George Armes contro i Lakota a Pumpkin Creek
A cura di Paolo Scanabucci
Georges Augustus Armes
Il racconto di cui tratteremo è incentrato su un episodio della vita di un ufficiale americano, tale Georges Augustus Armes il cui orgoglio e ostinazione lo videro spesso scontrarsi con i colleghi e con i suoi superiori. Sembra anche che Armes fosse stato deferito per ben tre volte alla Corte marziale.
La vicenda si svolge nel contesto di quel conflitto che passò alla storia come le Guerre Indiane.
I nativi americani, abilissimi nell’arte della guerra, colpivano sovente fattorie ed allevamenti in cerca di bottino,prigionieri e soprattutto onore. Nella speranza di fiaccare la furia indiana, gli statunitensi facevano spesso dei raid negli accampamenti stessi dei nativi. Questa guerra, infatti, si contraddistinse in quanto le battaglie si svolgevano sia presso le case dei bianchi che nei villaggi dei guerrieri rossi.
Un tipico episodio avvenne nell’ottobre del 1866 nel Nebraska occidentale. Il quattro dello stesso mese, il sottotenente Armes, insieme al suo reparto M del secondo cavalleggeri, si presentava a Fort Sedgwick, nel Terrritorio del Colorado, ai confini con il Nebraska. Diciotto giorni dopo dei guerrieri Lakota assalivano la carovana del sig. Carlisle nel ranch di Geminian Pierre Beauvais nei pressi del fiume South Platte vicino California Crossing, sottraendo una cinquantina di capi di bestiame e novantotto muli. Diversi migranti ci lasciarono la pelle. La reazione della cavalleria USA non si fece attendere. Due reparti, quello di Armes ed il reparto K, sempre del secondo cavalleggeri, al comando del suo superiore, il tenente Randolph Norwood entrarono in Nebraska e si misero alla caccia degli indiani esattamente il 23 ottobre.
L’attacco dei guerrieri Lakota
Qui Armes si rivelò subito un tipo difficile a dir poco. Già nelle sue memorie il sottotenente scriverà a proposito di Norwood e della esasperante (e forse voluta) lentezza con cui faceva procedere i suoi uomini. Sulle rive del fiume North Platte, Norwood decise di tornare indietro, scatenando la collera di Armes che voleva a tutti i costi proseguire con l’inseguimento. Armes arrivò addirittura ad assicurarsi, tramite il suo sergente, dell’appoggio incondizionato del proprio reparto e dopo aver, invano, insistito presso Norwood per attaccare gli indiani, manifestò la sua intenzione di andare avanti da solo. A nulla valse la minaccia di Norwood di deferirlo alla corte marziale. Il sottotenente ribelle seguì una pista fino a Pumpkin Creek e verso le 11 di sera la sua ricerca venne premiata poichè i suoi scout riuscirono ad avvistare i Lakota che si erano fermati in una valle circondata da due alte cime.
La sconsiderata azione di Armes che, nonostante la situazione un pò diversa, ricorda anche la storia del generale, o più precisamente, del tenente colonnello Custer, non ebbe però – per sua fortuna e dei soldati che guidava – lo stesso tragico epilogo.
Scontro tra i soldati ed i guerrieri Sioux
Con diciassette uomini appiedati l’ufficiale si avvicinò al campo dove si trovavano i Lakota. Nello stesso tempo altri otto militari erano rimasti a guardia dei cavalli e diversi altri soldati tornavano indietro verso il fiume con le cavalcature esauste. A questo punto lo spericolato Armes diede l’ordine di caricare i nativi. Gli indiani erano di gran lunga in maggior numero rispetto ai propri avversari eppure, colti di sorpresa, sbandarono, dandosi ad una fuga precipitosa. I guerrieri Lakota lasciarono addirittura i vestiti, le armi e quant’altro nell’accampamento. Tre soldati rimasero feriti contro i sette degli indiani che però ebbero anche quattro morti.
I militari recuperarono tutti i muli rubati dagli indiani e si ritrovarono con diverse centinaia di capi di bestiame e una ventina di pony.
Nel ritornare a Forte Sedgwick, il sottotenente ed i suoi soldati incrociarono il reparto di Norwood che stava cavalcando proprio in loro soccorso.
George Armes anziano
Dato che l’iniziativa dell’ufficiale ribelle si era conclusa con una vittoria, il suo superiore, Norwood, decise di soprassedere ed in questa occasione Armes non si ritrovò di fronte alla Corte marziale. Era solo l’inizio, comunque. Questa… testa calda avrebbe fatto ancora parlare di sè!