La Cavalleria nelle grandi pianure

A cura di Gian Carlo Benedetti

L’istituzione della U.S. Cavalry come Arma specifica è, stranamente, abbastanza tardiva: risale agli albori della Guerra Civile a far data dal 3 agosto 1861 in vista delle esigenze belliche.
Naturalmente esistevano da sempre truppe a cavallo. Prima del 1833 queste venivano reclutate su base volontaria e per particolari esigenze ma subito disciolte ad emergenza cessata. Allora la pubblica opinione americana, memore della guerra di Indipendenza, riteneva l’esercito professionale uno strumento di oppressione sul popolo.
L’espansione verso ovest portò alla creazione nel 1833 del Primo Reggimento Dragoni, seguito nel 1836 dal Secondo e nel 1846 da un Reggimento di Mounted Riflemen.
Reggimento di Mounted Riflemen
La diversità tra queste forze montate, copiate dall’Europa, stava nel fatto che i Dragoni avevano un armamento simile alla cavalleria propria (carabina, pistola e sciabola pesante) ma combattevano appiedati, usando le cavalcature per velocizzare gli spostamenti. I Mounted Riflemen (Fucilieri a cavallo) erano invece una classica fanteria montata.
Secondo i manuali dell’epoca la Cavalleria propriamente detta combatteva stando a cavallo con sciabola, carabina e pistola. Queste asserzioni sono da intendere in linea di massima poiché si conoscono cariche alla sciabola di Dragoni, famose quelle nella guerra contro il Messico, e combattimenti di Cavalleria contro i pellerossa ove un trooper su quattro tratteneva i cavalli mentre gli altri tre colleghi sparavano stando smontati.
Nel tempo i corpi hanno avuto divise ed armi diverse ma un criterio semplice per distinguere a quale reparto appartenga un cavaliere raffigurato negli accurati acquarelli o quadri d’epoca è dato dal colore della banda dei suoi pantaloni: quella dei Dragoni era arancione, quella dei Mounted Riflemen verde e gialla della Cavalleria, ma gli ex Dragoni inquadrati nei primi due Reggimenti di Cavalleria avevano ottenuto di poter indossare ancora le bande color arancione. L’artiglieria montata ostentava invece bande di colore rosso dell’Arma.
Il colore giallo canarino tipico della Cavalleria nel 1886 virò su una tonalità più scura, tipo “limone”. Nel 1884 inizialmente per la sola Cavalleria, seguita da tutto l’esercito, la storica divisa di fatica colore blu fu mutata in canapa marrone (Duck Canvas) sopra cui lo sporco dello stallatico era meno evidente.


Dragoni con la sciabola

L’organizzazione base era il Reggimento la cui consistenza numerica era variabile non soltanto in base alle perdite e diserzioni ma anche alla mutevole volontà del Congresso, combattuto tra la necessità di ridurre le spese militari e quella di controllare la turbolente frontiera sempre in espansione. Organizzare e mantenere operativo un Reggimento di Cavalleria era molto più costoso di uno di Fanteria, dovendo acquisire materiali e cavalli adatti sostentati. a differenza dei parchi ponies indiani, con foraggio.
L’Ordine Generale del 4 maggio 1861 prevedeva che ogni Reggimento avesse una forza minima di almeno 865 uomini, compresi ufficiali, sottufficiali e truppa, tra cui un Colonnello, un Tenente Colonnello, un aiutante reggimentale (Tenente), un
Quartiermastro e Commissario (Tenente), due trombettieri capo e 16 musicisti. La massima consistenza era prevista in 1189 uomini compresi gli aggregati.
Ogni Reggimento era potenzialmente frazionabile in tre Battaglioni, ciascuno di quattro Compagnie, numerati progressivamente e comandati da un Maggiore. In certi periodi il Battaglione viene indicato come Squadrone e la Truppa (Trooper) invece della Compagnia. Le rammentate disposizioni prevedevano per un Battaglione un organico minimale di 316 militari, compresi gli Ufficiali, tra cui il Maggiore, un Quartiermastro e Commissario (Tenente), un Sergente Maggiore, un Quartiermastro e Commissario (Sergente), un infermiere, un Sergente sellaio (Saddle Sergent), un Veterinario (Sergente). La sua forza massima era quantificata in 389 uomini compresi quelli aggregati.
I Reggimenti, Battaglioni (o Squadroni), le Compagnie (o Truppe) erano dispersi nel West ed ogni Forte aveva una o più compagnie di Cavalleria, insieme a Fanteria ed Artiglieria, Nel 1861 una Compagnia era composta da un Capitano comandante, un Primo Tenente, un Secondo Tenente, un Primo Sergente, un Sergente Quartiermastro, quattro Sergenti, otto Caporali, due trombettieri, due maniscalchi, un sellaio, un conduttore di carri, 56 soldati semplici (Privates). Il massimo previsto era di 72 soldati o di 95 uomini compresi gli aggregati. Le differenze di organico delle compagnie potevano variare tra i diversi Reggimenti. L’Ordine Generale del 1877, ad esempio, stabiliva la forza di 56 soldati per il Primo, Sesto e Nono Cavalleria ed 84 per il Secondo, Terzo, Quarto, Settimo e Decimo Reggimento.
Le dodici Compagnie in cui era diviso il Reggimento erano individuate da altrettante lettere dell’alfabeto, omettendo la “J” per non confonderla con la “I”, Dove esisteva una Compagnia “J” (detta John Company) si trattava di un gruppo di reclute in addestramento, Di solito si cercava di dotare ogni compagnia di cavalcature con lo stesso colore del manto,
Ciascun Reggimento, comandato da un Colonnello con un Tenente Colonnello come vice, aveva una sua sede decisa dal Ministero della Guerra a Washington, solitamente dipendeva dal Maggior Generale comandante il Distretto, Dipartimento o Divisione Militare in cui era suddivisa la nazione, comprendente più Stati o Territori, a seconda delle variabili esigenze strategiche.
I Reggimenti operavano sovente frazionati e le loro unità minori disperse in Forti ed avanposti a volte in situati Stati diversi.
Dal 1861 erano i seguenti:
Primo Cavalleria: nato il 2 marzo 1833 come Primo RGT. Dragoni; il 2 marzo 1836, ridisegnato come Secondo Fucilieri a Cavallo (Mounted Riflemen) il 5 marzo 1843; ritornato Secondo Dragoni il 4 aprile 1844 ed infine quale Secondo Cavalleria il 3 agosto 1861, in occasione del riordino bellico.


Soldato del 1° Cavalleria

Secondo Cavalleria: nato il 23 maggio 1836 come Secondo RGT, Dragoni, riorganizzato il 5 marzo 1843 come Mounted Riflemen; ritornato Secondo Dragoni il 4 aprile 1844 ed infine Secondo Cavalleria il 3 agosto 1861.
Terzo Cavalleria: nato il 19 marzo 1846 come Mounted Riflemen (Fucilieri a Cavallo) e divenuto Terzo Cavalleria il 3 agosto 1861.
Quarto Cavalleria: creato il 3 marzo 1855 come Primo Cavalleria e divenuto Quarto Cavalleria il 3 agosto 1861.
Quinto Cavalleria: creato il 3 marzo 1855 come Secondo Cavalleria e divenito Quinto il 3 agosto 1861.
Sesto Cavalleria: creato il 3 maggio 1861 come Terzo Cavalleria e divenuto Sesto il 3 agosto 1861.
Settimo Cavalleria: creato il 28 luglio 1866.


Il 7° Cavalleria in marcia verso un villaggio Cheyenne

Ottavo Cavalleria: creato il 28 luglio 1866.
Nono Cavalleria: creato il 28 luglio 1866, con soldati di colore.
Decimo Cavalleria: creato il 28 luglio 1866, con soldati di colore.
Gli Ufficiali del Nono e Decimo erano strettamente bianchi ed osteggiavano la venuta dei (pochissimi) ufficiali subalterni di colore. Un comando in uno di questi due Reggimenti, peraltro molto valorosi e distintisi nella lotta ai Comanches, era ritenuto dagli ufficiali caucasici assegnati controvoglia una “deminutio”.
Tutte queste formazioni furono impiegate nei vari teatri di guerra contro le riottose tribù indiane che difendevano la loro terra: era impensabile usare la sola Fanteria appiedata in questo mobilissimo tipo di lotta.
Un grave problema durante le Guerre Indiane era l’endemica carenza di organico salvo che nel periodo della Guerra Civile. Nel 1863 il Maggior Gen, Henry Halleck, di fatto comandante della Cavalleria Unionista, scriveva che quella delle Grandi Pianure era a pieno organico e che non solo i suoi ufficiali erano reclutati tra gli uomini di frontiera ma anche i soldati di truppa erano esperti cavallerizzi, buoni tiratori ed in massima parte volontari. Infatti anche quelli del “Regular Army” di cui trattiamo erano reclutati negli stati e territori del West. Erano perciò maggiormente motivati a difendere le loro comunità, conoscevano le tattiche di guerra indiane, erano fisicamente più solidi dei cittadini, abili cavallerizzi e meno timorosi dei nativi, scevri dalla paura che attanagliava le reclute dell’est lettrici di esagerati e truculenti resoconti giornalistici e fantasiose “dime novels“ sui selvaggi.
Giova precisare che durante la CW combatterono numerosi Reggimenti a cavallo composti dalle Milizie degli Stati confliggenti sia dell’Unione che della Confederazione. Pur essendo variamente designati come Cavalleria, Ussari, Lancieri, ecc, indossavano variopinte divise reinterpretate da quelle europee ma non vanno confusi con quelli “Regolari” di cui trattiamo.


Cavalleria durante la Guerra Civile Americana

La fine del conflitto comportò una enorme riduzione dell’Esercito e dei fondi ad esso destinati ed il reclutamento ne ebbe molto a soffrire. Il nuovo soldato tipo era meno motivato, poco abile nel cavalcare e spesso a digiuno nell’uso delle armi. Anche la qualità dei nuovi ufficiali era più scadente, La società industriale vincente del Nord riteneva la carriera militare adatta a persone che non avevano voglia di lavorare, parassite, a differenza del vecchio Sud che, come tutte le nobiltà latifondiste, aveva visto nella carriera militare una professione di prestigio seppur non remunerativa. Questo spiega la maggior professionalità dei comandanti e qualità dei cavalleggeri confederati in genere nei primi anni del conflitto fratricida.
La dispersione delle unità nel vastissimo e selvaggio territorio nordamericano comportava che un Reggimento difficilmente fosse a ranghi completi. Le sue Compagnie raramente operavano insieme anche per anni. Il Settimo Cavalleria a Little Big Horn era sotto organico di almeno 15 Ufficiali, tra cui lo stesso Colonnello Comandante, sui previsti 43 di ruolo.
Nel 1877 il Quinto Cavalleria annoverava soltanto un Primo Tenente.
Negli anni 1840/50 i migliori ufficiali si erano fatti le ossa nella Guerra contro il Messico, negli anni 1870/80 erano stati rimpiazzati sul campo dai veterani della Guerra Civile. Gli ufficiali diplomati post conflitto provenivano tutti da West Point e magari giungevano in frontiera pieni di buone intenzioni e sogni di gloria ma poi molti si adagiavano, senza motivazione e possibilità di avanzamento, poiché la vita nei Forti era monotona, dura, con cattiva sistemazione alloggiativa (spesso in tende o baracche in climi aridi o freddissimi) e con inadeguata alimentazione. Inoltre all’Accademia di West Point si insegnava la guerra convenzionale europea, inutile contro le tribù indiane per cui occorreva esperienza sul campo trattandosi di operazioni più di polizia che strettamente militari.
Il sistema abusato dei “Gradi Brevet” era fonte di ingiustizie e recriminazioni già prima della C.W.. Il grado effettivo non corrispondeva a quello superiore raggiunto in tempo di guerra o per meriti speciali, creava confusione nell’attribuzione di comandi e liti nelle precedenze. Un Tenente Colonnello Brevet, inquadrato come Primo Tenente, poteva essere subordinato ad un Capitano più giovane. G. A. Custer, ad esempio, correttamente si fregiava del grado di Generale di Divisione Brevet ma il suo effettivo, finita la guerra, era quello di Tenente Colonnello. Il servizio nei forti ed avamposti sperduti nelle grandi pianure e deserti non dava luogo a facili promozioni a differenza di quello svolto dietro le scrivanie degli Alti Comandi siti nelle grandi città con le intuibili comodità, svaghi e vicinanza alle famiglie.


George Armstrong Custer, promosso generale durante la Guerra Civile

L’avanzamento per i non raccomandati era particolarmente lento: uno studio del 1877 evidenziava che ad un Secondo Tenente, se faceva carriera (e non era scontato), normalmente occorrevano ben 26 anni per conseguire il grado di Maggiore e 36 per quello di Colonnello. Inoltre non era ancora prevista l’età di pensionamento.
Se gli Ufficiali giungevano da West Point abbastanza motivati e non del tutto impreparati, altrettanto non può dirsi della truppa che usciva dai corsi accellerati tenuti presso Jefferson Barracks (Missouri) o Carlyle Barracks (Pennsylvania), Si trattava soprattutto di cittadini poveri, poco scolarizzati, molti stranieri appena giunti, alcuni dei quali ignoravano pure la lingua. Senza arte ne’ parte, si arruolavano per riempire la pancia in attesa di tempi migliori, anche se in seguito alcuni divennero ottimi Sottufficiali. Non sapevano cavalcare e neppure sparare decentemente. Tra questi vi erano pure criminali in fuga dalla legge poichè non venivano svolti accertamenti sul nome fornito all’atto dell’arruolamento.
Durante il processo di Corte Marziale contro il Magg. M. Reno per il disastro di Custer emerse che gran parte dei soldati del Settimo Cavalleria, considerata la migliore unità militare delle pianure, era priva dell’addestramento basilare: non sapeva controllare bene il cavallo e sparare, anche se non difettava di coraggio. Durante la guerra civile la paga mensile di un soldato semplice era salita a $,16 ma dopo era stata ridotta a $. 13. Veniva erogata in banconote che nel West erano malviste e si doveva cambiarla in conio.
Il vitto povero, soprattutto porco salato e fagioli, spesso veniva integrato con la tenuta di un misero orto se il terreno era fertile o con la caccia se adatto,
La vita del soldato negli avamposti di frontiera era molto diversa dalla descrizione eroica di Hollywood, sempre come assediato o alla carica degli indiani ribelli. Era mortalmente noiosa e per passare il tempo si giocava d’azzardo e beveva. Inoltre i soldati venivano usati come bassa manovalanza nella costruzione di alloggi, palizzate e linee telegrafiche. Esiste una petizione del 1878 fatta da soldati al Congresso ove lamentano di essersi arruolati per combattere e non fare gli operai. Dovevano per forza di cose costruire i loro alloggi, stalle, mura e palizzate dei loro forti ed in completa assenza di ingegneri militari. In sostanza erano più allenati a fare i carpentieri che a cavalcare e sparare. Le esercitazioni di tiro, prima del disastro del Little Big Horn, erano rarissime e si sparava una manciata dei costosi colpi 45 -70: spesso neppure uno solo, limitandosi al solo maneggio dell’arma e tiro in bianco.
Se si ammalavano a causa della scarsa igiene, del vitto cattivo, dell’abuso di alcolici, delle epidemie di colera e malattie veneree, erano guai seri poiché pochi erano i medici militari e quelli civili non erano sempre a portata. Sono deceduti più soldati per le malattie che a causa delle frecce dei pellerossa. Ogni 1800 uomini curati 1550 erano per malattia e 250 per ferite.


La cavalleria durante le guerre indiane

Negli scontri con gli indiani, nemici invisibili, ottimi cavalleggeri e conoscitori del terreno, i soldati erano avvantaggiati dalla disciplina e dall’armamento standard superiore. Le volte in cui sono stati decimati sono da ascrivere al numero soverchiante dei guerrieri. Sapendo che gli indiani non facevano prigionieri i soldati combattevano per la vita e per non subire atroci torture spesso si suicidavano. Le altre, quando ottenevano strepitose vittorie erano quasi sempre su un villaggio nemico (o amico) sorpreso nel sonno grazie agli scouts nativi collaborazionisti. Quando prevalevano le giacche azzurre era chiamata battaglia, quando i nativi invece un massacro.
La disciplina e l’applicazione del regolamento di servizio era a completa discrezione od arbitrio dei comandanti, le punizioni erano anche corporali e le Corti Marziali si sprecavano: nei dieci mesi tra il 1876/77 su un organico complessivo di 25 mila uomini dell’Esercito USA ne vennero tenute ben 4.587.
L’alcolismo e la piaga della prostituzione, almeno sino al 1881, data in cui furono vietati, erano diffusi grazie a loschi “imprenditori” che si accampavano vicino ai posti militari di una certa consistenza, spennando i soldati in libera uscita. La vita nelle postazioni militari quindi era molto dura e snervante, lontana dalla famiglia; erano comuni i suicidi e la piaga delle diserzioni con la cavalcatura e l’armamento d’ordinanza con grave danno per l’erario: d’altronde non era salutare disertare a piedi e disarmati. Invece il tasso dei disertori del Nono e Decimo RGT. Cavalleria era minimo poichè i “Buffalo Soldiers” vedevano nella vita militare fonte di riscatto e ascesa sociale. E’ doveroso però concludere che nonostante le gravi carenze l’U.S Army, sopratutto la Cavalleria, contribuì a “pacificare” la frontiera sottomettendo le tribù ribelli e fu destinataria di numerose medaglie al valore concesse dal Congresso. Fu di certo un opera sanguinosa ma la responsabilità non può essere tutta e sempre addebitata al soldato il cui compito è quello di combattere eseguendo gli ordini della politica.

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