Dalle “guerre del lutto” alle guerre franco-indiane

A cura di Pietro Costantini

Il coinvolgimento come alleati nei conflitti tra Europei che avvennero tra il 1676 e il 1760 rappresentò un cambiamento rivoluzionario nell’approccio irochese al modo di fare guerra. Le “Guerre del Lutto” (mourning wars) che prendevano origine dalla necessità di rimpiazzare un parente deceduto e che prevedevano raids a grande distanza e spesso su larga scala contro nazioni native rivali per procurarsi prigionieri che potessero essere o adottati o ritualmente torturati e uccisi, erano tipiche della storia militare irochese del periodo precedente e dell’inizio del contatto.
Questo tipo di campagne durarono tuttavia fino al 1750, dal momento che fornivano pelli e bottino, e non solo prigionieri, e contemporaneamente erano un modo per i giovani di guadagnare esperienza bellica e onori.
Sempre più frequentemente, dopo il 1676, le attività militari come alleati degli Europei si intensificarono, con l’aumentare della rivalità imperiale franco-inglese sui confini della loro patria, e portarono un nuovo quadro di benefici sociali, politici e militari.
Le ricerche sulla storia militare degli Irochesi hanno enfatizzato le mourning wars del XVII secolo. Invece il periodo tra il 1676 e il 1760 segna con chiarezza la fine della cultura vera e propria delle Guerre del Lutto e l’inizio di un’era in cui il modo di fare la guerra divenne una pratica “pericolosamente distruttiva” per le società irochesi. Questa è la conclusione a cui si è giunti dopo il lungo dibattito sui costi finali del coinvolgimento dei popoli nativi nelle guerre dell’America coloniale.


La lega delle Cinque Nazioni al 1650 circa

L’analisi delle attività militari degli Irochesi come alleati pone domande di grande interesse sulla storia sociale politica e culturale di quel popolo durante la tarda età coloniale e rivela fino a che grado i valori e gli interessi irochesi trascendessero le rivalità e i confini che le potenze imperiali avevano tentato di imporre loro. Benché attivamente coinvolti nelle campagne militari tra il 1676 e il 1760, gli Irochesi svilupparono un’etica di mutua non aggressione tra guerrieri alleati alle due armate coloniali in competizione. Limitando drasticamente la violenza tra genti delle loro Nazioni in questi conflitti, gli Irochesi evitarono le “dispute fratricide” che pure, per un certo periodo, crearono dei disordini a Iroquoia durante il tardo XVII secolo. Essi minimizzarono in grande misura l’effetto della guerra sulla loro base di popolazione, pur mantenendo presso i coloni e gli altri gruppi nativi la loro reputazione di terribili antagonisti ed esercitarono una profonda influenza sul corso dei conflitti nel Nord America nord-orientale. Il loro valore agli occhi delle forze militari europee giustificava la spesa di sostanziose quantità di denaro e beni tra le potenze coloniali in concorrenza, che corteggiavano attivamente la loro alleanza. Inoltre, lavorare con gli eserciti europei dava agli Irochesi importanti informazioni sugli eventi e le tendenze politiche e militari regionali che permisero loro di calibrare la politica di neutralità della Lega dopo il 1701, e assicuravano un riconoscimento delle preoccupazioni irochesi al tavolo diplomatico fino alla conquista del Canada del 1760.
Doni ufficiali inglesi agli irochesi, 1689–1755
1689 £100
1692 100lb. Polvere da sparo, 200lb. Piombo
1693 £600
1695 £200
1696 400 “fucili leggeri olandesi,” 100 barre di polvere e altre munizioni
1701 £800
1705 £300
1709 £300
1716 £323.15.4
1721 £882.2.10
1725 £825
1727 £800
1743 £353.3.4 più 400 moschetti, 30 barre di polvere da sparo e 10.000 pietre focaie
1744 £583.10
1747 £400
1753 £578
1755 £800
Note: Tutti i dati sono in sterline. Queste informazioni riportano gli stanziamenti della Corona assegnati specificatamente per i guerrieri irochesi alleati. Non sono state fatte indagini per sapere se vi sia stata una effettiva consegna dei fondi e del materiale.

La guerra degli Irochesi in veste di alleati iniziò nel gennaio del 1676, quando il governatore di New York Edmund Andros chiese l’aiuto della Lega degli Irochesi in seguito allo scoppio della guerra delle colonie del New England contro popolazioni di lingua algonchina, guidate dal Wampanoag Metacomet, detto anche “Re Filippo”. Andros offrì termini di trattato vantaggiosi ai suoi nuovi alleati Irochesi all’interno della Covenant Chain: in cambio di un attacco alle forze di Metacomet, che si erano raccolte a Schaghticoke, ai confini del territorio irochese, gli Irochesi avrebbero potuto far rifugiare la loro popolazione di non combattenti nella città di Albany e prelevare tutte le provviste necessarie dai magazzini provinciali. Accettando l’offerta, una forza irochese a maggioranza Mohawk lanciò un devastante attacco che disperse i guerrieri di Metacomet nel febbraio del 1676, contribuendo direttamente alla sua sconfitta di sei mesi dopo. L’aggressione Mohawk a Metacomet assicurò un certo numero di prigionieri e candidati per la tortura e l’esecuzione.
Wampanoag contro Irochesi
Gli Irochesi continuarono a condurre le scorrerie delle “guerre del lutto” contro gli Algonchini del New England per più di due anni e probabilmente un considerevole numero di Algonchini si stabilì a Schaghticoke sotto la pressione congiunta di Andros e degli Irochesi. In modo analogo, e dopo l’approvazione di Andros nel dicembre del 1676, i Seneca e gli Onondaga portarono a compimento una “guerra del lutto” di lunga durata contro i Susquehannock di lingua irochese che vivevano ai confini del Maryland. Questi sviluppi segnano un significativo giro di boa nella storia bellica irochese. Come alleati degli inglesi tra il 1676 e il 1680 gli Irochesi aumentarono la loro popolazione, consolidarono i loro confini orientali e meridionali, ottennero un gran numero di armi da fuoco e conseguirono un miglior punto di leva presso le colonie anglo-americane.
Centinaia di Irochesi pensarono di volgere a proprio immediato vantaggio queste circostanze lanciando una rinnovata mourning war contro il personale francese del commercio delle pellicce e le popolazioni algonchine loro alleate nella regione dei Grandi Laghi. Nel frattempo un gran numero di Irochesi, alcuni dei quali si erano convertiti al cattolicesimo in seguito agli sforzi dei missionari gesuiti francesi (soprattutto padre Simon Le Moyne) in Iroquoia dopo il 1667, stava traslocando in massa nei nuovi villaggi nella valle del fiume San Lorenzo. Benché i residenti di queste nuove comunità di Irochesi laurenziani (Kahnawake e Kanesatake) forgiassero solidi legami con la Nuova Francia (inclusa nel 1684 un’alleanza militare simile alla Covenant Chain anglo-irochese), essi rimasero in regolare contatto con le Nazioni della Lega irochese.


Padre Jean de Brèbeuf, evangelizzatore tra gli Uroni

Ancora più importante, sia Lega che gli Irochesi laurenziani, malgrado qualche occasionale antagonismo, dimostrarono una profonda riluttanza a uccidersi tra loro, anche quando, in base alla loro prospettiva, avevano ampia possibilità di farlo in base alle loro alleanze con i partner europei dopo l’iniziale scoppio delle ostilità imperialistiche anglo-francesi tra il 1684 e il 1696.
Fin dal 1682 il governatore della Nuova Francia, Joseph-Antoine Le Febvre de La Barre contemplava la potenziale utilizzazione degli Irochesi laurenziani per fornire agli ufficiali francesi informazioni circa le Nazioni della Lega e appoggio nelle spedizioni contro di loro. La lealtà degli Irochesi laurenziani verso i loro alleati Francesi fu presto messa alla prova nella primavera del 1684 quando La Barre decise un attacco punitivo contro i Seneca che considerava i principali aggressori tra gli Irochesi della Lega negli assalti agli avamposti franco-algonchini nella valle del Mississippi. Un’epidemia di influenza tra i 1200 soldati regolari del corpo di spedizione intralciò la sua avanzata attraverso Iroquoia durante l’estate del 1684. Capitalizzando queste difficoltà, i 160 guerrieri laurenziani irochesi che accompagnavano l’armata di La Barre, malgrado tutto il loro desiderio più volte esternato di voler punire gli Irochesi della Lega per aver rotto la pace con la Nuova Francia, si limitarono a scambiare grida di minaccia con i delegati della Lega giunti, nel settembre 1684, alla conferenza a La Famine in cui La Barre fu costretto a chiedere la pace al capo Onondaga Otreuoti. Questa spedizione non ebbe perdite, ma umiliò l’orgoglio francese. Il marchese di Denonville, che aveva preso il posto di La Barre, arrivò a Quebec nell’agosto del 1685 con l’ordine di sottomettere gli Irochesi. Denonville spese la primavera del 1687 a mettere insieme una forza di spedizione composta da più di 1600 troupes de la marine e milizia canadese accompagnata da 353 indiani delle missioni (220 dei quali erano Irochesi laurenziani) comandati da Kryn (noto anche come Tagouiroui), un Mohawk laurenziano.
Milite delle troupes de la marine
Nell’avanzata verso Fort Frontenac in luglio, un gruppo di scout indiani alleati catturò parecchi guerrieri irochesi della Lega che stavano spiando i movimenti dell’armata francese. Dopo che i prigionieri furono portati a Fort Frontenac, gli Irochesi laurenziani si sentirono oltraggiati dal fatto che non solo i prigionieri catturati, ma anche un’ambasceria diplomatica della Lega da Onondaga, Oneida e anche da alcuni piccoli villaggi Cayuga che si trovavano sulla sponda settentrionale del lago Ontario, fossero stati messi sotto custodia militare. Di conseguenza almeno un centinaio di Irochesi laurenziani abbandonò la spedizione di Denonville per andare ad avvertire i Seneca dell’attacco. Nell’agosto del 1687 un distaccamento di avanguardia dell’esercito francese cadde in quella che quasi divenne una fatale imboscata Seneca. I Seneca tuttavia scambiarono il distaccamento per l’intera armata francese e dopo una breve scaramuccia, dove almeno14 Seneca e 2 Irochesi laurenziani furono uccisi, i Seneca fuggirono dal campo di battaglia. I guerrieri laurenziani non inseguirono i Seneca e le perdite di questi ultimi furono rese minime anche dall’informazione che li avvisava di portare segni di riconoscimento “uguali a quelli dei nostri selvaggi”. Incapaci di eliminare altri Seneca, che si erano ritirati in massa a Cayuga e Onondaga, i Francesi persero nove giorni a distruggere i villaggi Seneca e le riserve di cibo prima che le malattie e la partenza della maggior parte degli indiani alleati li convincessero a tornare a Fort Frontenac.
Mappa di Fort Frontenac, sull’Ontario

Benché la spedizione di Denonville rappresentasse un duro colpo per i Seneca dal punto di vista delle distruzioni materiali, essa in realtà facilitò il ravvicinamento tra la Lega e gli Irochesi laurenziani. Delegazioni di pace da Kahnawake fecero visita a Onondaga e ai Mohawk, dopo il colpo subito dai Seneca, per portare il proprio cordoglio. Per più di due anni i Laurenziani e gli Irochesi della Lega “trovarono un proprio modo per evitare una battaglia tra loro”, ma il crescere delle aggressioni anglo-francesi collegate allo scoppio della King William’s War (1689 – 1697) portò al più intenso scambio di ostilità tra guerrieri irochesi alleati agli Inglesi o ai Francesi di tutto il periodo delle guerre coloniali.
Nel tentativo di sferrare il colpo decisivo contro le colonie inglesi, all’inizio del 1690 il governatore del Canada Louis de Buade de Frontenac pianificò una serie di raids congiunti di truppe francesi e alleati indigeni contro le frontiere delle colonie di New York e del New England. Un gruppo composto da 114 soldati francesi e 96 alleati indiani (questi ultimi ancora una volta sotto il comando di Kryn) partirono da Montreal nel tardo gennaio del 1690 per attaccare Schenectady. Aiutati da una recente spiata circa le forze della città fatta da quattro donne Mohawk della Lega e incoraggiati da un incendiario discorso attribuito a Kryn che invitava le forze alleate a “prendersi un’ampia vendetta per le ingiurie che avevano subito da parte degli Irochesi aizzati dagli Inglesi”, i Francesi e i loro alleati indiani entrarono quella sera stessa a Schenectady grazie a una porta lasciata aperta. Con il vantaggio della sorpresa essi uccisero 60 residenti e presero 27 prigionieri. Un Mohawk e una sua prigioniera, una ragazza francese, furono uccisi dagli invasori, ma 30 Mohawk della Lega trovati entro le mura di Schenectady furono risparmiati, malgrado la retorica di Kryn.


Un’immagine del raid su Schenectady nel 1690

Gli sforzi per reclutare dei Mohawk della Lega per inseguire i Francesi in ritirata, ebbero scarso
successo, stando al sindaco di Albany Peter Schuyler, che notò che “gli indiani che stanno con i Francesi sono tutti parenti dei nostri indiani, così non è possibile credere che essi si vogliano distruggere tra loro”. L’assalto franco-indiano contro Schenectady diede l’avvio a due anni di gravi eventi bellici tra New York e la Nuova Francia. Tuttavia raids di rappresaglia lanciati da New York contro la frontiera canadese all’inizio del 1690 evitarono un attacco diretto sia contro Kahnawake che Kanesatake, ma portarono tuttavia a occasionali scambi sul campo di battaglia tra Irochesi laurenziani e della Lega. Un buon gruppo di capi di Irochesi della Lega lavorò per mantenere buone relazioni con i loro parenti laurenziani durante questo periodo, mentre cercavano anche il loro ritorno nei territori delle Lega. I guerrieri Irochesi della Lega alleati di Peter Schuyler riuscirono a deviare la spedizione contro il Canada del 1690 contro la sola popolazione francese di La Prairie e fornirono informazioni ai Francesi e agli Irochesi laurenziani dell’attacco di Peter Schuyler contro La Prairie dell’anno successivo. Nell’autunno del 1692 un gruppo di circa 400 Onondaga, Cayuga e Seneca avanzò contro Kanesatake, ma ancora una volta informazioni di disertori permisero agli Irochesi laurenziani di prepararsi e, dopo due giorni di inutile sparatoria, in cui non ci furono molte perdite da entrambe le parti, gli Irochesi della Lega si ritirarono e non furono inseguiti dagli Irochesi laurenziani.


Territorio degli Irochesi del San Lorenzo

Entrambi i gruppi si inflissero tra loro perdite tra il 1690 e il 1692; i documenti rimasti li spiegano come derivanti soprattutto da faide private, familiari o anche a livello di mourning war piuttosto che da antagonismi nazionalistici. Quattro Irochesi laurenziani, per esempio, si sa che vennero catturati, pubblicamente torturati e uccisi da loro parenti Mohawk e Onondaga tra il 1690 e il 1693. E analogamente gli Irochesi laurenziani uccisero una prigioniera che era un’importante matrona della Lega nel 1692. Questi avvenimenti, benché drammatici, mostrano qualcosa di diverso da uno sfrenato conflitto fratricida. Si devono considerare, invece, come un riflesso del grado con cui i popoli Irochesi limitavano l’uso indiscriminato della forza contro fratelli Irochesi attraverso i confini coloniali in netto contrasto con i desideri dei loro alleati europei. Questa nascente etica di mutua non aggressione venne rifinita ulteriormente durante le due successive invasioni francesi di Iroquoia negli anni 1690. Nel gennaio 1693 Frontenac preparò un’altra spedizione forte di 200 alleati indiani, 425 troupes de la marine e milizia canadese per attaccare i Mohawk. Frontenac, forse autorizzando azioni in base ai costumi delle “Guerre del Lutto”, invitò a catturare il più possibile donne e bambini; “guerra senza quartiere” invece nei confronti dei guerrieri Mohawk. L’armata invase i territori Mohawk il 16 febbraio 1693. Presi di sorpresa da questo attacco a metà dell’inverno e con pochi uomini presenti (a causa di una spedizione di caccia), tutti e tre i villaggi Mohawk della lega si arresero ai francesi e agli Irochesi laurenziani. Dopo che i 300 prigionieri Mohawk (200 dei quali donne e bambini) ebbero pregato di potersi aggregare pacificamente ai loro parenti nei villaggi laurenziani, i guerrieri laurenziani “non poterono essere persuasi in alcun modo” ad uccidere neppure gli uomini Mohawk della Lega prigionieri. La spedizione francese bruciò i villaggi Mohawk e iniziò la ritirata verso il Canada con i prigionieri.


Attacco irochese

Quando una spedizione di rappresaglia di 250 provinciali di New York e 290 indiani guidata da Peter Schuyler cominciò a inseguirli, gli Irochesi laurenziani abbandonarono tutti i prigionieri eccetto una cinquantina, e lasciarono le truppe francesi ad arrangiarsi per tornare a casa.
Come conseguenza dell’invasione del territorio Mohawk, i capi degli Irochesi laurenziani spesero due anni in contatti che discutessero i termini della pace tra il Canada e la Lega degli Irochesi. Ma i loro tentativi di mediazione non incontrarono le aspettative di Frontenac, che nel 1696 isolò gli Onondaga come il principale ostacolo per una pace. L’ultima invasione militare francese contro Iroquoia cominciò nel giugno del 1696, quando più di 2000 Troupes de la Marine francesi, milizia canadese e alleati indiani assalirono Onondaga. Essi raggiunsero Onondaga ai primi d’agosto del 1696 solo per trovarla abbandonata. Dopo che i Francesi ebbero bruciato il villaggio e i raccolti, gli Irochesi laurenziani, loro alleati, che accompagnavano la spedizione, si avvicinarono agli Oneida della Lega e cercarono di mettere in piedi un accordo in cui questi ultimi promettevano di trasferirsi in Canada in cambio della salvezza da un attacco diretto. Benché questi accordi non risparmiassero il villaggio e i raccolti Oneida dallo stesso destino di quelli Onondaga, l’intera spedizione ottenne un solo caduto irochese in battaglia, un vecchio capo Onondaga impossibilitato fisicamente a sfuggire agli invasori.
Francesi e Irochesi
Benché gli Irochesi della Lega e quelli Laurenziani avessero sofferto per la King William’s War, l’azione dei guerrieri irochesi come alleati mitigò molto l’effetto dell’invasione coloniale nel territorio ancestrale irochese. Le comunità irochesi uscirono dal conflitto con la nuova determinazione di mantenere un equilibrio tra la Francia e l’Inghilterra che si concretò con due trattati distinti firmati a Montreal e ad Albany nel 1701. Nel periodo coloniale che seguì nessuna armata coloniale minacciò direttamente le comunità irochesi della Lega o laurenziane. I raids condotti dagli Irochesi laurenziani nei territori della Lega e viceversa sparirono quasi completamente dopo il 1696 e i violatori di questa politica furono trattati severamente. Parecchi leaders Onondaga rivelarono nel 1744 l’importanza della lezione della King William’s War affermando che “la guerra tra Francesi e Inglesi aveva precedentemente divorato tutto il loro popolo, che si era coinvolto troppo violentemente in essa e senza una causa e che il popolo bianco ogni giorno aumentava e gli indiani diminuivano”. Nelle guerre successive, spiegarono gli Onondaga, gli Irochesi avevano imparato “ad essere molto più attenti prima di distruggersi di nuovo tra loro”. Rifiutando di coinvolgersi a vicenda in battaglia e calibrando con attenzione e tempestività il loro coinvolgimento con gli alleati europei, gli Irochesi mantennero una sostanziale indipendenza politica e una libertà di movimento tra le sfere coloniali di influenza di Francia e Inghilterra fino alla conquista del Canada del 1760.


Copia del Trattato di Montreal del 1701 (La “Grande Paix”)

Gli Irochesi non tentarono mai di svincolarsi dal coinvolgimento militare in entrambe le parti, ma fecero della loro alleanza attiva nei conflitti intercoloniali lo scopo principale del loro modus operandi bellico nel restante periodo coloniale. Proporsi come una forza militare che poteva spostare l’equilibrio di potenze tra gli Inglesi e i Francesi per l’impero in Nord America divenne una componente vitale dello sforzo irochese di ricostituire la loro politica attraverso la neutralità diplomatica dopo il 1701. Per raggiungere tale scopo gli Irochesi della Lega e Laurenziani svilupparono strategie di partecipazione come alleati sia dei Francesi che degli Inglesi nelle campagne del XVIII secolo che permettessero loro non solo di dimostrare la loro forza militare senza mettere a repentaglio, in nuovi accordi, la sicurezza interna, ma anche di modellare i risultati di questi conflitti nel modo che servisse meglio i loro interessi. Gli Irochesi laurenziani, per esempio, non si considerarono obbligati dalla politica di neutralità del 1701 a non partecipare alle campagne offensive francesi, quando queste si sviluppavano al di fuori dei confini della patria irochese. Nell’agosto del 1703, poco dopo l’arrivo del nuovo governatore del Canada, Philippe de Rigaud de Vaudreil, guerrieri Irochesi laurenziani accompagnarono una spedizione di Francesi e Abenaki che inflisse gravi perdite agli insediamenti inglesi che si trovavano lungo la frontiera del Maine. La spedizione inaugurò una relazione militare di grande successo tra gli Irochesi e la Nuova Francia. Le autorità imperiali francesi adottarono una politica di appoggio alla neutralità irochese dopo il 1701 e scoraggiarono raid a New York in quanto dirompenti per tale politica. Le autorità di New York si dimostrarono più che volonterose nel cooperare con i canadesi su questo argomento, con grande costernazione dei funzionari del Massachusetts i cui coloni dovettero sopportare il peso delle aggressioni franco indiane.
Philippe de Rigaud marchese de Vaudreuil
La partecipazione come alleati alle spedizioni a lunga distanza dei Francesi contro obiettivi nativi e non nativi fornì ai Laurenziani (e talvolta anche agli Irochesi della Lega) uno sfogo per le ambizioni militari dei giovani, numerosi prigionieri per il riscatto o l’adozione e una generosa messe di scalpi. Le famiglie dei guerrieri irochesi alleati che erano caduti in queste campagne erano occasionalmente compensate dagli ufficiali francesi con regali di panis, o nativi americani resi schiavi. Mentre soddisfaceva gli imperativi economici, demografici e di status associati al complesso delle mourning wars, il coinvolgimento in queste battaglie contribuiva anche a quattro elementi chiave scaturiti dalla neutralità irochese dopo il 1701. Primo, spostava l’attenzione delle attività militari lontano dal territorio irochese. Secondo, offriva mezzi di esplorazione e di raccolta di informazioni in tutto il Nord America orientale. Terzo, permetteva un regolare rifornimento di armi, denaro, munizioni, mezzi di trasporto, cibo e altre attrezzature che gli Irochesi usavano largamente a propria discrezione. Quarto, esse migliorarono la reputazione militare degli Irochesi nella mente dei coloni nella Nuova Francia e nelle colonie anglo-americane. Non c’è miglior esempio del modo con cui questa alleanza militare esaudì gli imperativi politici e culturali irochesi che l’attacco congiunto di francesi e alleati indiani del 29 febbraio 1704 contro Deerfield, Massachusetts. Oltre a prendere 11 prigionieri (che, in accordo ai costumi delle “guerre del lutto” furono adottati nei villaggi irochesi), i sessanta Irochesi laurenziani che parteciparono all’azione ricevettero pagamenti di riscatto per almeno altri 11 prigionieri e diffusero il terrore presso le colonie anglo-americane evitando nel contempo il conflitto con New York e i loro parenti irochesi della Lega. Le relazioni basate sulla Covenant Chain tra gli Irochesi della Lega e gli anglo-americani rimasero tuttavia ad un minimo dopo l’attacco a Deerfield. I funzionari di New York, benché non fossero privi di fondi per sponsorizzare un’attività militare di alleati Irochesi, non fecero un granché per proseguire la Queen’s Anne War contro la Francia in America.
Il Massacro di Deerfield
Il governatore di New York Richard Inglodsby cercò di procurarsi una alleanza irochese per pianificare un’invasione del Canada nel luglio 1709, tenendo un brillante discorso e donando un cassa piena di armi ai capi irochesi che erano presenti ad Albany. Le quattro Nazioni Irochesi presenti promisero 443 guerrieri, un numero notevole agli occhi degli Inglesi, ma meno di un terzo del numero totale di guerrieri radunabili. Questo apparente entusiasmo fu mitigato dal rifiuto a unirsi alla spedizione dei Seneca, la più popolosa nazione irochese. In ogni caso il numero significativo di guerrieri irochesi che promise di unirsi all’invasione britannica del Canada, sembrava a prima vista un significativo spostamento dalla politica di neutralità forgiata solo otto anni prima. Osservando però i dati di fatto, si può suggerire che gli Irochesi della Lega, come gli Irochesi laurenziani (che fecero abortire un raid congiunto con truppe francesi contro Albany alla fine di luglio del 1709), mantennero la capacità di manipolare i loro alleati in modo che non compromettessero la neutralità irochese. Ogni volta i guerrieri irochesi della Lega contribuivano ad accrescere le difficoltà della spedizione, per esempio a Wood Creek, quando avvelenarono le riserve d’acqua con pelli di animali morti. La loro condotta in tale campagna lasciò parecchio a desiderare almeno agli occhi di un loro contemporaneo di New York: “Alcuni sono di gran cuore e ben disposti, per altri va di traverso e si allontanano a stillicidio per tornarsene a casa. Essi sono in genere padroni di se stessi e non danno retta né ai loro sachem né a chiunque altro che non sia la propria voglia e sono sempre a gozzovigliare e mai soddisfatti e bisogna diffidare di molti di loro che sono stati e possono essere ancora sotto l’influenza francese”.
Verso la fine di ottobre 1709 l’intera armata abbandonò lo sforzo e tornò a casa.
Guerriero irochese
Qualcosa di straordinariamente simile avvenne due anni dopo quando nel luglio del 1711 alcuni Irochesi laurenziani, che erano in visita ad Albany, furono avvisati di un altro progetto di invasione del Canada. I preparativi per questa spedizione seguivano un ambizioso sforzo coloniale di ottenere l’appoggio irochese e della corona tramite l’organizzazione di un viaggio in Inghilterra di tre capi Mohawk anglofili e un capo Mahican nel 1710, ma questo spettacolo non superò le usuali preoccupazioni irochesi circa il sangue comune, che derivavano dai valori di una società basata su clan matrilineari e matrilocali. In precedenti colloqui che riguardavano il coinvolgimento degli Irochesi della Lega nella campagna, il capo Onondaga Teganissorens chiese delle garanzie di clemenza per gli Irochesi laurenziani. Alla fine la Lega degli Irochesi promise circa 700 guerrieri provenienti da tutte e cinque le nazioni, ma solo per azioni di avanscoperta e per fornire provviste. Teganissorens fece poi pervenire le notizie sulla spedizione ai funzionari canadesi. Le forze terrestri del colonnello Francis Nicholson non andarono oltre il lago Champlain prima che i rapporti del disastro della flotta navale comandata dall’ammiraglio Hovenden Walker, mettessero fine alla spedizione. Quando giunsero queste notizie, era presente meno di un terzo dei guerrieri irochesi alleati che aveva lasciato Albany con la spedizione di Nicholson. Benché gli Irochesi non abbiano avuto un ruolo diretto nel far abortire l’invasione del Canada del 1711, essi posero i termini della loro partecipazione come alleati e si piazzarono in modo da avvantaggiarsi di qualunque esito la spedizione potesse dare. Gli Irochesi laurenziani visitarono Albany nel 1712 e chiesero un rinnovo del loro patto di neutralità e “libere comunicazioni tra loro e Albany in futuro”.
Analogamente gli Irochesi della Lega, come era avvenuto nel 1709, chiesero e ottennero un ravvicinamento con la Nuova Francia.
Il colonnello Francis Nicholson
La disastrosa fine della spedizione del 1711 promosse un serio dibattito tra i funzionari di New York se gli sforzi per ingaggiare gli Irochesi della Lega come alleati contro i Francesi dovessero essere totalmente abbandonati. In ogni caso essi, insieme ad altri funzionari coloniali anglo-americani, per il 1712 avevano perso ogni credibilità come alleati militari competenti e i loro conseguenti sforzi di ottenere i servizi o di influenzare le attività indipendenti dei guerrieri irochesi non trovarono ascolto. Ignorando le diffuse obiezioni anglo-americane, un certo numero di Seneca si unì ai loro fratelli di lingua irochese, i Tuscarora, nella loro guerra contro i coloni del Nord Carolina nel 1711-12. Gli sforzi di Peter Schyuler di assicurare l’appoggio irochese per una spedizione contro i Francesi e gli Ottawa, durante l’estate del 1712, crollarono dopo il rifiuto Seneca di parteciparvi. Gli sforzi del governatore Robert Hunter e di altri funzionari provinciali di New York di indurre gli Irochesi ad aiutare il Sud Carolina contro un pugno di tribù meridionali nella Guerra Yamassee del 1715 – 16 condusse a un coinvolgimento verbale da parte irochese, ma a poco di tangibile dal punto di vista militare.


Una fase della guerra del Nord Carolina contro i Tuscarora

Analogamente dal 1722 al 1724 gli Irochesi respinsero i tentativi di coinvolgimento del New England per fronteggiare l’aggressione Abenaki durante la Grey Lock’s War (o Drummer’s War), offrendo invece aiuto diplomatico. Durante le tre decadi di pace tra il Trattato di Utrecht del 1713 e lo scoppio della King George’s War nel 1744, le attività militari degli Irochesi come alleati furono quasi esclusivamente in relazione con la Francia.
Benché un pugno di guerrieri di Kahnawake appaiano nei ruolini di arruolamento delle forze provinciali del Massachusetts stazionate a Fort Drummer (oggi Brattleboro, Vermont) tra il 1736 e il 1742, guerrieri Irochesi laurenziani parteciparono in gran numero alle campagne francesi contro i Fox nell’odierno Wisconsin e Iowa nel 1716, nel 1728 e durante l’inverno del 1734-35. Analogamente le spedizioni francesi contro i Chickasaw nel 1736 e nel 1740 consolidarono ulteriormente gli schemi di quella attività militare congiunta franco-irochese che era emersa nel 1703.
Monumento in legno al capo Abenaki Grey Lock – Burlington, Vermont
Queste campagne non solo assicuravano un numero significativo di prigionieri per i villaggi Irochesi laurenziani ma anche sabotavano i tentativi dei funzionari provinciali anglo-americani di eliminare gli attriti di frontiera che prendevano origine dalle continue “guerre del lutto” organizzate dai guerrieri irochesi della Lega e dagli Irochesi laurenziani contro i Catawba e i Cherokee. Per il 1744 gli Irochesi potevano guardare indietro a quattro decadi di successo nel mantenere la loro politica di neutralità. Benché il prolungato periodo di pace tra Francia e Inghilterra dopo il 1713 contribuisse alla capacità degli Irochesi della Lega e Laurenziani di mantenere una politica di neutralità, il servizio come alleati nelle campagne della Nuova Francia dopo il 1712 rappresentò un aspetto chiave della politica irochese e del rinascimento culturale dopo il 1701. Quando il conflitto intercoloniale si intensificò, tra il 1744 e il 1760, le azioni degli Irochesi come alleati delle forze inglesi e francesi divenne paradossalmente il modo predominante con cui gli Irochesi della Lega e le nazioni laurenziane preservarono la loro neutralità tra gli imperi in competizione. Quando le notizie della dichiarazione di guerra in Europa raggiunsero il Nord America alla fine di aprile del 1744, né i Francesi né gli Inglesi erano molto convinti di riuscire a smuovere gli Irochesi dalla loro consolidata decisione di neutralità. All’inizio del giugno 1744 un gruppo di Mohawk che erano in visita presso la città Mahican di Stockbridge spiegarono i loro accordi di neutralità con gli Irochesi laurenziani cui avevano promesso “che non si sarebbero scontrati in guerra; ma sarebbero rimasti fermamente in pace lasciando ai bianchi di sistemare le loro dispute tra di loro”. Le iniziali riunioni tra i capi irochesi e le autorità coloniali a New York e nella Nuova Francia misero alla luce questo modo di vedere. Il governatore di New York George Clinton e il marchese di Beauharnois, governatore della Nuova Francia, incontrarono una testarda resistenza irochese nei confronti dei loro inviti ad abbandonare la neutralità nell’estate del 1744.


Discussioni nel Concilio Irochese

Ci furono comunque dei guerrieri irochesi che decisero di partecipare King George’s War. Dato il carattere non coercitivo dell’autorità politica irochese e il desiderio dei giovani guerrieri non solo di fare esperienza bellica, ma anche per il continuo beneficio economico e politico, questo era un fatto scontato. Il significato di queste intromissioni sta nel grado con cui i leaders civili irochesi, dati i limiti del loro potere, riuscirono a riconciliare le aggressioni dei loro giovani guerrieri con il largo consenso irochese nei confronti della neutralità dopo il 1745. La partecipazione degli irochesi come alleati nella King George’s War iniziò la notte del 16 novembre del 1745, quando una spedizione di guerra composta da 255 uomini della milizia canadese e 239 alleati indiani (100 dei quali di Kahnawake e Kanesatake) attaccò l’insediamento di Saratoga, appena 30 miglia fuori Albany. In una riedizione dell’incendio di Schenectady del 1690, la forza di spedizione congiunta conquistò e bruciò la città, uccidendo almeno 12 abitanti (probabilmente inclusi 9 Mohawk) e prendendo 109 prigionieri. Colpito da questo attacco di sorpresa il governatore Clinton chiese a ciascuna nazione irochese di inviare un distaccamento di guerrieri ad Albany per essere utilizzati come guide di frontiera. Il Consiglio di Onondaga respinse la richiesta, informando Clinton che in tempo di guerra “ogni popolo deve difendersi come può”. Non scoraggiato da ciò , Clinton inviò l’interprete Jacobus Bleecker al Consiglio di Onondaga nel febbraio 1746 per ‘ordinare’ agli Irochesi di dissotterrare l’ascia di guerra. Bleecker non ebbe successo, ma al suo ritorno fornì un dettagliato resoconto delle spiegazione della leadership della Lega degli Irochesi per il proprio rifiuto. Malgrado i recenti avvenimenti di Saratoga, le nazioni della Lega e gli Irochesi laurenziani, dal punto di vista del consiglio di Onondaga, erano dello “stesso ceppo e sangue” e «avevano fatto alleanze e matrimoni tra loro, il che significa che non possono far guerra gli uni contro gli altri, e puntualizzarono che una cosa è far guerra per gli europei che hanno re che ordinano ai loro sudditi quando fare la guerra e quando imporre la pace e i loro sudditi obbediscono. Ma non era così da loro. Essi non hanno re e ogni indiano è padrone di sé stesso, così se decidono una volta di entrare in guerra gli uni contro gli altri, non succede che poi si faccia pace, ma la guerra continua per sempre.»


Francesi, Canadiens e indiani delle missioni

Il mantenimento di relazioni pacifiche tra tutte le comunità irochesi era una componente prominente della neutralità irochese, che essi cercarono ripetutamente di spiegare agli ufficiali della corona in New York. Ma Clinton continuò a fare pressioni sugli Irochesi della Lega perché si unissero alla guerra. Egli rifiutò di accettare il concetto irochese di “non allineamento”, che vedeva come una “Rivolta” rispetto ai loro obblighi definiti dall’alleanza anglo-irochese della Covenant Chain. Di fronte alla realtà della crisi delle frontiere di New York e alla massiccia adesione degli Irochesi alla neutralità, Clinton cominciò ad aggirare i canali ufficiali della diplomazia della Covenant Chain (il Commissario degli Affari Indiani ad Albany) in favore di agenti indiani privati che lui (e il governatore del Massachusetts William Shirley) pagarono di tasca propria. Uno che era in busta paga di Clinton era William Johnson, un mercante di origine irlandese che si era stabilito nella valle del fiume Mohawk nel 1738 per dirigere una proprietà di suo zio, l’ammiraglio Peter Warren. Come Clinton cominciò a dotarlo di fondi generosi, Johnson tentò di convincere i Mohawk suoi vicini a dissotterrare l’ascia di guerra contro i francesi. Malgrado un altro abortito tentativo di invasione del Canada da parte britannica, che evocava le memorie delle sconfitte del 1709 e 1711, Johnson in una conferenza nell’agosto del 1746, “si vestì da indiano, [e] fece frequenti danze secondo i loro costumi quando si eccitano per la guerra”. Questa dimostrazione persuase un singolo Onondaga presente ad accettare la guerra di Clinton e molto fu fatto all’epoca per estendere il successo di Johnson nello spezzare la neutralità irochese e per assicurarsi dei guerrieri che sposassero la causa inglese.
Ritratto di sir William Johnson
Ma se si analizzano i documenti dell’epoca, si ha un diverso quadro dei successi di Johnson. I Mohawk chiesero e ottennero che una compagnia di truppe provinciali proteggesse il villaggio di Canajoharie durante l’assenza dei loro guerrieri. Nel settembre del 1746, 16 guerrieri Mohawk si unirono a Johnson in marcia verso la frontiera canadese, riferendo di aver ucciso cinque persone e di aver preso 9 prigionieri. Grida di giubilo accompagnarono l’iniziale resoconto del successo dei mercenari Mohawk di Johnson, ma il reverendo Henry Barclay, un missionario anglicano presso i Mohawk, riferì che questo sentimento “se ne andò” quando i prigionieri in seguito narrarono che erano stati solamente ceduti ai guerrieri di Johnson dagli Irochesi laurenziani. Questo scambio provava, dal punto di vista di Barclay, che questi due gruppi erano “in lega tra loro” e che continuavano a osservare la neutralità tra loro”. Johnson continuò a inviare raids di Mohawk in Canada per tutti i primi mesi del 1747, ma Conrad Weiser, agente indiano in Pennsylvania e acuto osservatore della politica irochese, sapeva che i pochi Mohawk che avevano accettato le generose mazzette di Johnson stavano agendo “di propria volontà senza l’approvazione del Consiglio delle Sei Nazioni”. Inoltre l’attacco Mohawk ideato da Johnson nel marzo del 1747 contro gli stanziamenti in Canada, portò alla dichiarazione di guerra contro i Mohawk da parte del governatore canadese Beauharnois. Preoccupati circa la potenziale minaccia posta da raids dei mercenari Mohawk alla politica di neutralità, capi della Lega Lurenziani si mossero per verificare queste azioni. Gli Onondaga mandarono un’ambasceria di loro capi, accompagnata da un certo numero di donne e bambini, a Montreal per rassicurare i funzionari nella Nuova Francia della neutralità della Lega degli Irochesi. Essi speravano anche che la loro presenza in Canada scoraggiasse i Mohawk dal continuare i loro attacchi. Oltre agli sforzi Onondaga di creare uno scudo umano in Canada, i guerrieri Iochesi di Kanesatake si unirono a un gruppo di scout francesi e di alleati indiani che fece un’imboscata ad un gruppo di Mohawk e provinciali di New York nei sobborghi di Montreal verso la fine di maggio del 1747, uccidendo 19 uomini (soprattutto provinciali) e prendendo 8 Mohawk prigionieri.
I capi della Lega Irochese si mossero velocemente dopo questi avvenimenti per proteggere i loro interessi. Numerose delegazioni delle nazioni della Lega Irochese, eccetto i Mohawk, si recarono in Canada tra il luglio e il settembre del 1747 per mantenere in equilibrio le relazioni con i Francesi e le comunità sul San Lorenzo. Gli oratori di queste delegazioni censurarono le azioni dei Mohawk che essi riconobbero “erano andati via di testa” e professarono il loro continuativo desiderio di rimanere neutrali nella guerra. I Mohawk, amareggiati dalle perdite e dalla cattura dei loro guerrieri, opposero un rifiuto alle ripetute richieste di Johnson di unirsi alle spedizioni di guerra per tutto il resto del 1747. Quando, nella primavera del 1748, Johnson finalmente fu in grado di organizzare un altro raid Mohawk, questo si trovò di fronte agli insediamenti canadesi dei guerrieri di Kahnawake. I guerrieri di Kahnawake lasciarono sulla neve il cadavere decapitato e straziato di Gingego, capo della spedizione, come secco messaggio ai loro parenti Mohawk che non sarebbe stata ulteriormente tollerata una violazione della neutralità.
Il trattato di Aix-la-Chapelle, ratificato nell’ottobre 1748, concluse la King George’s War restaurando lo status quo ante bellum in Nord America, stabilito dal trattato di Utrech del 1713. Malgrado gli storici abbiano definito tali risultati come “dilatori”, essi non hanno dato sufficiente importanza al ruolo degli Irochesi nel determinare l’esito del conflitto. Come alleati i guerrieri Irochesi giocarono un ruolo chiave determinando la scala e l’intensità della guerra con il loro coinvolgimento altamente selettivo e bilanciato. Limitando le loro operazioni a piccoli attacchi di guerriglia su larga scala e prendendo per sé i benefici dei prigionieri e del bottino, i popoli Irochesi su entrambi i fronti del confine intercoloniale fecero in modo di soddisfare i loro alleati coloniali con un limitato coinvolgimento nella guerra. Con l’eccezione di Saratoga, i guerrieri Irochesi concentrarono i loro sforzi lontano dai centri popolati dal loro popolo. Aumentando gli sforzi per persuadere i belligeranti a riconoscere il loro status neutrale, ponendo deterrenti interni contro variazioni di questo status, usando la diplomazia per minimizzare la possibilità di un bagno di sangue sul loro territorio, offrendo i loro servigi come mediatori e bilanciando attentamente la quantità di appoggio militare o di ostacoli che fornivano a ciascuna parte, protessero la loro neutralità e la loro autodeterminazione come nazione indipendente.


Irochesi in caccia

La pace durò poco, a causa del conflitto franco-inglese per il controllo della valle dell’Ohio che scoppiò poco dopo la fine della King George’s War. Dopo il 1740 l’Ohio, residenza di un numero crescente di Irochesi (soprattutto Seneca), era in primo piano negli interessi della Confederazione Irochese come riserva di caccia per i giovani e le loro famiglie. Come per i loro congiunti insediatisi sul San Lorenzo, i capi della Lega non contestavano il movimento di popolazione verso l’Ohio e non rispondevano alle richieste dei funzionari coloniali di far tornare i residenti nella zona ai loro villaggi natii. Con circa 500 persone stanziate in Ohio nel 1748, i capi irochesi proposero per se stessi un ruolo di primo piano nel seguente conflitto anglo-francese in Nord America.
La partecipazione delle Sei Nazioni nella French and Indian War iniziò nel settembre 1753, quando un capo irochese in Ohio, Tanaghrisson, rese noto a una forza di spedizione francese al comando di Pierre-Paul Marin de la Malgue che non sarebbe stata tollerata una costruzione di una catena di forti nella regione. Tanaghrisson rese effettiva la sua minaccia solo sei mesi dopo, quando partecipò con i coloniali della Virginia di George Washington all’attacco alle truppe di Coulon de Jumonville. Significativamente l’antagonismo di Tanaghrisson nei confronti degli invasori francesi dei territori di caccia del suo popolo non si estese agli Irochesi laurenziani che accompagnavano la forza di spedizione in qualità di cacciatori stipendiati. Tanaghrisson e gli Irochesi dell’Ohio si ritirarono abbandonando la forza di Washington prima della cattura, da parte delle truppe francesi, della ridotta di Washington di Fort Necessity il 13 luglio 1754, evitando così un potenziale confronto sul campo di battaglia con i Laurenziani. Un testimone in seguito affermò che alcuni Irochesi dell’Ohio fecero visita al campo francese dove furono ricevuti dai loro “fratelli” e alcuni furono anche salutati per nome. Inoltre gli Irochesi dell’Ohio non impedirono ai Laurenziani di ritornare a Kahnawake con quattro prigionieri virginiani presi dopo la capitolazione di Fort Necessity in contravvenzione con i termini della resa firmati da Washington.
Una raffigurazione di Tanaghrisson, detto “Half King”

Anche nella remota regione all’interno dell’Ohio i capi Irochesi fecero in modo di ridurre la possibilità che i loro guerrieri si trovassero da parti opposte del fronte e cercarono di assicurarsi che gli interessi dei loro parenti Irochesi avessero la precedenza su quelli dei rispettivi alleati.
Simili azioni tra gli Irochesi della Lega e quelli Laurenziani continuarono durante l’autunno del 1754. In ottobre il commissariato agli Affari Indiani di Albany ospitò una serie di riunioni che ebbero come conseguenza un formale atto di neutralità tra i delegati della Lega degli Irochesi e quelli Laurenziani. Ignorando le proteste del governatore della Virginia Dinwiddie e del Massachusetts William Shirley, il Consiglio di New York appoggiò il trattato di neutralità raccomandando verso la fine di marzo del 1755 che i commissari di Albany appoggiassero al neutralità irochese “fino a nuovo ordine”. I Mohawk estesero questo accordo chiedendo garanzie per i loro parenti a William Johnson nel febbraio del 1755. Johnson razionalizzò questa concessione citando dei rapporti per i quali i Mohawk stavano pensando di spostarsi in massa presso i villaggi Irochesi sul San Lorenzo. Egli sottolineò anche come i Mohawk “pensassero agli indiani di Caghnawagha [Kahnawake] come a dei parenti”, ma tuttavia erano determinati a “sbattere al tappeto quelli di Caghnawagha [Kahnawake] e sistemare tutti gli affari con loro in un certo modo”.
Guerriero irochese
Ma come nelle precedenti guerre intercoloniali, gli Irochesi della Lega resistettero ai tentativi dei funzionari coloniali di egemonizzare la loro condotta militare e assicurarono protezione ai loro parenti Laurenziani. Durante una lunga conferenza che si tenne nella sua tenuta come sovrintendente per la corona agli Affari Indiani, Johnson si diede da fare per assicurarsi la promessa della Lega di prendere l’ascia contro i Francesi nella campagna del 1755. I capi Irochesi promisero di mandare dei guerrieri nella spedizione che stava prendendo corpo contro il forte francese di Saint Frederic, ma i leaders, come condizione per la loro partecipazione, strapparono a Johnson la cruciale promessa di non molestare la “loro carne e sangue” nelle comunità laurenziane (che dopo il 1750 includevano Kahawake, Kanesatake, Oswegatchie [oggi Odgemburg] e Akwesasne, un piccolo villaggio a monte sul fiume a circa 50 miglia da Montreal). Anche i capi di Kahnawake e Kanesatake accettarono di aiutare i francesi nel 1755, ma assicurarono una delegazione di Irochesi che essi non sarebbero stati un obiettivo nelle future “dispute”.
Il potere degli Irochesi di forzare i loro alleati coloniali di prestar fede a queste promesse di proteggere i loro parenti divennero evidenti nelle campagne iniziali della Guerra franco indiana. Nel 1755 guerrieri di Kahnawake e Kanesatake accompagnarono la forza di regolari francesi al comando del Barone di Dieskau nella marcia verso Fort Saint Frederic. Quando Dieskau annunciò i suoi piani di attaccare gli inglesi di Fort Edward (un posto di frontiera presso il portage di Wood Creek), gli alleati Laurenziani obiettarono che essi avrebbero solo attaccato gli Inglesi sul territorio Francese. La loro minaccia di abbandonare la campagna costrinse Dieskau ad acconsentire alle loro richieste e di mettere gli occhi sul grande accampamento di Anglo-Americani e Mohawk sul lago Saint Sacrement (oggi lago George). Le ricognizioni che riferirono che un significativo numero di guerrieri di Kahnawake e Kanesatake stava con l’armata di Dieskau, misero in allarme Johnson che temeva che molti dei suoi Mohawk presenti al lago George avrebbero evitato il combattimento con persone tra cui “avevano madri, sorelle e fratelli”.


La battaglia del Lago George

In accordo con le previsioni di Johnson, i Mohawk inviarono un’ambasceria presso gli Irochesi laurenziani accampati con Dieskau il 4 settembre 1755, utilizzando il mutuo segnale di tre colpi sparati in aria per dimostrare le loro pacifiche intenzioni. Tuttavia nella discussione che ne seguì nessuna delle due parti convinse l’altra a ritirarsi. Quattro giorni dopo la situazione si decise quando il capo Mohawk Theyanoguin [ribattezzato “Hendrick” da Godfridius Dellius della Chiesa Riformata Olandese] incappò in un’imboscata di forze francesi e indiane. I Kahnawake svelarono la trappola francese gridando ad alta voce un ultimo appello perché si ritirasse. Egli rifiutò e la battaglia esplose. L’assalto francese iniziale uccise 32 Mohawk, compreso Theyanoguin, che ebbe il cavallo ammazzato da un colpo di moschetto e nella fuga fu ucciso da un gruppo di donne di Kahnawake armate di baionetta che proteggevano i rifornimenti dei loro uomini. Dopo l’iniziale scarica di fucileria i guerrieri di Kahnawake si ritirarono, lasciando Dieskau e le troupes de la marine a subire una sconfitta. La morte in battaglia di Theyanoguin, come quella di Gingego sette anni prima, fu umanitaria in quanto mancò della tortura rituale prima della sua esecuzione. Queste uccisioni inviarono un chiaro (anche se aspro) messaggio e rappresentavano l’adeguata punizione per coloro le cui azioni contraddicevano quello che molti Irochesi consideravano i più importanti interessi irochesi come comunità. I Francesi persero la battaglia del lago George, ma l’azione ebbe nondimeno l’effetto di bloccare l’avanzata di Johnson contro Fort Saint Frederic.
Theyanoguin, “Re Hendrick” per gli Inglesi
Ancora più importante, l’azione di “Bloody Morning Scout” che costò la vita a Theyanoguin, fu la prima ed ultima volta che alleati Irochesi si trovarono da parti opposte delle linee del fronte create dagli Europei per tutta la durata della guerra. Immediatamente dopo la battaglia, gli Irochesi si diedero da fare per contenere le potenziali ricadute dello spargimento di sangue al lago George. Donne Mohawk dei villaggi della Lega di Canajoharie e Tiononderoge notificarono a Johnson che ai loro guerrieri non sarebbe stato più permesso di ritornare sulla linea del fronte. I capi della Lega degli Irochesi sgridarono i Mohawk per aver violato la politica di neutralità e inviarono una delegazione di leaders a Niagara per spiegare alle autorità francesi che lo sfortunato incidente era stato esclusivamente colpa di “ alcune teste calde che avevano perso ogni criterio”. Gli Oneida, i Mohawk e i Seneca che accompagnavano la spedizione di William Shirley contro Niagara si ritirarono prima di tale ambasceria. Gli sforzi della Lega e degli Irochesi laurenziani di tenere lontani i propri guerrieri dalla linea del fronte attiva sul confine settentrionale, non si estendevano alla regione dell’Ohio, dove il coinvolgimento militare degli Irochesi come alleati dei Francesi continuò secondo gli schemi stabiliti dopo il 1703. Nel 1755 un gruppo di guerrieri laurenziani, stimato in 230, accompagnò una spedizione francese al comando del capitano Claude-Pierre Contrecoeur nella valle dell’Ohio. Essi servirono come scout con base a Fort Duquesne e catturarono prigionieri per sé dagli insediamenti di frontiera della Pennsylvania. Essi giocarono anche un ruolo importante nell’assicurare la ritirata di otto guerrieri irochesi dell’Ohio dall’armata del generale Braddock prima della sua schiacciante disfatta il 9 luglio 1755.


Un distaccamento delle Compagnie Franche de la Marine all’attacco

In seguito al disastro di Braddock i guerrieri laurenziani si unirono ai loro parenti dell’Ohio in una devastante campagna contro gli insediamenti anglo-americani sulla frontiera trans-appalachiana. Essi bruciarono fattorie, macellarono il bestiame e uccisero e catturarono centinaia di coloni facendo arretrare la frontiera degli insediamenti angloamericani indietro di centinaia di miglia. I leaders della Lega degli Irochesi, riconoscendo l’ovvio valore di queste scaramucce sponsorizzate dai Francesi rispetto agli interessi dei loro congiunti nella regione dell’Ohio, resistettero agli sforzi di Johnson di ottenere da parte loro un controllo poliziesco sui loro giovani. Per la primavera del 1756 almeno 60 guerrieri della Lega Irochese si erano presentati a Fort Duquesne per unirsi ai raids sulle frontiere della Pennsylvania e della Virginia. Essi tuttavia rifiutarono le richieste degli ufficiali francesi di Fort Duquesne di trasformare tali azioni in una aperta dichiarazione di guerra da parte degli Irochesi della Lega. Nel frattempo gli Irochesi avevano raddoppiato i loro sforzi per preservare tra loro un’etica di mutua non aggressione. Due giorni prima dell’assalto del 27 marzo 1756 portato a termine dal tenente canadese Gaspard-Joseph Chaussegros de Léry contro Fort Bull (sul portage oneida presso l’odierna Rome, NY) dei guerrieri laurenziani alleati lo accompagnarono ad un vicino villaggio Oneida dove presentarono cinture di wampum che garantivano intenzioni ostili solo nei confronti degli Inglesi e si assicuravano una promessa di non interferenza da parte Oneida. Benché gli Oneida avessero avvertito con un giorno di anticipo la guarnigione dell’arrivo di Lévy, i Francesi e gli alleati indiani inflissero gravi perdite e distrussero grosse quantità di provviste e munizioni. I rapporti che indicavano come i guerrieri Oneida fossero stati incapaci di scoprire un gruppo di guerrieri Laurenziani che aveva preso parecchi scalpi presso German Flats nell’aprile del 1756, facevano pensare a un osservatore a un segno evidente del persistere della Lega e dei guerrieri Laurenziani nel “non combattere tra loro”.

La continua apertura dei capi della Lega Irochese agli inviti francesi a concilio contribuì a ritardare e a distruggere gli sforzi di Johnson di scuoterli dalla loro posizione di neutralità. In aggiunta il brutale assassinio e decapitazione di uno scout alleato Tuscarora chiamato Jerry da parte di membri del 44° reggimento inglese presso Schenectady nell’agosto del 1756, non favorì certo le proposte di Johnson. I leaders Irochesi permisero alle truppe del marchese di Montcalm di muoversi velocemente e di nascosto attraverso una parte del loro territorio durante l’estate del 1756 per attaccare Fort Oswego. Essi non avvisarono in anticipo le autorità anglo-americane dell’avvicinarsi di Montcalm. In seguito alla cattura di Fort Oswego, nell’agosto del 1756 il governatore del Canada Philippe de Rigaud de Vaudreuil ottenne un’altra vittoria diplomatica restituendo le terre attorno a Oswego alla podestà irochese. Il contrasto evidenziato da Vaudreuil tra la sua accettazione della neutralità irochese e la richiesta di Jonhson agli Irochesi di immergere le loro mani nel sangue francese, concordava con il sentimento riguardo al proprio miglior interesse dei capi Irochesi. Nell’agosto del 1756 il conte di Loudon si rese conto che le relazioni anglo-irochesi “erano in una brutta situazione…. Quelli che chiamiamo amici sono al più neutrali”. Nel dicembre 1756 un capo Onondaga, Hotsinonhyahta, informò Vaudreuil che il suo popolo aveva “deciso di mantenere l’amicizia con entrambe le parti il più a lungo possibile e di non prendere l’ascia, ma di cercare in ogni modo di pacificare i bianchi; le nostre braccia saranno tra voi cercando di tenervi separati”.


Gli Inglesi difendono Fort Oswego

Finché i Francesi rimasero degli alleati militarmente desiderabili, gli Irochesi non ebbero difficoltà nel rigettare le proposte di Johnson di abbandonare la neutralità. Nel giugno del 1757 durante una conferenza gli Irochesi addirittura rovesciarono le argomentazioni di Johnson, stigmatizzando le sue reiterate richieste di guerrieri come una violazione della Covenant Chain e sottolineando la loro decisione di restare neutrali. Benché Johnson discutesse animatamente, alla fine fu costretto a enumerare quattro criteri di quella che considerava una condotta irochese neutrale accettabile. Primo, gli Irochesi non dovevano commettere ostilità contro persone o proprietà di sudditi inglesi. Secondo, non dovevano permettere a nessun guerriero nativo alleato dei Francesi di passare sul loro territorio per attaccare insediamenti inglesi o postazioni militari inglesi. Terzo, essi non dovevano passare informazioni contrarie agli interessi inglesi né ai Francesi né ai loro alleati indiani. Quarto, dovevano riferire senza indugio ogni informazione riguardante il benessere delle colonie anglo-americane a Johnson. Pochi guerrieri Irochesi osservarono queste direttive e solo pochi “costosi e facinorosi” Mohawk mostrarono interesse nel servire Johnson durante la campagna del 1757. In contrasto il reclutamento francese di Irochesi laurenziani rimase forte visto che almeno 339 guerrieri accompagnarono Montcalm nella spedizione contro Fort William Henry alla fine di giugno del 1757.


Appena iniziato il bombardamento di Fort William Henry, le forze francesi sul lago George si preparano a sbarcare

Il giro di boa nella partecipazione delle Sei Nazioni nella French and Indian War avvenne nell’inverno del 1757-58 e dipese dai cruciali mutamenti della politica metropolitana francese nei confronti degli Irochesi. Ringalluzzito dai successi ottenuti fino ad allora nel trattare con gli Irochesi e sperando di spezzare la neutralità irochese nel teatro settentrionale, Vaudreuil cominciò a tentare di esportare la guerra sul loro territorio. La distruzione dell’insediamento di German Flats da parte di una forza congiunta di Francesi e Indiani laurenziani, il 12 novembre 1757, fu il primo esempio della nuova strategia di Vaudreuil. Benché il comandante francese della forza di spedizione seguisse l’esempio di Léry del 1756 di inviare in anticipo delle cinture di wampum agli Oneida, questa spedizione si dimostrò un grave errore di valutazione. Oltre a violare un precedente accordo che bandiva azioni di guerra francesi a est di Oswego, essa rappresentava un attacco a quello che gli Irochesi consideravano un bersaglio non militare sui loro confini. La Lega e gli Irochesi laurenziani si riunirono a Onondaga nella primavera del 1758 per ribadire il loro consenso sulla neutralità che continuava a manifestarsi come mutua non aggressione sulla frontiera settentrionale, mentre permetteva a tutti i gruppi Irochesi interessati di partecipare a spedizioni francesi contro la frontiera anglo-americana sull’Ohio. Il disaccordo di Kahnawake e Kanesatake nei confronti della politica di Vaudreuil divenne presto chiaro quando gli ufficiali canadesi capirono che le comunità laurenziane non avrebbero tenuto fede alle promesse di inviare dei guerrieri in appoggio alle guarnigioni di Niagara e Frontenac.


Le principali battaglie della Guerra dei Sette Anni in America

Un’altra prova dello scontento degli Irochesi laurenziani si manifestò nel giugno 1758, quando solo 16 guerrieri di queste due comunità accompagnarono l’armata del marchese di Montcalm a Fort Carillon. Johnson, invece arrivò a Carillon con una forza stimata di 400 guerrieri, il più grande contingente della Lega degli Irochesi che egli fosse riuscito a procurarsi (anche se qualche scettico notò che vi erano “molti bianchi tra loro, dipinti e vestiti alla maniera indiana”). Malgrado l’impressionante numero, gli alleati di Johnson arrivarono solo il mattino della battaglia e non presero parte al disastroso assalto frontale al forte francese del generale Abercrombie l’8 luglio 1758, ma rimasero invece “in coda alle … colonne”.
Lo scontento irochese verso l’aggressiva politica di Vaudreuil nel 1758 che metteva in pericolo la loro accuratamente bilanciata politica di neutralità, si può notare ulteriormente nel loro coinvolgimento nella spedizione del tenente colonnello John Bradstreet contro Fort Frontenac. In contrasto con le tattiche della campagna del 1756, gli Irochesi della Lega non mandarono alcuna informazione sui movimenti di Bradstreet per tutta l’estate del 1758 finché per i Francesi non fu troppo tardi per inviare dei rinforzi che aiutassero la guarnigione. Fort Frontenac cadde dopo un giorno d’assedio il 27 agosto 1758. I 42 guerrieri irochesi che accompagnavano Bradstreet facilitarono la fuga di otto Irochesi laurenziani e 40 membri della guarnigione la notte prima della resa formale e non presero parte all’assedio. In ogni caso essi tornarono a casa con tutte le “provvigioni per gli indiani” trovate nel forte catturato che riuscirono a portare.


La vittoria di Montcalm a Carillon

Nel frattempo, nella valle dell’Ohio, il generale John Forbes si avvicinava a Fort Duquesne con un’ingente forza anglo-americana. I guerrieri Irochesi dell’Ohio, che avevano condotto con entusiasmo la guerra contro gli insediamenti coloniali di frontiera, ora lasciarono cadere la possibilità di aiutare i Francesi a difendere il forte. Terminati i negoziati del trattato di Easton il 26 ottobre 1758 e dato che i funzionari della Pennsylvania si erano impegnati per una linea di confine permanente sui Monti Allegheny, gli Irochesi si ritirarono completamente dal teatro di operazioni della Pennsylvania occidentale. Essi si erano assicurati che la valle dell’Ohio avrebbe continuato ad essere territorio di caccia per quegli Irochesi che avessero voluto traslocare colà e così erano desiderosi di permettere a Forbes di catturare le postazioni francesi indisturbato, ma anche da solo. I leaders Irochesi continuarono a ricevere aperture che sollecitavano i loro servizi come alleati sia da Vaudreuil che da Johnson per tutto l’inverno 1758-59, ma essi continuarono a stare in stretto contatto e a mantenere il consenso sulla neutralità. Nella primavera del 1759 Johnson domandò ai capi della Lega di richiamare gli Irochesi laurenziani presso i villaggi della Lega degli Irochesi come salvaguardia in caso di trattative di pace. I capi Irochesi della Lega, da tempo usi ai trucchi anglo-americani, lasciarono cadere la direttiva di Johnson asserendo che i loro parenti Laurenziani avevano tutti “congiuntamente deciso di non agire più in comunione con i Francesi” e pertanto avevano ogni diritto di rimanere nei loro villaggi. Johnson non discusse questa interpretazione dello status per diritto di residenza degli Irochesi laurenziani e ciò si dimostrò importante a guerra finita. Subendo delle sconfitte chiave nella campagna del 1758, i funzionari francesi metropolitani, nel 1759, misero in atto una nuova strategia per la Nuova Francia che avesse l’obiettivo di conservare il nucleo della colonia in vista di negoziati di pace a guerra finita.
La presa di Fort Duquesne
Così (ancora una volta), le intenzioni francesi diedero poco spazio per “i costosi e turbolenti” alleati Irochesi e perciò sembrarono a questi ultimi poco appetitose. Il crescente scontento verso i Francesi come alleati può spiegare la risposta irochese all’invito di Johnson a partecipare alla spedizione contro Niagara nella primavera del 1759. Molti Irochesi erano ora favorevoli a che il sovrintendente facesse per loro ciò che Vaudreuil aveva fatto nel 1756 e che Forbes sembrava aver compiuto per gli Irochesi dell’Ohio nel 1758: la rimozione delle installazioni militari europee della loro frontiera. Circa 900 guerrieri Irochesi della Lega firmarono per unirsi a Johnson nella campagna di Niagara, ma, man mano che si avvicinavano al forte, essi si misero subito in moto per proteggere i propri interessi. Molti emissari lasciarono la colonna e andarono fino alla regione dell’Ohio dove convinsero i loro parenti dell’Ohio a non aiutare i Francesi nella difesa di Niagara. Poi, durante un cessate il fuoco degno di nota, un certo numero di Seneca alleati dei Francesi uscì dal forte per un parley con gli Irochesi associati all’armata anglo-americana. In seguito a tale conversazione quasi tutti gli Irochesi del gruppo di Johnson si ritirarono dall’assedio e quelli a Fort Niagara poterono partire sotto una bandiera di tregua. Quelli che rimasero con Johnson parteciparono all’inseguimento dei Francesi sconfitti e della spedizione di soccorso dei loro alleati indiani a La Belle Famille il 24 luglio 1759 e si allontanarono da Niagara con 96 prigionieri e 150 scalpi. Ancora una volta gli Irochesi erano riusciti a salvare sé stessi da quella che essi percepivano come una perdita sensibile del loro stesso sangue ottenendo comunque significativi benefici dal loro servizio militare come alleati.


Alleati dei Francesi e gesuita

Per la fine del 1759 l’abbandono della catena di forti francesi nell’interno e la vittoria di Wolfe a Quebec aveva lasciato le quattro comunità Laurenziane esposte ai potenziali attacchi anglo-americani. Incapaci di proteggere, vestire o nutrire le famiglie dei guerrieri Irochesi laurenziani, i Francesi di fatto non ottennero nessun aiuto da questi alleati durante della campagna del 1759. Inoltre il successo dei capi della Lega Irochese come sensali di accordi con gli Irochesi laurenziani perché evitassero di ingaggiare battaglia contro le forze inglesi che avanzavano nel Canada, risparmiò questi villaggi dalla brutale rappresaglia subita dagli Abenaki di Odanak a opera dei Rangers di Roger. Di conseguenza la cooperazione tra Irochesi della Lega e laurenziani mitigò le potenziali conseguenze del conflitto quando lo scenario bellico si concluse.
Benché un pugno di Irochesi laurenziani avesse accompagnato il Chevalier de Lévis da Montreal a Quebec per partecipare alla battaglia di Saint Foix il 28 aprile 1760 e al fallito assedio francese contro gli inglesi che occupavano la città, il coinvolgimento irochese nella campagna del 1760 si focalizzò sulla spedizione del maggior generale Jeffery Amherst lungo il San Lorenzo contro Montreal. La Lega degli Irochesi inviò 706 uomini, donne e bambini con Johnson, uno spettacolo di tutto rispetto, ma in cui gli Irochesi avevano più a cuore i propri interessi che quelli degli anglo-americani. Mentre la forza di Amherst avanzava lungo il San Lorenzo, delegati della Lega irochese mediarono un accordo di neutralità tra Johnson e gli Irochesi di Oswegatchie il 18 agosto del 1760. Significativamente questo accordo di neutralità prometteva agli Irochesi laurenziani gli stessi privilegi che godevano come alleati della Nuova Francia in cambio del loro ritiro come alleati attivi dei Francesi. Una volta che l’accordo fu concluso, tutti, salvo 175 guerrieri della Lega, tornarono a casa.


La battaglia di Sint Foix (Quebec)

Un accordo simile fu negoziato a Kahnawake il 6 settembre 1760 e due giorni dopo solo 85 dei 706 guerrieri Irochesi della Lega che erano partiti con la spedizione, rimanevano nella catturata Montreal con Amherst e Johnson. Malgrado i numeri progressivamente ballerini, la loro presenza con l’armata britannica vincitrice mise gli Irochesi nel posto giusto al momento giusto per cercare di garantire la protezione delle comunità laurenziane. L’articolo 40 delle condizioni di resa del Canada alla Gran Bretagna garantiva che gli Indiani alleati della Nuova Francia dovessero “mantenere la terra che abitano” e che “essi non sarebbero stati molestati per aver preso le armi e servito sotto Sua Maestà Cristianissima (Luigi XV)”. Una settimana dopo la resa formale del Canada, un trattato di pace finale negoziato da Johnson con gli Irochesi laurenziani chiudeva la partecipazione delle Sei Nazioni alla French and Indian War.
Come alleati nella French and Indian War, gli Irochesi rifiutarono di rendere una pubblica dichiarazione di appoggio sia ai Francesi che agli Inglesi preferendo massimizzare la loro flessibilità politica mantenendo il più possibile una posizione indipendente. Gli Irochesi garantivano ai loro guerrieri la libertà di partecipare alla guerra (in modo limitato) in ciascuna delle due parti mentre i capi si dichiaravano non responsabili per le azioni dei loro giovani. Il livello comparabilmente basso di partecipazione da entrambe le parti minimizzava le perdite ma manteneva la loro visibilità come alleati, il che permetteva loro di garantirsi un sufficiente margine diplomatico per proteggere gli interessi del loro popolo alla fine della guerra. In più essi mantennero un rimarchevole grado di etica di mutua non aggressione tra Irochesi etnici evitando da situazioni di potenziale scontro tra Irochesi in battaglia. Infine bilanciando con attenzione il flusso di informazioni militari nei confronti dei loro alleati coloniali, essi influenzarono il corso di diverse campagne e protessero la loro patria dalle conseguenze potenzialmente devastanti di un esercito europeo di invasione.

Costumi irochesi

L’esame delle prove del coinvolgimento degli Irochesi in quanto alleati nelle campagne intercoloniali permette di apprezzare non solo l’estensione con cui le nozioni di comune identità irochese fecero fallire gli sforzi dei funzionari coloniali di dividere la Lega e gli Irochesi Laurenziani coinvolgendoli come alleati militari, ma anche i modi con cui gli Irochesi mantennero coscienza della loro situazione geopolitica e formularono efficaci risposte a tale percezione. Il loro coinvolgimento calcolato nella lotta imperiale anglo-francese, benché possa essere conteggiato tra i più significativi dei loro “adattamenti creativi” alla presenza degli Europei durante il periodo coloniale, in realtà rappresentò molto di più di una risposta di adattamento alle iniziative militari dei coloni. Dalla guerra di Re Filippo fino alla conquista del Canada, i capi e i guerrieri Irochesi esercitarono una sostanziale influenza sul corso della guerra nel Nord-est coloniale negoziando livelli di potere con le società coloniali sui loro confini. L’attività militare degli Irochesi come alleati ridusse drasticamente le conseguenze potenzialmente negative che questi conflitti potevano avere sulla loro popolazione, permise loro di mantenere il consenso sulla neutralità per sei decadi e costrinse a fare attenzione alle istanze irochesi al tavolo diplomatico. Ben lungi dall’indicare una riduzione degli Irochesi a uno status colonizzato, la partecipazione attiva come alleati nella guerra coloniale in Nord America dal 1676 al 1760 rappresentò una componente vitale e costruttiva della società e della politica irochese ben dopo la conclusione delle Guerre del Lutto.

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