Bezoshe e la “rivolta” di Beautiful Mountain

A cura di Marco Aurilio

Bezoshe davanti al suo hogan
Nel 1913 come sopraintendente dell’agenzia navajo del fiume San Juan, nel New Mexico nord-occidentale, vi era un uomo chiamato William Shelton che gli indiani lo chiamavano “Tall Boss”. Shelton aveva poca simpatia e rispetto per la loro storia, usi e tradizioni e ciò determinò spesso situazioni di incomprensione e scontro. Uno in particolare causò molto rumore, la cosidetta “Rivolta di Beautiful Mountain”.
Molte versioni furono date dell’episodio dai giornali dell’epoca, alcune con esagerazioni notevoli del tipo ” 150 uomini bene armati, pronti a sfidare l’esercito dalla roccaforte di Beautiful Mountain”. Il tutto iniziò quando un vedovo Navajo di nome Hatali Yazhi decise di risposarsi con ben tre donne, una situazione di poligamia normalmente diffusa tra i Navajos. Questa situazione irritò l’agente Shelton in quanto per le leggi degli Stati Uniti la poligamia non era ammessa e decise così di arrestare Yazhi. Quando arrivò al suo campo scoprì che l’indiano era a caccia e decise allora di prendere prigioniere le tre donne, portandole nella prigione di Shiprock, la sede dell’agenzia. Una volta scoperto l’accaduto il furioso Yhazi ne informò il suo anziano padre. Questi era un vecchio guerriero di altri tempi, Bezoshe, che aveva vissuto le guerre navajo e molte delle mille peripezie che il suo popolo aveva vissuto nel secolo precedente e che si risentì molto dell’accaduto. Poco tempo dopo Bezoshe, Yhazi e altri dieci Navajos arrivarono a Shiprock urlando e sparando per aria davanti la prigione (che gli indiani chiamavano ironicamente lo Shelton’s Hotel), misero fuori combattimento i soldati di guardia e riportarono le donne indietro. Si diressero verso Beautiful Mountain, un alta montagna appartenente alla catena dei monti Chuska, dalla cui cima pochi uomini bene armati avrebbero potuto tener testa ad un reggimento di soldati. Shelton era assente e quando tornò, andò su tutte le furie. In seguito si seppe che a fomentare l’agente contro Yhazi fu altro Navajo di nome Dinè Tsosi Begay che serbava con lui rancori per motivi personali. Intervenne anche Peter Paquette, sovraintendente generale della riserva Navajo e quindi un superiore di Shelton, per evitare il degenerare della situazione, che però rimase in fase di stallo, con gli indiani arroccati nel loro campo in cima alla montagna che si rifiutavano di consegnare le donne e di arrendersi. Una notte un poliziotto Navajo si recò da Shelton annunciando che Bezoshe e 70 guerrieri stavano arrivando per mettere fine alla questione ma se l’agente si fosse rifiutato nel rinunciare ad arrestarli avrebbero attaccato. Alla notizia l’agenzia fu messa in uno stato di difesa, con cordoni di sentinelle tutto intorno, ma la notizia si rivelò del tutto infondata. Joe Tanner, un vecchio trader si offrì allora di parlare con gli indiani. Quando tornò dall’incontro mandò messaggeri ad altre famiglie di coloni, come Franck Noel e O.C.Walker, invitandoli a mettersi sotto la protezione dell’esercito, dato che ciò che aveva sentito non era per nulla rassicurante. La stampa nazionale già parlava di morti e battaglie.


Beautiful Mountain

Tanner accompagnato proprio da Noel riuscì una seconda volta a parlare con Bezoshe. L’incontro più proficuo lo ottenne però O. C. Walker che parlò direttamente con Yhazi. Questi gli spiegò che aveva sentito storie di maltrattamenti alle sue mogli ma promise comunque di pensare all’idea di arrendersi ed in segno di buona volontà, inviò una cintura d’argento con corallo, turchese e perle. La situazione però all’ agenzia era di grande agitazione anche per le minacce che il gruppo di Yhazi aveva fatto recapitare al clan a cui apparteneva Dinè Tsosi Begay, l’istigatore dell’arresto e molti Navajos di questo gruppo andarono ad accamparsi in cerca di protezione nei pressi dell’edificio dell’agente. Una notte un seguace di Yhazi che era sceso da Beautiful Mountain, causò una nuova agitazione generale. Sosteneva che i ribelli avendo appreso la notizia dell’arrivo di un distaccamento di soldati avevano deciso di uccidere chiunque gli fosse capitato a tiro e suggerì a tutti di andare il più lontano possibile. Effettivamente ad inizi novembre l’esercito arrivò in aiuto di Shelton; 250 uomini guidati dal Generale Hugg Scott. Il 23 novembre i navajos si trovarono circondati in un rapporto di forze 12 a 1 in favore dei soldati. Il Generale riuscì a prendere contatti con i ribelli e dopo tre giorni di colloqui i testardi Navajos si arresero il giorno del Ringraziamento. Furono portati a Santa Fè dove subirono un processo che fece cadere il grosso delle accuse e che portò solo alla condanna di Yahzi ed un altro Navajo a trenta giorni di reclusione.

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