I Soldati che salvarono le bandiere a Gettysburg
A cura di Angelo D’Ambra
Il profondo rispetto che avevano i soldati per i loro vessilli, la riverenza quasi mistica per la bandiera di reggimento è qualcosa di difficile da comprendere, ma, sia per i blu che per i grigi, le bandiere erano concrete icone dei loro valori, incarnavano i loro principi, rappresentavano il loro governo, la loro famiglia, la loro terra. “I soldati di entrambe le parti morirono a migliaia intorno e per le loro bandiere”, annota con correttezza Robert Krick, infatti, delle 1.527 medaglie d’onore assegnate nella guerra civile, più della metà sono motivate dall’aver catturato la bandiera di una forza nemica o impedito la cattura della propria bandiera. Così a Gettysburg furono assegnate ben tre medaglie d’onore nei ranghi nordisti per aver salvato delle bandiere.
Nathaniel M. Allen
Il caporale Nathaniel M. Allen della Company B, 1st Massachusetts Infantry, ottenne la medaglia d’onore con la seguente motivazione: “Quando il suo reggimento stava ripiegando, questo soldato, con il colore nazionale, tornò di fronte al fuoco del nemico, tirò la bandiera del reggimento da sotto il corpo del suo portatore, che era morto, salvò la bandiera dalla cattura e portò entrambi i colori fuori dal campo”.
Nathaniel era nato a Boston il 20 aprile 1840. Allo scoppio della guerra Nathaniel, ventunenne, aveva un impiego come orologiaio, ma si arruolò immediatamente nel 1° reggimento di fanteria volontaria del Massachusetts come soldato semplice. Nell’aprile 1862 fu promosso Caporale della Color Guard. A Gettysburg intervenne il 2 luglio, un giorno dopo l’inizio della battaglia. Quel pomeriggio il suo reggimento fu pesantemente colpito dall’avanzata della fanteria confederata. Dopo il ferimento dell’alfiere William Eaton, fu lui a dover portare la bandiera. Poco dopo il suo reggimento ricevette l’ordine di ritirarsi. Durante queste manovre Allen vide il sergente William Kelren cadere colpito a morte sulla seconda bandiera del reggimento.
1° Massachusetts Infantry Regiment
Per un reggimento, come spiegato, la perdita di una bandiera era una ignominia. Bisognava agire e a quel punto Allen tornò indietro e recuperò il vessillo da sotto il corpo di Kelren perché non cadesse vergognosamente in mano al nemico. Correndo, tornò quindi nei ranghi del suo reggimento portando con sé due bandiere. Dopo la fine della guerra civile, Nathaniel tornò a Boston dove continuò il suo vecchio mestiere di orologiaio e solo il 29 marzo del 1899 ricevette la medaglia d’onore.
Questa storia di coraggio ricorda quella di George H. Dore, anch’egli decorato a Gettysburg per aver salvato la sua bandiera. Dore, come i suoi compagni, attribuiva grande importanza allo stendardo del proprio reggimento ed era disposto a sacrificare la propria vita difendendolo.
La tomba di George Henry Dore
Sergente della compagnia D, 126a fanteria di New York, ricevette la Medal of Honor il 1° dicembre 1864 perchè il 3 luglio, sul campo di battaglia, si fiondò sul corpo dell’alfiere ucciso dal fuoco nemico, esponendosi alle fucilate di entrambi gli eserciti pur di afferrare la bandiera del suo reggimento e trascinarla via. Dore, nato sull’Isola di Wight il 24 giugno del 1845, era stato fatto prigioniero dopo la battaglia di Harpers Ferry e poi rilasciato. Dopo Gettysburg, fu promosso caporale nel dicembre 1863 e sergente nel giugno 1864.
Un articolo annuncia la morte di George H. Dore (8-2-1927)
Storia identica è quella di George Crawford Platt, private della compagnia H, 6a cavalleria degli Stati Uniti, che agguantò il vessillo del suo reggimento alla morte del portabandiera, nel corso degli scontri a Fairfield, difendendola in un corpo a corpo col nemico.
George Crawford Platt recupera la bandiera
Platt era irlandese di Derry. Arruolatosi allo scoppio del conflitto, fu addestrato a Bladensburg e assegnato con il suo reggimento, a compiti di difesa di Washington fino al 10 marzo 1862, quando il 6a cavalleria degli Stati Uniti fu spostato a Fortress Monroe prendendo parte alla Campagna peninsulare del generale George B. McClellan. Partecipò alla battaglia di Williamsburg, all’assedio di Yorktown, alla battaglia di Hanover Court House, a quelle di Chancellorsville, di Brandy Station, di Middleburg e di Upperville. Sul campo di Farifield, nelle giornate della battaglia di Gettysburg, il suo reggimento doveva attaccare i carri di rifornimento confederati e chiudere una eventuale ritirata delle truppe sudiste.
Il ritratto di George Crawford Platt
Incontrò però una forza significativamente più consistente della cavalleria virginiana e fu costretto ad un brutale corpo a corpo nel corso del quale ebbe luogo il celebrato salvataggio della bandiera.
L’episodio, però, che meglio testimonia la sacralità della bandiera ha del commovente. Si racconta che, il primo giorno della battaglia, agli uomini del 16° Maine fu ordinato di respingere un intenso attacco confederato, ma quando si videro circondati, presero la bandiera del loro reggimento e la strapparono a strisce, nascondendo ciascuno una parte della stoffa. A distanza di settimane, quando gran parte di essi fu liberata dalla prigionia, i pezzettini della bandiera presero ad essere mostrati come preziosissimi tesori.
Il frammento del Colonnello Charles W. Tilden
Tra gli uomini che presero parte all’iniziativa c’era il colonnello Charles W. Tilden che nascose in bocca un piccolo frammento di bandiera e c’era pure il soldato Abner Small che ricordò: “Guardammo i nostri colori e i nostri volti bruciavano. Non potevamo rinunciare a quei simboli del nostro orgoglio e della nostra fede”. Gli alfieri “si appellarono al colonnello e con il suo consenso strapparono le bandiere dai bastoni e strapparono la seta a brandelli; e i nostri ufficiali e gli uomini che erano vicini ne presero uno a testa…”.