Gli empori nel vecchio West
A cura di Mario Raciti
“F. Prahl grocery and dry goods” a Laramie, 1883 – clicca per INGRANDIRE
Molto spesso, nelle vecchie foto che mostrano le cosidette “street scenes” delle cittadine del West, capitano sott’occhio edifici che portano insegne come “grocery store”, “dry goods” o “general store”. Ma cosa sono di preciso? Sì, sono negozi, ma è errato pensare che i nomi siano intercambiabili perchè la funzione ognuno di essi è diversa da quella degli altri, anche se in alcuni casi possono coesistere.
Storicamente, almeno, la loro nascita è condivisa: essi nacquero in quei territori isolati, lontani dalla grandi città, con lo scopo di rifornire i coloni degli elementi indispensabili alla vita quotidiana.
In genere si può dire che tutti derivano dai “trading post”, che erano, come dice il nome stesso, dei posti di scambio, cominciati a svilupparsi già in epoca trapper e che avevano la funzione di commerciare con gli indiani oltre a vendere generi diversi, con la particolarità di farlo accettando pelli (in genere di castoro) come pagamento.
Cuttens Store, Wasco, California – Clicca per ingrandire
Il “general store” (o “general merchandise”) è il classico emporio del West, quello che vende qualsiasi genere di merce, dai prodotti deperibili come frutta e burro fino al necessario per il cucito. Data la scarsità di moneta, questi negozi – così come gli altri di cui andremo a parlare – vendevano a baratto e soprattutto a credito: il compratore pagava quanto acquistato solo quando riusciva a vendere il raccolto o il bestiame. Quelli che non guadagnavano contanti pagavano i loro acquisti con i prodotti della loro terra o allevamento come uova, verdure o prodotti caseari. Questi, a loro volta, venivano rivenduti dal general store a prezzi maggiorati perchè, effettivamente, era questa l’unica via che poteva giustificare la loro presenza e i loro investimenti. In generale, però, i generi alimentari che i questi empori trattavano erano solamente quelli non deperibili e per il resto ci si poteva rivolgere ai negozi specializzati come la macelleria o la panetteria (se in una città sufficientemente grande) oppure direttamente ai coloni se si voleva comprare burro, uova o formaggio.
Drug Store a Dodge City, Kansas, 1875-1885 – Clicca per ingrandire
Il nome “grocery store” deriva dal latino “grossarius”, che indica una grande quantità. Da questo termine viene il francese “grossier”, che indica il venditore che vende all’ingrosso (e in inglese il termine “grocery” significa “negozio di alimentari”). Il grocery store vendeva soltanto generi alimentari, sia deperibili che conservati, come frutta, burro, uova, fagioli, spezie, cacao, caffè, farina, sciroppo, zucchero, verdure… Anche per questi negozi di frontiera valeva la vendita a credito e il baratto.
A questo punto possiamo dire che l’unica differenza la faceva il “dry goods store”. “Dry goods” letteralmente significa “merci secche” e se qualcuno pensa che in questi negozi si vendevano solo merci alimentari non conservate e non deperibili (legumi, zucchero, farina) avrebbe pure ragione… solo che questo valeva per quei dry goods store di diffusione britannica (Inghilterra e le sue colonie). Negli Stati Uniti, invece, questi empori erano negozi di stoffe, vestiti e prodotti per l’igiene. Non vendevano quindi nessun tipo di genere alimentare, anche se non è escluso che qualcuno disponesse di cibi in scatola come pomodori, ostriche, mais, fagioli, ecc.
Tutti questi tipi di negozi erano riuniti in uno solo (compreso anche di saloon e armeria) nei forti dell’esercito: servivano i soldati e i civili ed erano chiamati “sutler’s store”, da “sutler”, che era il commerciante responsabile di questi empori; vendevano quei generi che non erano forniti nelle razioni standard dei soldati, come whisky (quand’era permesso), frutta, verdura, uova, formaggio, generi in scatola, ma anche articoli di uso quotidiano come spazzole, sapone, rasoi, camicie, stivali, scarpe, coltelli.
John J. Haynes’ general store, Austin, 1880 – Clicca per ingrandire
I soldati che volevano variare il loro menù o concedersi qualche piccolo lusso si rivolgevano dunque a questi empori, e potevano addirittura pagare scambiando qualche surplus delle loro razioni.
Un altro negozio che vediamo spesso nelle vecchie foto e nei film è il “drugstore”: anche questo non è un negozio di alimentari ma si tratta di una semplice farmacia, “drug” in inglese significa “farmaco”. Ovviamente all’epoca del West farmaco o farmacia erano parole “esagerate” perchè in ambito medico (e quindi farmaceutico) c’erano non solo poche certezze ma anche poche conoscenze basilari. Sicchè le drogherie del West erano essenzialmente erboristerie, vendevano cure a base di erbe oppure quei pochissimi prodotti che potevano considerarsi (o venivano usati come) medicine come il mercurio e il chinino, oppure i famosi intrugli miracolosi. Il drugstore poteva anche far parte della bottega del dottore, che preparava da sè i rimedi e forniva ai clienti le indicazioni per l’assunzione.
Carico pronto sui muli fuori dal general store a Lake City, Colorado nel 1895
Per concludere, com’erano questi negozi? Certamente non si differenziavano molto l’uno dall’altro. L’esterno aveva la classica alta facciata con il nome e i tipi di generi venduti. All’interno, una stanza semibuia con uno o più banconi ornati da file di barattoli per le caramelle e i dolci e di vetrine per i sigari e per le pistole (se la città non aveva un’armeria); scaffali ad ogni parete, differenziati per tipo di merce, e una fila di sacchi (legumi, farine, granaglie, frutta) e casse appoggiati contro il bancone, e magari uno o più tavoli che accoglievano altra merce. Al centro una stufa riscaldava la stanza ed era il punto di ritrovo per alcuni fedeli clienti che nell’emporio si riunivano per bere e chiacchierare. Non era nemmeno raro che il general store fungesse pure da ufficio postale sicchè è presumibile ci fosse uno scaffaletto per la corrispondenza o magari una cassetta o qualcos’altro del genere, o forse un bancone apposito nei negozi più grandi.
Il primo store costruito a Palestine, 1875 – Clicca per ingrandire
Proviamo pure ad immaginare come dovevano essere nella quotidianità: pregni di decine di profumi diversi, ma anche con i pavimenti sporchi di terra, fango e letame e topi che scorrazzavano tra i sacchi di granaglie e farina.