostili” a presentarsi all’agenzia. In quell’occasione Grouard aveva rivisto anche Toro Seduto, e soltanto la protezione di Cavallo Pazzo lo aveva salvato dall’ira del suo vecchio protettore.
Fu all’agenzia di Nuvola Rossa che avvenne un altro incontro importante per Grouard, quello che avrebbe segnato decisivamente la fine del suo periodo indiano e l’inzio di quello di rispettabile scout al servizio dell’esercito statunitense. Agli inizi del 1876 fu infatti presentato al generale George Crook, che, impressionato favorevolmente da quell’omone taciturno che sembrava conoscere tanto bene i Sioux e i loro costumi, lo reclutò subito come interprete e scout. Il primo incarico importante di Grouard fu quello di accompagnare la prima spedizione punitiva contro le bande ostili che avvenne sotto forma di un attacco a un accampamento di Cheyenne e Lakota sul fiume Powder nel marzo del 1876. L’abilità di scout di Grouard si rivelò decisiva: egi seppe infatti individuare una pista indistinta che soltanto un indiano, o un uomo vissuto tra gli indiani, avrebbe potuto scoprire. La notizia dell’attacco al Powder, insieme a quella del tradimento definitivo di Grouard, non tardarono a raggiungere gli Hunkpapa di Toro Seduto che commentò seccamente:?
“Un tempo quell’uomo avrebbe dovuto essere ucciso e io invece lo tenni con me. Ora si è messo con i soldati: è malvagio, e bisogna ucciderlo.”


Un ritratto rarissimo di Toro Seduto

Il secondo incarico prestigioso per Grouard arrivò nel giugno 1876, quando accompagnò Crook nella famosa spedizione delle Black Hills: Grouard era il capo dei trentacinque scout bianchi e sanguemisto cui si aggiunsero poi quelli Crow di Molti Trofei e gli Shoshone di Washakie. Grouard si attribuì più tardi il merito di aver localizzato il villaggio Oglala di Cavallo Pazzo, avvertendo Crook del pericolo e facendo in modo che la battaglia non si risolvesse in un totale disastro per l’esercito americano. La maggior parte degli storici ha però ignorato la versione dei fatti proposta da Molti Trofei nella sua autobiografia: il capo Crow ricordava molto bene il capo degli scout di Crook, “un Sioux sanguemisto di nome Mancino” (Grouard, come già ricordato, era spesso scambiato per un mezzosangue indiano a causa della sua carnagione scura) che fungeva anche da interprete con gli scout Crow e Shoshone. Molti Trofei riferì che lui e i suoi esploratori avevano fortemente sconsigliato Crook di scendere al Rosebud, vista la mole dell’accampamento di Cavallo Pazzo (che sarebbero stati quindi gli scout indiani, e non Grouard a localizzare), ma che Crook aveva poi deciso di ignorare il consiglio. Secondo Molti Trofei:? “…egli (Tre Stelle, il generale Crook) doveva pur sapere che, se Mancino aveva tradotto con lingua dritta, la sua decisione di andare al Rosebud era pessima. Tre Stelle era un brav’uomo e io ho sempre pensato che se avesse capito tutto quello che i nostri Lupi (gli scout Crow) gli avevano riferito tramite Mancino, anziché dirigersi verso il Rosebud sarebbe andato nella valle del Little Big Horn. Sospetto sempre degli interpreti. Troppi di loro hanno la lingua biforcuta.”


Il capo dei Crow, Molti Trofei

?L’immaginazione romantica potrebbe perfino portare a immaginare un Grouard in cuor suo rimasto sempre fedele ai suoi Sioux, che inganna di proposito Crook per favorire la grande vittoria di Little Big Horn, una visione che è quasi la versione storica del finale del film Il Piccolo Grande Uomo. Le parole di Molti Trofei fanno pensare però a un’altra spiegazione, ovvero che Grouard non avesse grande dimistichezza con le lingue indiane. Era evidente infatti che si aiutava con il linguaggio dei segni, visto che altrimenti non avrebbe potuto comunicare con le guide Crow e Shoshone, le cui lingue appartengono alla stessa famiglia del Lakota, con cui però non sono mutualmente intelligibili. Anche la sua abilità con il linguaggio dei segni doveva comunque essere scarsa come dimostrarono altri due incidenti “linguistici”.
Il primo si verificò alcuni mesi dopo il Little Big Horn, il 9 settembre 1876, quando in una scaramuccia le truppe americane attaccarono un insediamento di ostili Sioux Minneconjou presso Slim Buttes. Il loro comandante rimase mortalmente ferito all’addome e si arrese a Crook; per un singolare errore di traduzione però non venne riportato il suo vero nome, Piuma di Ferro, ma fu erroneamente identificato con “Cavallo Americano”. In quel periodo Crook aveva a disposizione due interpreti: Grouard e Baptiste “Big Bat” Pourier, un trapper di origine francese sposato con una donna Lakota. Sempre secondo la testimonianza dell’interprete Sioux Louis Bordeaux, il Lakota di Pourier era impeccabile, mentre quello di Grouard era “pessimo e stentato”. Il nome Lakota di Piuma di Ferro Maza Wahacanka è d’altra parte talmente diverso da Cavallo Americano, Wasechun Tashunka, che nemmeno il più maldestro degli interpreti potrebbe confonderli sentendoli pronunciare.


Prigionieri indiani a Slim Buttes

L’unica spiegazione all’errore è appunto il fatto che Grouard non abbia interpretato le parole del capo Minneconjou, ma i gesti con cui questi indicava il suo nome con il linguaggio dei segni. Nessuno tuttavia mise in dubbio le affermazioni di Grouard e il capo ucciso a Slim Buttes rimase per tutti Cavallo Americano, nonostante negli anni successivi i capi Oglala Cane Maschio e il vero Cavallo Americano continuassero a ripetere che il nome del guerriero ucciso era Piuma di Ferro e nessun Cavallo Americano era mai stato ucciso in battaglia. Come nel caso di Molti Trofei, la parola dello scout Grouard fu tenuta in maggior conto rispetto a quella dei capi indiani.
L’ inesperienza di interprete di Grouard dette però i suoi frutti più drammatici in occasione della resa del suo vecchio amico Cavallo Pazzo. Quando fu chiesto a Cavallo Pazzo di entrare come scout nell’esercito come supporto nella campagna contro i Nasi Forati, fu Grouard a fare da interprete e fu lui a tradurre l’affermazione di Cavallo Pazzo, che assicurava che avrebbe combattuto i Nasi Forati fino all’ultimo uomo come “avrebbe lottato finché non fosse rimasto un solo uomo bianco”.


Frank Grouard a cavallo

Ora, anche in questo caso in Lakota le parole “Nasi Forati” Poge Hloka e “uomini bianchi” wasichu sono troppo diverse per essere confuse; non lo sono però nel linguaggio dei segni, in cui i Nasi Forati vengono indicati passando l’indice della mano destra sotto il naso, mentre i bianchi vengono indicati passando lo stesso dito all’altezza degli occhi. Un nuovo errore di interpretazione, che probabilmente, insieme all’atteggiamento arrogante e insolente di Cavallo Pazzo contribuì ad esacerbare il tenente Clark e Crook contro il capo Oglala e a rafforzare i loro sospetti circa un suo complotto contro l’esercito e un’eventuale fuga. Molti pensarono addirittura che Grouard avesse volontariamente travisato le parole di Cavallo Pazzo per esporlo alle ire dei militari ed evitare che il capo Oglala rivelasse i suoi trascorsi nelle guerre Sioux contro gli americani (secondo Bordeaux, Cavallo Pazzo era poi “furioso” con Grouard, che considerava un traditore). L’incidente di Slim Buttes farebbe però pensare che l’errore di Grouard, evidentemente impreparato e forse travolto dalla tensione dei colloqui, sia stato effettivamente involontario.
Il generale Crook
Nonostante questo, Grouard seguitò ad essere tenuto in grande considerazione dalle alte sfere dell’esercito statunitense; lo stesso generale Crook dichiarò in un’occasione che “avrebbe preferito essere privato di un terzo del suo comando piuttosto che dei servizi di Grouard”.
Nel decennio 1880-90 Grouard seguitò a gravitare intorno all’agenzia di Pine Ridge, dove sposò una mezzosangue Lakota, Sally Garnett, e si riunì con la sua “sorellastra” Nettie Goings. Seguitò allo stesso tempo a servire come scout nell’esercito nel Wyoming e nel Nebraska; fu inoltre uno degli scout al servizio delle truppe del generale Miles nei giorni dei disordini della Ghost Dance e del massacro dei Wounded Knee nel 1890. Nel 1894, Grouard dettò le sue memorie al giornalista Joe DeBarthe, che ne ricavò successivamente un racconto fortemente romanzato intitolato Life and Adventures of Frank Grouard. I suoi ultimi anni furono macchiati da un episodio sospetto: ritornato ai primi del Novecento a Pine Ridge (dove, dopo aver divorziato dalla seconda moglie, sposò in terze nozze Eulalie Garnier, sorella del famoso scout Baptiste “Little Bat” Garnier), nel 1902 cercò di assicurarsi una porzione delle terre assegnate ai Sioux secondo il Dawes Act, simulando una discendenza Lakota con la complicità di un anziano Oglala, Soldato in Piedi. Alcuni giorni dopo le testimonianze e gli accertamenti del caso, Soldato in Piedi fu vittima di un misterioso avvelenamento e Grouard, probabilmente coinvolto e temendo un arresto, si affrettò a lasciare la riserva e rifugiarsi nel Missouri, dove morì, nascosto e dimenticato da tutti, nel 1905. Una fine, se non proprio ingloriosa, abbastanza malinconica per l’uomo che era stato uno degli scout più famosi dell’esercito e che secondo Toro Bianco, un Hunkpapa nipote di Toro Seduto era stato “l’unico uomo bianco che era riuscito ad ingannare Toro Seduto e tutta la sua tribù”.

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