Matanza

La copertina del libro
Esce in questi giorni per la Oakmond Publishing, il secondo romanzo di Giampaolo Galli, MATANZA, una storia tragica e oscura, ispirata a un fatto di sangue realmente accaduto nei primi anni del ‘900 durante la Rivoluzione Messicana.
Protagonista della vicenda è Juana, una giovane contadina che viene venduta a un cinico sfruttatore e avviata alla prostituzione. In un Paese lacerato da una terribile guerra civile, la ragazza tenterà con ogni mezzo di sottrarsi a un triste destino e fuggirà verso il Texas con il suo carico di dolore e speranza.
Nella sua condizione di indigena e prostituta, Juana assurge a simbolo di riscatto per tutte le donne del sud del mondo, ancora oggi sfruttate da società arcaiche, pervase di machismo e intolleranza. Fulcro dell’intero romanzo è la sconvolgente storia del massacro di Torreón, da cui è tratto il titolo in spagnolo.
Nella primavera del 1911, dopo aver espugnato la città di Juarez sul confine texano, le armate rivoluzionarie di Francisco Madero muovono alla volta della ricca Torreón e la cingono d’assedio. L’esercito federale crolla dopo due giorni di furiosi combattimenti e all’alba del 15 maggio i guerriglieri entrano in città dando il via a uno dei massacri più efferati dell’intera storia dell’America Latina.
Matanza riporta alla luce questa pagina buia e dimenticata, denunciando gli orrori che vennero perpetrati ai danni della popolazione civile e in particolar modo della comunità cinese, accusata ingiustamente di aver sostenuto l’esercito governativo del presidente Porfirio Diaz.
La figura di Juana e la sua fuga disperata verso una vita migliore, si inseriscono in questo turbolento contesto storico e sociale, nel quale gran parte della popolazione contadina vive annichilita sotto un rigido sistema feudale. Eppure, come spesso accade nelle rivoluzioni, sono proprio le nuove idee progressiste di riforma e libertà a innescare fra le masse rurali del Messico la scintilla di un odio devastante e insensato.

INTERVISTA A GIAMPAOLO GALLI

FARWEST.IT: Matanza è la tua seconda opera di narrativa dopo “Along the River – La frontiera spezzata”. Sono passati tre anni da allora e anche il nuovo romanzo è ambientato nello stesso periodo. C’è una sorta di continuità tra i due?
G. GALLI: Dal punto di vista epocale certamente, anche se l’ambientazione è diversa. Stavolta siamo ben oltre il Rio Grande, alcune centinaia di miglia più a sud rispetto al New Mexico di Along the River. In questo romanzo domina il tema della guerra, e la fiction narrata si svolge in un contesto ben preciso, quello dei primi anni della Rivoluzione.

FARWEST.IT: Come definiresti il nuovo romanzo, e quali sono gli scopi di quest’opera?
G. GALLI: Matanza è un romanzo storico, che cerca di sollevare il velo su un episodio drammatico, e lo fa attraverso le vicende personali di figure immaginare quali prostitute, immigrati, soldati, latifondisti e banditi, che agiscono in un avvincente intreccio di situazioni all’ombra della grande storia.

FARWEST.IT: Quali sono gli elementi western presenti nel romanzo?
G. GALLI: Ce ne sono molti, innanzi tutto il contesto. Diversi registi hanno scelto proprio il Messico rivoluzionario per ambientare dei capolavori del cinema western, basti ricordare Il Mucchio Selvaggio di Sam Peckinpah o Giù La Testa del grande Sergio Leone. In Matanza ritroviamo tutti gli elementi classici del genere: lunghe cavalcate, cruente battaglie, bivacchi notturni nel deserto, fughe e inseguimenti, e non ultimo il tema della vendetta. Se negli Stati Uniti la storia del West si esaurisce con l’inizio del ‘900, il clima di instabilità politica e sociale del Messico rivoluzionario l’ha estesa di fatto per altri vent’anni, attirando da oltre confine e dall’Europa torme di avventurieri in cerca di gloria e maggior fortuna. Ancora oggi l’immensa frontiera tra i due Paesi è una terra di nessuno, percorsa dai narcotrafficanti dei cartelli messicani e da masse di migranti in cerca di un futuro migliore. È trascorso più di un secolo da allora, ma le selvagge distese della Sonora e del Chihuahua continuano a essere il muto scenario di intollerabili drammi umani.

FARWEST.IT: Quanto ha contato la documentazione storica nella stesura del romanzo?
G. GALLI: Direi che è stata fondamentale, pur trattandosi di un’opera di narrativa. La ricerca delle fonti, tutte piuttosto frammentarie e in lingua spagnola e inglese, ha richiesto un lungo lavoro di approfondimento, non solo sulla vicenda in sé, ma anche sul contesto sociale e politico nel quale è maturato l’eccidio. Per quanto riguarda la descrizione degli ambienti naturali, e in particolare del deserto di Chihuahua, mi hanno aiutato molto le esperienze di viaggio in quegli stessi luoghi, compiute a metà degli anni ’90. I tempi di Emilio Salgari in cui si scriveva di Paesi esotici immaginandoli dai libri e da una manciata di illustrazioni sono davvero lontani. Oggi abbiamo a disposizione il mondo intero sullo schermo del computer e passiamo dal Brasile all’Australia con un click. Credo tuttavia che l’osservazione diretta sia ancora un elemento basilare per la buona stesura di qualsiasi romanzo, a maggior ragione se la sua ambientazione esula dai nostri contesti abituali.

FARWEST.IT: Quali sono i tuoi autori di riferimento e che cosa ti ha spinto a scrivere Matanza?
G. GALLI: La passione che ho sempre avuto per i viaggi e la storia del West, ha finito per condizionare anche le mie letture. Prediligo gli autori di lingua inglese come Jack London, Joseph Conrad, John Steinbeck, e Cormac McCarthy fra tutti, da molti definito come il più grande scrittore americano vivente. Credo di aver attinto molto dalla sua visione disincantata del mondo, e Matanza è un po’il frutto di questa concezione, nella quale il male è insito nella natura dell’uomo. Raccontare di un massacro rimasto impunito e sepolto dalla polvere del tempo, mi ha anche dato l’occasione per affrontare tematiche attuali, con le quali continuiamo a confrontarci. Il machiavellismo politico, il potere denigratorio della propaganda, la sopraffazione delle categorie più deboli e la violenza sulle donne, sono elementi che puntualmente riemergono come un fiume carsico anche nella più evoluta delle nostre società. La strage di Torreón non è stata un vero genocidio, ma un’esplosione di violenza consumata in poche ore, e che va ad aggiungersi al lungo elenco di stragi commesse a ogni latitudine: dal Sand Creek al villaggio vietnamita di My Lai, dallo stupro di Nanchino alle foibe istriane, da Srebrenica a Sabra e Chatila…Eccidi compiuti in vari ambiti da genti diverse e con differenti motivazioni, eppure si tratta di crimini accomunati da un unico denominatore: l’incontenibile desiderio di prevaricazione e dominio sulla vita umana. Il perché questo avvenga ci lascia purtroppo senza alcuna risposta.

FARWEST.IT: Nel primo romanzo Along the River, l’elemento femminile era quasi del tutto assente, mentre ora la protagonista è una donna. Come mai questa scelta?
G. GALLI: Una lunga tradizione cinematografica e un certo tipo di narrativa ci hanno consegnato un’immagine stereotipata del West, nella quale le donne rivestivano ruoli di secondo piano rispetto al dilagare del testosterone. Oggi sappiamo che non andò proprio così, e Juana, la protagonista di Matanza, dopo aver subito un interminabile calvario, ci restituisce la figura di una donna forte e determinata, in armonia con la sua innocente femminilità. Siamo però ben lontani dal ritratto dell’eroina tutta speroni e pistole destinata a mirabolanti imprese. Juana rimane una ragazza semplice e spontanea, che ha imparato suo malgrado a sopravvivere in un mondo dominato dai lupi.

FARWEST.IT: Quali sono i tuoi progetti futuri per la narrativa? Sarà sempre sulle piste del West?
G. GALLI: Mi sa che ho imboccato una strada senza ritorno, ma va benissimo così, e anche il prossimo romanzo sarà ambientato tra Messico e Stati Uniti. Stavolta però sposterò le lancette della storia un po’più indietro, ai tempi delle ultime campagne contro i chiricahua di Geronimo.

FARWEST.IT: A chi consiglieresti la lettura di Matanza?
G. GALLI: In generale a un pubblico adulto, amante delle storie a tinte forti, e in particolare agli appassionati del West, della storia moderna e del romanzo di guerra e d’avventura.

FARWEST.IT: Ancora un paio di domande prima di concludere: da dove nasce la passione per la storia del West, e cosa rappresenta per te il mito della Frontiera?
G. GALLI: La parola “frontiera” ha un suono magico, è una linea immaginaria che divide due mondi e al tempo stesso li unisce. Ai tempi della colonizzazione dell’ovest americano, la Frontiera era tutto ciò che si trovava al di là della civiltà ed evocava territori sconfinati e selvaggi, terre dove l’unica legge era quella della natura. La storia del West è stata un capitolo violento e sanguinario nel percorso dell’uomo, uno dei tanti, ma a pagine di tremenda ferocia si alternano paesaggi e situazioni di una bellezza epica e struggente, a cui ho lasciato largo spazio anche nei miei romanzi. Le lunghe cavalcate nel deserto, le notti all’addiaccio sotto le stelle, i tramonti infuocati sulla prateria, le mandrie di cavalli selvaggi…Il West non esisterebbe senza tutto questo. Lontano dai duelli, dai saloon e dalle battaglie, il grande ovest americano diventa un luogo di silenzi e meditazione, nel quale ritrovarsi e dialogare con Dio. Continuerò a scrivere di Frontiera perché è il luogo dove la mia creatività riesce a esprimersi al meglio, senza vincoli o barriere, la via di fuga da un vivere quotidiano sempre più estraneo e distante dalla nostra vera umanità.

Il romanzo MATANZA di Giampaolo Galli, pubblicato dalla Oakmond Publishing, è disponibile su AMAZON sia in formato cartaceo che in formato elettronico, ed è scaricabile gratuitamente da chi dispone dell’abbonamento Kindle Unlimited.

Autore: Giampaolo Galli
Editore: Oakmond Publishing
Pagine: 247
Rilegatura: Brossura leggera
Costo del libro cartaceo: 13 €
Costo del libro digitale: 4,99 €

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