La caduta di Montreal e la pace di Parigi
A cura di Pietro Costantini
La guerra franco-indiana. Speciale a puntate: 1) Venti di guerra: Fort Necessity 2) La battaglia di Monongahela 3) La battaglia di Lake George 4) La battaglia di Sideling Hill 5) La battaglia di Fort Oswego 6) La conquista di Fort William Henry 7) Le due battaglie delle “Snowshoes” 8) La guerra in Acadia e le deportazioni 9) La spedizione di Forbes 10) Le due battaglie di Fort Carillon 11) La battaglia di Fort Niagara 12) La presa di Quebec 13) Il raid contro St Francis 14) La battaglia di Sainte-Foy 15) La caduta di Montreal e la pace di Parigi
L’offensiva contro Montreal
Dopo la caduta di Quebec, il comandante in capo inglese, Generale Jeffrey Amherst, nell’inverno 1759-60 preparò i piani per la campagna decisiva. Il Segretario di Stato inglese, William Pitt, identificò la cattura di Montreal come l’obiettivo principale dell’offensiva. Pitt aveva anche deciso di demolire l’inutilizzata fortezza di Louisbourg, sganciando così la relativa guarnigione per il servizio attivo. Le assemblee provinciali furono chiamate ancora una volta a fornire grossi contingenti di truppa per uno sforzo supremo: l’ostacolo finale stava per essere superato.
Il progetto di Amherst consisteva nel lancio di un attacco a tridente simultaneo per conquistare Montreal.
L’armata era divisa in tre colonne: il Colonnello James Murray doveva avanzare risalendo il fiume San Lorenzo da Quebec; il Brigadiere Haviland doveva aprirsi la strada risalendo il fiume Richelieu dalla parte del lago Champlain; Amherst in persona avrebbe condotto l’armata principale, forte di 10.000 uomini e 100 cannoni da assedio, scendendo da ovest il San Lorenzo provenendo dal lago Ontario.
Dei tre fronti di avanzata, quello di Amherst non era il più distante dall’obiettivo, ma era il più difficile e pericoloso, a causa delle rapide che ostacolavano la navigazione sul San Lorenzo. D’altro canto, la posizione di Amherst avrebbe impedito la ritirata dell’esercito francese verso Détroit, ad ovest, dove avrebbe potuto protrarre la guerra per un tempo indefinito.
Il piano inglese era fragile all’eccesso e richiedeva la massima accuratezza nei calcoli, perché le tre armate dovevano partire da tre punti differenti distanti tra loro centinaia di miglia, su strade piene di difficoltà, e senza possibilità di inter-comunicare; e sempre che l’arrivo fosse simultaneo, affinché i Francesi non potessero concentrare le forze per sopraffare separatamente i piccoli corpi di spedizione di Murray o Haviland. Questa era la speranza del governatore del Canada, Marchese di Vudreuil, e di Chevalier de Lévis, comandante in capo dell’esercito francese in Canada.
La battaglia di Thousands Islands
La battaglia delle Thousand Islands (nota anche come “Assedio di Montreal”) venne combattuta lungo il corso superiore del San Lorenzo, tra le “Mille Isole”, sopra quello che è l’attuale confine U.S.A. – Canada. I combattimenti avvennero a Fort Lévis, Point au Baril e nelle acque e isole circostanti.
La piccola guarnigione francese di Fort Lévis tenne alla larga il molto più consistente contingente inglese per più di una settimana, riuscendo ad affondare due navi da guerra inglesi e a danneggiarne una terza. Questa resistenza ritardò l’avanzata inglese su Montreal da ovest.
Nell’agosto 1760 i Francesi stavano costruendo Fort Lévis, sull’Île Royale, nel fiume San Lorenzo. Alla sua difesa venne assegnato il Capitano Pierre Pouchot. Questi era stato preso prigioniero dopo l’assedio di Fort Niagara, ma fu rilasciato più tardi in uno scambio di prigionieri. Il progetto originale di Chevalier de Lévis per il forte, prevedeva mura di pietra, 200 cannoni e circa 2500 uomini di truppa. Quello che ebbe Pouchot fu un piccolo forte, con palizzate di legno, cinque cannoni e 200 soldati. Sempre sotto il comando di Pouchot c’erano le corvette Outaouaise e Iroquoise, equipaggiate con 200 marinai e barcaioli. L’Iroquoise, sotto il comando del Commodoro René Hypolite Pépin dit La Force, era armata con dieci cannoni da 12 libbre e alcuni cannoncini girevoli. L’ Outaouaise, agli ordini del Capitano Pierre Boucher de LaBroquerie, ne portava dieci da 12 libbre, uno da 18 libbre e cannoncini girevoli.
Subito dopo il suo arrivo a Île Royal, Pouchot ordinò l’abbandono della vicina missione di Fort de La Présentation, e di erigere rinforzi e palizzate a Point eau Baril, per rafforzare le risorse di Fort Lévis, postazione più difendibile. Il 1 agosto, La Force aveva condotto la sua corvetta l’Iroquoise ad arenarsi a Pointe au Baril. Benché la nave non fosse inclinata, venne ritenuta tropo danneggiata per essere posta in azione, e venne tirata ancora in secco sotto i cannoni di Fort Lévis.
Le Thousand Islands
L’armata di Amherst lasciò Oswego il 10 agosto. Il Capitano Joshua Loring, che era al comando dei vascelli inglesi Onondaga e Mohawk, era stato mandato alla testa delle forze di Amherst come avanguardia. L’ Onondaga era stata varata a Fort Niagara col nome di Apollo nel 1759; comandata da Loring, portava quattro cannoni da 9 libbre, 14 da 6 libbre e un equipaggio di 100 marinai e 25 soldati. La Mohawk, comandata dal Tenente David Phipps, aveva 16 cannoni da 6 libbre, con 90 marinai e 30 soldati.
Il 7 agosto le sentinelle francesi avvistarono l’ Onondaga e la Mohawk dalle loro postazioni sull’ Île aux Chevreuils, a monte di Fort Lévis. I Francesi si ritirarono su una imbarcazione a remi, inseguiti dalle due navi nemiche, che finirono poi per perdersi nel dedalo di isole, e non trovarono la strada del ritorno al canale principale se non dopo parecchi giorni.
250° Anniversario della Battaglia delle Thousand Island (2010)
Il 16 agosto l’armata di Amherst arrivò a Pointe au Baril. Temendo che le navi francesi rimaste potessero attaccare il suo naviglio, Amherst ordinò al Colonnello George Williamson di catturare l’ Outaouaise il giorno seguente. Al tramonto del giorno 17, Williamson si avviò su di una scialuppa, accompagnato da cinque barche a remi (una armata con un obice, e ciascuna delle altre con un cannone da 12 libbre). Le scialuppe presero posizione a prora e a poppa dell’ Outaouaise, dove non avrebbero potuto essere colpite dalle bordate della nave. Le scialuppe inglesi sparavano palle normali e a grappolo contro la nave francese, danneggiando l’ Outaouaise, che senza difesa si diresse verso le batterie inglesi, posizionate a Pointe au Baril. Dopo tre ore di combattimento, l’ Outaouaise era riuscita a sparare 72 colpi, danneggiando due delle scialuppe inglesi. LaBroquerie fu costretto ad arrendersi e a consegnare l’ Outaouaise a Williamson. LaBroquerie rimase ferito nel combattimento; fra il suo equipaggio vi furono 15 vittime, tra uccisi e feriti.
L’ Outaouaise, dopo la cattura, venne riparata e rinominata Williamson, per essere di nuovo riportata in servizio dal Capitano Patrick Sinclair contro i suoi primi possessori. Il 19 agosto, Amherst cominciò l’attacco contro Fort Lévis. La Force e il suo equipaggio avevano ricevuto ordine di abbandonare l’incagliata Iroquoise per raggiungere il forte e partecipare alla sua difesa. La Williamson venne colpita 48 volte dai cinque cannoni francesi quando si ricongiunse con le batterie inglesi che sparavano su Fort Lévis dalle isole circostanti. Le Mohawk e Onondaga giunsero sulla scena in serata e Amherst dichiarò un cessate il fuoco per la notte. L’attacco riprese al tramonto del 20 agosto, con le Williamson, Mohawk e Onondaga che sparavano tutte contro il forte con il tiro combinato di 50 cannoni. Mentre l’attacco continuava, i cannoni francesi colpirono e affondarono la Williamson e la Onondaga. La Mohawk si arenò sotto le cannonate nemiche, adagiandosi indifesa finché venne colpita e resa inoffensiva. Le batterie inglesi poste sulle isole circostanti continuavano a sparare, caricate a “hot shot”, palle prive di esplosivo infuocate, con lo scopo di appiccare il fuoco all’interno del forte. L’assedio continuò fino al 24 agosto,quando Pouchot rimase senza munizioni per i cannoni e chiese i termini della resa.
Combattimento tra navi inglesi e francesi nel 1760
Il combattimento costò agli Inglesi 26 uccisi e 47 feriti (presumibilmente esclusi membri della Milizia), contro perdite francesi di circa 275 tra caduti e feriti, dei 300 difensori presenti all’inizio della battaglia. Gli Inglesi riuscirono con difficoltà a credere che una così piccola guarnigione avesse offerto un tale spirito di resistenza. Rinominarono il forte col nome di Fort William Augustus. Inoltre recuperarono le tre navi affondate nella battaglia (Williamson, Onondaga e Mohawk), e le rimisero in servizio di pattugliamento delle acque tra il forte e Fort Niagara.
Dopo la battaglia, l’armata di Amherst restò a Fort Lévis per ancora 4 giorni, prima di proseguire verso Montreal.
L’avanzata inglese costò ad Amherst ancora almeno 84 uomini annegati nelle rapide del San Lorenzo (sebbene Pouchot porti questo numero a 336). Egli avanzò fino ad incontrare le armate provenienti da Quebec e dal lago Champlain, fino a circondare completamente la città.
Capitolazione di Montreal
Il mattino del 7 settembre Amherst si accampò sul pianoro della riva ad est di Montreal, con l’armata principale inglese, Murray prese terra e si accampò subito al di sotto; e Vaudreil, guardando al di là del San Lorenzo, poteva vedere le tende del piccolo gruppo di Havilland sulla riva sud. La città era affollata di rifugiati non combattenti. Qui, inoltre, era presente quasi tutto il rimanente dell’armata del Canada, consistente in 2200 uomini delle truppe regolari e circa 200 Coloniali; tutti gli altri Canadesi erano già tornati a casa. Inoltre molti regolari, specialmente delle truppe coloniali, avevano disertato; i restanti erano così indisciplinati che che gli ufficiali erano costretti a supplicarli anziché dare ordini.
Le tre armate britanniche accampate intorno alla città ammontavano a 17.000 uomini; Amherst aveva trasportato i suoi cannoni da Lachine, e le fortificazioni di Montreal erano inutili, eccetto che per una difesa contro attacchi indiani.
Nella notte fra il 7 e l’8 settembre, il Marchese di Vaudreuil, Governatore del Canada, convocò un consiglio di guerra. Si risolse che, dal momento che tutta la Milizia e molti dei regolari avevano abbandonato l’esercito, e che gli alleati Indiani della Francia erano passati al nemico, una ulteriore resistenza sarebbe stata impossibile. Bougainville venne inviato e richiedere una sospensione delle ostilità per un mese. La richiesta venne respinta e Amherst diede ai Francesi sei ore di tempo per prendere la decisione definitiva. Allora Vaudreuil mostrò agli ufficiali riuniti un lungo documento che aveva preparato precedentemente, contenente 55 articoli di capitolazione da proporre agli Inglesi; il documento fu approvato all’unanimità.
Il mattino dell’8 settembre, gli abitanti di Montreal rifiutarono di prendere le armi. Un battaglione delle Compagnies Franches de la Marine era ancora dislocato all’isola di Sainte-Hélène. La nave Marie e due mezze – galee erano completamente armate, così come le batterie dell’isola Sainte-Hélène, mentre il resto degli armati francesi era stato posizionato lungo le mura di Montreal.
Montreal vista dal fiume nel 1760
Alle 10 del mattino l’armata di Murray sbarcò a Pointe-aux-Trembles e marciò su Longue-Pointe. Nello stesso momento, Bougainville, portava gli articoli della resa alla tenda di Amherst. Egli li sottoscriveva per la maggior parte, ne modificava alcuni, e respingeva totalmente gli altri. Ciò che gli ufficiali francesi ritenevano più importante era che le truppe potessero marciare con le armi, i cannoni e gli onori di guerra; a questo fu risposto così: “L’intera guarnigione di Montreal e tutte le altre truppe francesi in Canada devono abbandonare le armi, e non combattere più nel corso di questa guerra.” Questa richiesta venne ritenuta inaccettabile. Vaudreuil mandò indietro Bougainville a protestare, ma Amherst rimase inflessibile. Allora Lévis tentò di far cambiare la sua decisione mandando un ufficiale con la seguente nota:”Vi mando sua Eccellenza M. de la Pause, assistente quartiermastro generale dell’esercito, per la questione dell’articolo troppo oneroso da voi imposto alle truppe per la capitolazione, che per noi è impossibile sottoscrivere.” Amherst rispose all’inviato:”Io sono fermamente risoluto, per l’imfame atteggiamento che le truppe francesi hanno messo in atto nell’eccitare i selvaggi a perpetrare le più orrende e inaudite azioni barbare nell’intero corso della guerra, e per altre aperte slealtà e flagranti violazioni della buona fede, per manifestare, con questa capitolazione, al mondo intero il mio orrore per queste pratiche.” Poi congedò La Pause con una breve nota, con cui rifiutava di cambiare le condizioni. Infine, alle otto del mattino seguente, la resa venne firmata. Lévis diede ordine ai suoi battaglioni di bruciare le bandiere. In serata, i corpi armati di Murray avanzavano verso i sobborghi di Récollets.
Con la resa, il Canada e tutte le sue province passarono sotto la corona inglese. Gli ufficiali militari e civili francesi, con le truppe e i marinai vennero riportati in Francia su navi inglesi. Alla popolazione della colonia venne assicurata libertà di esercizio della religione, e le comunità religiose poterono mantenere possedimenti, diritti e privilegi. Venne concesso di poter rientrare in Francia a chiunque lo avesse desiderato, e ai Canadesi di restare nel pieno godimento di tutte loro proprietà, anche feudali, inclusi schiavi neri o indiani.
Così, mezzo continente passò nelle mani della Gran Bretagna. Nello stesso giorno della resa, Havilland giunse sulla riva sud al campo di Amherst. Il ricongiungimento era completo, e la campagna era praticamente conclusa.
La resa di Montreal
Il 9 settembre un distaccamento inglese con artiglieria entrò in Montreal e prese posizione nella Piazza d’Armi dove, uno dopo l’altro, i battaglioni francesi deposero le armi prima di ritornare al loro campo sulle fortificazioni, dove furono passati in rivista da Lévis. Nel frattempo l’esercito inglese procedeva all’occupazione completa della città di Montreal.
La pace di Parigi
La pace di Parigi sancì, per la zona europea, la situazione che esisteva prima della Guerra dei Sette Anni: il “casus belli” erano state le pretese austriache sulla regione della Slesia, che avevano provocato lo scatenarsi della guerra, con Austria e Francia alleate da una parte (appoggiate da Russia, Polonia e Svezia), e Prussia e Inghilterra dall’altra. L’Austria non era riuscita a re-impadronirsi della Slesia, e in compenso l’Europa continentale vedeva sorgere l’astro di un giovane e potente Stato: la Prussia dell’ambizioso sovrano Federico II.
Ma la guerra aveva incendiato anche le colonie: Winston Churchill la definì la prima guerra veramente “mondiale”. La Francia aveva perso il Canada e Valle dell’Ohio, ma era riuscita a mantenere il possesso della Martinica e di parte delle Antille, importantissime per la produzione dello zucchero, e per questo motivo considerò quello di Parigi come un “buon trattato”; il filosofo Voltaire scrisse addirittura che il re Luigi XV aveva perso solo “pochi acri di neve”. Comunque per la Francia la sconfitta militare e lo sforzo finanziario per la guerra provocarono ad un indebolimento della monarchia, che – assieme a tutte le altre cause – nel giro di pochi anni avrebbe portato alla Rivoluzione (1789).
Il vero vincitore a livello “mondiale” era stata l’Inghilterra: aveva aquisito gli immensi territori delle colonie francesi del Canada e del Nord Est, la Florida dalla Spagna, parte delle Antille in Centro America, alcune basi nel Senegal. In questo modo la corona inglese si era assicurata l’egemonia sul commercio extra-europeo.
La Spagna aveva ricevuto la Louisiana ex francese, che nel giro di pochi anni sarebbe tornata alla Francia.
La resa di Montreal
Per molte popolazioni native, l’eliminazione della potenza francese in Nord America significò la scomparsa di un forte alleato e di un bilanciamento all’espansione inglese. L’Ohio fu particolarmente vulnerabile agli insediamenti legali e illegali dovuti alla costruzione di vie militari da parte di Braddock e Forbes. La presa di possesso della Louisiana da parte della Spagna ebbe modeste ripercussioni, ma il passaggio della Florida in mani inglesi provocò la migrazione verso ovest di tribù che non volevano commerciare con gli Inglesi, e suscitò tensioni fra i Choctaw e i Creek, nemici storici le cui divisioni erano state a volte sfruttate dagli Inglesi. Il cambio nel controllo della Florida provocò anche l’allontanamento della maggior parte della popolazione cattolica spagnola, parte della quale si rifugiò a Cuba, compreso l’intero apparato governativo di St. Augustine. Molti Indiani Yamasee si spostarono sulla costa del Messico.
La Francia rimise piede in Nord America nel 1778, con la stipula di un’alleanza franco-americana in funzione anti inglese nella Guerra d’Indipendenza Americana.