Blackhawk cavalca con Manuelito

A cura di Marco Aurilio

Blackhawk
Per buoni motivi i nemici dei Navajos i chiamavano “coltelli insanguinati”; erano senza pietà ed estremamente abili nel combattimento corpo a corpo.
Una mattina presto una donna Hopi, dal centro della piazza di Oraibi fisso’ con orrore l’orizzonte settentrionale. Lungo il bordo della mesa si vedevano le lance dei nemici allineate verso le stelle del mattino. Subito urlo’ “Navajos! predoni Navajos” e fuggi’. I guerrieri Hopi balzarono dalle loro pelli di pecora con le armi in pugno, ma era troppo tardi.. Gli invasori erano saliti su per le scale di legno dei tetti con i loro coltelli affilati. Grida agonizzanti risuonarono in tutto il villaggio. Quando gli Hopi scesero per le strade armati di bastoni, lance e fionde, gli arcieri Navajo, protetti dallo scudo fissato sul braccio sinistro, colpirono dalle loro postazioni. Feriti e confusi gli Hopi urlavano, molti in agonia. Dopo quasi un ora di lotta i Navajos avevano occupato posizioni di vantaggio e i loro guerrieri erano nella piazza. Le strette vie di ingresso erano occupate dai guerrieri Hopi, ma l’astuto capo di guerra Nabhai se lo aspettava. Leggi il resto