Tierra de los Jocomes

A cura di Gianni Albertoli

A ovest delle terre degli indiani Mansos e Sumas vivevano gruppi indigeni noti come Jocomes e Janos. Questi indiani avrebbero giocato un ruolo importante anche con i Mansos e i Sumas. Nel 1689 gli spagnoli dovettero intervenire per contrastare le continue incursioni, dal Presidio di Janos vennero inviate richieste di nuove truppe inoltre, i comandanti, richiesero l’aiuto di alleati nativi come gli Opatas e i Conchos. Circa 250 uomini armati si radunarono a Janos agli ordini dei capitani Juan Fernandez de la Fuente e Domingo Teran de los Rios, gli ordini del generale Jironza erano chiari, “distruggere il nemico nella loro nuova roccaforte Chiricahua”, chiara ed evidente allusione alle Chiricahua Mountains. I ribelli erano rappresentati dai “malcontenti Sumas che avevano vissuto nelle zone di Casas Grandes e di Carretas”, dai Mansos stanziati “a sud di El Paso”, da gruppi Chinarras provenienti dalle zone di San Buenaventura e di Torreon, da bande Janos del territorio e dai Jocomes delle Chiricahua Mountains e della vallata di Fronteras.
A questi gruppi si sarebbero uniti anche guerrieri Apaches del fiume Gila, allora segnalati sulle Graham Mountains. Gli informatori segnalavano che i ribelli parlavano lingue diverse e comunicavano con il dialetto dei Sumas. Altre notizie, ben più attendibili, ricordavano però che gli Apaches del Gila non si erano uniti ai ribelli in quanto erano stati segnalati sulle Dos Cabezas, ma stavano “costruendo rancherias nei Chiricahua, nelle vicinanze dei villaggi permanenti dei Jocomes”. Anche padre Kino ricordava gli indiani Jocomes che, al fianco degli Apaches, assalivano costantemente i Pimas e razziavano cavalli e bestiame negli insediamenti coloniali. I Pimas e i Sobaipuris dovettero combattere strenuamente queste genti bellicose e fra questi si sarebbe messo in luce il capo El Coro, un leader ben noto in quelle terre; aveva combattuto aspramente gli Apaches ed ora accettava l’aiuto spagnolo. Quando, con 22 soldati, il capitano Cristoval Martin Bernal giunse a Quiburi, venne accolto dal leader e la sua gente stava ballando con il “cuoio capelluto di alcuni Hocomes”. Le truppe, accompagnate dai guerrieri di El Coro, costeggiarono il “San Jusepe de Terrente” (il San Pedro River) per giungere al “Rio Grande de Hila” (il Gila River) e successivamente a Tusconimo, dove furono accolti dal capo di una grande rancheria chiamato “Juan de Palasios”.


Abitazioni degli indiani Jocomes

Nei giorni successivi gli spagnoli poterono altri villaggi dei Pimas e dei Sobaipuris. Gli spagnoli incontrarono non meno di 7 mila Pimas e Sobaipuris, i quali continuavano ad accusare i Jocomes e gli Apaches delle continue incursioni avvenute nel territorio. I Sobaipuris volevano l’aiuto spagnolo ma, purtroppo, i loro insediamenti erano posti in terre esposte alle incursioni degli Apaches che scendevano dalle Chiricahua Mountains. La Provincia della Sonora dovette soffrire notevolmente di queste incursioni, i nemici dichiarati erano proprio i Jocomes, i Janos e gli Apaches. I ribelli erano localizzati nella “Sierras de Chiguicagui” (Chiricahua Mountains) ed El Coro si disse disposto a compiere incursioni nel loro territorio, in cambio chiedeva soltanto di fortificare il villaggio della sua gente. Per convincere gli spagnoli, il capo riferiva di non aver alcun timore dei nemici visto che quattro mesi prima aveva “ucciso in un colpo solo più di 200 nemici” (sic!); inoltre ricordava che quando gli Apaches e i Jocomes razziarono bovini e cavalli da Real de Bacanuche, i suoi guerrieri avevano ucciso “quindici nemici e catturato dieci bambini”. Il 30 marzo 1698 i ribelli furono coinvolti in un cruento scontro ricordato come la “battaglia di Gaybanipitea”, ma dobbiamo tener presente che un mese prima circa 300 Apaches e Jocomes avevano assalito e distrutto la missione di Cocóspera e l’abitazione di padre Ruiz de Contrerars (25 febbraio 1698). Dopo l’incursione gli indiani rientrarono nelle Chiricahua Mountains poi, imbaldanziti, ridiscesero le montagne per assalire Santa Cruz de Gaybanipitea, un villaggio posto sulle rive settentrionali del Rio Babocomari. Le fonti missionarie parlavano di circa 600 guerrieri “Hocomes, Sumas, Mansos e Apaches”; gli indiani attaccarono all’alba uccidendo tre-quattro spagnoli, fra cui il capitano El Bajon, obbligando gli abitanti a ritirarsi nelle fortificazioni interne.


Le terre degli Jocomes

Dalle fonti risulterebbe che gli indiani attaccarono violentemente coprendosi il corpo con pelli di cervo e di daino, riuscirono a salire sui tetti “distruggendo e bruciando”, ma un “indiano perdette la vita”, era armato con un vecchio archibugio spagnolo. Gli indiani saccheggiarono il villaggio, uccisero “tre bovini e tre cavalle” del vicino ranch, poi iniziarono a cucinare le carni e a macinare il mais razziato, “con loro vi erano anche parecchie donne che avevano combattuto”. Il fumo degli incendi venne notato nella vicina Quiburi, da dove alcuni spagnoli, affiancati dai guerrieri di El Coro, si mossero velocemente. Lo scontro fu inevitabile ed El Coro sfidò a duello il capo ribelle, chiamato “El Capotiari”, dieci combattenti per parte si affrontarono a viso aperto. I ribelli furono sconfitti e dovettero fuggire sulle Chiricahua Mountains incalzati dai guerrieri di El Coro. Quando, alcuni giorni dopo, il tenente Manje e Juan de Escalante giunsero sul luogo dello scontro trovarono i corpi di 31 uomini e 23 donne apache, i guerrieri di El Coro avevano perso soltanto cinque guerrieri. Alcuni gruppi di Janos avrebbero poi deposto le armi ed avrebbero informato il Manje che i ribelli avevano perso nello scontro 168 guerrieri, molti dei quali deceduti in lenta agonia causa le frecce avvelenate dei Sobaipuris. Comunque sia, nonostante questa splendida vittoria, sia i Pimas che i Sobaipuris avrebbero dovuto spostarsi più a ovest per sfuggire alle continue incursioni apache. Negli anni successivi le incursioni dei Jocomes, dei Janos e dei Sumas continuarono nonostante la creazione di due nuovi Presidi, composti da una cinquantina di soldati; cavalli e bestiame furono costantemente razziati. Padre Antonio Leal ricordava che Manuel de Urguiso venne brutalmente ucciso dai Jocomes; le incursioni di questi indiani vennero segnalate anche dal capitano Cristoval Granillo Salazar (28 febbraio 1703), il quale dichiarava che le tribù Pimas e Sobaipuris furono sospinte verso occidente. Ben poche sono le notizie a nostra disposizione riguardanti il periodo 1700-1724, ma non vi è alcun dubbio sul fatto che gli insediamenti coloniali e quelli nativi subirono terribilmente gli attacchi.
Quindi, la grande sconfitta di Capotcari non ebbe gravi ripercussioni sulle tribù ribelli. Nell’anno 1724 la situazione sarebbe peggiorata ulteriormente, gli Apaches e i Jocomes furono sempre più aggressivi e si giunse al punto di temere che il Messico settentrionale venisse spazzato via dalle incursioni. Comunque, negli anni successivi il nome dei Jocomes sarebbe scomparso velocemente dalla storica, le fonti avrebbero continuato a menzionare gli Apaches ed anche i Janos, ma non più i Jocomes. Secondo il Jack Forbes, la tribù sarebbe stata assorbita dai Western Apaches o dai Chiricahua, inoltre affermava che due clan dei Western Apaches avrebbero avuto origine da gruppi di “Apache Mansos”, assorbiti dopo il 1763, e il cui dialetto era direttamente riconducibile a quello dei “Jocomes – Janos – Sumas – Mansos group”, ma anche molto simile a quello dei Chiricahua. Lo studioso continuava dicendo che gli spagnoli chiamavano “Chichilticali” (o “Genti della Terra di Chichilticali”) gli indiani Jocomes – ed anche i Chiricahua e i Western Apaches -, perché le descrizioni di questi nativi erano riconducibili a genti Athapaskan e non a gruppi di etnia Puebloan o Piman. Sempre il Forbes diceva che queste genti erano ben diverse da quelle che precedentemente occupavano queste terre, ovvero i gruppi Sobaipuris del San Pedro, quindi erano indiscutibilmente degli Athapaskan, e quasi sicuramente dei Western Apaches, i quali avrebbero assorbito alcuni gruppi Jocomes – probabilmente non tutti – che lungamente avevano combattuto i Sobaipuris. Alcuni discendenti dei Chiricahua Chokonen ritengono che molte famiglie del loro gruppo provenivano da altre popolazioni; inoltre, in qualche Rapporto spagnolo dell’epoca si diceva che i Jocomes e i Janos si sarebbero frammischiati con vari gruppi della zona, anche con gruppi di “O’odham”.

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