L’affare Crawford

A cura di Paolo Brizzi
Emmet Crawford
Emmet Crawford nacque il 6 Settembre 1844 a Philadelphia e si arruolò nel 71° Fanteria della Pennsylvania, partecipando alla guerra civile. Il 20 Maggio 1867 fu nominato Sottotenente del 39° Fanteria, servendo in Texas, e, alla fine del ’70, fu trasferito in Arizona al 3° Cavalleria. Nel ’72 operò sulle pianure e, il 20 Novembre 1875, ebbe uno scontro con gli indiani a Antelope Station, Nebraska. Il 17 Giugno 1876 patecipò alla battaglia del Rosebud come comandante di compagnia. Tornato in Arizona, Crawford fu nominato comandante militare a San Carlos nel Settembre 1882 e nella primavera seguente partecipò alla grande spedizione di Crook nella Sierra Madre, dove ebbe un ruolo chiave, tanto che a lui si dovette in buona parte il successo della campagna.
Dopo un breve trasferimento in Texas Crawford tornò in Arizona, dove, nel frattempo, il 17 Maggio 1885, un contingente di Chiricahuas, al comando di Geronimo, Nana, Chihuahua e Mangas, lasciò la riserva per dirigersi verso i loro inaccessibili rifugi della Sierra Madre.
La fuga degli Apaches era l’ennesimo episodio avvenuto negli ultimi anni e lasciava facilmente presagire che presto si sarebbero verificati raids, uccisioni, furti da entrambi i lati del confine.
Le autorità messicane furono prontamente avvertite, già il giorno dopo il governatore del Sonora, Luis Torres. Il 19 il governatore del Chihuahua, Carlos Fuero, informava il Presidente Diaz, lamentandosi di avere alla frontiera solo 200 uomini; avrebbe in seguito ricevuto in rinforzo due squadroni dell’11° Regg. di Cavalleria. Anche Torres chiese aiuto a Mexico City, ma il 22 non aveva ancora ricevuto risposta, mentre nel frattempo aveva appreso che le truppe americane all’inseguimento degli ostili non erano riuscite a raggiungerli prima del confine.
Il 21 Luglio, anzichè ricevere truppe da Mexico City, Torres seppe che il problema apache sarebbe stato affrontato con truppe della Guardia nazionale, reclutate nei distretti di Sahuaripa, Arizpe e Moctezuma, mentre i Chiricahuas in fuga attraversavano gli stessi territori diretti verso la Sierra Madre, senza depredare o uccidere. L’11° reggimento raggiunse la frontiera in Agosto, con 366 uomini, ma quasi subito, unità dello stesso cominciarono ad essere trasferite verso il fronte della guerra contro gli Yaqui.
Nel frattempo la presenza apache cominciava a farsi sentire: il giornale “La Constitucion” riportava notizia dell’uccisione di 2 minatori americani in Giugno e il Prefetto di Ures informava Torres che tre Americani erano stati uccisi vicino Moctezuma.


Il percorso di Crawford fino al fatale 11 Gennaio 1886

In Agosto 4 altri Americani e un Messicano furono uccisi ad Arizpe. Nell’estate 1885, dall’altra parte del confine, Crook aveva dispiegato truppe del 4° e 10° Cavalleria lungo la frontiera, in punti strategici, impegnando almeno circa 3000 soldati, ma vanamente. Interpellato dalla diplomazia messicana il Generale P.H. Sheridan informò i vicini che due spedizioni americane avrebbero cercato di sconfiggere i rinnegati in terra messicana, sulla base dell’accordo di mutuo attraversamento della frontiera da parte di truppe che fossero all’inseguimento di ostili, siglato nel 1882 e recentemente rinnovato. Il Cap. Crawford passò il confine col Sonora l’11 Giugno con 150 uomini, di cui 92 scouts indiani, mentre un altro contingente al comando del cap. Wirt Davis operava in Chihuahua con due compagnie di scouts e uno squadrone del 4° Cavalleria. Messico e Stati Uniti continuavano nella loro cooperazione volta a sconfiggere gli Apaches, ma mutue diffidenze, l’uso degli Apaches come scouts inquadrati nell’esercito federale americano e soprattutto la diversa politica delle due nazioni (da una parte il progetto di racchiudere gli indiani nelle riserve, dall’altro l’idea di risolvere con lo sterminio il problema, pagando ricompense per gli scalpi apache) fecero molto per rendere più difficili le cose.
Il Messico aveva sentito voci che Geronimo fosse stato ucciso, ma egli era vivo e vegeto e in Ottobre era tornato a San Carlos per riprendersi due mogli e armi, prima di tornare in Messico. Per giorni e mesi nessun soldato vide mai un Apache ed ebbe la benchè minima idea di dove i diavoli rossi si potessero trovare.
Nel Novembre 1885 il devastante raid di Ulzana in New Mexico e Arizona impegnò il Generale Crook e le sue truppe fino all’estremo, ma il fratello di Chihuahua percorse 1200 miglia su terreno accidentato, uccidendo ufficialmente 38 persone (ma almeno 45 secondo lo studio di Dan Aranda), rubando e sfinendo 250 cavalli, con la sola perdita di un uomo, Azariquelch, la cui testa fu riportata ai bianchi da Sanchez. Il 29 Novembre Crawford varcava il confine dirigendosi verso sud con un contingente costituito quasi interamente da scouts indiani, forte anche di una informazione di Sieber secondo cui una parte degli ostili poteva trovarsi verso Oputo; i Messicani però non si fidavano degli scouts Apache che ritenevano capaci di poter “deviare” i soldati americani una volta che si rendevano conto di essere vicini agli ostili e in generale poco inclini a sparare con decisione verso i loro simili, tra cui molti avevano amici e parenti.
Il Capitano Marion Maus
La forza di Crawford inseguì i Chiricahuas per 200 miglia in Messico e, dopo una estenuante marcia notturna di 18 ore su terreno impossibile, attraverso alture rocciose e gole, localizzò il campo ostile a Teopar, circa 40 miglia a sud – est di Nacori Chico, Sonora, il 10 Gennaio. All’alba il campo fu attaccato di sorpresa ma, allertati dai muli, i Chiricahuas riuscirono a fuggire illesi, ma persero la rancheria, e quindi provviste e vettovagliamenti. Imviarono quindi una donna a trattare e acconsentirono a incontrare Crawford il giorno successivo. Il Ten. Marion P. Maus disse poi: “Se l’incontro avesse avuto luogo, io credo che gli ostili si sarebbero arresi”. Crook fu concorde dicendo che Crawford era l’unico, oltre a se stesso, che avrebbe potuto convincerli a desistere. Ma l’incontro non ebbe mai luogo, infatti la mattina successiva un contingente di truppe irregolari del Chihuahua avvicinò il campo americano e, scambiando gli scouts per ostili, aprì il fuoco. Al termine della prima scarica di fucileria Crawford, Maus e Tom Horn, interprete di Spagnolo, urlarono ai Messicani di cessare il fuoco dichiarando di essere Americani, ma dopo una breve tregua degli spari, quando il cap. Crawford si espose interamente, sventolando un fazzoletto bianco, la fucileria riprese e il povero ufficiale fu colpito fatalmente da una pallottola alla testa (rimase in coma per otto giorni prima di spirare). Gli scouts risposero subito al fuoco messicano: Tom Horn fu ferito al braccio sinistro, e altri tre furono colpiti tra le fila americane; i Messicani ebbero quattro morti, tra cui Mauricio Corredor, presunto uccisore di Victorio a Tres Castillos e cinque feriti. Shipp e Maus avrebbero poi detto che Crawford aveva la barba e indossava l’intera uniforme, così non poteva essere stato scambiato per un ostile da chi lo aveva preso di mira da una distanza stimata dai due ufficiali in circa 28 passi. Secondo Shipp e Maus la prima salva fu probabilmente innescata da un errore, favorito dalla pesante nebbia che gravava nella zona ma che la seconda sparatoria non poteve esserlo. Maus rimarcò che a questo punto i Messicani non potevano sbagliarsi, perchè Shipp e Tom Horn urlavano loro in Spagnolo per far conoscere loro chi erano.
Il messicano Matias Romero tentò di spiegare la tragedia:”Poichè i volontari del Chihuahua non erano truppe regolari essi non erano soggetti alla più rigida disciplina e gli ordini dei loro ufficiali di cessare il fuoco quando Crawford lo chiese non furono subito obbediti, così come non lo furono quelli del Ten. Maus dai propri scouts indiani”. Malgrado le proteste americane, Romero credeva che le forse chihuahuensi non furono persuase che gli uomini di Crawford fossero truppe degli Stati Uniti fino a dopo la seconda scarica e, forse, fino al giorno seguente. Il Tenente Shipp sospettò che i messicani volessero sopraffare e depredare gli Americani e del resto il giorno 12 Maus e l’interprete Concepcion Aguirre furono trattenuti e rilasciati in cambio di 6 muli marcati U.S. D’altra parte il Messico accusò gli scouts di avere bestiame messicano rubato, mentre i volontari del Chihuahua avevano bisogno di trasporti per evacuare i loro feriti.
Alcuni scout Apache
Il Gen. Pope pensava che i soldati messicani volessero uccidere gli scouts al fine di intascare la ricompensa prevista in Sonora per gli scalpi, ma Romero asseriva che solo gli scalpi di indiani ostili venivano pagati. Maus acconsentì a fornire i cavalli richiesti ai messicani e disse che il bestiame degli scouts altro non era che quello abbandonato dai Chiricahuas in fuga; infine il campo americano si mosse il 13 Gennaio, prendendo precauzioni poichè Maus era convinto che i Messicani avrebbero potuto attaccare ancora se fossero stati certi del successo. Ma in realtà i volontari del Chihuahua non volevano altri problemi; erano stanchi, affamati, e i loro feriti bisognosi di cure mediche. Le due parti si lasciarono dopo essersi scambiati documenti che affermavano che l’attacco era stato un errore. Maus riprese quindi i negoziati con Geronimo (gli ostili avevano assistito all’intera vicenda, probabilmente si divertirono alquanto !) e nove ostili si arresero. Nana e un altro uomo, insieme alla moglie e figlio di Geronimo e Naiche e la sorella di Geronimo; i restanti promisero di tornare negli States entro due lune. Crawford fu sepolto a Nacori Chico e più tardi riportato in patria. Crawford fu considerato come un martire e ci fu molta animosità verso i vicini messicani. I giornali dell’Arizona considerarono l’attacco come proditorio e intenzionale, mentre i giornali dell’est furono più cauti, criticando peraltro l’impiego degli scouts, che i messicani avevano scambiato per ostili. Di fronte alle reazioni dell’opinione pubblica, gli Stati Uniti, per voce del loro console a Mexico City, chiesero spiegazioni al segretario agli Affari esteri messicano, Mariscal (15 Febbraio 1886). I Messicani risposero che erano già a conoscenza dell’incidente e che il ministero stava raccogliendo tutto il necessario per un’indagine. Il 10 Aprile gli Stati Uniti protestarono anche per il trattamento ricevuto dal Ten. Maus, ritenendolo violazione delle clausole del trattato tra i due paesi. Il presidente Diaz in un messaggio al Congresso del 1 Aprile ipotizzava che le truppe messicane avessero preso gli scouts per ostili, poichè stavano inseguendo i rinnegati e il bestiame rubato e che i messicani pensavano che solo truppe regolari americane potessero varcare il confine di stato. Gli Stati Uniti risposero che gli scouts erano da considerare in tutto e per tutto truppe regolari del loro paese.
Il rapporto completo di Mexico City fu fornito a Washington il 19 Maggio 1886 e fu stilato con l’apporto delle testimonianze del Sottotenente Santana Perez e di altri. Perez confermò che lui e i suoi 128 uomini erano sulla pista degli ostili quando raggiunsero il campo americano e scambiarono gli scouts per Apaches ostili.
Ancora Emmet Crawford
Egli ammise di non essere sicuro se i suoi spararono per primi perchè le due salve furono quasi simultanee. Mariscal aggiunse che il luogo dello scontro era sede della rancheria di Nana e che era un noto punto di ritrovo per indiani sul sentiero di guerra; asserì inoltre che gli scouts di Crawford avevano razziato, che erano seminudi, che il reparto amnericano non portava insegne, che gli ufficiali americani calzavano moccassini (questo era vero, ma Crawford portava l’uniforme, mentre Maus solo un cappotto regolamentare). Inoltre Perez affermò che gli scouts avevano razziato muli messicani, che avevano ucciso un Americano a Las Varas e tre Messicani a Dolores, ma Maus e Shipp affermarono che i muli requisiti dai messicani portavano il marchio degli Stati uniti. Più tardi il Messico avrebbe accettato
di compensare gli Stati Uniti, ma rifiutò di riconoscere per sè la colpa dell’incidente. Il messicano Victor Mendoza postulò che gli ostili di Geronimo infiltrarono il campo scout la sera precedente all’incidente e si affermò che gli ostili avessero ucciso Mauricio Corredor per vendicare l’uccisione di Victorio da perte dello stesso a Tres Castillos. Tom Horn fu anche accusato di avere ucciso Corredor, ma lui smentì, asserendo che l’accusa dimostrava solo che egli fu riconosciuto quando gli si sparò contro. Infine Mariscal aggiunse che gli Stati Uniti dovevano deplorare la morte di Corredor come il Messico deplorava quella del Cap. Crawford.
La questione poi si spostò chiaramente sull’operato degli scouts apache; il Messico riteneva non fossero soldati regolari in quanto non facenti parte dell’esercito permanente e nel Maggio 1886 esibirono un rapporto di 78 pagine che elencava i crimini commessi dagli scouts in Sonora. Disordini si erano avuti già in Dicembre, causati da scouts ubriachi che avevano violato le abitazioni di civili sonorensi e violentato le donne. Il 23 Dicembre, a Huasabas, le autorità locali chiesero la protezione del Capitano dei rurales Emilio Kosterlitzky, che era in città. Questi ferì un indiano e ne catturò un altro, più tardi riscattato da Maus. Il governatore del Chihuahua disse che gli scouts depredavano a volontà quando si trovavano lontani dal controllo dei loro ufficiali. Altri accusarono gli scouts di sparare al bestiame messicano non per mangiarlo, ma per una loro naturale inclinazione a distruggere, nonchè di essersi accampati sui campi di granturco, facendo mangiare le piante alle bestie e rompendo gli steccati per farne legna da ardere.
In conclusione il rapporto affermava che le forze di Perez non avevano commesso alcun atto imprudente o punibile, e che la morte di Crawford era dovuta ad un semplice errore.

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