La furia vendicatrice di “Mangiafegato” Johnston

A cura di Angelo D’Ambra

Mangiafegato Johnston
Mangiafegato Johnston – Jeremiah Garrison Johnston – nacque il 1 luglio del 1824 nel New Jersey, nella zona dell’Hickory Tavern tra Pattenburg e Little York, vicino al confine di quella che oggi è Alexandria Township e Union Townships nella Contea di Hunterdon.
Durante la guerra col Messico, ancora minorenne, servì nella marina, a bordo di una nave da combattimento che poi abbandonò, inseguito ad un alterco con un ufficiale, finito a pugni. Fu allora che mutò il suo cognome da Garrison a Johnston, per sfuggire a guai con la giustizia militare.
Tentò la fortuna cercando oro ad Alder Gulch, nel Montana, ma visti gli scarsi esiti d’ogni ricerca, si dedicò al commercio di pellicce, al contrabbando di whisky, alla vendita di legno, fornendo ceppi da ardere ai battelli a vapore, e a fare da scout per l’esercito.
Ogni descrizione ce ne parla come d’un uomo robusto dalla statura enorme. Era alto un metro e ottantotto e pesava intorno ai centoventi chili, ma non era grasso. Prese in moglie una donna dei salish – popolo anche noto come teste piatte- di nome Cigno, che poi fu uccisa dai corvi, nel 1847, mentre aspettava un bambino. Per vendicarla, Mangiafegato intraprese una guerra personale contro quella tribù, uccidendo qualsiasi guerriero in cui si imbatteva.
Si è attribuito a Johnston l’uccisione di più di trecento indiani. Di essi usava tenere lo scalpo e divorare il fegato e fu per questa macabra abitudine che si guadagnò il nomignolo con cui divenne celebre. In realtà nessuna di tali storie è stata effettivamente appurata e gli unici documenti esistenti su Johnston sono quelli di quando servì in marina.


Alcuni ritratti di Jeremiah Garrison Johnson

George Powell, che lo conobbe, riferì d’aver assistito alla scena raccapricciante da cui scaturì il famoso soprannome. Johnson, minacciato dai sioux, avrebbe sparato ad un guerriero, uccidendolo, e poi si sarebbe avventato sul cadavere, squarciando lo stomaco col pugnale e strappandogli il fegato e prendendolo a morsi. Davanti ai nativi sgomenti, Johnson, con sarcasmo e efferatezza, avrebbe chiesto se desiderassero avere fegato fresco per la cena.
John X. Beidler, altro testimone, raccontò d’aver accompagnato Mangiafegato a caccia di un mandan di nome Piuma Nera che aveva ucciso Bill Jones, amico di Johnson, mentre tornava da Fort Stevenson a Fort Buford, in Dakota, dove i due insieme erano scout governativi. Nel giro di tre giorni, Piuma Nera fu rintracciato e ucciso. La vendetta fu consumata e Johnson gli mangiò il fegato dicendo a Beidler: “Ora sai perché mi chiamano Mangiafegato e sono orgoglioso del nome”.
Sebbene siano in realtà solo voci e manchino prove, è innegabile che certe dicerie su quel trapper che vagava per il Montana a caccia di indiani della tribù dei corvi per ucciderli e mangiarne il fegato seminarono terrore nei nativi. I corvi, infatti, credevano che il fegato fosse vitale per raggiungere le praterie dell’aldilà, dunque John Johnston non solo li ammazzava, ma impediva pure loro la vita dopo la morte. Fu soprannominato “Dapiek Absaroka”, l’uccisore di corvi, temuto come uno mostro ed evitato.


Il Winchester Deluxe Model 1876 Rifle di Mangiafegato Johnston

Un altro aneddoto che lo vide come protagonista riguarda un’imboscata di piedi neri subita mentre, in pieno inverno, si portava nei territori dei suoi parenti teste piatte per vendere whisky. I piedi neri lo catturarono con l’intenzione di venderlo ai corvi che tanto lo odiavano, così da guadagnarne coperte, cavalli e donne. Johnson fu denudato fino alla vita, legato ai polsi con cinghie di cuoio e chiuso in un teepee con un guerriero a fargli da guardia. Sorprendentemente riuscì a fuggire. Spezzò le cinghie e assalì il guerriero che lo sorvegliava, gli sottrasse il coltello e lo scalpò. Prima di scappare nei boschi, gli spaccò pure una gamba e gliela tagliò affinché l’indiano non potesse né inseguirlo, né correre ad avvisare la sua tribù. Si dice che sopravvisse mangiando la gamba del nativo, fino a raggiungere il ricovero di Del Gue, un altro trapper, ad oltre trecento chilometri di distanza.


Un ritratto di Johnston, il “live-eating”, mangiafegato

Dopo venticinque anni di caccia ai corvi, Mangiafegato Johnston abbandonò la sua vendetta e fece pace con quegli indiani. Molto dopo, questa storia sarebbe finita al cinema con “Corvo Rosso non avrai il mio scalpo”, la vita del trapper, invece, prese un’altra direzione. Johnston servì con l’Unione durante la guerra civile, entrò a far parte della Compagnia H del 2° Cavalleria del Colorado, nel 1864, e fu congedato con onore l’anno successivo. Più tardi divenne vice sceriffo di Coulson, in Montana, e poi sceriffo a Red Lodge.
Nel dicembre 1899 fu ricoverato in un ospedale per veterani a Los Angeles, in California, dove morì di peritonite il 21 gennaio 1900. Fu sepolto nel vicino cimitero nazionale di Sawtelle. Tuttavia, all’inizio degli anni ’70 il suo corpo fu trasferito a Cody, nel Wyoming, dove ora riposa a Old Trail Town con molti altri personaggi del vecchio west locale.

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