Cochise, un grande guerriero e capo Apache

A cura di Sergio Mura

Il grande Cochise
Cochise, il cui nome in lingua apache era “Cheis” o “Chis”, è stato uno dei più notevoli e importanti capi della tribù indiana dei Chiricahua (Apache). Cochise è vissuto nel XIX secolo nella regione dell’Arizona e del Nuovo Messico. Pochi dettagli sulla sua infanzia sono noti, ma si ritiene che sia nato intorno al 1810 nella zona dove oggi sorge la città di Arizona City. Secondo la tradizione, Cochise faceva parte del clan di Noch-ay-del-klinne, il cui nome significa “Quelli che tornano a casa”. Il padre di Cochise, chiamato Nachis, era anch’egli un capo e guerriero, mentre sua madre era un’apache del clan dei Dos-teh-seh.
La vita di Cochise fu segnata dalle tensioni e dai conflitti tra gli apache e i coloni americani e messicani che cercavano di espandersi nel territorio apachiano. Nel 1846, gli Stati Uniti dichiararono guerra al Messico, e dopo la sua sconfitta nel 1848 il territorio del Nuovo Messico passò sotto il controllo americano. Questo portò a un aumento della presenza di coloni americani nella regione, con conseguenti conflitti con gli apache che rivendicavano la loro sovranità sulle terre ancestrali.
Cochise divenne noto per la sua abilità militare e la sua capacità di evitare le trappole dei nemici.
Uno degli episodi più significativi della vita di Cochise fu il cosiddetto “Bascom Affair” del 1861. In quell’anno, il tenente George Bascom accusò Cochise e il suo popolo di aver rapito un bambino bianco in Arizona. Bascom chiese a Cochise di incontrarsi con lui per risolvere la questione, ma quando Cochise arrivò con alcuni dei suoi guerrieri, Bascom li fece prigionieri e minacciò di giustiziarli se il bambino non fosse stato restituito.


Gli Apache lottano contro i soldati di Bascom

Cochise riuscì a fuggire dalla prigionia, ma il suo fratello e alcuni dei suoi guerrieri furono giustiziati da Bascom. Questo incidente portò a un conflitto armato tra i Chiricahua Apache di Cochise e le truppe americane, che durò per molti anni.
Cochise e i suoi guerrieri divennero noti per la loro abilità nel combattimento, e per la loro abilità di sopravvivere in un ambiente ostile. Da allora Cochise guidò la sua tribù in una guerra contro i coloni americani fino a quando fu costretto ad arrendersi nel 1872.
Nonostante la sua reputazione di guerriero temibile, Cochise era anche un abile diplomatico e cercava spesso di negoziare la pace con i coloni americani. Tuttavia, i suoi sforzi furono spesso vani, e il conflitto tra i Chiricahua Apache e le forze americane continuò fino alla morte di Cochise nel 1874.

Cochise non era solo un grande guerriero, ma anche un leader saggio e rispettato all’interno della sua tribù. Si diceva che fosse un uomo di poche parole, ma che quando parlava le sue parole erano sagge e potenti. Inoltre, era noto per la sua generosità verso i suoi seguaci e per la sua lealtà verso la sua gente. Cochise era anche un abile diplomatico, e lavorò per mantenere la pace tra i suoi propri seguaci e le autorità americane.
Dopo la sua resa, Cochise visse in pace con i coloni americani e lavorò per garantire la sopravvivenza e la prosperità della sua tribù in un ambiente sempre più ostile. Collaborò con il governo americano per stabilire una riserva per la sua tribù, e negoziò accordi con le autorità locali per garantire il rispetto dei diritti degli apache. Durante questo periodo, Cochise divenne una figura di riferimento per la sua tribù, e la sua saggezza e il suo coraggio ispirarono i giovani apache a perseverare nelle loro lotte.
La resa di Cochise fu uno degli eventi più importanti della sua vita, in quanto segnò la fine della sua resistenza contro l’invasione europea delle terre apache.
Nel settembre del 1871, Cochise si ammalò gravemente e decise di cercare un accordo di pace con il governo degli Stati Uniti. Insieme a suo figlio Naiche, si presentò al presidio militare di Fort Bowie, in Arizona, e chiese di incontrare il comandante della guarnigione, il colonnello George F. Crook.
Dopo alcuni giorni di negoziazioni, Cochise e Crook giunsero ad un accordo di pace. Il trattato prevedeva che Cochise e i suoi seguaci avrebbero avuto la libertà di vivere nei loro territori, ma avrebbero dovuto rinunciare a razziare le città e le carovane di passaggio. In cambio, il governo avrebbe fornito cibo e assistenza medica ai membri della tribù.
La resa di Cochise fu un momento storico significativo, poiché segnò la fine di un’era per gli Apache e per le tribù native dell’America in generale. Cochise morì l’anno successivo, nel 1872, ma la sua figura continuò ad essere ricordata come uno dei più grandi leader della sua tribù e come un simbolo di resistenza contro l’oppressione coloniale.
Cochise morì nel 1874, ma il suo nome è rimasto nella storia come un grande capo indiano e un difensore della sua gente contro l’invasione degli stranieri. La sua figura è stata oggetto di numerosi studi e ricerche, e la sua vita e la sua eredità hanno ispirato libri, film, documentari e altre opere artistiche.


L’unica fotografia esistente di Cochise

La figura di Cochise rappresenta un esempio di come gli apache abbiano lottato con coraggio e determinazione per preservare la loro cultura e il loro modo di vita, in un’epoca in cui i coloni americani e messicani cercavano di imporre la loro cultura e la loro religione ai nativi americani. Gli apache erano un popolo guerriero, ma anche un popolo orgoglioso e leale, che aveva sviluppato una propria cultura e un proprio sistema di valori basato sulla forza, l’indipendenza e la libertà.
Cochise fu uno dei più grandi capi apache della sua epoca, e il suo coraggio, la sua saggezza e la sua determinazione ispirarono molti altri capi e guerrieri apache a continuare la loro lotta per la libertà e l’indipendenza. La sua figura rappresenta un esempio di come le persone possono lottare per difendere la propria identità e la propria cultura, anche in situazioni difficili e avverse.


Toos-Day-Zay, moglie di Cochise

Oggi, la figura di Cochise viene ancora ricordata e celebrata dai nativi americani, che vedono in lui un simbolo della loro resistenza e della loro lotta per la sopravvivenza. La sua eredità rappresenta un patrimonio culturale e storico di inestimabile valore, che va preservato e tramandato alle future generazioni.
In sintesi, la figura di Cochise rappresenta un esempio di coraggio, determinazione e saggezza, e la sua vita e la sua eredità hanno ispirato e continuano a ispirare molti altri capi e guerrieri apache e nativi americani. La sua figura rappresenta anche un simbolo della lotta per la libertà e l’indipendenza, e della difesa della propria cultura e della propria identità contro le forze dell’invasione e dell’oppressione.
Esiste una città chiamata Cochise, situata nella contea di Cochise nello stato dell’Arizona negli Stati Uniti. La città prende il nome dal grande guerriero.

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