Alle radici della Guerra Civile Americana

12 aprile 1861 – 155 anni fa iniziava la Guerra Civile Americana

12 aprile 1861 – inizia la Guerra Civile Americana

A cura di Renato Panizza

Vann Woodward, eminente storico americano, premio Pulitzer nel 1982, scrisse che la guerra civile americana è stata costruita “mattone su mattone come una casa”. Credere che la più sanguinosa tra tutte le guerre che i soldati americani combatterono nella loro storia, sia scoppiata per liberare gli schiavi e abolire per sempre la schiavitù sul suolo dell’Unione, è un’idea sbagliata, frutto di cattiva informazione infarcita di retorica; anche se, di fatto, alla fine tutti gli schiavi vennero affrancati e lo schiavismo come istituzione, la “peculiare istituzione”, nell’Unione terminò di esistere. Ciò non significa, d’altra parte, che la questione della schiavitù non abbia giocato un ruolo determinante per scatenare il conflitto. Tutt’altro! Essa fu la “matrice fondamentale” nella quale si aggregarono tutte le componenti, sociali, politiche ed economiche che, anno dopo anno, portarono la Nazione a dividersi profondamente: “una casa divisa in due”, come disse il Presidente che guidò l’Unione durante quei terribili, tragici anni di conflitto, il presidente Abraham Lincoln.
Le radici della guerra civile americana vanno dunque ricercate “scavando” indietro nel tempo, nel passato remoto della Nazione americana, anzi, prima ancora che si formasse; vanno individuate in una molteplicità di fattori che si sommarono progressivamente, per decenni, e alla fine crearono due identità culturali sostanzialmente differenti per struttura e modelli di sviluppo, che inevitabilmente (ma sulla ineluttabilità della guerra ancora si discute) finirono per cozzare l’una contro l’altra.
Charles Mason e Jeremiah Dixon furono due agrimensori chiamati a dirimere una controversia territoriale creatasi tra alcune delle tredici colonie inglesi nel XVIII secolo: essi stabilirono una definitiva linea di confine tra la Pennsylvania, il Maryland, la Virginia e il Delaware. La cosiddetta linea Mason-Dixon, col passare del tempo, diciamo soprattutto a partire grosso modo dal 1820, venne sempre più percepita dagli americani, non solo come una semplice demarcazione di confini, ma come una netta separazione tra due culture, tra due “mondi” diversi: a Nord gli Stati “yankees”, a Sud quelli “dixie”.


Un gruppo di re-enactor in azione

Il termine “dixie”, per alcuni, sarebbe proprio derivato dal nome Dixon; ma la sua origine non è stata mai chiarita del tutto. Potrebbe anche derivare dalla scritta su una banconota emessa nel “profondo Sud”, in Mississippi o Louisiana. Il termine “yankee”, con ogni probabilità deriverebbe da due parole: la prima, il nome olandese molto comune di Jan (Giovanni); la seconda, significa formaggio: gli olandesi furoni i primi abitanti della città (Nuova Amsterdam)che sarebbe diventata in seguito New York… ed erano conosciuti come grandi mangiatori di formaggio! A parte queste considerazioni pittoresche e non del tutto sicure, la demarcazione tra Stati nordisti e sudisti (comprendendo anche quelli che si formarono dopo la guerra d’indipendenza contro la madre patria inglese) continuava lungo il corso del fiume Ohio: al di spopra del fiume, Staiti yankees come l’Ohio (fondato nel 1803), l’Indiana (1816), l’Illinois (1818); al di sotto, terra sudista, anche sarebbe necessario un discorso particolare per il Kentucky e la Virginia occidentale che si distaccò dal resto della Virginia al momento della secessione; e così anche per gli altri “border states” a Est, come il Maryland e il Delaware.


Le battaglie che infiammarono la Guerra Civile

Per capire in cosa consistessero le molteplici diversità tra i due “mondi” (che è la giusta “chiave” di comprensione delle radici della guerra civile) è indispensabile conoscere chi furono i colonizzatori delle regioni in cui si sarebbero formati quegli Stati.La colonizzazione delle regioni più meridionali che si affacciano sul golfo del Messico è sicuramente la più antica, e risale già al XVI secolo con gli Spagnoli.Gli Spagnoli di CarloV si spinsero con Lucas Vàsquez de Ayllòn fino addirittura alle regioni della futura Georgia e Carolina del Nord, impiantandovi qui,per la prima volta nell’America del Nord, lo schiavismo. Agli Spagnoli seguirono i Francesi, che colonizzarono, si, ampie aree del Canada meridionale,ma influenzarono fortemente anche il Sud, ritrovandosi lungo tutta la valle del Mississippi, fino al delta del grande fiume, dove fondarono in onore del Re Sole, Luigi XIV, la città di Nuova Orleans, e diedero alla regione il nome di Louisiana. Da allora, nonostante l’immigrazione successiva da altre Nazioni europee, queste aree subirono fortemente l’influenza delle culture spagnole e francesi, riempiendosi di missioni cattoliche, e portando visibile lo stile franco-spagnolo nella stessa urbanistica e tradizione culinaria; negli usi e nei costumi della gente che lì viveva; e anche nella razza: i “creoli”. Ma pure nei difetti! Pensiamo all’indolenza o alla spavalderia, a quel temperamento “sanguigno”, quel senso dell’onore portato all’eccesso, fino al duello per futili motivi; quella vanteria, quell’alterigia aristocratica delle classi più abbienti, che giungerà ad attirarsi le più fiere antipatie degli uomini del Nord, così diversi. Gli Inglesi colonizzarono le aree settentrionali, ma è indispensabile distinguere la Virginia e il Maryland dalla cosiddetta “Nuova Inghilterra”, a nord della Mason-Dixon. Fin dai primissimi anni del XVII secolo, attraversarono l’oceano per approdare in America uomini della piccola e media aristocrazia terriera inglese insieme a gente più povera, contadini proprietari di poca terra, detti “yeomen”. Tutti rappresentavano una civiltà agraria individualista e campagnola. I più istruiti e ricchi erano gentiluomini di campagna, che vivevano dell’ideale, infarcito del classicismo rinascimerntale, così in voga nell’Inghilterra di Elisabetta I, di “cercare nuova gloria e nuove ricchezze in nuove terre”.


Soldati in attesa della battaglia

Essi fondarono una colonia a cui diedero il nome di Virginia, in onore della loro regina, “la regina vergine”. Il territorio venne suddiviso tra le famiglie, in appezzamenti decentrati, anche lontani tra loro. Al “gentiluomo di campagna” non interessava fondare grandi città: la città doveva essere funzione delle proprietà terriere, come centro di scambio e di ritrovo. Ed è qui che i mercanti olandesi e inglesi, che provvedevano a rifornire i Virginiani di merci, introdussero gli schiavi provenienti dall’Africa. Il clima mite, e sempre più caldo scendendo di latitudine, favorì l’adattamento degli uomini dalla pelle nera. Il modello che possiamo definire “virginiano” si allargò sempre più verso meridione, espandendosi fino alla lontana Florida e Louisiana, e mescolandosi, direi “ibridandosi”, con gli elementi culturali franco-spagnoli di cui s’è detto. Il “carattere sudista” andava piano piano definendosi.


Lincoln in visita al suo esercito

Avrebbe raggiunto la sua piena maturità nei primi decenni del XIX secolo, con il maggiore sviluppo delle piantagioni di tabacco, di riso, e soprattutto di cotone, specie grazie all’invenzione di Elia Withney (che era un uomo del New England, del Massachusetts!) della macchina per sgranare il cotone, la famosa “cotton gin”, che fece fare un enorme balzo avanti alla coltivazione del cotone a fibra corta e quindi determinò nel tempo lo sviluppo di immense piantagioni in tutto il Sud, con l’impiego di centinaia di migliaia di schiavi. Una conseguenza però fu la dipendenza del Sud dai mercati esteri, specialmente quello inglese, per la vendita dei suoi prodotti e l’acquisto di altre merci che il Sud non produceva (praticamnete quasi tutto!), al conveniente prezzo offerto del mercato europeo.
Tra il 1620 e il 1630, sulle coste del Nord America approdarono uomini della borghesia mercantile, artigiana e bancaria provenienti soprattutto dall’Inghilterra. Su quelle navi c’erano coloro che sarebbero passati alla storia col nome di “padri pellegrini”. Si trattava per larga parte di puritani, che erano protestanti invisi alla chiesa anglicana d’Inghilterra, per la loro intransigenza riformatrice in senso vetero-testamentario; e invisi anche alla monarchia assolutistica degli Stuart (ElisabettaI era morta). I Puritani fuggirono in America per fondare lì, nella loro “terra promessa”, la nuova “città di Dio”.


Una famiglia di schiavi di colore

La terra promessa era il Massachusetts, che accanto al Connecticut, Rhode Island e altre colonie che si aggiunsero in seguito (come il New Jersey o il New Hampshire) avrebbe formato la “Nuova Inghilterra”. Ciò che più ci interessa nella nostra ricerca, non è la loro intransigenza religiosa (che avrebbe portato a fatti gravi di persecuzione interna, caccia alle streghe, etc…), ma come intendevano la vita. Era gente molto laboriosa ed efficiente,industriosa, piena di inventiva e inarrestabile: il dovere principale degli “eletti di Dio”, come si ritenevano, era produrre e risparmiare, lavorando instancabilmente; e il premio sarebbe stato la ricchezza individuale, così come la miseria il giusto castigo per l’ozioso. A distanza di quasi due secoli, gli aspetti più crudi del loro temperamento dettato dal credo puritano andarono via via stemperandosi, specialmente in stati come il New York, l’Ohio e ancor più procedendo verso Ovest, sempre sopra la Mason-Dixon. E allora cosa rimase? Rimase e si consolidò sempre di più una società estremanete produttiva, concentrata (mi riferisco esattamente al New England ) più nelle città che nelle campagne, anche perché il clima piuttosto freddo non permetteva grandi dispersioni di popolazione. Lì, si sviluppavano opifici e attività produttive artigiane di vario genere; la pesca, specie delle balene, con la relativa crescita di attività connesse alla produzione di olio e altri derivati; traffici mercantili navali, e quindi commercio oltre oceano, finanza e banche; e forte incentivo alla cultura, con taglio più propriamente tecnologico, in centri scolastici che poi sarebero diventati Università famose ancora oggi.


Giovani soldati sostengono la bandiera

Insomma, una società ben diversa dal Sud: aperta al rinnovamento, con sete di sapere e di scoprire; dinamica e pronta ad allargarsi ad ovest, anche per dare sfogo alla massa di immigrati ,che iniziò a crescere specialmente intorno alla metà del secolo XIX . In Irlanda in quegli anni si verificò una gravissima crisi alimentare causata da un fungo: la peronospora della patata. L’alternativa era partire per l’America… o morire di fame!
Pare che a determinare un balzo in avanti nella direzione di un massicco aumento delle capacità produttive delle aziende del Nord, sia stata una guerra: la guerra contro l’Inghilterra del 1812, dichiarata dalla neonata Nazione americana. Lì, si rischiò una prima secessione, ma di segno opposto! Gli Stati del New England minacciarono di lasciare l’Unione e fare pace per conto loro con gli Inglesi che stavano bloccando tutti i porti con la potente flotta da guerra. Era per gli abitanti del New England una questione di sopravvivenza! La questione si risolse con una vittoria dell’Unione e una pace in tempi utili, ma ciò determinò comunque una risposta ben percisa da parte degli operosi uomini del Nord: una forte spinta alla produzione artigianale, che divenne industriale con l’arrivo dall’Europa della “rivoluzione industriale” e l’apporto della macchina a vapore, usata anche in agricoltura per azionare ad esempio le trebbiatrici.


Pistole in uso nell’esercito confederato

La conseguenza di enorme portata sociale ed economica (e illuminante per la nostra ricerca) fu che la società yankee passò dall’essere mercantile-libero scambista (più o meno come sarebbe sempre stato il Sud, con una sostanziale differenza: il Sud non possedeva una sua flotta mercantile, ma si basava su quella del Nord o dei paesi dell’Europa) a una di tipo industriale-protezionista. Ciò significa una sola cosa: bisognava proteggere le proprie industrie dalla concorrenza mercantile degli altri paesi sul mercato interno, perché si sviluppassero di più, imponendo dazi doganali di importazione che rendessero i prodotti stranieri meno convenienti di prima, e più convenienti quelli prodotti nell’Unione, anche se , magari, di qualità inferiore.
Il carattere “yankee” andò sempre più definendosi, così come si definiva quello degli abitanti di Dixieland… ma in senso diametralmente opposto! Tanto il Sudista era provinciale, nel senso che si sentiva più appartenente al proprio Stato che non all’Unione, quindi in fondo chiuso nel suo mondo, aristocratico e dorato per i ricchi; tanto il Nordista guardava al prestigio da conquistare all’estero, alla ricchezza da capitalizzare e reinvestire, a progredire ed espandersi verso il West.
La schiavitù ci fu inizialmente anche nel Nord, ma non attecchì, sia perché il clima, come detto, non lo favorì; ma soprattutto perché il tipo di agricoltura era ben diverso dalle monocolture delle grandi piantagioni che richiedevano per prosperare grandi masse di manodopera schiava.
Si andarono quindi sviluppando due società, la nordista e la sudista, che avevano interessi troppo diversi per andare d’accordo. Due società che erano però “sotto lo stesso tetto”: il Governo, che era uno, come avrebbe potuto gestire interessi così diversi, e fare andare d’accordo tutti? Una metà dei Senatori e dei parlamentari difendevano gli interessi del Sud, soprattutto dei grandi proprietari schiavisti, l’altra metà gli interessi del Nord, che era legato allo sviluppo delle sue industrie e dei suoi commerci. I problemi trovarono un aggiustamento per molto tempo, finché non si innestò in questo tessuto molto teso la questione della schiavitù. Ma come? Per motivi ideologici, etici, morali… Anche!


La morte in un campo di battaglia

Ma soprattutto per un motivo: a ovest i Territori colonizzati dai pionieri sarebbero presto diventati veri e propri Stati (una volta raggiunta una soglia di popolazione stabilita). E come avrebbero dovuto essere? Stati schiavisti, e quindi legati all’economia e alla cultura Dixie? Oppure Stati liberi, legati agli interessi del Nord? Se ci fosse stato uno squilibrio in numeri, presto al Senato e alla Camera dei Deputati le forze di potere sarebbero passate in mano all’una o all’altra parte, che avrebbe naturalmente usato la sua maggioarnza per fare i suoi interessi. Chi doveva prevalere? La Nazione era tutt’altro che omogenea. Il Governo non poteva soddisfare alle esigenze di Stati così profondamente diversi tra di loro.


Una grande casa del sud

La scacchiera era lì, pronta: si trattava ora di cominciare a muovere i pezzi. E i pezzi furono mossi!In un crescendo di tensioni provocate da leggi che via via cercavano di affrontare le questioni; in un crescendo di propaganda che descriveva l’avversario (Yankees e Dixieland) nel modo peggiore che poteva, generando solo odio sociale, e nessuna comprensione, che è condizione indispensabile per venirsi incontro, si verificarono allora tutti quegli episodi (e furono tanti, e gravi) che avrebbero portato infine allo scontro epocale.


Uno scontro tra sudisti e nordisti

Ma questo è un altro discorso: il complesso discorso sulle cause.

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