Origini, usi e costumi dei Seminole

A cura di Renato Ruggeri

Possiamo dire, ironicamente, che i Seminole sono stati un’invenzione dei bianchi. Svariate cause portarono alla formazione di questa nuova nazione indiana che, a differenza di altre tribù è anche ben studiata, essendo di origine relativamente recente. La decimazione delle popolazioni native (Timucuas, Calusas, Appalachees), fatta dagli Spagnoli e dalle epidemie rese il territorio della Florida libero per l’insediamento di nuovi colonizzatori indiani.
I conflitti con gli Inglesi e gli Americani spinsero le tribù sconfitte verso la penisola. Il bisogno di ricercare nuovi territori di caccia per soddisfare il crescente bisogno di pelli di animali (soprattutto di cervi) portò alcune bande di cacciatori nel nuovo e vergine territorio prima da soli, poi con le famiglie. Anche il termine “Seminole” è di origine europea. E fu la guerra con gli Stati Uniti che forgiò in un’unica nazione tante tribù frammentate, a volte antagoniste.
Alla fine del 1710 la Spagna aveva più o meno abbandonato il Nord della Florida, tra Pensacola e il fiume St Johns.
Con l’eccezione di St Augustine, Pensacola e di un forte a St Marks, la regione era disabitata. Al Nord, in quella che è oggi la Georgia orientale, la tensione tra gli Inglesi e gli Yamasses e gli Yuchi sfociò, nel 1715, in una guerra sanguinosa e gli Indiani, sconfitti, si ritirarono in Florida sotto la protezione della Spagna (in seguito furono assimilati dai Seminole). Fu il primo esodo. La migrazione continuò per tutto il secolo e fu composta, soprattutto, dai Lower Creek che risiedevano lungo i fiumi Flint e Chattahoochee, nel Sud-Ovest della Georgia, e parlavano il linguaggio Hitchiti (a differenza degliUpper Creek che vivevano nell’Alabama orientale, lungo le rive dei fiumi Coosa e Tallaposa e parlavano Muskogee).
Una famiglia di Seminole
Il passaggio avvenne in 3 distinte fasi. ??Tra il 1710 E IL 1740 fecero dei raids contro gli Spagnoli e i loro alleati Appalachees e Yamasses in cerca di schiavi o come alleati degli Inglesi e, sebbene acquisissero una buona conoscenza del territorio, non stabilirono insediamenti fissi. Tra il 1740 e il 1800 almeno 6 villaggi Seminole furono stabiliti nella parte settentrionale della Florida e piccoli gruppi iniziarono a esplorare tutta la penisola a caccia di cervi, puma, orsi e altra selvaggina, e vennero in contatto con i pescatori cubani. La terza fase si ebbe tra il 1812 e il 1820, quando la pressione dei bianchi costrinse i Creek (soprattutto gli Upper) a spingersi a Sud. La seconda fase è la più importante, perchè è qui che si hanno i primi insediamenti fissi. La causa fu l’aumento della caccia nell’area, dovuta al grande successo dei commerci tra i Creeks e gli Inglesi. La dipendenza degli Indiani dai prodotti dei bianchi li costrinse ad uccidere il maggior numero di animali possibile per barattare le pelli con armi, coperte, polvere da sparo, utensili in ferro, perline colorate. A loro volta gli Inglesi aumentarono la loro richiesta di pelli soprattutto di cervo, che serviva per la fabbricazione di selle, copertine di libro, scarpe, guanti ecc.
A causa della rapida diminuzione delle mandrie di cervi, i cacciatori fecero viaggi sempre più lunghi prima da soli, poi con le famiglie, in villaggi che divennero permanenti. Due gruppi si distinseri in modo particolare. I primi furono i Mikasuki che si stabilirono intorno al lago che porta il loro stesso nome, a Est di Tallahasse. Per loro non ci fu una migrazione, ma semplicemente un’espansione a Sud che portò la loro comunità a crescere e prosperare fino a sviluppare una separata identità dagli altri Creeks. L’altro gruppo prominente fu guidato da un capo noto come Cowkeeper. Insieme alle missioni, gli Spagnoli avevano costruito alcune grosse fattorie che allevavano mucche, nel Nord della Florida. Tra queste la più importente era stata La Chua, situata vicino a una fertile pianura a Sud dell’attuale Gainsville. L’area fu chiamata Alachua Praire.
Un indiano Creek
Quando la fattoria fu abbandonata, la tribù di Cowkeeper si stabilì nella zona e si impadronì delle mucche che pascolavano libere, divenendo molto influente. Gli Spagnoli decisero di dare un nome a questa nuova tribù evoluta. Forse a causa della loro indipendenza li chiamarono “Cimarrones”, un termine che significava i “fuggiaschi” o i “separatisti”. Nel 1771 un agente indiano Inglese John Stuart corruppe il nome in Seminole, un termine che venne applicato prima agli Alaucha e poi a tutti gli Indiani della Florida. I Pellirosse invece si chiamarono, tra loro, Ikaniùksalgi, il popolo della penisola. ?Dalla lingua Muskogee vennero invece le parole che i Seminole usavano per indicare i leader in guerra e in pace. Micco è il capo in periodo di pace, Tustenugee il leader in guerra, Micanopy il re. Emathla indica il capo di una banda che ha dato grossa prova di sè in guerra, Haneka il luogotenente, Hillis Haya il medicine man.
A questi rifugiati rossi si aggiunsero gli schiavi neri fuggiaschi, i cosìdetti maroons. Per gli schiavi delle piantagioni inglesi della Georgia e del Sud Carolina passare la linea di confine tra la Florida e la Georgia voleva dire una sola cosa, la libertà
I governatori Spagnoli, cronicamente a corto di uomini, accoglievano volentieri i fuggiaschi. Neri liberi avevano un propio vilaggio vicino a St Augustine, completo di una milizia di colore e di un piccolo fortilizio. Questa comunità fu chiamata Fort Mose. Nei 1763 però l’occupazione dell’Havana costrinse la Spagna a lasciare la Florida agli Inglesi, in cambio della città. Ciò costrinse molti neri a partire per l’isola caraibica, ma, per quelli che rimasero, il rifugio più sicuro fu tra i Seminole. Col passare degli anni, molti di loro vennero assimilati nella cultura indiana. Parlarono il loro linguaggio, vestirono come loro e, nelle occasioni di festa si adornarono splendidamente con turbanti, camicie variopinte, mocassini, ornamenti di metallo, gambali, sposarono le loro donne e, spesso, assunsero posizioni di leadership. Essendo esperti in agricoltura, a causa degli anni passati nelle piantagioni, furono ben accolti perchè il surplus di prodotti agricoli che producevano permetteva ai guerrieri Seminole di dedicare più tempo a quelle che consideravano le due cose più importanti: cacciare e fare la guerra. Erano anche ottimi interpreti di Spagnolo e Inglese e abili spie. Al tempo della prima guerra Seminole il 15% dei guerrieri erano neri. Sebbene i Seminoles si fossero separati dai Creeks, conservarono molto della loro cultura. La vita era incentrata intorno ai Clans, che avevano nomi come Alligatore, Orso o Vento. I capi erano scelti da una linea ereditaria che passava attraverso il lato femminile della famiglia. Sotto questo sistema matrilineare, la successione non passava da padre in figlio ma poteva andare a un fratello o al figlio di una sorella.
Abraham, Seminole nero
Un guerriero viveva con la famiglia della moglie e, se il matrimonio finiva, i bambini e i beni della casa rimanevano alla donna. La vita Seminole era pure incentrata intorno alla “Città”, sebbene Città sia un termine ingannevole, che dà la visione di un insieme di costruzioni strette entro confini definiti. Una Città Seminole era molto di più di un’entità geografica. Infatti anche se una parte significativa della popolazione poteva vivere lontano dal centro, in remoti villaggi o accampamenti, la città rappresentava la comunità a cui ogni individuo apparteneva. Il Clan poteva essere l’unità sociale primaria, ma la Città era qualcosa a cui i Clans appartenevano. Era il centro politico e cerimoniale del mondo Seminole, il luogo in cui potevano riunirsi in tempo di celebrazione o di pericolo.
Le cerimonie, i rituali e le credenze religiose recitavano una parte significativa nella loro vita. Il rituale più importante era l’annuale Green Corn Dance
Come città, anche Danza è un termine che può essere frainteso. E vero. i membri della tribù passavano una buona parte del loro tempo cantando e muovendosi in maniera ritmica intorno al fuoco centrale, ma era molto più che un semplice divertimento. La danza aveva il significato di trasmettere la storia tribale, la filosofia di vita. Danzare aiutava a dare una continuità alla vita degli Indiani, portandoli più vicino al mondo in cui vivevano e a quello degli antenati. La Green Corn Dance era tenuta nel periodo in cui le spighe di grano maturavano, Luglio o Agosto. Era un rito dell’ Anno Nuovo che rigenerava il mondo e tutte le piante, gli animali e la gente che ci viveva. Il rituale durava 4 giorni. Ogni città celebrava questa festa quando il primo raccolto era pronto. Il primo giorno la piazza della Città veniva pulita e preparata e il Medicine-Man più importante accendava il fuoco nuovo. Il secondo giorno si banchettava col grano appena raccolto.


Donne Seminole

Il terzo giorno tutti gli uomini maturi digiunavano e prendevano il Black Drink. Il Black Drink era una bevanda che veniva ricavata dalle foglie di una pianta chiamata “Ilex Vomitoria” o, più propiamente Cassina. Il nome indiano è Asi. Si tratta di una pianta sempreverde, che cresce fino a 4m d’altezza. I Seminoles bollivano la forte pozione, simile al tè e riempivano dei recipienti che venivano usati durante i riti religiosi o i consigli dei capi. Purificava lo stomaco. Nel rituale che precedeva il War. party, gli uomini dovevano purificarsi nella Black Drink Ceremony. I guerrieri sedevano in circolo e quando erano pronti a bere prorompevano in un lungo e gutturale grido Asayhola e prendevano la pozione da un Medicine-man. Poi, a uno a uno, ogni uomo liberava le sue interiora con un getto che arrivava fino a 2 metri di distanza. I Seminoles pensavano che il Black Drink purificasse e infondesse coraggio in guerra. La pozione era efficace anche perchè impediva agli uomini di bere liquori che li avrebbero fatti ubriacare e aveva anche un leggero effetto lassativo che riduceva il pericolo di infezioni in caso di ferite. ?Il quarto giorno la Città banchettava con selvaggina condita con sale, grano e frutta. I giovani praticavano un gioco simile al Lacrosse.
Il nuovo anno era segnato dalla fabbricazione di nuovi vestiti, tegami, vasi, armi, le vecchie cose venivano ammucchiate e bruciate. Le case, la piazza, l’intera città venivano ripulite. In occasione di questa festa coloro che avevano commesso delitti venivano giudicati da un tribunale tribale. Nessuno veniva imprigionato, ma coloro che avevano commesso adulterio venivano sfregiati o picchiati e altri venivano esclusi dalle cerimonie finchè dimostravano d’essere stati riabilitati dallo sciamano.


Gli insediamenti dei Seminole in Florida

Quindi c’erano poche possibilità di assoluzione e, quando era stato commesso un crimine grave come un omicidio, i capi si riunivano e decidevano la punizione che consisteva in una multa pecuniaria, nell’esilio o nella pena di morte. ?La caccia era un’altra occupazione. In Florida i cervi erano così numerosi che, all’inizio, furono la risorsa principale di carne e pelli e il prodotto principale per il commercio. Ma già intorno al 1750, armati di moschetti, i Seminoles avevano distrutto le mandrie. Quindi iniziarono a allevare bestiame, e questa divenne un’occupazione privata. Le mandrie erano di propietà privata, non comune. La terra, invece, apparteneva alla comunità. ?Raccoglievano nei boschi la radice di una pianta, la Zamia Floridiana o “Coonti, in lingua Seminole, che era velenosa e quindi doveva essere ben lavata. Poi era sminuzzata in un mortaio di legno e la polpa che si ricavava veniva fatta essiccare, ottenendo una farina giallastra, con cui si preparava il pane, oppure bollita e mischiata con patate selvatiche e arachidi, in una minestra chiamata Soffkee.
Coltivavano una zucca rampicante che veniva piantata alla base di un albero morto, in modo che i tralci potessero crescere verso l’alto. Era un’agricoltura verticale che permetteva di salvare spazio e teneva i frutti lontano da maiali e mucche.


Una capanna

La zucca era piccola ma così dura che doveva essere aperta con un’ascia. Tagliata in strisce e seccata, poteva essere immagazzinata e usata in tempi di carestia. ?Usavano la Guava, un frutto che ha il sapore simili alla fragola, i cui semi potevano essere arrostiti o macinati con la polpa per fare un formaggio di guava. Il frutto fresco rendeva 3 volte il suo peso in gelatina. Gli scienziati scoprirono più tardi che era il frutto più ricco di vitamine. ?Una corteccia amara chiamata Chinino della Florida veniva da un piccolo albero che cresceva nelle paludi, simile all’albero della Cinchona del Sud America e suppliva il chinino nel controllo delle febbri intermittenti come la malaria.
Era usata come medicinale. ?Negli orti intorno alle case coltivavano pure fagioli, tabacco, cetrioli. Costruivano poi delle canoe di legno di cipresso che potevano portare fino a 30 uomini e facevano frequenti viaggi alle Florida keys, a Cuba e alle Bahamas. A Cuba barattavano pelli di daino. pellicce, pesce secco e grasso d’orso con sigari, caffè, rum e zucchero.

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