La riabilitazione di Custer

A cura di Enrico Franceschini

La riabilitazione del generale Custer passa per quelle colline del Montana che sovrastano il fiume Little Big Horn su cui un gruppo di archeologi americani ha effettuato per anni delle ricerche approfondite sulla famosissima battaglia tra Sioux e alleati contro le giacche blu. Studiando 4400 oggetti – pallottole, monete, ossa, brandelli di stivali e altro materiale – recuperati in due anni di paziente lavoro sul luogo di una delle più celebri battaglie della conquista del West, i ricercatori sono riusciti a ricostruire, almeno parzialmente, quel che davvero accadde nel pomeriggio del 25 giugno 1876. Leggi il resto

I vampiri del New England

A cura di Gian Mario Mollar


Un kit anti-vampiri venduto a Boston intorno al 1840

“Da quando ho iniziato a cercare, mi sono convinto a perseverare nella ricerca… e questa mattina ho aperto la tomba di mia figlia… che è morta… – la più giovane delle mie tre figlie – quasi sei anni fa… Nell’esaminare il cadavere, i polmoni non si erano disfatti, ma contenevano ancora del sangue, sebbene non fosse fresco, ma grumoso. I polmoni non apparivano come si potrebbe supporre potrebbero apparire in un corpo appena deceduto, ma erano di gran lunga più vicini a uno stato di solidità di quanto ci si sarebbe aspettati. Il fegato, mi hanno riferito, era sodo come i polmoni. Leggi il resto

Cercatori d’ossa nel west

A cura di Luca Barbieri

Dinosauri e Far West sono argomenti per i quali l’associazione mentale non è proprio immediata, ma esiste comunque tra loro un legame fatto non solo di qualche psichedelica avventura di Tex Willer nel ventre della terra.
Fu l’anatomista inglese Richard Owen a coniare il termine “dinosauri”; era il 1841, ma delle ossa delle “terribili lucertole” se ne parlava già da quasi cinquant’anni, da quando cioè il paleontologo francese Georges Cuvier aveva cominciato a guardarle con occhio scientifico alla luce dell’imperante razionalismo illuminista. L’intuizione di Owen, però, fu quella di avviare una sistematica revisione di tutte le catalogazione confuse e piuttosto approssimative avvenute negli anni precedenti, giungendo alla conclusione che tutte le ossa dissepolte appartenevano a un’unica grande famiglia: quella di rettili mostruosi e giganteschi estintisi milioni di anni prima. Leggi il resto

I Natchez

A cura di Gianni Albertoli

Gli indiani Natchez rappresentano sicuramente una delle popolazioni più particolari di tutto il continente nord-americano. Strettamente imparentati con i Taensa e le Avoyel, parlavano un dialetto del ceppo linguistico Muskhogean ma, probabilmente, separato da lungo tempo da quello delle altre popolazioni del Sud-Est, tanto da essere chiamato “Natchesan”. Se la lingua di un popolo sembra non essere un indizio sicuro sull’origine etnica dello stesso popolo, noi possiamo però affermare che i Natchez stavano alla guida di un certo numero di tribù minori, la maggior parte delle quali non erano imparentate con loro.
La tribù era portatrice di una struttura sociale molto complessa e verticistica, se i “Soli” e i “Nobili” rappresentavano le classi agiate e aristocratiche, il loro linguaggio differiva anche notevolmente da quello delle classi inferiori; questo fatto venne subito notato dal Du Pratz, anche se non possiamo escludere che il francese abbia confuso il linguaggio delle classi povere con il “Mobilian”, la lingua franca del territorio. Leggi il resto

Nuvola Rossa e Othniel Marsh tra fossili e dinosauri

A cura di Anna Maria Paoluzzi

Nuvola Rossa e Marsh
La mattina del 20 gennaio 1883 la stazione di New Haven era in fermento. Gran parte degli sguardi era rivolta a un’alta, distinta figura che alcune voci identificavano come il professor Othniel C. Marsh, il paleontologo della Yale University che dalle terre selvagge del South Dakota aveva estratto gli enormi scheletri di animali fantastici simili a draghi, i “rettili del tuono”. L’attenzione generale era però rivolta soprattutto a uno dei binari, quasi dovesse apparirvi da un momento all’altro una di quelle enormi creature di cui il professor Marsh aveva fatto lo scopo stesso della propria esistenza.
Il fischio prosaico di un treno in arrivo sembrò tentare di riportare gli astanti alla normalità del quotidiano. Leggi il resto

Archeologi al Little Big Horn

A cura di Cesare Bracchi
Il ritrovamento di un proiettile
Il primo a riconoscere il valore potenziale dell’archeologia storica sul campo di battaglia di Little Big Horn fu il Sovrintendente Edward Luce che negli anni ’40 pensò di organizzare i primi scavi. Tuttavia gli eventi della II Guerra Mondiale ebbero il sopravvento su qualsiasi iniziativa e l’idea fu accantonata.
Solo nel 1958, ad opera di 2 archeologi, iniziarono finalmente gli scavi nella zona della collina di Reno-Benteen. Questi lavori portarono alla luce parecchi manufatti che contribuirono a identificare con certezza l’area nella quale i soldati si trincerarono per difendersi dall’assedio degli indiani. Leggi il resto