Lo Springfield Trapdoor nelle guerre contro gli Apache

A cura di Giampaolo Galli

Cinquemila soldati impegnati a stanare 140 apache ribelli a cavallo del confine tra Messico e Stati Uniti! Con la fuga di Geronimo dalla Riserva di San Carlos in Arizona nel maggio 1885, l’esercito americano condusse la campagna più sbilanciata – per uomini e mezzi – della sua storia. Quasi un quarto delle truppe disponibili furono messe in stato di allerta o vennero impiegate direttamente sul campo.
Per circa 16 mesi, i soldati seguirono le tracce dei fuggitivi, setacciarono entrambi i lati del confine e presidiarono i passi di montagna e le rare pozze d’acqua, costringendo gli apache ad una fuga disperata in un territorio impervio e inospitale.
In questa affannosa e logorante campagna, gli indiani condussero innumerevoli razzie e lasciarono dietro di sé una lunga scia di morti, case incendiate, bestiame rubato, decimato e disperso. Nel tentativo di sottomettere gli ultimi Chiricahua ribelli, i soldati e gli scout apache furono sottoposti ad una delle prove più terribili negli aridi e infidi teatri del sudovest americano e del Messico settentrionale, territori nei quali la temperatura spesso superava i 45°C.


Geronimo prima di incontrare Crook – clicca per ingrandire

Dopo una missione durata 4 mesi e un tortuoso percorso di 2000 miglia, un pugno di ufficiali americani al comando del capitano Henry Lawton del 4° Cavalleggeri, assieme ad un piccolo contingente di soldati e 30 guide apache, costrinsero finalmente alla resa gli ultimi irriducibili guerrieri Chiricahua. Geronimo, che al momento della sua fuga da San Carlos aveva con sé 139 persone, delle quali solo due dozzine erano guerrieri, era rimasto con appena 34 anime il giorno in cui si arrese agli americani, nel settembre del 1886.
Nel difficile compito di braccare e stanare gli apache, i cavalleggeri costituirono la principale forza militare impiegata durante l’estenuante campagna, e l’arma lunga maggiormente usata fu lo Springfield Trapdoor, la stessa carabina a colpo singolo in dotazione alle truppe di Custer durante la disastrosa battaglia del Little Big Horn.
Indiscusso protagonista delle guerre indiane, lo Springfield 1873 deriva dalla versione del 1866, a sua volta modificata con il sistema di conversione Allin da precedenti modelli ad avancarica.


Il gruppo che spinse alla resa Geronimo – clicca per INGRANDIRE

Lo Springfield 1866 fu per diverso tempo il fucile d’ordinanza dell’esercito americano dopo la guerra civile, fino a quando venne sostituito dal modello 1873 nello stesso anno della sua fabbricazione. La casa di produzione, la Springfield Armory, ubicata a Springfield, Massachussets, introdusse in seguito alcune piccole migliorie che portarono ai modelli 1877 e 1879. Queste due carabine, impiegate rispettivamente dal ’77 al ’78 e dal ’79 all’85, costituirono le colonne portanti dell’armamento della cavalleria americana durante l’intera campagna contro Geronimo, iniziata già alla fine degli anni ’70 fino all’ultima sollevazione del 1885. Anche gli scout apache erano equipaggiati con carabine Springfield, oltre a fucili a lungo raggio.
In totale vennero prodotte negli Stati Uniti 4500 copie del ’77 e 15000 del ’79.
Queste carabine a retrocarica pesavano circa 7 libbre e avevano una lunghezza totale di 41.3 pollici. Incameravano potenti cartucce .45-70 , del peso di 405 grani (26,2 grammi).


Il meccanismo dello Springfield Trapdoor

Negli Springfield Trapdoor con canna da 32,625 pollici (828,70 mm) il proiettile aveva una velocità iniziale di 410 m/s. Una cartuccia a carica ridotta a 55 grani (3,6 g) di polvere nera (denominata Carbine Load) venne utilizzata dai reparti di cavalleria dotati di Trapdoor in versione carabina, per mitigare il rinculo dovuto alla canna accorciata (22 pollici – 560 mm); in questo caso la velocità iniziale scendeva a 340 m/s.
Una palla di tale peso, spinta a velocità relativamente ridotte, era caratterizzata da traiettoria molto curva e gittata limitata.
Un tiratore addestrato riusciva a colpire un bersaglio standard di 1,8 metri di diametro fino a 550 metri, mentre la distanza massima per il tiro mirato contro una sagoma umana si riduceva a circa 270 metri.
La .45-70 fu la cartuccia standard dell’Esercito statunitense fino all’introduzione, nel 1892, della cartuccia calibro .30-40 Krag.


Lo Springfield Trapdoor – clicca per INGRANDIRE

Nei modelli ’77 e ’79, furono effettuate piccole variazioni rispetto al modello originario del ’73, che permisero una maggiore affidabilità dell’arma. Sulla piastra di bloccaggio venne cancellata la data 1873 e rimase la sola effige dell’aquila con la scritta US Springfield.
E’ probabile che alcuni dei soldati che erano con il capitano Lawton, fossero armati anche con carabine a ripetizione Winchester-Hotchkiss, oltre allo Springfield Trapdoor, che rimase comunque l’arma più utilizzata nell’ultima campagna contro Geronimo.

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