Audie Murphy, protagonista in guerra e sullo schermo

A cura di Domenico Rizzi


Il cinema western degli Anni Cinquanta e Sessanta fu dominato, come tutti sanno, da figure di primissimo piano del calibro di John Wayne, James Stewart, Gary Cooper, Burt Lancaster, Robert Mitchum o Gregory Peck, che soverchiarono con il loro indiscutibile carisma molti attori considerati da Hollywood interpreti di “B Movies”. Fra questi – che sono numerosi: Rory Calhoun, Clint Walker, John Payne, Lee Van Cleef, John Ireland, per citarne alcuni – vi fu un autentico eroe di guerra che rispondeva al nome di Audie Leon Murphy, nato a Kingston, contea di Hunt, nel Texas il 20 giugno 1924, quando sugli schermi furoreggiava Gary Cooper, più anziano di lui di oltre vent’anni.
Settimo dei 12 figli nati dal matrimonio fra Emmett Murphy e Josie Bell Killian, Audie si sarebbe dedicato al cinema dopo il secondo conflitto mondiale, interpretando una cinquantina di film per la stragrande maggioranza di stampo western, ma lo fece dopo avere combattuto su vari fronti, meritandosi una sfilza di decorazioni che nessun altro militare americano può vantare in tutta la storia della nazione.
Il servizio militare
Arruolatosi il 30 giugno 1942 come soldato semplice nella Terza Divisione di Fanteria, accettò di malavoglia il grado di caporale che gli venne imposto dai superiori per le capacità dimostrate, fu presto promosso sergeant e quindi staff sergeant e iniziò poi una rapida ascesa nei ranghi degli ufficiali, passando da second lieutenant (sottotenente) a primo tenente dei riservisti. Divenne poi capitano della Guardia Nazionale del Texas e della Guardia Nazionale degli Stati Uniti, per congedarsi infine con il grado di maggiore. Una carriera ai limiti dell’incredibile, conquistata meritatamente in 27 battaglie in Tunisia, sul fronte, italiano – partecipò anche allo sbarco di Anzio – e su quello francese, in Alsazia. Quest’ultima esperienza gli ispirò il libro autobiografico “All’inferno e ritorno”, da cui venne ricavato il film omonimo da lui stesso interpretato, diretto da Jesse Hibbs nel 1955. Nel corso di una spettacolare operazione, Murphy riuscì addirittura a far saltare 6 carri armati tedeschi e ad uccidere poco meno di 250 nemici, molti di più di quanti ne avrebbe fatti fuori sullo schermo.
Audie fu insignito della Medaglia d’Onore del Congresso, la più alta onorificenza concessa ad un militare, ma ne ottenne altre 17 soltanto negli Stati Uniti, alle quali si aggiunsero le 4 concessegli dalla Francia ed 1 dal Belgio.
Audie Murphy
Chiusa la sanguinosa pagina del conflitto, Audie scelse subito di dedicarsi alla recitazione, intepretando 2 film nel 1948:“Texas, Brooklyn and Heaven”, di William Castle e “Codice d’onore” di William Farrow. Il suo primo western risale al 1950, quando aveva 26 anni, distribuito in Italia come “Bill il sanguinario” per la regia di Kurt Neumann, una storia basata sulla biografia del fuorilegge Billy the Kid. Dal 1951 al 1954 l’attore ne interpretò diversi altri – “I predoni del Kansas”, “La prova del fuoco”, “L’ultimo fuorilegge”, “Duello al Rio d’Argento” – lavorando con registi importanti quali John Huston, Don Siegel, George Sherman e Budd Boetticher, che si sarebbero ricordati di lui anche in seguito.
Nel 1954 inpersonò la figura di Tom Destry, ideato dal prolifico scrittore Max Brand – ucciso da una granata tedesca durante la campagna d’Italia nel 1944 in una località del Lazio, dove si trovava in veste di corrispondente di guerra – nel film diretto da George Marshall “La storia di Tom Destry”, dal romanzo “Destry Rides Again”. Dopo avere interpretato “La terra degli Apaches” di Jesse Hibbs e “Il forte delle amazzoni”, girato l’anno successivo sotto la regia di Marshall, Audie recitò in “Passaggio di notte”, diretto da James Neilsson in un western in cui venne messo un po’ in ombra dal co-protagonista James Stewart, più famoso di lui e interprete di una serie di 8 western di successo diretti da Anthony Mann nella prima metà degli Anni Cinquanta, da “Winchester 73” a “L’uomo di Laramie”.
Dopo una nuova parentesi in cui lavorò in film bellici, Murphy tornò ai ruoli che prediligeva, con “La pallottola senza nome” (Jack Arnold, 1959) “Duello fra le rocce” (George Sherman, 1960) rivestendo una parte abbastanza secondaria ne “Gli inesorabili” di John Huston, nel 1960, al fianco degli affermatissimi Burt Lancaster e Audrey Hepburn. Inframmezzando spesso interpretazioni in film di vario genere, l’attore non abbandonò mai completamente il western, fu protagonista di una serie televisiva in 26 episodi nel 1961 (“Whispering Smith”) e di altre pellicole quali “Apache in agguato” (Harry Keller, 1962) “Sfida nella Valle dei Comanche” (Frank McDonald, 1963) “Pistola veloce” (Sidney Salkow, 1964) “Una pallottola per un fuorilegge” (R.G. Springsteen, 1964).


Audie Murphy sul seti di un film

Nel suo ultimo western, “A Time for Dying” diretto da Budd Boetticher nel 1969 e neppure terminato per una serie di problemi tecnici, il quarantacinquenne Murphy ebbe una parte marginale nei panni di Jessie James.
La sua carriera cinematografica si chiudeva qui, ma anche la sua vita era ormai prossima a concludersi. Il 28 maggio 1971, mentre sorvolava Brush Mountain, in Virginia, a bordo di un aereo da turismo di sua proprietà, l’attore precipitò nei pressi di Catabwa. Aveva poco meno di 47 anni. Essendo stato un eroe di guerra pluridercorato, venne sepolto nel Cimitero Militare di Arlington. Lasciava la seconda moglie, Pamela Archer – sposata nel 1951 dopo il divorzio da Wanda Hendrix – e due figli.
Di statura non molto alta per un anglo-sassone – 1 metro e 65 centimetri, poco meno di Alan Ladd, già considerato uno dei più bassi fra gli attori di Hollywood – viso rotondo ed espressione un po’ infantile da bravo ragazzo, era riuscito a ritagliarsi uno spazio nell’affollato panorama del genere caro a John Ford, adattandosi alle diverse parti richieste con versatilità e naturalezza, ispirando una spontanea simpatia.
I suoi western, lungi dal possedere connotazioni psicologiche troppo impegnative, piacquero soprattutto agli amanti delle trame lineari, generalmente a lieto fine. La televisione italiana li ha spesso riproposti nei pomeriggi dedicati al genere. Murphy si accolla raramente ruoli da cattivo in assoluto, le sue performance rispondono quasi sempre al clichè dell’onesto cowboy, dello sceriffo o del pistolero che rifugge dagli eccessi, ricorrendo alla pistola soltanto in caso di estrema necessità. In qualche caso, si tratta di un ex bandito redento, destinato a fare breccia nel cuore di fanciulle che gli leggono l’onestà negli occhi, prima ancora di conoscerne e apprezzarne le maniere gentili e l’affidabilità.


Audie Murphy con Lori Nelson

Sebbene la critica non lo consideri sullo stesso piano dei “mostri sacri” della sua epoca, Audie ha tenuto testa ad alcuni dei migliori attori dell’olimpo hollywoodiano, recitando con attrici di indiscusso fascino quali Audrey Hepburn, Lori Nelson, Susan Cabot, Elaine Stewart e Felicia Farr. I suoi lavori non hanno mai realizzato incassi superlativi, recuperando talvolta a stento le spese preventivate nel budget. Tuttavia la sua figura deve essere ascritta alla migliore tradizione del western, prima delle fragorose irruzioni del revisionismo e dello “spaghetti western”, che hanno spezzato la continuità del genere, mettendone in discussione i canoni classici.
Ma i duelli e le sparatorie che lo videro protagonista decine di volte, raramente spettacolari o teatrali, possiedono certamente maggiore credibilità di molti altri portati sullo schermo per soddisfare – come scrive il critico Charles Silver – “un’esigenza estetica”, che attiene ben poco alla realtà del West.

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