La ribellione del Nord-Ovest, métis contro bianchi
A cura di Pier Vittorio Stefanone
Il Dominion del Canada, costituito nel 1867, occupava una piccola parte di quello attuale: ne facevano parte la Nuova Scotia, il Nuovo Brunswick, il Quèbec e l’Ontario, mentre erano ancora colonie britanniche l’Isola Principe Edoardo, Terranova, la Columbia Britannica e Vancouver.
Tra la Columbia e la Regione dei Grandi Laghi si estendeva un territorio immenso che, verso nord, si perdeva tra i ghiacci artici e apparteneva alla Compagnia della Baia di Hudson (nota 1). Gli abitanti di queste terre, oltre ai Pellerossa e agli Esquimesi, erano rappresentati anche da circa dodicimila dipendenti di questa società, oltre la metà dei quali erano Meticci ( o Métis) di lingua francese e di religione cattolica.
I Métis erano i discendenti di matrimoni contratti tra nativi Cree, Ojibway, Saulteaux e Menominee con cacciatori franco-canadesi (ma anche inglesi e scozzesi). Oggi rappresentano uno dei tre popoli indigeni riconosciuti dal Canada. La loro storia inizia dalla metà del XVII secolo.
Parlavano una lingua franco-métis (Métis French) o un misto di lingua chiamato Michif. I Métis attuali parlano prevalentemente l’inglese, sebbene il francese rappresenti la loro seconda lingua, così come numerose altre lingue indigene. Il Métis French si parla maggiormente nel Canada, mentre il Michif negli Stati Uniti.
L’origine della parola Métis (al singolare o al plurale è invariata) è francese ed è stata coniata della parola spagnola mestizo, con un significato simile al concetto di “sangue misto”. I Meticci vivevano in piena armonia con le tribù indiane con le quali condividevano lo stile di vita ed il loro numero esiguo non costituiva alcun pericolo per l’equilibrio ecologico del territorio. Nel 1869, però, il governo Canadese acquistò l’intera area dalla Compagnia, con l’intento di trasformarla in un’enorme zona agricola popolata da una folta schiera di agricoltori inglesi di religione protestante, che occuparono la regione del Red River muovendosi dall’Ontario. I Meticci si sentirono minacciati da questa invasione che, oltre a sconvolgere la loro cultura ed il loro modo di vivere, li espropriava dei loro beni: gli agronomi venuti dall’est lottizzavano i loro territori senza preoccuparsi delle loro fattorie, anzi, i nuovi coloni mostravano tutta la loro arroganza nell’occuparli. Contestualmente ad Ottawa fu designato quale governatore di quella regione William Mc Dougall, mentre i franco-canadesi del Québec cercarono di ottenere per la provincia di Manitoba, francofona e cattolica, un riconoscimento culturale così da accrescere il peso politico della minoranza francese nelle determinazioni pubbliche canadesi. Gli anglo-canadesi dell’Ontario, di contro, si opposero a questo progetto ritenendo di dover cautelare la supremazia anglosassone nel Dominion.
Inutile aggiungere che il governo di Ottawa, per la maggior parte anglofono, optò per questa seconda tesi.
Prigionieri Metis e First Nations dopo la Ribellione del Nord-Ovest
La nomina del governatore Mc Dougall per il territorio del Red River diede ai Meticci la certezza che i loro diritti fossero decisamente ignorati e, verso la fine del 1869, decisero di reagire.
Era necessario eleggere un capo in grado di guidare la rivolta e la scelta cadde su un venticinquenne laureato in legge: Louis Riel, nato a Saint Boniface il 22 ottobre 1844, un uomo dal temperamento sanguigno, generoso ma turbato da una certa instabilità psichica.
Louis era il primogenito di undici figli di Louis Riel Senior e di Julie Lagimodière. Il padre era di origine Meticcia Franco-Ojibwa (nota 2) ed era diventato famoso tra la sua gente per aver sostenuto la fazione di Guillaume Sayer, un altro Meticcio che si era opposto al monopolio del commercio delle pellicce della Compagnia della Baia di Hudson.
La madre era la figlia di Jean Baptiste Lagimodière e di Marie Anne Gaboury, discendente di una delle prime famiglie bianche stabilitasi nel territorio del Red River nel 1812.
Louis fu educato da sacerdoti cattolici e a tredici anni fu inviato dal vescovo della sua città natale a frequentare il Petit Séminaire Collège de Montréal, gestito dall’Ordine Sulpiziano.
Con la prematura morte del padre, avvenuta nel 1864, Louis rinunciò alla carriera ecclesiastica, nel marzo dello stesso anno lasciò il collegio e l’anno successivo abbandonò il Canada trasferendosi prima a Chicago nell’Illinois e poi a Saint Paul in Minnisota, prima di tornare nel territorio del Red River il 26 luglio 1868.
La sua prima azione quale capo dei Meticci fu d’impedire l’accesso al Red River agli agrimensori canadesi nonché allo stesso neo-governatore Mc Dougall, quindi s’impossessò di Fort Garry, il quartier generale della Compagnia della Baia di Hudson, senza alcun spargimento di sangue.
Ciò fatto istituì un governo provvisorio del quale fu proclamato presidente.
Le sue intenzioni non erano certo quelle di intraprendere un confronto armato con il governo canadese, dato che sarebbe stato sconfitto a priori, bensì la ricerca di una risoluzione pacifica che tenesse presente gli interessi dei Meticci del Red River.
L’aver impedito l’insediamento del nuovo governatore aveva inoltre frenato l’immigrazione degli anglo-canadesi.
Il governo di Ottawa dovette prendere atto dell’esistenza del gruppo etnico autonomo dei Meticci e, almeno inizialmente, parve disposto a discutere le loro rivendicazioni anche grazie al crescente sostegno dell’opinione pubblica francese del Québec.
Così il Primo Ministro canadese, John Alexander Mc Donald non insistette sull’insediamento di Mc Dougall a Fort Garry e lo richiamò ad Ottawa.
Riel fu riconosciuto quale presidente del Governo Provvisorio di Manitoba.
L’idea di Riel era quella di trasformare il territorio del Red River in una nuova provincia in cui l’autonomia dei Meticci sarebbe stata garantita sia dalla parità della lingua, sia da un sistema linguistico separato per i due gruppi etnici.
Tale progetto sembrava andare in porto senza problemi quando, improvvisamente, il mare da calmo si trasformò in tempesta.
Truppe in marcia, Qu’Appelle Valley, 1885
I coloni di origine britannica del Manitoba e i nuovi arrivati dall’Ontario iniziarono a preoccuparsi dell’evolversi degli avvenimenti: convinti che con il loro arrivo i Meticci sarebbero stati spogliati delle loro terre e resi inoffensivi ora, al contrario, le loro prospettive erano state tradite dal governo di Ottawa che era disposto a creare una nuova provincia nella quale avrebbero rappresentato la minoranza.
Le sorti si erano quindi ribaltate e le relazioni tra gli Anglo-canadesi e i Meticci s’inasprirono in un clima d’intolleranza razziale e religiosa.
Gli Anglo-canadesi costituirono un’organizzazione di estremisti fanatici denominata Orangemen (nota 3) e indirizzata alla lotta contro il cattolicesimo e, di riflesso, contro i Meticci di lingua francese.
Costoro rifiutarono di riconoscere l’autorità di Riel e si opposero alla conclusione degli accordi tra il governo di Ottawa ed il Governo Provvisorio di Manitoba.
A quest’ultimo parve impossibile controllare questa frangia ribelle di coloni di lingua inglese senza ricorrere alla forza e fu così che un fanatico Orangemen, Thomas Scott, fu arrestato, processato e condannato alla pena capitale, proprio quando il governo Riel era sul punto di cedere il potere al nuovo governatore canadese, come sancito dagli accordi.
Thomas Scott può essere considerato un personaggio chiave di questa drammatica vicenda per cui è opportuno considerarlo più da vicino, con particolare attenzione, dato che la sua esecuzione, mediante fucilazione, avvenuta il 4 marzo 1870 portò le truppe del colonnello Wolseley a sedare la rivolta del Red River.
Scott nacque a Clandeboye, nella contea di Down nell’Uster. Migrato in Ontario fu impiegato dal governo di Ottawa quale ispettore durante la ribellione del Red River. Faceva parte della Chiesa Presbiteriana, era membro del 49° reggimento fucilieri Hastings ed apparteneva al Lodge Orange, il che lo faceva un ostinato avversario dei cattolici francofoni.
Con trentaquattro volontari cercò di occupare Fort Garry ma l’impresa non gli riuscì: fu arrestato dagli uomini del governo provvisorio di Riel e imprigionato.
Contrariamente ai suoi compagni, tutti graziati, Scott si rifiutò di riconoscere l’autorità legale dei suoi carcerieri e si comportò in maniera estremamente arrogante con la corte presieduta dal giudice Lepine, che aveva il compito di processarlo e che lo condannò alla pena capitale.
Governo provvisorio della Nazione Métis con al centro Louis Riel (1870)
Il colonnello Charles Arkoll Boulton (17 aprile 1841 – 15 maggio 1899) fece parte di quei trentaquattro uomini che tentarono l’assalto di Fort Garry con Scott. Era nato a Cobourg, Canada West nel 1841, pronipote di D’Arcy Boulton fu istruito alla Upper Canada College. Servì a Gibilterra, Malta e Montreal con il 100º reggimento di fanteria. Nel 1869, fece parte di un gruppo di osservatori inviato dal governo di Ottawa nella colonia di Red River agli ordini di John Dennis Stoughton. Organizzò un gruppo di volontari per cercare di sedare la rivolta di Louis Riel, ma quando alcuni dei suoi volontari furono catturati e imprigionati, lasciò Red River e andò a Portage la Prairie, dove incontrò coloro che erano sfuggiti ai Meticci e tentò di liberare i prigionieri tenuti ancora in cattività.
Furono tutti catturati dai Meticci di Riel.
Successivamente fu rilasciato e tornò in Ontario e nel 1881 divenne il primo direttore della contea di Russell e poi Presidente del Consiglio giudiziario per il distretto occidentale.
Costui, nella sua opera Memoirs of the North West Rebellion, riguardo all’esecuzione di Scott, riporta e conferma il racconto del meticcio John Bruce, secondo cui solo due proiettili del plotone d’esecuzione colpirono Scott: uno lo ferì alla spalla sinistra e l’altro nella parte superiore del torace. L’uomo incaricato di dargli il colpo di grazia, scaricò la pistola vicino alla testa, ma il proiettile penetrò nella parte superiore della guancia sinistra e uscì vicino alla cartilagine nasale senza ucciderlo.
Thomas Scott fu messo in una bara e lasciato lì a morire.
La notizia della sua morte, giunta in Ontario, lo trasformò immediatamente in un martire tra gli anglofoni.
Ritratto di Louis Riel
L’esecuzione di Scott si rivelò dal punto di vista politico un errore irreparabile: il negoziato con Ottawa, già di per sé estremamente difficile divenne da quel momento impossibile.
Gli Anglo-canadesi dell’Ontario chiesero la testa di Riel e si adoperarono affinché il Manitoba fosse assegnato definitivamente alla colonizzazione anglosassone.
L’amnistia promulgata in un primo tempo dal governo di Ottawa a favore dei Meticci che si erano ribellati e avevano occupato Fort Garry venne improvvisamente revocata e fu deciso l’invio di un contingente di forze con il compito di occupare il Manitoba.
I militari si misero in marcia nella primavera del 1870, ma il disgelo e le cattive condizioni delle piste permise loro di raggiungere la regione del Red River soltanto il 20 agosto.
Del governo del Manitoba non videro traccia: Riel, su cui pendeva l’accusa di omicidio, era fuggito.
Nell’estate del 1870 con Fort Garry occupato dal governatore nominato da Ottawa, terminava quella che la storia canadese ricorda come l’insurrezione del Red River, sebbene non sia il caso di parlare d’insurrezione dato che il tentativo dei Meticci per salvaguardare i propri diritti s’era svolto in un clima di piena legalità ed in modo incruento.
Anche l’esecuzione di Thomas Scott evidenzia più l’aggressività dei protestanti inglesi che le mire secessionistiche dei cattolici francofoni.
Inoltre le forze canadesi del colonnello Wolseley non avevano avuto nessuna occasione d’impegnarsi in scontri con i Meticci, molti dei quali decisero di migrare verso nord-ovest, sulle sponde del fiume Saskatchewan, un territorio ceduto al Canada dalla Compagnia della Baia di Hudson dove non c’erano coloni inglesi ma solo Meticci e tribù indiane.
Questa migrazione era dovuta anche al fatto che i coloni inglesi del Manitoba erano in prevalenza agricoltori e intendevano introdurre le colture cerealicole su vasta scala a scapito della fauna locale rappresentata del bisonte e dagli animali da pelliccia che, sino a quel momento, avevano rappresentato la tradizionale fonte di sopravvivenza per i Meticci che non avevano del resto alcuna intenzione di riconvertirsi in agricoltori.
Il dramma che aveva colpito i Meticci canadesi era lo stesso sofferto da tutti i Pellerossa lungo la frontiera degli Stati Uniti dove l’uomo bianco stava avanzando sempre più numeroso con la sua arroganza e con il suo palese disprezzo per le popolazioni locali.
Cavalleria di Winnipeg a Fort Qu’Appelle, 1885
Per i Meticci non c’era più posto in un Canada che stava trasformandosi con la ferrovia e con il capitalismo moderno, come fa notare il professor Francesco Amendola nel suo scritto Louis Riel e la lotta per la libertà dei meticci del Canada.
Di fatto il nuovo assetto economico e culturale, nonché le tensioni razziali e religiose fomentate dai nuovi venuti impedì l’inserimento di questa minoranza etnica a differenza della popolazione francofona del Québec che riuscì a tener testa ai coloni inglesi in quanto costituiva un gruppo numeroso e estremamente compatto.
La differenza sostanziale era che nel Manitoba non c’erano Francesi, ma solo un gruppo isolato di Meticci di lingua francese.
Torniamo agli eventi. Mentre Wolseley permetteva al nuovo governatore d’insediarsi a Fort Garry, Riel attraversava la frontiera con gli Stati Uniti, trascorrendo in quel Paese i successivi quattordici anni. Durante questo periodo fu ricoverato in una clinica psichiatrica (1877-1878), probabilmente per una forma di depressione endogena, ma non perse mai i contatti con il suo popolo che unitamente ai Francesi dei Québec continuarono a considerarlo la loro guida e il loro rappresentante. Proprio grazie a questi ultimi, sebbene in esilio, Riel fu eletto membro del Parlamento canadese nel 1873, cosa che gli permise un insperato ritorno in patria, tuttavia la forte opposizione degli anglofoni gli rese impossibile prendere l’effettivo possesso del suo seggio in Parlamento.
Analizzando questi avvenimenti appare evidente come la sua figura fosse la chiave di volta della divisione insanabile creatasi tra anglo e franco-canadesi.
Nel 1875 fu messo ufficialmente al bando per un periodo di cinque anni.
I sentimenti di Riel verso il Canada erano quelli di un cittadino fedele e leale, come lo dimostrano i fatti del 1871 quando invitò i Meticci a combattere a fianco dei Canadesi contro le scorrerie dei Feniani (nota 4), rivoluzionari irlandesi che, guidati da John O’Neill, tentarono l’invasione del Canada con l’intento di rovesciare la dominazione britannica.
Nel 1879 Riel si stabilì nel Montana dove rimase sino al 1884, assumendo la cittadinanza americana e lavorando come insegnante presso la missione gesuita di S.Pietro nel distretto di Sun River.
La battaglia di Fish Creek
Durante questo periodo sposò (1881) Margherite Monet Bellehumeur, dalla quale ebbe tre figli.
Nella primavera del 1884 i Meticci del Saskatchewan lo contattarono pregandolo di tornare in Canada ad assumere la loro guida, cosa che Riel fece senza esitazione.
La persecuzione dell’uomo bianco nei confronti dei Meticci del Saskatchewan era ora rappresentata dalla ferrovia transcontinentale che Ottawa stava febbrilmente costruendo verso Vancouver, conditio sine qua non per l’entrata nel Dominion della Columbia Britannica. Inoltre la loro vita e la loro cultura erano state sconvolte dagli ultimi avvenimenti e la stessa cosa era successa ai loro amici Pellerossa, i Cree, i quali s’erano visti decimare l’ultima grande mandria di bisonti dai Sioux, rifugiatisi in Canada dopo la battaglia del Little Big Horn del 1883; non solo: il governo canadese stava tentando di rinchiuderli nelle riserve.
Riel, nel dicembre 1884, adì le vie legali inviando ad Ottawa le rivendicazioni del suo popolo e quelle dei suoi alleati Pellerossa ma non ne ebbe alcun riscontro. Nel marzo 1885, Riel, Gabriel Dumont, Honoré Jackson, e altri, istituirono un nuovo governo provvisorio del Saskatchewan, ritenendo così di poter influenzare il governo federale come era accaduto nel 1869. Riel, però, non ottenne l’appoggio sia coloni di lingua inglese che di molti nativi non Metis e anche la Chiesa cattolica non lo sostenne, anzi, Il sacerdote cattolico Albert Lacombe, ottenne assicurazioni che i guerrieri Piedineri non partecipassero alle sollevazioni.
Ma anche questa volta si ripeterono gli errori commessi in passato: il 26 marzo 1885 Gabriel Dumont, suo luogotenente, uccise in un’imboscata quattordici Giubbe Rosse guidate dal sovrintendente Leif Newry Fitzroy Crozier presso il Duck Lake e, alcuni giorni dopo, Il 2 aprile 1885, presso il Lago Frog, nel Saskatchewan (ora in Alberta) i Cree, galvanizzati dalla vittoria dei Métis, ormai certi di subire ingiustizie da parte del governo canadese e esasperati dalla diminuzione della popolazione di bisonti, loro principale fonte di cibo, sotto la guida di Wandering Spirit (Kapapamahchakwew) attaccarono una piccola cittadina. Nove persone vennero uccise e tre furono catturate. L’esercito canadese intervenne e la ribellione fu interrotta: il principale responsabile del massacro del Lago Frog, Wandering Spirit, venne impiccato.
Ovviamente tutti questi eventi provocarono la reazione di Ottawa che approntò una forza di seimila uomini al comando del generale Dobson Middleton il quale, usufruendo della ferrovia di recente costruzione, arrivò nell’area delle operazioni in brevissimo tempo. Qui il contingente militare si divise in tre colonne che mossero alla volta di altrettanti obiettivi: Edmont, Battleford e Batoche, sede del governo provvisorio di Riel.
Primi colpi sparati alla Battaglia di Batoche
Verso aprile i soldati canadesi erano in vista di Batoche , ma furono momentaneamente fermati da Dumont a Fish Creek il 24 aprile. Il 2 maggio il tenente colonnello William Otter fu sconfitto a Cut Knife vicino a Battleford, nonostante l’uso delle mitragliatrici a canna rotante Gatling.
Nonostante questi successi la capitale dei Meticci fu conquistata dalle truppe di Middleton il 12 maggio: Riel fu catturato mentre Dumont riuscì a raggiungere il Montana.
Il luogotenente di Louis Riel, Gabriel Dumont, nacque nel 1837. Fu un capo dei nativi Meticci che popolarono il Canada occidentale. Nel 1873 fu eletto presidente dell’effimera repubblica di Saint Laurent e, in seguito, continuò a mantenere un ruolo di spicco tra i meticci del fiume Saskatchewan.
Giocò una parte fondamentale nel convincere Riel a rientrare in Canada, divenne membro del governo provvisorio e fu il comandante militare dei Meticci durante la rivolta del 1885.
Era il nipote del franco-canadese Jean Baptiste Dumont e della moglie Sarcee Crow Josette; il padre era il secondogenito di Isidore Dumont e Louise Laframboise. Gabriel fu allevato come Meticcio e seguì sia le usanze cattoliche francesi, sia quelle dei Nativi Cree.
Nel 1848 la sua famiglia si trasferì nella zona in cui più tardi venne costruita la città di Regina e i Dumont divennero cacciatori di bisonti.
Gabriel imparò diverse lingue e dialetti, costruendosi una notevole reputazione quale guida, cacciatore e interprete, nonché come persona dedita all’alcool e al gioco d’azzardo…
La sua carriera di guerriero iniziò con alcuni scontri con Blackfoot e Sioux.
Nel 1858 sposò Madeleine Wilkie, figlia del capo meticcio Jean Baptiste Winkie e nel 1862 fu egli stesso eletto capo della sua tribù di Meticci. Con la sua gente raggiunse il fiume Saskatchewan, nei pressi di Fort Carlton, per poi trasferirsi a Batoche nel 1868, dove, alcuni anni dopo, istituì un servizio di traghetti.
Durante gli scontri del 1885 il suo avversario, il generale Federick Middleton, gli riconobbe le capacità militari dimostrate a Fish Creek e alla difesa di Batoche. Dopo la sconfitta subita a Batoche, Gabriel Dumont fuggì a Cypress Hills e da lì raggiunse il Montana dove si arrese alla cavalleria degli Stati Uniti. Il governo americano lo considerò un rifugiato politico e lo liberò.
Piccolo campo di Métis nella prateria, Manitoba, 1874
Nel 1886 si unì al Wild West Circus di Buffalo Bill, con il quale rimase sino al 1888 quando, amnistiato, tornò in Canada per tenere una conferenza a Montréal.
Si ritirò a Batoche quale agricoltore e cacciatore, non tralasciando di dettare le sue memorie.
Morì a North Battleford il 19 maggio 1906 per cause naturali.
Ma torniamo agli avvenimenti principali della nostra storia.
Il 28 maggio il generale Thomas Bland Strange , alla guida un distaccamento di Giubbe Rosse si scontrò a Franchman’s Butte con una banda di guerrieri Cree, ma non riuscì a sconfiggerli; tuttavia,durante il mese di luglio, demoralizzati, a corto di munizioni e senza alcuna speranza di soccorso per la resa dei Métis, ad uno ad uno i capi della rivolta e la maggior parte dei Cree di Poundmaker e di Big Bear si arresero.
Iniziarono i processi per punire i responsabili della rivolta: Poundmaker e Big Bear, vennero condannati al carcere, mentre con Riel si decise di procedere severamente, emettendo una condanna alla pena capitale.
Per sottrarlo al capestro si sarebbe dovuto ricorrere ad una difesa improntata sulla sua infermità mentale, ma Riel rifiutò questa strategia e si assunse ogni responsabilità.
Il 16 novembre 1885, a Regina, Louis Riel fu impiccato per tradimento come disposto dal giudice Hugh Richardson.
Per i Canadesi anglosassoni era e rimane un traditore, per i franco-canadesi un eroe: di certo è che Louis Riel va ricordato come un uomo che ha lottato, pagando di persona, per i diritti di una minoranza angariata.
Truppe in marcia sul ghiaccio nella Nepigon Bay, Lake Superior
NOTE A MARGINE
- La Compagnia della Baia di Hudson venne fondata verso il 1665 con il nome di Compagnia degli Avventurieri Inglesi per il commercio nella Baia di Hudson, con lo scopo di monopolizzare il commercio delle pellicce canadesi. La patria dei Meticci comprende le province canadesi della Columbia Britannica, Alberta, Saskatchewan, Manitoba, Ontario, così come i Territori del Nord-Ovest, e parti del nord degli Stati Uniti (in particolare Montana, North Dakota, Minnesota e il nord-ovest).
- Gli Ojibway (altre varianti del nome: Ojibwa e Ojibwe) sono una tribù di nativi americani appartenente al gruppo linguistico algonchino, un tempo stanziata nell’odierno stato del Michigan e sulle coste settentrionali del Lago Superiore e del lago Huron, chiamati impropriamente dai bianchi Chippewa.Erano cacciatori, raccoglitori di riso selvatico, il loro cibo principale, e coltivatori di mais.L’abitazione degli Ojibwa era il wigwam, una casetta creata da pali di legno ripiegati ad arco e ricoperti con legno o corteccia, pellami o stuoie intrecciate. Spesso erano presenti anche dei pali esterni per aiutare a mantenere ferme le stuoie. Queste in estate potevano venire arrotolate verso l’alto in modo che l’aria potesse circolare e rinfrescare l’interno. Tutte le case avevano aperture per la porta e in alto per lasciar fuoriuscire il fumo del fuoco.Gli Ojibway davano molta importanza agli sciamani, perché potevano fondare le società segrete, un tipo di organizzazione per loro molto importante. Gli Ojibwa usavano incidere su scorze d’albero pitture rappresentanti i fatti notevoli, le cerimonie praticate e le gesta del loro eroe culturale, Manabozho (Coniglio Grande).Praticavano la magia omeopatica che consisteva nel procurare danni al nemico, infilzando, con una freccia o con qualche altro attrezzo puntuto, una sua immagine rappresentativa costruita con il legno, in modo da trasmettergli contemporaneamente un dolore lancinante nell’organo colpito, oppure provocare la morte della vittima, bruciando o seppellendo la statuina; tutti questi riti erano accompagnati dalla enunciazione di formule magiche[1] Gli sciamani esercitavano, a beneficio della tribù, il controllo sui fenomeni atmosferici e sugli astri. Gli Ojibway erano convinti che l’eclissi fosse il segnale di esaurimento della vita del sole, quindi, durante questo evento, lanciavano in cielo frecce colorate con la speranza di riaccendere la fiamma della stella. Divennero conosciuti in Europa grazie ad alcuni scritti e racconti dei loro capi, tradotti in inglese dai giornali americani tra il 1860 e il 1875. Durante le guerre indiane furono alleati dei Francesi e barattarono con essi pelli di castoro e di altri animali contro armi da fuoco che usavano per sospingere i Sioux verso Ovest. Gli Ojibway presero parte all’insurrezione di Pontiac negli ultimi anni del XVIII secolo. Alcuni di loro si stanziarono più ad ovest dei Grandi Laghi, affiancandosi ai Cree, anch’essi di lingua algonghina, e diventando noti con il nome di Saulteaux; altri ancora si spostarono più direttamente nelle Grandi Pianure dove furono chiamati con il nome di Bungee. I circa 80.000 sopravvissuti attualmente vivono nelle riserve degli Stati del Minnesota, del Wisconsin, del Dakota, del Michigan, del Canada.
- Orangemen Ordine di Orange era una protestante società fraterna, fondata nel 1795 in Irlanda per commemorare la vittoria di William d’Orange nella battaglia di Boyne nel 1690. Durante l’insurrezione irlandese del 1798 divenne il principale collegamento tra il governo britannico ed i protestanti in Irlanda, con Orangemen riempiendo i ranghi della milizia volontaria e guadagnando il controllo della maggior parte del servizio civile. Anche se rimane potente nell’Ulster, l’ordine perse gran parte della sua influenza in Irlanda dopo il passaggio dell’atto di emancipazione cattolica del 1829. Le logge adottarono un rituale massonico-tipo ed organizzazione, prevedendo di mutuo soccorso e organizzazione di eventi sociali. Orangemen che migrarono in Bretagna e le colonie hanno trovato le logge utili nel loro adattamento a nuovi ambienti.Il Grand Lodge del Nord America britannico è stato fondato 1° gennaio 1830 a Brockville, UC, da Ogle R. Gowan. Egli cercò di utilizzare le logge come base per una carriera politica, riunendo i cattolici e Orangemen nel 1836 per sostenere la causa conservatrice. Dal 1844 il potere del voto arancio indotta John A. MACDONALD diventare un Orangeman. C’è stato uno scisma nel 1853 sopra alleanza conservatori con il francese canadese Bleus. Questo fu guarito nel 1856, ma d’ora in poi è stato diviso il voto arancio. Orangemen sono stati accusati di portare il vecchio mondo liti al nuovo, ma anti-cattolicesimo arrivò in America con i pellegrini. In Canada durante i primi anni 1860, globo liberale George Brown accusato Orange Gran Maestro Ogle Gowan di vendere fuori causa protestante. Infatti, la Gran Loggia di Orange ha agito come un freno ultraprotestant uguali diritti associazioni del 1880 e la base americana protestante protettivo associazioni del 1890.Su entrambi i lati dell’Atlantico, Orangemen hanno mantenuto vivo folclore irlandese protestante. L’anniversario della battaglia del Boyne è la controparte irlandese protestante del giorno di San Patrick. La celebrazione è ancora un’occasione di tensione nell’Ulster, ma in Canada è semplicemente una delle molte celebrazioni annuali. Le logge ha raggiunto il picco della loro importanza in Canada, sia politicamente e socialmente, nell’ultimo quarto del XIX secolo. Rimasero una forza fino al 1950 e conservano ancora qualche influenza nelle comunità rurali.
- I feniani erano, nell’antica letteratura e nella mitologia irlandese, i seguaci dell’eroe Finn Mac Cumhail, che formavano una speciale milizia permanente per la difesa dallo straniero; si ispiravano a principi cavallereschi. I più noti personaggi del ciclo feniano sono Fergus, Oisin (l’Ossian dei Poemi) e Goel; il loro potere fu distrutto verso la fine del 3° sec. d.C. I testi esistenti relativi ai feniani sono compilazioni dell’11° e 12° sec., ma risalgono a originali del 7°-8° sec., mentre il nucleo storico delle leggende sembra situarsi nel 3° secolo. Più recentemente i feniani sono i membri di una società segreta rivoluzionaria di Irlandesi d’America ( Fenian Brotherhood), fondata nel 1858 a Chicago da J. O’Mahony, con lo scopo di liberare l’Irlanda dal dominio inglese. Si diffuse, oltre che in Irlanda, in Canada, Australia, America Meridionale e Inghilterra. Compì sfortunati tentativi armati nel 1866 e nel 1870 per sollevare gli Irlandesi del Canada, mentre a Manchester (1867) il tentativo di liberare due prigionieri irlandesi si concluse con una dura repressione. Il movimento feniano, affidato all’azione terroristica e mal diretto, non ebbe successo e confluì poi soprattutto nel Sinn Féin.