Tierra de los Sumas

A cura di Armando Morganti

I Sumas e un missionario
Nelle zone di El Paso, lungo le rive del Rio Grande, vivevano gli indiani Sumas, una popolazione poco conosciuta che, nei secoli XVII-XVIII erano anche conosciuti come “Sume, Suna, Zuma”, gruppi che vagavano anche più a ovest fino al Chihuahua nord-occidentale e alla Sonora nord-orientale. Parecchi storici ritengono che molti Sumas vennero poi assorbiti da vari gruppi Apaches verso la fine del XVIII secolo.
Culturalmente i Sumas sembrano essere affini ai Jumanos ma il Forbes li ritiene linguisticamente appartenenti agli Athapaskan. Sembra anche probabile che questi indiani fossero anticamente conosciuti come “Caguates, Caguases, Caguazes”, dal nome di una popolazione che, nella seconda metà del XVI secolo, era stanziata proprio nelle terre di El Paso.
Come i Tanpachoas, questi Caguates parlavano un dialetto simile a quello degli Otomoacas (Amotomancos), una tribù affine ai Jumanos.
Stando ai cronisti dell’Espejo, questi Caguates erano “più poveri” degli indiani Jumanos di La Junta de los Rios; il William C. Foster ricordava che, il 2 gennaio 1583, la spedizione di Antonio de Espejo entrava nel paese dei Jumanos ed incontrava i Caguates, vivevano nelle “terre che appartennero poi ai Sumas”. Nel villaggio vi erano almeno 300 indiani che accolsero amichevolmente i nuovi venuti. In alcuni Rapporti si poteva leggere che i Caguates si univano spesso in matrimonio con gli Otomoacos, “avevano lo stesso linguaggio, lo stesso sangue e lo stesso abbigliamento degli Otomoacos; un cronista spagnolo annotava che un villaggio Jumanos, lungo il corso del Pecos, era occupato da “un gran numero di popoli”, inoltre, nell’anno 1683, un piccolo insediamento sul Rio Conchos era occupato dai Sumas e dai Julimes. I Sumas erano indiscutibilmente dei cacciatori-raccoglitori le cui origine etniche sono ancor oggi sconosciute. Secondo il Thomas H. Naylor, sembra probabile che i Sumas abbiano vissuto in queste terre da migliaia di anni e potrebbero quindi discendere dagli antichi cacciatori arcaici; altri ritengono che originariamente abbiano vissuti ancor più a ovest, nelle zone di Casas Grandes. Sembra che i Sumas abbiano raggiunto le zone di El Paso con gruppi di Apaches durante le prima metà del secondo millennio.


Le terre dei Sumas

Semplificando, i Sumas si sarebbero staccati dai Jumanos per spingersi a ovest ed erano comunque dei Jumanos, tesi portata avanti sia dal Naylor che dal Rex Gerald. Come gli Apaches, anche i Sumas compivano scorrerie contro altri gruppi indigeni, sembra che celebrassero le loro vittorie con cerimonie che potevano durare parecchi giorni e che, spesso, si dedicavano al cannibalismo rituale. I Sumas sarebbero però scomparsi velocemente dalla storia, come i loro affini Mansos, nella prima metà del XVIII secolo. Nel 1711, lo “alcalde mayor” di El Paso, Antonio Valverde y Cosio, ricevette una delegazione indiana guidata da un “cacique” di nome Felipe, questo leader dei Sumas intendeva riappacificare due gruppi indigeni con gli spagnoli. Questi gruppi erano fuggiti sulle montagne, per timore delle rappresaglie spagnole, con un gruppo di Janos. Una nuova rivolta indiana era già comunque in atto e il Valverde ne era ben conscio, così dovette organizzare anche milizie coloniali che affiancassero le truppe, i ribelli dovevano essere sorpresi ed attaccati sulle loro roccaforti montuose. Al fianco del comandante vi era Tomás, il capo dei Mansos, e Marcos, un leader dei Piros. Il Valverde attraversò il Rio Grande e risalì le montagne, dei ribelli nessuna traccia, si erano divisi in vari gruppi per compiere scorrerie; comunque, parecchi gruppi rientrarono a El Paso, fra questi i Sumas e un gruppo di Janos – “i non cristiani” -, ma non i Mansos che non si fidavano delle promesse spagnole. I gruppi ancora ribelli stavano ormai alleandosi con i loro vecchi nemici, gli Apaches; sulle montagne vi erano molti gruppi Sumas, affiancati da gruppi Mansos e Janos. Qualsiasi tentativo di trovare una soluzione pacifica cadde nel vuoto e, nel frattempo, molte famiglie indiane di El Paso stavano lasciando le loro terre per unirsi ai ribelli; sulle Hueco Mountains vi erano forti gruppi ribelli che, secondo gli informatori Piros, erano proprio Sumas.
Archeologia dei Sumas
Nel frattempo Tomás rientrava ad El Paso con la sua gente, era intenzionato a riappacificare la sua gente, ma ricordava che i ribelli non si fidavano dei bianchi perché, prima del 1684, il Governatore spagnolo, Domingo Jironza Petris de Cruzate, aveva fatto giustiziare i leader dei Mansos che si erano ribellati. L’imperativo era soprattutto quello di impedire che i ribelli si unissero agli Apaches e ai Conchos. Per impedire che i Mansos si unissero agli Apaches, il Valverde dovette inviare la sua Milizia sulle Organ Mountains; l’operazione non ebbe buon esito, anche se alcuni gruppi ritornarono nei loro insediamenti di El Paso, fra questi vi era anche Francisco el Chico, uno dei capi principali dei Mansos. Un distaccamento di truppe, sotto la guida del sergente Domingo Mizquia, si metteva sulle tracce dei ribelli Sumas, gli ordini del Valverde erano chiari, “intercettare e distruggere i nemici in qualsiasi modo. Oltre ai Sumas e ai Mansos, gli spagnoli intendevano assalire anche i ribelli Janos. I ribelli si scissero allora in due tronconi ed alcuni Sumas rientrarono velocemente a El Paso; uno scontro con gli indiani aveva portato alla morte di due ribelli, mentre altri due guerrieri erano stati catturati. Stando alle fonti, i guerrieri Sumas avevano razziato parecchio bestiame nel ranch del Valverde, poi vi erano ritornati per darlo alle fiamme. Nel frattempo il generale Antonio Bezerra Nieto, capo del presidio di Janos, informava le autorità di El Paso che un indiano Mansos aveva raggiunto il territorio per convincere gli indiani Janos ad appoggiarli nella rivolta. I Janos stavano da tempo creando seri problemi ed anche i gruppi sparsi stavano rientrando per rinforzare i razziatori; sulle montagne vagavano ancora gruppi ribelli di Sumas, Janos e Mansos. Quando i ribelli furono inseguiti dal Mizquia, si dispersero velocemente in piccoli gruppi facendo perdere le loro tracce; comunque, un distaccamento avrebbe avuto uno scontro con un centinaio di guerrieri Sumas e Conchos.


Indiani del New Mexico

La maggior parte della tribù era apertamente in guerra contro gli spagnoli e molti guerrieri volevano vendicare di molti indiani Sumas massacrati nel pueblo di Ysleta nel 1680 su ordine del Governatore spagnolo Pedro Reneros de Posada. Nonostante la situazione di stato di guerra, circa 80 famiglie Sumas vivevano pacificamente nelle zone di El Paso, ed erano state raggiunte, il 9 novembre 1711, da alcuni gruppi di Mansos e Janos. Due anni dopo iniziarono tempi migliori e molti indiani erano rientrati nelle loro terre d’origine, le rivolte stavano scemando e i Sumas, con i Mansos, avevano ormai raggiunto l’apice della loro bellicosità. I Sumas, qualche decennio prima, in particolare negli anni 1690-91, si erano distinti nelle zone di Janos per frequenti incursioni e razzie contro gli insediamenti, al loro fianco erano stati segnalati gruppi di Mansos e Janos, ma anche i pericolosi Jocomes, i quali stavano tentando di approfittare della rivolta dei Pimas stanziati più a ovest. Soltanto dopo aver schiacciato le rivolte dei Pueblos, gli spagnoli avrebbero potuto controbattere gli attacchi di questi razziatori e il compito fu affidato al capitano Juan Fernandez de la Fuente. I Sumas sarebbero riapparsi come razziatori nell’anno 1749; le fonti riportavano che gruppi della tribù si erano uniti ai Cholomes e ai Chinarras impegnati a fronteggiare l’avanzata spagnola al fianco degli Apaches.
Un indiano Sumas
Qualche tempo dopo (1760) gli spagnoli giustiziarono un importante capo dei Sumas di El Paso, viveva nelle vicinanze di una missione e si era macchiato del furto di cinque pannocchie di granoturco. Fu proprio in quel periodo che vennero segnalati gruppi di Sumas che entrarono a far parte della bellicosa tribù Mescaleros del fiume Pecos. Qualche anno dopo, quando le truppe di El Paso assalirono un banda apache del Pecos, parecchi indiani Sumas vi avrebbero perso la vita nello scontro. I soldati si macchiarono di incredibili atrocità, tagliarono le orecchie dei Sumas, sia morti che feriti, per dar loro una “severa lezione”. La successiva storia di questi indiani è poco conosciuta e la loro fine è molto simile a quella dei Mansos, sarebbero scomparsi dalla storia tanto velocemente da non essere neppure notati dai cronisti dell’epoca.

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