I Cheyenne Dog Soldiers

A cura di Gaetano Della Pepa

Le cosiddette “società guerriere” erano quei raggruppamenti che, all’interno delle bande o delle tribù, si incaricavano dell’inquadramento delle individualità dei guerrieri, finalizzandole al bene collettivo. Svolgevano incarichi di “polizia” interna e portavano avanti le attività guerresche sempre in prima linea. La loro rilevanza era enorme, anche se il contatto con i bianchi ne ridusse la portata.
Tra i Cheyenne l’importanza delle società guerriere, specialmente di quella dei Soldati Cane, fu veramente notevole.
Dopo la morte di Dolce Medicina (mitico personaggio della nazione Cheyenne) un giovane uomo sognò per quattro notti che doveva organizzare una nuova società di guerrieri. Invitò un certo numero di giovani uomini a riunirsi nel suo tepee e raccontò il sogno; poi scelse quattro di loro che andassero dal loro Sacerdote delle Sacre Frecce a chiedere il permesso.
Dal momento che le Frecce erano l’autorità più alta della tribù, non si poteva far niente di nuovo di questo genere, senza il permesso del loro Sacerdote o Custode. E il Sacerdote non approvò la richiesta.
“Bene” ,disse il giovane uomo, “poichè il Sacerdote della Freccia non mi crede, dimostrerò che sto dicendo la verità prima che domani sorga il sole.” L’usanza, per tutti i giovani uomini, era di alzarsi prima che facesse giorno e di uscire dal villaggio andando in direzioni differenti a perlustrare la zona. Proprio uno di questi giovani, nello svolgere il delicato compito allo spuntare dell’alba, vide un uomo in piedi, in cima ad un alto colle. E tutt’intorno a lui, centinaia di cani. L’intera sommità della collina ne era piena.

Lassù c’era ogni cane del villaggio. Quando il giovane in perlustrazione si fece più vicino, poté vedere che si trattava del ragazzo che aveva sognato di organizzare la nuova società militare. Tornò al villaggio per raccontarlo e scoprì che tutti andavano di qua e di là in cerca dei loro cani, che sembravano scomparsi. Così descrisse quello che aveva visto e i giovani uomini che si erano radunati il giorno prima andarano a riferirlo al Sacerdote della Freccia. Il Custode ammise di aver avuto torto e disse che il giovane uomo poteva fare quello che voleva per organizzare la nuova società, dato che aveva mostrato in modo indiscutibile il suo potere. Così una capanna venne spostata al centro dell’accampamento per la cerimonia ed il giovane uomo arrivò e si mise a pregare davanti ad essa. Poi entrò nel tepee e quando tornò fuori i cani scesero dalla collina correndo ed entrarono e poi uscirono dalla capanna in una lunga ed ordinata fila. Poi si separarono e ciascuno ritornò, sempre di corsa, dal rispettivo proprietario. La cerimonia dell’organizzazione della nuova società fu lunga, durò quattro giorni durante i quali prepararono i costumi ed impararono quello che dovevano sapere. Alla fine mangiarono carne di bisonte cucinata in modo speciale e, quando ebbero terminato, i cani si radunarono tutti lì, una seconda volta, e ciascuno ebbe un assaggio della pietanza.


I Dog Soldiers

Gli Uomini Cane diventarono una delle più intrepide fra le società dei guerrieri cheyenne. Molti di loro fecero il giuramento di suicidarsi o – come lo chiamavano – pronunciarono “l’incantesimo dei vecchi”. Quando sfilavano in parata intorno all’accampamento prima della battaglia, i vecchi si schieravano ai loro lati e i banditori annunciavano a gran voce: “Guardate questi uomini per l’ultima volta, fintanto che sono vivi per l’ultima volta;hanno buttato via la loro vita”. Anche in altre tribù c’erano gli Uomini Cane, erano buoni combattenti e diventarono famosi. Ma gli Uomini Cane, o Guerrieri Cane, come sono stati chiamati in molti testi, non erano l’unica società di guerrieri coraggiosi, come molti credono. Capitava che per un pò fosse una società ad avere la massima fama; poi questa passava a un’altra. Ma sembra che il maggior credito sia sempre andato agli Uomini Cane. Gli appartenenti alla Società dei Soldati Cani venivano prescelti da una soltanto delle bande che andavano a caccia sul territorio degli Cheyenne, bande nelle quali questi erano divisi. In tal modo, a differenza delle altre società di guerrieri, i Soldati Cane conservavano la loro unità anche durante gli annuali spostamenti. Si rivelarono estremamente importanti nel periodo culminante dello stato di guerra contro i Bianchi fra il 1859 ed il 1869. Fu lo scontro di Summit Springs (1869), nel quale il loro leader Toro Alto rimase ucciso, a dare il colpo di grazia al loro potere.

Lo stesso Dolce Medicina spiegò quale fosse il significato del guinzaglio e del piolo, oggetti emblema dei primitivi kamikaze. Se un giovane uomo lo desiderava avrebbe potuto fare un voto di conficcare il piolo in terra e legandosi ad esso nella battaglia successiva, quando il nemico avesse cominciato ad avvicinarsi diventando sempre più pericoloso. Questo significava che avrebbe saldamente occupato quella posizione e non sarebbe indietreggiato, combattendo fino a quando il nemico non fosse stato respinto o lui avesse incontrato la morte. Gli altri, se ne erano capaci, si potevano arroccare con lui su quella stessa posizione e combattere cercando di salvarlo. Chiunque avesse contribuito a salvare un simile guerriero in questo modo per quattro volte, aveva il diritto di liberarne un altro in futuro. Cioè poteva entrare nella mischia quando il guerriero stava per essere ucciso, sradicare dal suolo il piolo e colpire il compagno facendoglielo strisciare con forza sul dorso, per rendere nullo il voto. Per i Soldati Cane, che avevano fatto giuramento, era un grande onore morire combattendo e legati al piolo. C’era anche un altro modo di impegnarsi al suicidio in guerra. Ma in questo caso non c’erano né guinzaglio né piolo; il guerriero si limitava a lanciarsi in mezzo ai nemici, e caricarli senza sosta, esponendosi fino a quando non veniva ucciso. Gli altri giovani guerrieri, influenzati, ne seguivano l’esempio. Sono molte le storie di battaglie indiane che narrano queste gesta. Mentre i giovani suicidi continuavano a farlo fino a quando venivano ammazzati, gli altri, dopo un po’ smettevano di esporsi. Non facevano mai più di quattro di queste cariche o assalti nello stesso posto.

Ma c’erano anche altre motivazioni che spingevano i giovani a cercare la gloria in battaglia. Le troverete nella seconda parte relativa alle donne native. Era usanza di ogni società dei guerrieri radunarsi di tanto in tanto per una festa oppure di organizzare una danza alla quale potessero partecipare in allegria tutti i componenti della tribù. A queste danze i membri della società si pavoneggiavano, descrivendo i loro atti di coraggio oppure raccontando quello che avevano giurato di fare nella battaglia successiva. Un giovane uomo, in quell’occasione, non aveva occhi che per la sua ragazza e cercava di far colpo su di lei con la sua abilità nella danza e l’onorevole passato di guerriero e tutti di divertivano molto. Talvolta la festa continuava per tutta la notte con canti, danze ed urli di tutti i componenti alcuni dei quali raggiungevano livelli parossistici di partecipazione. Anche i Guerrieri Cane organizzavano le loro feste e le loro danze; anzi, fu proprio per questo motivo che si videro attribuire il nuovo nome di Cani Pazzi. Cominciavano la danza ma poi si eccitavano talmente da continuarla attraversando un torrente o un fiume tutti vestiti com’erano, sempre cantando. E la gente cominciò a chiamarli “danzatori pazzi” o “Cani Pazzi”.
Un uomo non poteva nemmeno corteggiare una ragazza se non aveva dato prova del suo coraggio. Ecco una delle ragioni per cui tanti giovani erano ansiosi di dimostrarsi audaci in guerra. La madre di una ragazza stava sempre con lei e, se il giovane uomo si faceva avanti, la madre parlava di lui con gli altri – come voleva l’usanza – e chiedeva che cosa avesse fatto in battaglia. Effettivamente avevano tutti una gran paura di quello che poteva dire la gente, e soprattutto le donne, se si fossero comportati da vigliacchi. Le donne avevano perfino un canto nel quale si parlava di un uomo cui era venuto a mancare il coraggio. Il canto diceva :”Se hai paura quando vai all’assalto, voltati e torna indietro. Le Donne del Deserto ti divoreranno”. Voleva dire che le donne avrebbero parlato talmente male di lui che sarebbe stato meglio morire. Avevano anche un altro canto :”Se tu avessi combattuto da coraggioso, avrei cantato per te”. E voleva dire la stessa cosa. Il canto delle donne era sempre il sottofondo musicale che incitava gli uomini a fare qualsiasi cosa. Era duro andare in battaglia, e spesso avevano paura, ma era peggio tornare indietro ed affrontare le donne. Ecco una delle ragioni per cui non mostravano di essere impauriti, ma si buttavano a capofitto nel combattimento; vi erano quasi costretti. Ai tempi della sua gioventù, mi raccontava mio nonno, non erano ben visti dalle ragazze quei giovani che veniva scartati dal servizio della leva. Non era in ballo il coraggio ma chi non poteva essere un buon soldato non dava garanzie per diventare un buon marito. Alcuni membri delle società di guerrieri sceglievano quattro principesse, o fanciulle-guerriere, che venivano considerate alla stregua di sorelle dagli uomini appartenenti alla società, e venivano convocate ogni volta che questa si riuniva. Erano trattate con grande onore e portavano fortuna agli uomini. Ogni società cercava di avere le fanciulle più belle o che avessero il migliore carattere.

Una fanciulla-guerriera non poteva sposarsi senza il consenso comune e il suo matrimonio era sempre una grande cerimonia alla quale prendeva parte l’intera società. Non si poteva celebrare il matrimonio secondo l’antica consuetudine per la quale le persone se ne andavano semplicemente via insieme. Veniva sempre celebrato secondo le nuove regole per il matrimonio insegnate da Dolce Medicina , secondo le quali un dono di cavalli veniva offerto dallo sposo ai genitori della ragazza. E, in aggiunta, se sposava una fanciulla-guerriera, la sua famiglia doveva fare donazioni di molti oggetti di pregio e di cibo in abbondanza ai membri della società. C’erano fanciulle-guerriere che non si sposavano mai. Una ragazza poteva sposarsi e continuare il ruolo di fanciulla-guerriera, ma questo capitava di rado. Tra gli Cheyenne tutte le società guerriere avevano le loro quattro principesse, tranne quella dei Soldati Cane e le Corde d’Arco. Erano intimoriti dal pensiero della sfortuna che li avrebbero potuti colpire se una delle ragazze si fosse cacciata nei guai.

Termino l’articolo ricordando che la mia attenzione si è limitata solo ad alcuni aspetti e solamente ad una sola delle società guerriere e della sola tribù degli Cheyenne. In seno a quella tribù vi erano almeno altre quattro società, altrettanto bellicose e numerose. La nostra attenzione è stata circoscritta alle notazioni mitico-folcloristiche, tralasciando l’enorme importanza storica-guerriera che dette società ebbero nell’impatto con i Bianchi. Come pure non si è sfiorata la loro organizzazione interna ed i loro compiti specifici di mantenimento dell’ordine all’interno della tribù.

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