I pistoleri tra mito e realtà
A cura di Gian Carlo benedetti
Un duello tra pistoleri
“Questo è il West, amico!.Quando la leggenda diventa un fatto, stampa la leggenda”. Questa lapidaria frase tratta dal Film “L’uomo che uccise Liberty Valance” del grande John Ford, dettata per un classico e sleale duello al sole, condensa la narrazione della vita, gesta e morte del Pistolero, divenuto emblema, tradizione e paradigma del Far West pur se apparteneva ad una esigua, temuta, evitata. minoranza il cui contributo alla sua conquista fu esiguo.
Spiace ammetterlo ma la Frontiera non fu domata dall’acciaio delle Colts e Winchesters, ma da quello dei cerchi delle ruote dei carri coperti, delle rotaie e soprattutto degli aratri dei coloni, la cui vita era dura, monotona ed oscura e non si prestavano certo ad una narrazione eroica.
Ma chi erano veramente i Pistoleri?
Nell’epoca d’oro del Far West venivano definiti Gunmen (uomini d’arme o Pistolero in lingua ispanica) o Mankiller (uccisore di uomini) ma Clay Allison, esimio rappresentante della categorìa, si autodefiniva quale Shootist (tiratore).
Il termine più moderno di Gunfighters venne usato nei primi decenni del ‘900 quando i gangsters di Chicago erano indicati dalla stampa come Gunmen, assumendo il vocabolo una connotazione negativa e non semplicemente descrittiva: si ricorse allora al termine di Gunfighters, già presente nel vocabolario, ma solo dopo il 1895, per indicare quelli dalla parte della legge, cioè i buoni.
Secondo alcuni storici i Mankillers, definizione generica, potevano essere divisi in due categorie: quelli dalla parte della Legge (Lawmen) e quelli al di fuori (Outlaws).
Il famosissimo Wild Bill Hickok, principe dei pistoleri
I difensori della legge potevano essere ulteriormente suddivisi in due sottoclassi:
a) Lawmen & Badmen: coloro che nel corso della vita avevno militato da entrambi i lati della Giustizia, fatto molto comune nella frontiera ove il confine era molto labile. Si tratta di una ben nutrita categoria, solitamente si iniziava la scapestrata carriera giovanile da fuorilegge e poi si terminava come Ranger o Marshal. Esisteva anche il caso inverso come lo sceriffo rapinatore Henry Plummer del Montana.
b) Lawmen puri: quelli sempre dalla parte giusta della Legge, tipo Heck Thomas, Chris Madsen, William “Bill” Tilghman Jr., Bass Reeves e Tommy “Bear River” Smith.
Heck Thomas
I cattivi, badmen od outlaws, si dividevano loro volta in tre sottoclassi:
a) Born Killers (assassini nati), la categoria più pericolosa e violenta, trattandosi di psicopatici per cui la uccisione anche immotivata di esseri umani generava piacere ed autostima. Ad essa appartengono a buon diritto Bloody Bill Anderson, John Wesley Hardin, Jim Miller, Cullen M. Baker, Tom Horn e Rodolfo Fierro, il tristo luogotenente di Pancho Villa.
b) coloro che uccidevano per semplice autodifesa reale od immaginaria che fosse, per assicurarsi l’impunità, contro chi si opponeva alle rapine, contro “posse” di inseguitori per sganciarsi od eliminando spie. Tipiche sono le gesta della famose bande dei James-Younger, fratelli Dalton e Wild Bunch (Mucchio Selvaggio).
c) uomini che uccidevano a causa di liti di confine, per gelosia o nelle numerose faide familiari o per vendetta. Questa categoria è la meno pericolosa poichè in diverse circostanze della vita, non avrebbe generato degli assassini.
John Wesley Hardin
Naturalmente l’inclusione di singoli soggetti nelle varie categorie è opinabile e molto soggettiva. Per molti John “Wes” Hardin, Jesse James e Billy The Kid erano dei “cavalieri erranti” e difensori dei deboli. Per altri Wyatt Earp era solo un biscazziere, sfruttatore e truffatore di incontri di boxe e non il celebrato gunfigter.. Tom Horn era un onesto “lavoratore” (killing is my job) specializzato nell’uccidere dietro pagamento i ladri di bestiame.
Questa categoria di Pistoleri non va affatto confusa con i più tardi Trick Shooters o tiratori da esibizione, nati alla fine della frontiera che operavano nei vari circhi, vaudevilles e spettacoli itineranti effettuando performance di tiro non cruente a bersagli multipli, con pistola, fucile o carabina, veramente incredibili, rivolte contro bersagli, carte da gioco, palle di vetro lanciate in aria, sigarette in bocca, sparando da posizioni anche innaturali. Queste persone erano sicuramente tiratori di gran lunga più bravi dei gunmen ma (fortunatamente) carenti del principale requisito di questi: la volontà di uccidere senza pensarci sopra.
A quella dei Trick Shooter, offensivamente definiti e ritenuti dai pistoleri Tiratori da Baraccone, appartengono i più rinomati tiratori di ogni tempo, quali Phoebe Ann Moses alias Annie Oakley, la sua rivale Lillian “Lilly” Smith, il cap. Adam Bogardus e prole, Ed McGivern, i coniugi Ad e Pinky Topperwein ed oggi Jerry Miculek ed il compianto Bob Munden. Si tratta però di innocui e spettacolari virtuosi della pistola o fucile in grado, ad esempio di far saltare ogni volta, una sigaro fumato da un coraggioso volontario sparando di spalle, mirando attraverso la lucente lama di un pugnale! Oppure di disegnare volti su quadri metallici con i buchi delle pallottole.
Annie Oakley
La progenie dei pistoleri è nata con la diffusione del revolver (sixshooter) di Sam Colt e della fondina da fianco (Belt Holster), dapprima tra i Rangers e Mounted Rifles del Texas e poi nella corsa all’oro della California e proliferata dopo la Guerra di Secessione. Più che discendenti dei Riflemen, tiratori con fucili Kentucky e Pennsylvania del ‘700, essi erano gli ignari eredi degli spadaccini del vecchio mondo e dell’Impero del Sol Levante, ove contava la velocità, abilità e coraggio nei leali, rituali, codificati e mortali duelli all’ultimo sangue. Emuli inconsapevoli quindi di personaggi letterari come Cyranò De Bergerac ma anche di quelli ben reali quali Miyamoto Musashi o Charles de Batz D’Artagnan.
La figura del gunfighter, con glaciali occhi azzurri, due revolvers al fianco, vestito di nero, che avanza con passo lento ma sicuro sotto il sole, dalla mira infallibile, è stata codificata in mille Dime Novels e films creando luoghi comuni, tipologie standard che permettono a prima vista di identificare l’eroe ed il cattivo destinato a morire precocemente. Hollywood sagacemente ha scelto “Print the Legend” invece della meno eroica verità.
Ma quanto è storicamente corretta questa immagine?. Vediamo un po’.
Il pistolero veste di scuro. Non esiste una propria “divisa” del gunman anche se all’epoca sono noti sceriffi (si veda Wyatt Earp o Dallas Stoudenmire) e pistoleri con tale abito, peraltro rispondente alla moda maschile cittadina dell’epoca ed usato nelle occasioni (come le foto) e la domenica in Chiesa. Vestiva di nero il killer seriale James “Jim” Miller tanto da sembrare un predicatore e perciò chiamato “deacon Miller”.
Le famose foto della Commissione di Pace di Dodge City o del Mucchio Selvaggio in vacanza, evidenziano la diversità del vestiario e copricapo seppur formale dei famosi pistoleri; quella di Harry McCarthy alias Billy The Kid invece denota un vestiario casual come si addice ad un giovane ricercato. E’ verosimile che i pistoleri e giocatori di città, i Marshals ed i cittadini abbienti vestissero di scuro secondo la moda, magari non sempre data la condizione pessima delle strade.
Billy The Kid
I Cow Boys pistoleri con le improbabili vesti colorate, stivali lussuosi, calciature in madreperla, lustrini e conchos d’argento, fazzoletti di seta, sono frutto di invenzioni dell’Horse Opera del cinema muto e poi dei cowboys canterini o Tom Mix, nel Far West sarebbero stati oggetto di ilarità denotando che erano dei piedidolci o greenhorns. Va però detto ad onor del vero che a volte le loro monture da festa, mai nel duro lavoro, erano quantomeno di dubbio gusto.
Erano mancini o ambidestri e con occhi chiari. Si tratta di luoghi comini, dovuti anche ad una foto di Billy the Kid (che era invece destrimane) stampata alla rovescia. In verità anche se si allenavano con tutte e due le mani, neppure il “principe dei pistoleri” Wild Bill Hickok era realmente ambidestro. Coloro che portavano due pistole non sparavano mai contemporaneamente ma sempre con una per volta: esisteva un esercizio detto “border shift” dove la pistola ormai scarica veniva lanciata in alto e catturata dalla mano debole la quale, nel contempo e per la via breve passava quella carica nella mano forte, solitamente la destra.
Il sistema di portare due revolvers (espresso con il verbo To wear se in fondina o To carry se nella tasca (pocket) o porto occulto) era ragionevole prima della metà degli anni ’70 al tempo delle cap&ball, ricaricabili con lentezza, soggette ad inceppamenti per la polvere umida o per la cap finita di traverso che poteva ostacolare la normale rotazione del tamburo.
L’idea che il pistolero avesse gli occhi azzurri lo qualifica come caucasico, l’equivalente degli “occhi bianchi” con cui i nativi chiamavano gli angloamericani per distinguerli dagli ispanici. Nulla di vero poiché vi sono stati gunfighters ispanici, tipo Elfego Baca, Joaquin Murieta, il ranger “Lone Wolf” Gonzaullas ed addirittura nativi come Sam SixKiller, Crawford “Cherokee Bill” Goldsby, Ned Christie o Sam Threepersons e perfino ex schiavi neri come Nat Love e Bass Reeves.
Wild Bill Hickok
Da notare che le fondine hollywoodiane stile “fast draw” furono inventate dopo il 1950, nel West si passò a modelli sempre più funzionali ma che ritenevano e proteggevano l’arma anche cavalcando nelle intemperie. Ogni pistolero, nella vulgata, aveva le sue preferenze nell’arma e nel suo porto: dalle due Navies 1851 infilate nella cintura di seta col calcio d’avorio avanti (reverse draw) di Wild Bill, oppure le Colt D.A. 1877 in apposite tasche cucite nel gilet come Wes Hardin, S&W nr. 3 in fondina ascellare come Jesse James o la Remington 1875 in fondina da cintura sagomata per avere il grilletto accessibile di suo fratello Frank,
In verità i pistoleri durante la loro vita usarono diverse pistole e vari modi di indossarle. Molte delle loro pistole esibite oggi in Musei, come i quadri famosi, sono dei falsi.
Da foto d’epoca si nota che portavano la fondina alta alla vita ma alcuni anche bassa, modo più agevole per estrarre una Colt o S&W con canna lunga almeno 7 pollici e mezzo. Il Reverse o Border Draw (calcio in avanti, lato opposto) era più funzionale per l’estrazione stando in sella o da seduto ad un tavolo del saloon. Estrarre la pistola si esprimeva non col verbo “to draw” ma “to pull”.
Alcuni preferivano la Colt con canna corta da 4 pollici e ¾ come Bat Masterson che ne ordinò diverse. Sembra che W. Earp preferisse la canna lunga, ma la storia delle sua Colt Buntline, comprese quelle donate dallo scrittore Ed Judson (Ned Buntline) a cinque noti Marshals, con canne extra long e calciolo, non ha prove valide ed è vista come una favola.
Il Pistolero è veloce nell’estrarre. La velocità giovava ma molto meno della precisione, l’atto cioè di prendere la mira e scattare il congegno, “Take aim if You Can” poteva fare la differenza. Occorrevano freddezza e nervi d’acciaio ma quel mestiere non era fatto per i pavidi ma per fatalisti. che non temevano la morte o la mutilazione. Sono documentate sparatorie, anche tra buoni tiratori, che avevano scaricato il tamburo delle Colts da pochi metri senza colpirsi, privilegiando per intuibile frenetica crisi di paura la velocità a scapito della precisione.
I giochetti dei film western con il tiro rapidissimo mediante il Fanning (manovra del cane col palmo della mano debole) e Thumbling (cane operato con il pollice della mano debole) erano nella realtà evitati per la scarsissima conseguente precisione. Un trucco noto era il Road Agent Spin o Border Roll in cui si offriva la pistola col calcio avanti ma, ruotandola sull’indice, si puntava la canna ed armava il cane. Il gesto di uccidere per non essere uccisi era essenziale e senza tanti fronzoli. Mai estrarre e puntare la pistola verso chi non si vuole uccidere, come affermava Bat Masterson nel suo libro sui pistoleri, molti dei quali aveva conosciuto di persona. Chi prendeva la mira prevaleva nel confronto. Rammento le parole dello sceriffo Jarred Maddox/Burt lancaster (The Lawman) al giovane che lo sta sfidando: “Vuoi sapere se sei più veloce di me oppure se ti posso uccidere?. Nel secondo caso la risposta è SI”.
Vi erano anche gunmen che preferivano il fucile, come il sicario Tom Horn che nell’ultimo periodo della sua vita al soldo dei rancheros del Wyoming terminato nel 1903 con l’impiccagione, avvenuta forse per l’unico delitto mai commesso, usava un Winchester 1894 half (button) magazine.
“Doc” Holliday
Anche Wes Hardin, J. H. “Doc” Holliday e vari sceriffi in pattuglia urbana non disdegnavano la doppietta a pallettoni per il suo potere di deterrenza e saturazione.
Il Winchester con canna e calcio segati (Mare’s Leg) usato nella serie TV “Wanted dead or alive” da Steve McQueen e poi da Woody Strode in “C’era una volta il West” è una delle tante armi di fantasia create dai films.
Nel 1882 lo sceriffo texano L. F. Flatau brevettò una fondina (Bridgeport Rig) in cui la Colt, con una vite allungata ed ancorata a piastra metallica del cinturone, poteva ruotare e sparare senza estrarla. Non era granchè funzionale. Per gli amanti del fumetto rammento che con questo trucco (swivel holster) il pistolero Ruby Scott battè temporaneamente in velocità il nostro ranger Tex Willer.
La mira dei Pistoleri era infallibile. Certo dovevano saper sparare al meglio ma anche il “principe” J. B. Wild Bill Hickok non lo era. Viene citato il famoso suo duello con Dave Tutt del 21 luglio 1865 a Springfield ove centrò con la Colt Navy cal. 36 il cuore del rivale alla distanza di 75 yards. Leali duelli del genere erano molto rari nel vecchio West, inoltre le Colts non avevano organi di mira adeguati. Fu indubbiamente un grande tiro. Lo stesso viene accreditato dal suo biografo col. George Ward Nichols e nelle memorie di Wyatt Earp di tiri magistrali, ambidestri e da grandi distanze per un revolver. A parte il fatto che W. Earp non incontrò mai il nostro, sulle reali distanze ed abilità, solitamente esagerate dagli agiografi, andrei cauto come sulla taglia delle catture del pescatore. Nelle prove informali di tiro tra amici risulta che Wild Bill veniva a volte battuto dal famoso capo scout dei Pawnee, Maggiore Frank North, e, più raramente, anche dal fratello di questi, Luther. Tutti gli uomini, anche i più bravi ed allenati, possono sempre sbagliare un tiro.
I Pistoleri e le loro donne. Ovvero l’altra metà del cielo (tempestoso) dei gunmen. Per Hollywood la donna nel West è solo una comparsa, un’ombra elegante. Il cow boy pistolero si allontana a cavallo nel tramonto senza voltarsi: per lui non c’è posto per l’amore e la famiglia che lo trasformerebbe in uomo comune, gli renderebbe impossibile seguire l’avventura ed il rischio.
Nella realtà i casi sono variegati come il carattere dei protagonisti. Spesso erano latitanti braccati ed i loro rapporti con l’altro sesso erano mercenari. Ma anche tra i più efferati Desperados si annoverano mariti sensibili ed affettuosi e, soprattutto, fedeli. E’ il caso dei fratelli Jesse e Frank James, pur con i loro curricula di guerriglieri, rapinatori ed assassini, erano dei buoni mariti; del tenebroso John Wes Hardin, il più temibile gunmen del sud ovest, che era fedelissimo alla prima moglie Jane Bowen. Con la seconda non ne ebbe il tempo. Anche il temuto “El Carnicero”, Rodolfo Fierro, amava teneramente la bellissima moglie Luz Dessen, morta di parto nel 1907. La sua follia omicida forse fu aggravata dalla perdita.
Wyatt Earp, vedovo da giovane, si accasò poi con Celia Ann “Mattie” Baylock che poi abbandonò per l’attricetta, discussa ballerina, Josephine Sara “Sadie” Marcus.
Wyatt Earp
Famoso è il controverso e litigioso rapporto tra Doc Hollyday e la prostituta Kate “Big Nose Fisher. ma questa dette fuoco ad una stalla per farlo evadere.
James “Wild Bill” Hickok era un piacente donnaiolo ed ebbe numerose amanti: dubbia è la virago “Calamity” Jane Canary. Il duello con Dave Tutt alcuni lo fanno derivare da una donna contesa: Susannah Moore.
Strano è però il rapporto con sua ricca moglie Agnes Thatcher, più vecchia di 15 anni, con la quale non convisse che brevemente.
Sfortunate erano invece le donne del solitario e scontroso pistolero di Tombstone, Nashville Frank “Bucskin” Leslie, Il 10 luglio 1889 uccise la compagna, Mollie Edwards, avendola sorpresa con l’amante.
Sulle donne del Mucchio Selvaggio (The Wild Bunch) molto è stato scritto ed almeno una resta ammantata di un alone di mistero: Etta Place. La banda praticava l’endogamia e si scambiava le donne senza gelosia alcuna, come per le sorelle Basset, in particolare la maggiore e volitiva Ann.
A volte partecipavano ai colpi od al piazzamento e riciclaggio del bottino.
La tigre del Mucchio selvaggio, Harvey “Kid Curry” Logan, accreditato di almeno quindici omicidi compresi vari sceriffi, era molto innamorato della sua Annie Rogers (alias Della Moore o Maud Williams).
La maestrina Glendolyne Kimmel lottò con tenacia per salvare l’amato Tom Horn dalla forca.
I pistoleros morirono con gli stivali ai piedi, ovvero di morte violenta. La loro professione li portò spesso a morire in tal modo, magari uccisi vigliaccamente alle spalle da uomini che non valevano nulla, come Wild Bill Hickok, Jesse James, Billy The Kid, Wes Hardin, Tommy Smith e moltissini degli Otlaws in conflitti con le forze dell’ordine. Altri morirono nel loro letto, soprattutto i Lawmen a testimonianza che la vita del fuorilegge era certamente più dura, logorante, pericolosa ed assai meno romantica di quanto si creda, come ben sentenziò Frank James al momento della resa.
Ironia della sorte per il dentista, pistolero tisico John Henry “Doc” Holliday che, forse cercava una “bella morte” in linea con la sua vita violenta, dopo tante sparatorie morì di consunzione nel Sanatorio di Glenwood.