Gli indiani della Long Island

A cura di Armando Morganti
Gli indiani della Long Island (che gli olandesi chiamavano “Lange Eilandt”) avevano vissuto sulla loro splendida isola per migliaia di anni, ma la loro vita cambiò radicalmente quando giunsero i primi bianchi nel territorio, in particolare quando olandesi ed inglesi occuparono la penisola sud dell’isola.
Da allora tutto cambiò e gradatamente gli indiani furono costretti a cedere sempre più terre, così, nel 1764, un nativo della tribù Montauk (o Montaukett), di nome Silas Charles, scriveva una lettera a Cadwallader Golden, un Funzionario dello Stato di New York, firmandola con una “X”. L’indiano chiedeva un posto sicuro per la sua gente, ma la storia di New York non registra alcuna risposta del Golden, gli indiani del territorio, come al solito, “erano stati dimenticati”.
Quando i bianchi apparvero sulla Long Island vi trovarono ben 13 tribù native: i Canarsee (Canarsies, “posto recintato”), i Rockaway (“terra sabbiosa”), i Merrick (“paese delle pianure”), i Marsapeague (Massapequa, “grande terra delle acque”), i Secatogue (Secatoag, “terra nera” o “terra colorata”) e gli Unkechaug (“terra oltre la collina”) sul puntello meridionale dell’isola; gli Atinecock, i Nesaquake (Nissequoge, “paese dell’argilla”), i Setalcott e i Corchaug (“posto principale”) sulla parte settentrionale dell’isola; con i Shinnecock (“terra pianeggiante”), i Manhasset (“isola riparata dalle isole”) e i Montauk (“posto fortificato”) sull’estremità orientale, ma nel territorio vivevano anche i Patchoagh. La tribù Unkechaug occupava la parte meridionale dell’odierna città di Brookhaven e, nel 1664, era guidata dal capo Tobaccus; nella parte settentrionale della città vivevano i Setalcott, un gruppo molto potente e stabilito presso i Setauket (“terra presso la foce del fiume”), un altro nome spesso usato per indicare questa popolazione. I Montauk erano probabilmente il gruppo più bellicoso del territorio, questi avevano soggiogato altre popolazioni e Wyandanch, il loro capo, guidava probabilmente quasi tutte le genti dell’isola, la sua firma venne anche richiesta quando le terre indiane furono acquistate dai bianchi.


Una mappa della Long Island (CLICCA per ingrandire)

Nel 1659, Wyandanch venne portato nel territorio dove oggi sorge Smithtown, allora occupato dagli indiani Nesaquake, il capo venne coperto di onori per aver salvato la figlia di Lyon Gardiner, rapita da un gruppo di guerra dei Narragansett, che avevano assalito la tribù Montauk. Wyandanch fu sempre amico dei bianchi e fu sicuramente opera sua il fatto che le due etnie mantennero sempre buoni rapporti; egli avrebbe anche rifiutato di prendere parte alle guerre delle altre popolazioni stanziate sul continente. Oggi, al capo Wyandanch è stato dedicato un monumento. La Long Island era chiamata dai nativi in vari modi, fra questi “Sewanhacky”, “Wamponomon” e “Paumanake”; ma i Rockaway – che abitavano le terre ora conosciute come “la collina di Richmond” – la chiamavano “Paumanok”, un termine significante “la terra dei tributi”; i primi due termini sembrano derivare dalla grande abbondanza di “quahog”, nome indigeno indicante le dure coperture dei molluschi che servivano per costruire i famosi “wampum”. Generalmente questi indiani erano descritti come alti e diritti, agili e piuttosto muscolosi, con capelli diritti e carnagione bruno-rossastra; parlavano un dialetto delle lingue Algonchine e sembra che originariamente avessero una popolazione piuttosto numerosa quando, per la prima volta, apparvero i bianchi. I loro insediamenti erano sempre vicini ai puntelli settentrionali e meridionali dell’isola, poiché li vi era la maggior parte della loro alimentazione, in particolare pesci e molluschi, che trasportavano con lunghe canoe solcanti le correnti marine; nell’interno del territorio, e nella parte centrale dell’isola, vi erano anche foreste adatte alla caccia (cervi, orsi, procioni, tacchini selvatici, quaglie, pernici, oche e anatre), ma anche zone dove gli indiani coltivavano il granoturco, i fagioli e il mais, usando resti di pesce come fertilizzante e concime.


Indiani Shinnecook nella loro riserva

Nel 1653 gli indiani Narragansett, guidati dal capo Nigrinet, invadevano le terre dei Montauk dando cosi inizio ad una cruenta guerra che durò alcuni anni, ma fu soltanto grazie all’intervento dei bianchi che lo sterminio della tribù Montauk non andò a buon fine, infatti, questi indiani dovettero ritirarsi a oriente e poterono trovare rifugio, e protezione, presso l’attuale città di Hampton, già da tempo occupata dai bianchi. Il capitano John Youngs, con la sua milizia costituita da coloni di Hampton e Southampton, assalirono le canoe degli invasori costringendoli alla fuga, ma per sconfiggere i feroci Narraganseet si dovettero attendere l’anno 1657. La tribù Montauk restò comunque fortemente indebolita e non si sarebbe mai più ripresa. Due anni prima, nel villaggio dei Setauket, i bianchi avevano acquistato dagli indiani vasti appezzamenti di terra, che poi avrebbero diviso in lotti fra i coloni, durante le esplorazioni dell’interno scoprirono che nelle terre del puntello meridionale vi erano grandi prati adatti per la raccolta dell’erba e del fieno, e di conseguenza ottimi per il loro bestiame. Nello stesso anno 1657, Richard Woodhull, agente della città, acquistò altri due grandi appezzamenti dagli Unkechaug, uno di questi era in un territorio che gli indiani chiamavano”Noccomock”, sulla riva orientale del fiume Barman e presso l’attuale baia; la cessione si ebbe il 20 luglio e il prezzo pagato consisteva in alcune asce, alcune pistole con polvere da sparo, delle lame da coltello e dei lunghi cavi. La cessione di queste terre avvenne sotto la guida di Wyandanch, a capo di tutte le tribù, ma sembra che i veri padroni di quella terra non fossero d’accordo sulla cessione; cosi sarebbe stato nominato un Comitato che doveva tenere una riunione della città il giorno 22 agosto 1661, quindi parecchi anni dopo. Fu così che la terra venne nuovamente ricomprata dai bianchi, che riuscirono a convincere Tobaccus, che dal 1654 era diventato il nuovo leader della tribù Unkechaug; negli anni successivi i bianchi avrebbero acquistato anche altre terre, dove in seguito sorsero le città di Brookhaven e Bellport, fra queste terre alcune erano site sui fiumi Connecticut e Mastic.


Una cintura wampum

Questi ultimi acquisti, effettuati al cospetto di Tobaccus, avvennero il 10 giugno del 1664, per 4 cappotti, 6 libbre di materiali vari e 10 scellini in denaro. La città di Brookhaven divenne la più grande dell’isola, e la terra dove oggi sorge venne acquistata dagli indiani Setalcott in cambio di 10 cappotti, 12 zappe, 12 accette, 100 aghi, 6 pentole, 10 wampum, 7 ciotole, 2 calze da bambini, 10 libbre di cavo e 10 lame di coltello; l’atto venne datato il 14 aprile 1655 e porta la firma di un capo della tribù Setalcott, chiamato “Warawasen” o “Warawakmy”, e di altri 14 sottocapi. Altre terre vennero acquistate nel 1657 dagli indiani Unkechaug, stanziati presso il fiume Mastic e guidati da Tobaccus, l’atto venne firmato il 10 giugno 1664, rappresentava la vendita del territorio compreso fra l’insenatura di Yamphanke e un piccolo stagno dell’interno. Lo stesso giorno il Governatore del Connecticut, Winthrop, acquistava da Tobaccus tutto il territorio a ovest di Islip, fino al fiume Nampkee. Il 7 marzo 1666, il Governatore Niccols definì i vari confini fra le terre dei bianchi e quelle indiane; il 19 novembre 1675, un capo dei Setalcott, chiamato “Gle”, incontrava l’agente della città, Richard Woodhull, e cedeva ancora altre terre. Nel maggio 1691, William Smith avrebbe acquistato altre terre sui fiumi Mastic e Connecticut. Molto è stato scritto sugli indiani della Long Island, ma ben poco sappiamo dei nativi chiamati Poosepatuck, noti come “gli indiani della spiaggia”, questi rappresentavano una suddivisione tribale degli Unkechaug. I Poosepatuck occupavano un territorio nella parte orientale del Mastic e alcune terre della baia circostante; nel 1691 la colonna di William Smith acquistava le loro terre e l’anno dopo, lo Smith avrebbe dato loro il permesso di coltivare un tratto di terra, di circa 75 acri, lungo il fiume. Una delle tradizioni di questo gruppo era quello di scegliere un capo o una donna-capo, un vecchio giornale dell’isola, datato 1830, affermava che il 5 gennaio di quell’anno moriva nel villaggio di “Poosepatuck”, la “regina Elizabeth”, una donna-capo della tribù che allora aveva 72 anni. La parte occidentale dell’isola anticamente abitata da circa 14 mila indiani, ma ormai era diventata la patria di prosperosi poderi nelle zone di Brooklin, mentre quella orientale, che gli indiani avevano chiamato il “Riding orientale dello Yorkshire”, cioè l’attuale contea Suffolk, era zeppa di piccole città dove un tempo vivevano quasi 13 mila indiani.


Un indiano di Long Island

I nativi facevano parte del paesaggio, sia come individui che come piccoli gruppi, molti venivano contati come schiavi, proprio come i negri, altri erano semplicemente i servi. Quando Thomas Jefferson, nel 1791, giunse nella contea Suffolk, ebbe modo di trovare i resti della tribù Unkechaug, a ovest di Southampton vi erano i Shinnecock, e presso Montauk vivevano circa 30 famiglie di indiani Montauk. Questi indiani erano in seria difficoltà, erano stati più volte devastati dal vaiolo che si era sviluppato partendo dal fiume Connecticut. Un olandese pubblicava, nel 1650, un articolo che parlava di una violenta epidemia di vaiolo scoppiata nel 1630, la quale avrebbe ucciso circa il 90% della popolazione indiana della Nuova Olanda; l’inglese Lyon Gardiner affermava che l’epidemia, secondo lui di peste, imperversò sull’isola per circa un anno distruggendo quasi due-terzi della popolazione nativa. Il 2 aprile 1621, un capo indiano del territorio di Flatands disse ad un Funzionario olandese che ormai la sua gente, un tempo numerosa, era ridotta a poche persone. Nel giugno del 1687, il Governo di Thomas Dongan di New York dava agli indiani Matinecock (“terra collinosa”), due piccole riserve sulla baia di Hempstead, quella occidentale di circa 150 acri e quella orientale di circa 200 acri di territorio, ma non abbiamo alcun dato sulla loro entità numerica. Sei anni dopo la riserva orientale venne regalata da un indiano, di nome Suscaneman, ad un inglese di nome James Townsend, una grave violazione della concessione del Dongan. Entro il 1711 il Townsend aveva dato queste terre a Thomas Johns e ad Abraham Underhill, così i resti dei Matinecock si sarebbero dispersi nel territorio circostante le città inglesi. La situazione non era certamente migliorata nella parte orientale dell’isola. Entro il 1700 i Montauk avevano ceduto tutte le loro terre, così anche per loro vennero concesse alcune terre “per sempre”, un termine anche qui relativo infatti, nel 1880, non vi era più alcun indiano in questa riserva.


Un’altra mappa di Long Island (CLICCA per ingrandire)

Nel Southampton, nella parte iniziale del XVIII secolo, i bianchi assegnarono “un contratto di affitto di mille anni“ ai Shinnecock, in cambio di un vasto territorio, questi mille anni si sarebbero conclusi nel 1859. Inoltre nel 1700, un inglese, William Smith, dette 175 acri di terra agli indiani Unkechaug, anche questa volta vi era il termine “per sempre“, ma entro il 1730, circa 100 acri erano andati alla stessa famiglia Smith, e i successivi trasferimenti immobiliari avevano ridotto la riserva a soli 50 acri di territorio.

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