Kerry il Trapper un gioiello western-horror (di Tiziano Sclavi) dimenticato

A cura di Gian Mario Mollar

Mi piace pensare che il fumetto western italiano abbia da sempre flirtato con il genere horror.
È una storia d’amore antica, iniziata con gli albi disegnati dal trio EsseGesse (Sinchetto-Guzzon-Sartoris), che trasponeva nei deserti assolati della frontiera un po’ del fascino austero e misterioso di Torino.
Lo testimoniano Kinowa, scalpato dagli indiani e trasformatosi in diabolico persecutore del popolo rosso, e la fascinazione che traspare qua e là sulle pagine del Comandante Mark o del Grande Blek per elementi gotici quali tombe, castelli e caverne misteriose. Anche Tex Willer, l’espressione più genuina del western a fumetti all’italiana, si trova fin dall’inizio a fare scaramucce occasionali nel mondo dell’horror e dell’occulto, soprattutto grazie a Mefisto, prestigiatore e spia con connotati man mano più magici e inquietanti. Tra le pagine di Tex, nel corso degli anni sono apparsi anche alieni, stregoni, dinosauri, scimmioni tagliatori di teste e tribù indiane misteriose e letali. Leggi il resto