Pearl Hart e l’ultimo assalto ad una diligenza

A cura di Sergio Mura
Pearl Hart
Nell’incredibile varietà del banditismo della frontiera americana, Pearl Hart, nata Taylor, (Canada, 1871 – dopo il 1928), ha un suo spazio per alcune caratteristiche. La prima è che è stata una donna-bandito, cosa che non ha mai mancato di colpire la fantasia delle persone del vecchio west quanto quella dei lettori e degli studiosi di oggi. La seconda è che si è resa protagonista dell’ultimo assalto ad una diligenza.
Di lei sappiamo alcune cose, mentre altre sono solo raccontate ed altre ancora sono assolutamente senza alcun fondamento di verità, ma questo è il destino di tanti fuorilegge del west a cui è stato messo sopra il cappotto del mito.
Hart nacque nel 1871 in una data incerta nel villaggio canadese di Lindsay, nell’Ontario, con il nome di Pearl Taylor. I suoi genitori erano entrambi molto religiosi e la famiglia era benestante quanto bastava per consentire alla figlia di poter frequentare dei buoni corsi di studi.
All’età di 16 anni, Pearl venne iscritta in un college e lì si innamorò di un giovane, un certo Brett (ma forse Frank o William) Hart, che è stato variamente descritto come un nullafacente, un ubriacone, e un giocatore d’azzardo.
I due fuggirono insieme, ma Pearl scoprì presto a sue spese che il “marito” era un violento, per cui lo lasciò e preferì ritornare dalla madre.
Dopo questa prima volta, ne seguirono altre con riconciliazioni e successivi abbandoni e in mezzo a questi episodi ci fu il tempo per mettere al mondo due figli, un ragazzo e una ragazza, che Pearl spedì prudentemente a sua madre, che all’epoca viveva in Ohio.

Nel 1893, i due parteciparono alla Fiera Mondiale di Chicago lavorandovi per un certo periodo. In quel periodo, Pearl conobbe la vita dei cow-boys e della frontiera guardando lo spettacolo di Buffalo Bill “Wild West Show” e ne rimase così colpita da desiderare ardentemente di dare una nuova e importante svolta alla sua vita. Questa svolta seguì pochissimo tempo dopo e si avviò con la rottura della relazione con il marito e la successiva fuga in treno verso Trinidad, nel Colorado, accompagnata da un certo Dan Bandman, un pianista che aveva conosciuto di recente.
Abbiamo un racconto di questo periodo che ci è stato lasciato dalla stessa Pearl Hart: “Avevo solo 22 anni di età. Ero bella, disperata, scoraggiata, e pronta per qualsiasi cosa che sarebbe potuta arrivare. Non mi interessa soffermarmi su questo periodo della mia vita. È sufficiente dire che sono andata da una città all’altra fino a quando, qualche tempo dopo, sono arrivata a Phoenix”.
In questo periodo la giovane Pearl Hart lavorò come cuoca e persino come cantante, sempre alla ricerca di qualche modo per sopravvivere con le sue forze, specialmente in presenza di alcuni nuovi vizi che avevano un costo importante: sigari, liquori e persino la morfina.
Una testimonianza di questo periodo ci fa sapere che mentre Pearl era a Phoenix, in Arizona, le capitò di incontrare il suo marito, facendosi convincere a tornare a vivere con lui a Tucson. Ma la vita le aveva riservato nuove e brutte sorprese… Infatti, una volta terminati i soldi di Pearl, il marito ritornò frettolosamente ai suoi modi di fare violenti. Allo scoppio della guerra ispano-americana, l’uomo decise di arruolarsi volontario, lasciando la moglie da sola. Ma lei non si perse d’animo e, anzi, al riguardo del marito ebbe occasione di dire che sarebbe pure stata felice se la guerra se lo fosse portato via! Per completezza di informazione (e a conferma della difficoltà a mettere molti punti fermi nella vita di Pearl Hart), diciamo che altre fonti riportano il pianista Bandman al posto del marito.


La rapina alla diligenza

All’inizio del 1898 Pearl era a Mammoth, in Arizona, al lavoro come cuoca in una pensione. Altri, però, hanno scritto che gestiva una tenda-bordello nei pressi della miniera che stava poco fuori dal paese, anche impiegando una seconda donna che la aiutava nel “servizio”. Andò abbastanza bene per un periodo, ma quando la miniera venne chiusa, la sua situazione finanziaria peggiorò rapidamente. Sempre in quei giorni, la giovane ricevette un messaggio in cui il marito le comunicava che sua madre (di lui) stava molto male.
Alla disperata ricerca di denaro per vivere, Pearl si aggregò ad un conoscente, un certo Joe Boot (il nome pensiamo che sia semplicemente un “nickname”), che era proprietario di un lotto minerario. Insieme provarono ad estrarre dell’oro, ma del metallo prezioso non vi era nemmeno la traccia e questo peggiorò le condizioni dei due e anche l’umore, portandoli a prendere la decisione che avrebbe cambiato per sempre la loro vita: rapinare la diligenza che portava da Globe a Florence in Arizona.
La rapina venne compiuta il 30 maggio 1899 in un luogo di approvvigionamento dell’acqua nei pressi del Cane Springs Canyon, a circa 30 miglia a sud-est di Globe. Per l’occasione Pearl si era tagliata i capelli e si era vestita con abiti maschili, una cosa particolarmente eccentrica e stravagante in epoca vittoriana. Si era armata con un revolver calibro .38, mentre il suo compare aveva scelto una Colt .45.
L’itinerario della diligenza era uno degli ultimi percorsi da mezzi simili in quel territorio ed era una tratta ritenuta così sicura che il conducente aveva persino evitato di farsi assistere dalla classica guardia privata.

La coppia tese l’agguato alla diligenza in un punto favorevole in cui essa avrebbe subito un rallentamento dell’andatura per via del sentiero. Pearl e Boot uscirono da dietro un nascondiglio improvvisato e minacciarono con le armi il conducente, costringendolo a fermare la corsa. Poi, mentre Boot teneva le armi puntate sui passeggeri e sul conducente, Pearl passava a prelevare il denaro ed i valori, racimolando appena 431,20 $ e sequestrando due pistole. Ai passeggeri venne consegnato 1 $ ciascuno. Prima di scappare via a spron battuto, i due rapinatori salirono in sella e si fecero consegnare anche la pistola del conducente.
La rapina fu assolutamente incruenta e, stando alle testimonianze, anche abbastanza rapida. Subito dopo la sparizione dei banditi, il conducente sganciò uno dei cavalli dal tiro della diligenza ed in sella ad esso galoppò verso la città più vicina per avvisare lo sceriffo.
Ciò che successe nei giorni successivi è affidato al resoconto che avrebbe fatto in seguito la stessa Pearl Hart, ma sostanzialmente descrivono i due rapinatori impegnati a far perdere le proprie tracce con i più classici trucchi che si apprendevano alla frontiera, nell’intento di guadagnare il tempo per elaborare nuovi piani per il futuro. Altri testimoni dei fatti che sarebbero accaduti hanno lasciato intendere che i due rapinatori finirono per vagare in senso circolare fino a perdersi a causa della loro inesperienza e di una sostanziale non conoscenza dei luoghi. Fatto sta che il 5 giugno 1899 Pearl Hart e Joe Boot furono raggiunti dalla posse guidata dallo sceriffo Truman della Contea di Pinal e colti nel sonno. Risvegliati bruscamente e sotto tiro degli uomini di legge, Joe Boot decise di arrendersi senza fiatare, mentre Pearl Hart tentò una certa resistenza che però rinviò di ben poco la cattura.
Dopo l’arresto, la coppia venne separata. Boot fu spedito nel carcere di Florence, in Arizona, mentre Pearl venne dirottata verso la struttura carceraria di Tucson, visto che nell’istituto di pena di Florence non era possibile ospitare donne. In pochi giorni, i giornali vennero a conoscenza dei fatti legati alla rapina alla diligenza da parte di una donna bandito e al suo arresto e furono presi da una grande smania di intervistare e fotografare la protagonista dell’episodio criminoso.
Un articolo del Cosmopolitan riportò che Pearl Hart era “esattamente l’opposto di quello che ci si aspetterebbe da una rapinatrice di diligenze”, anche se, “quando si arrabbia, alcune linee di durezza fanno capolino nei dintorni dei suoi occhi e della bocca”.

Pearl divenne presto una sorta di beniamina della gente del luogo e un suo ammiratore le regalò persino un cucciolo di gatto selvatico per tenerle compagnia in carcere.
La sua cella era abbastanza piccola ed aveva la caratteristica di essere poco robusta, con pareti senza alcun rinforzo e realizzate con pannelli di legno e gesso come rivestimento. Così, il 12 ottobre 1899, la rapinatrice – forse aiutata da un ignoto complice – riuscì a evadere, lasciando un buco di circa mezzo metro di diametro nel muro. La sua fuga durò relativamente poco, giusto un paio di settimane, quando venne catturata nei dintorni di Deming, in New Mexico.
Quello stesso mese, Pearl Hart e Boot vennero sottoposti a processo per la rapina alla diligenza. Nel corso del dibattimento, la giovane si esibì in una commovente autodifesa nella quale sostenne di essere stata spinta sulla via del crimine dalle avverse condizioni economiche e dalla necessità di procurarsi del denaro per vivere e per andare ad assistere sua madre malata. La sceneggiata fu sufficiente perché la giuria popolare mandasse liberi entrambi, facendo infuriare il giudice Fletcher M. Doan che ritenne i giurati degli assoluti incompetenti.
Ad ogni buon conto, poco dopo la messa in libertà, entrambi vennero arrestati nuovamente con l’accusa di aver rubato cassette di posta alla ricerca di valori. Boot venne condannato a 30 anni di carcere e Pearl Hart a 5 anni.
Sia Hart che Boot furono spediti alla Yuma Territorial Prison per scontare la pena. Boot, in virtù della sua apparente mitezza, divenne un uomo di fiducia della direzione del carcere a cui venne affidata la guida dei carri da trasporto dei condannati ai lavori forzati.

Un giorno, mentre conduceva uno di questi carri scappò via e non fu mai più trovato. Al momento della sua fuga, Boot aveva completato meno di due anni di detenzione.
Pearl Hart riuscì facilmente a conquistarsi le simpatie dei secondini, tanto che ebbe una cella particolarmente grande e spaziosa, dotata persino di un cortiletto in cui le era consentito di intrattenersi con i giornalisti che numerosi continuavano a cercare di intervistarla. Hart capì molto presto che in virtù della sua femminilità era capace di guadagnare parecchi punti rispetto agli altri galeotti e ciò contribuiva a migliorare la sua situazione.
Pearl Hart venne rilasciata nel dicembre del 1902 grazie al perdono concesso dal Governatore Alexander Brodie che lo vincolò alla condizione che lei lasciasse immediatamente il territorio. Ufficialmente il perdono fu concesso per consentire a Pearl Hart di recitare in una certa rappresentazione teatrale scritta da sua sorella in cui avrebbe avuto il ruolo di protagonista, visto che trattava proprio la sua vita. All’atto del rilascio, a Pearl venne consegnato un biglietto di sola andata per Kansas City, nel Missouri.
In carcere
Ma nel 1964, quando ormai ogni protagonista della vicenda era passato a miglior vita, si disse che il perdono fu necessario perché Pearl era rimasta incinta e si era ritenuto necessario scambiare il silenzio della giovane con la sua libertà, pur di evitare uno scandalo alla direzione del carcere.
Di tutto questo non esistono prove certe, né ve ne sono sulla nascita di un terzo figlio.
La vita dopo il rilascio non fu certamente monotona… Per un po’ Pearl si dedicò alle rappresentazioni teatrali e a qualche conferenza sulla durezza disumana del carcere di Yuma, ma poi passò a lavorare sotto falso nome nel Wild West Show di Buffalo Bill. Nel 1904 troviamo la Hart alla conduzione di un emporio di sigari, ma proprio ad esso è legato un arresto con accusa di ricettazione, anche se l’accusa cadde durante il processo a cui seguì il proscioglimento.
Dopo questo evento non si conosce più alcunché di certo sulla vita della rapinatrice e le voci non verificabili su una sua morte collocabile persino intorno al 1960 sono appunto… solo voci.

Note finali.

A partire dal 2010 molti studiosi della storia del west hanno affermato che l’impresa criminosa compiuta da Hart e Boot non possa essere definita come l’ultima rapina ad una diligenza, visto che pare ormai accertato che tale appellativo debba essere riservato a due uomini sconosciuti che rapinarono una diligenza nel 1900, appena al di fuori di Bisbee, in Arizona. Questi banditi non furono mai acchiappati.
Oppure, l’appellativo potrebbe essere assegnato a un’altra rapina occorsa ad una diligenza nel 1916 in Nevada, quando un vagabondo di nome Ben Kuhl tese un’imboscata e uccise il conducente di un piccolo carro postale trainato da cavalli durante quella che fu chiamata “Jarbidge Stage Robbery”. In quell’occasione furono rubati ben 4.000 dollari, Kuhl, il rapinatore, venne catturato poco dopo, ma il denaro non fu mai più ritrovato.

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