Hugh Glass a Fitzgerald: Ne risponderai a Dio!

Da un lavoro di di Jana Bommersbach

Hugh Glass
Grazie al supporto di Hollywood, finalmente quest’anno abbiamo potuto commerare adeguatamente colui che è stato definito “l’uomo più fortunato del west”, Hugh Glass il trapper. Il film “The Revenant” – con Leonardo Di Caprio, vincitore del premio Oscar – ci ha raccontato solo uno dei molti episodi avventurosi della vita di Hugh Glass, anche se si tratta certamente dell’episodio più impressionante. Hugh Glass ricordava, ad esempio, di quando era appena un bambino ed era riuscito a sfuggire al terribile pirata Jean Lafitte. Più avanti negli anni Glass mise nel sacco un capo indiano che intendeva bruciarlo vivo legato ad un palo. Ancora, si ricorda della volta che Glass sopravvisse ad un agguato che gli lasciò come ricordino una punta di freccia infilata profondamente nella schiena. Ma l’episodio più incredibile è stato quello celebrato nel famosissimo film, ossia l’attacco che il trapper subì da un grizzly nel mese di agosto del 1823. In tale attacco Hugh Glass restò ferito quasi a morte. E’ questo l’episodio che Hollywood ha trovato più affascinante e che gli spettatori hanno trovato così cruento che, a volte, è stato difficile guardarlo.
Un uomo del suo gruppo di cacciatori ha lasciato scritto nel suo diario: “L’orso lo afferrò e lo trascinò a terra, ferendo e lacerando il suo corpo in un modo impressionante.”
Glass era così malridotto che il responsabile del gruppo decise di ripartire senza di lui, promettendo di pagare un extra di denaro a due volontari che presero l’incarico di vigilare sul suo corpo fino alla morte (che si attendeva da lì a poco) e poi di seppellirlo.


L’assalto dell’orso

Ma Hugh Glass non era pronto a morire e così i due uomini pagati per vigilare su di lui – un giovane Jim Bridger e James Fitzgerald – lo abbandonarono. In seguito, precipitatisi a Fort Kiowa per ritirare la paga promessa, sostennero che era morto ed esibirono come prova il lungo fucile dello sventurato trapper.
Ma Glass non era ancora morto!
Strisciando, inciampando e zoppicando tra gli assalti lancinanti di un dolore acutissimo, Hugh Glass si diresse anche lui verso il forte. Era a circa 300 miglia di distanza, una misura sconfinata. Glass si nutrì con quel che trovava, bacche ed i resti di una carcassa di bisonte, e venne persino aiutato da alcuni indiani Sioux lungo la strada. Dopo aver alfine raggiunto il forte nel modo ampiamente descritto nei libri e nel film, Glass riprese un po’ le forze per poi dirigersi nel Missouri per trovare gli uomini che lo avevano abbandonato.


Glass viene abbandonato

Glass trovò il giovane Bridger e lo perdonò, ma non ebbe pietà quando raggiunse Fitzgerald nel giugno del 1824. Glass gli disse: «Va’, uomo falso, risponderai alla tua coscienza e a Dio.” E poi Hugh Glass chiese a Fitzgerald di restituirgli il suo fucile.

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