La strage di Marias River
A cura di Cesare Bartoccioni
Quello che è passato alla Storia come “Massacro del fiume Marias” (23 Gennaio 1870) fu causato da una spedizione punitiva indirizzata contro una banda di Indiani ribelli.
Nell’autunno precedente, Malcolm Clarke, un influente ranchero del Montana, accusò un guerriero Piedi Neri, Owl Child, di avere rubato alcuni dei suoi cavalli.
Aveva quindi punito l’Indiano frustandolo brutalmente.
Ferito più nell’orgoglio che nel corpo, per vendicarsi Owl Child ordinò una rappresaglia e alcuni suoi compagni massacrarono Clarke e ferirono gravemente suo figlio nella loro casa vicino a Helena.
Subito dopo fuggirono verso nord per raggiungere una banda di Piedi Neri ribelli guidati da Mountain Chief.
Impauriti e desiderosi di vendetta, i residenti bianchi del Montana chiesero che Owl Child e i suoi seguaci venissero puniti. Il Governo acconsentì ordinando alle truppe comandate dal Maggiore Eugene Baker, acquartierate a Fort Ellis (vicino alla moderna Bozeman, Montana), di intraprendere una spedizione punitiva.
Gruppo di ufficiali di Fort Ellis. Appoggiato alla ringhiera: Maggiore Baker
Dopo avere rafforzato le sue unità di cavalleria con due gruppi di fanteria, provenienti da Fort Shaw, vicino a Great Falls, Baker condusse le sue truppe marciando nel gelo invernale. Si diresse a nord alla ricerca della banda di Mountain Chief.
In seguito i soldati riferirono che il loro comandante bevve moltissimo per tutta la marcia. Il 22 Gennaio 1870 gli scout scoprirono un villaggio Indiano situato lungo il Fiume Marias. Baker, progettato l’attacco per il mattino seguente, trascorse la notte ad ubriacarsi pesantemente.
Un guerriero Blackfeet
All’alba del 23 Gennaio 1870 Baker ordinò ai suoi uomini di circondare l’accampamento predisponendosi all’attacco. Con l’attenuarsi dell’oscurità, lo scout Joe Kipp, si accorse che i disegni dipinti sulle di pelli di bisonte delle tende erano quelli di un gruppo di Piedi Neri pacifici, capeggiati da Heavy Runner.
Kipp intuì immediatamente anche che Mountain Chief e Owl Child, avuto sentore dell’avvicinarsi dei soldati, avevano spostato il loro accampamento invernale in qualche altro luogo.
Corse perciò ad informare Baker che bisognava sospendere l’azione perché quelli che avavano davanti erano gli Indiani sbagliati ma ricevette questa risposta : “Questo non fa alcuna differenza, una banda o un’altra sono tutti Piegans (1) e li attaccheremo.” Baker ordinò ad un sergente di sparare a Kipp se avesse tentato di avvisare i Piedi Neri dell’accampamento, ancora ignari del pericolo e nel pieno del sonno. Diede quindi l’ordine di carica.
I soldati di Baker iniziarono a sparare alla cieca verso il villaggio, cogliendo i pacifici Indiani completamente di sorpresa ed indifesi. Alla fine del proditorio attacco, Baker e i suoi uomini avevano assassinato 37 uomini, 90 donne e 50 bambini. I soldati ebbero una sola perdita: il soldato semplice Walton McKay, un canadese di 24 anni, colpito durante l’incursione da un giovane guerriero Piegan; un altro soldato si ruppe una gamba quando il suo cavallo stramazzò colpito.
Fort Ellis fotografato nel 1871
I soldati abbatterono alcune tende con ancora dentro gli impauriti sopravvissuti e gli appiccarono il fuoco bruciandoli vivi. Incendiarono anche le scarse riserve invernali di cibo della tribù.
Baker inizialmente catturò, come prigionieri da riportare a Fort Ellis, circa 140 persone tra donne e bambini. Quando però gli venne riferito che molti fra questi avevano il vaiolo, li abbandonò nell’inverno inclemente (dichiarando poi di averli “rilasciati indenni”…) senza cibo né rifugio. Molti morirono congelati cercando di trascinarsi per le circa 90 miglia che mancavano a Fort Benton. Secondo alcuni resoconti fatti in seguito, 18 prigionieri maschi sarebbero stati uccisi dai soldati durante il percorso verso Fort Shaw e Fort Ellis.
Indiani in fuga
Quando all’Est giunse la notizia del Massacro di Baker (ora conosciuto e denominato il Massacro del Marias, dal fiume dove avvenne l’eccidio), molti Americani si sentirono ribollire il sangue. Un furibondo membro del congresso denunciò Baker, dichiarando che “la civiltà rabbrividisce di fronte ad orrori come questo”. I superiori di Baker, tuttavia, sostennero le sue azioni, così come le trovò meritorie la popolazione del Montana, un giornalista locale apostrofò gli accusatori di Baker come “deboli donnicciole sentimentaliste e piagnucolose”.
Né Baker né i suoi uomini dovettero affrontare la corte marziale o alcun altro tipo di azione disciplinare. Tuttavia, il pubblico biasimo verso il massacro, comportò un cambiamento di rotta nel crescente movimento per trasferire il controllo degli affariIndiani dal Dipartimento degli Interni al Dipartimento della Guerra.
Il Tenente Gus Doane
Il Presidente Ulysses S. Grant (2) decretò che da quel momento innanzi, tutti gli agenti Indiani sarebbero stati dei civili invece che dei soldati.
Il Massacro del Marias venne definito dal Tenente Gus Doane, che comandava la Compagnia F durante l’attacco, “il più grande massacro di Indiani mai compiuto dalle truppe statunitensi”.
Occorre notare che, a tutt’oggi, non esiste una esauriente letteratura oppure l’indiscutibile resoconto su questo fatto di sangue, nonostante sia allo stesso livello di altri eventi ben più noti, come il massacro del Washita, Bear River, Sand Creek.
- I Piegans erano una delle quattro nazioni che componevano la Confederazione dei Piedi Neri: i Pikuni/Piegan; i North Piegan Pikuni; i Blood/Kainai; e i Blackfeet/Siksika. Alcuni studiosi uniscono i Piegan e in North Piegan in un solo gruppo. I North Piegan sono anche conosciuti come Canadian Piegan, i Piegan del Sud come Montana Piegan. Tutti questi gruppi sono di solito indicati come Siksika (tradotto appunto con Piedi Neri, un termine che probabilmente deriva dall’usanza di tingersi i mocassini usando la cenere). Questi gruppi costituiscono un solo gruppo geografico-linguistico; tutti parlano una lingua che è parte della famiglia dell’Algonchino. I Piegan e i Blood sono i gruppi con le maggiori somiglianze linguistiche fra loro.
- Ulysses Simpson Grant (1822-1885), 18° Presidente degli Stati Uniti d’America, già Generale dell’Unione (nordista) durante la Guerra di Secessione americana (1860-1865).