Gli indomabili Kickapoo

A cura di Gianni Albertoli

Nel decennio precedente alla Civil War (1861-65), i Southern Kickapoo furono molto attivi, inquieti e particolarmente bellicosi. Dopo varie peripezie, tra il Messico e il Territorio Indiano, molti di loro accettarono di stabilirsi in una piccola Riserva presso gli indiani Sauk & Fox. Almeno tre significativi movimenti della storia dei Southern Kickapoo si sarebbero verificati nel periodo antecedente la Civil War. Uno fu la loro partecipazione al movimento di Wildcat, che avrebbe coinvolto una migrazione a nord del Messico ed un successivo rapido ritorno nel Territorio Indiano.
Un altro una generale riapertura della guerra contro il Texas, mentre il terzo avrebbe interessato lo spostamento di alcuni frammenti di tre bande della nazione – quelle del Canadian River, del Wild Horse Creek e dell’Upper Brazos – nel Leased District, una speciale Riserva posta nella parte sud-occidentale del Territorio Indiano, abitata anche da gruppi di indiani Kiowa, Comanches, Wichita ed altri gruppi Caddoan.
Coacoochee, meglio noto come “Wildcat”, era un famoso guerriero Seminole che aveva combattuto le truppe americane in Florida, per poi seguire la sua gente nel Territorio Indiano.
Giunti in Oklahoma, alcuni gruppi Seminole furono particolarmente delusi dal trattamento subito e dal piano americano che intendeva unire la nazione agli affini Creek. Amante della libertà e dell’indipendenza del suo popolo, estremamente ambizioso e organizzatore infaticabile, Wildcat mise a punto un grande piano per dar vita ad una Confederazione di tutte le tribù del Sud-ovest, i cui membri si sarebbero uniti per fronteggiare l’espansione anglo-americana. Tra il 1846 e il 1850, Wildcat andò strenuamente alla ricerca di una nuova terra al di fuori della giurisdizione americana; il capo viaggiò molto e, dopo una serie di colloqui con rappresentanti del Governo messicano, decise di organizzare una comunità indiana a sud del Rio Grande, nel Coahuila.
Wildcat avrebbe visitato numerose tribù, fra le quali i Kickapoo, i Comanches, i Kiowa, i Wichita e alcuni gruppi Caddoan, cercando di convincerle ad entrare nella nuova Confederazione. Con una sola eccezione le tribù respinsero le sue proposte, soltanto i Southern Kickapoo mostrarono grande interesse, le parole del capo Seminole avevano per loro parecchia familiarità. Gli insegnamenti di Tecumseh e del Profeta Elskwatawa erano ancora ben presenti nello spirito di questi indiani, così le parole di Wildcat furono ben accolte. L’odio implacabile dei Kickapoo verso gli americani era ben noto, li avevano costretti a vivere separati dai loro fratelli del nord, la “strada dell’Uomo Bianco” non faceva parte della loro cultura. Questo odio mai dimenticato, e la forte inclinazione ad avere capi audaci e combattenti fino alla morte, spiegava meglio l’indomita tribù Kickapoo. Agli inizi del 1850 Wildcat era ormai pronto a lanciare la sua sfida e, con circa 250 guerrieri Seminole e Kickapoo – il cui leader era Papequah, capo dei Kickapoo del Wild Horse Creek -, gli indiani attraversarono il Rio Grande per stabilirsi nel Messico settentrionale, nelle zone di Piedras Negras. I funzionari messicani del Coahuila, li avrebbero accolti con grande interesse e amicizia, avevano bisogno di guerrieri che potessero contrastare le periodiche e devastanti incursioni dei razziatori Comanches e Apaches che attaccavano gli insediamenti. I messicani acconsentirono e giunsero a promettere loro anche bestiame ed attrezzi agricoli. Gli indiani di Wildcat si sarebbero stabiliti nei villaggi lungo la frontiera del Rio Grande. Nella tarda primavera del 1850, Wildcat sarebbe rientrato nel Territorio Indiano per reclutare nuovi gruppi, ma anche in questo caso, soltanto alcuni gruppi Kickapoo avrebbero accettato la sua proposta. Visitando i villaggi del Canadian e del Wild Horse Creek, il capo ebbe modo di aumentare le sue bande con nuovi guerrieri; soltanto Pecan – capo dei Kickapoo del Canadian -, si sarebbe opposto all’offerta, avrebbe rifiutato di spostarsi nel Messico per aiutare gli indiani Creek a difendersi dagli attacchi portati contro di loro dagli Osages, dai Pawnee e dai Comanches. Particolarmente odiati erano gli Osages a cui, durante il loro spostamento a sud, i Kickapoo li avevano martoriati con continui attacchi ai loro villaggi. Comunque, fu Pacanah, il vecchio e bellicoso leader della banda del Wild Horse Creek, a convincere i suoi seguaci a non seguire Wildcat in Messico; così, attraverso la grande influenza di Pecan e Pacanah, i guerrieri più anziani e le loro famiglie preferirono restare nel Territorio Indiano con un gran numero di donne e bambini. Alla fine però, Wildcat riuscì a convincere circa 200 giovani guerrieri delle due bande Kickapoo, promettendo loro grandi bottini da sottrarre ai Comanches e agli Apaches, e dichiarando l’aiuto del Governo messicano in cambio dei servizi ricevuti.


La guerra di Tecumseh

Ai circa 200 guerrieri Kickapoo si sarebbero poi uniti anche alcuni guerrieri della banda del fiume Brazos, fu allora che Wildcat guidò i guerrieri verso sud nel maggio 1850. Tra la fine del 1850 e l’inizio dell’anno successivo i guerrieri di Wildcat pattugliarono il confine del Rio Grande, mettendo in seria difficoltà i razziatori del nord. Nella tarda estate del 1851, e agli inizi dell’autunno, però, gli Apaches e i Comanches assalirono da ovest gli insediamenti messicani. I guerrieri di Wildcat dovettero impegnarsi a fondo per respingere a nord i razziatori, e dovettero inseguirli senza alcuna sosta attraverso le desolate terre del Texas occidentale; alcuni gruppi di razziatori vennero bloccati e sconfitti duramente, e i guerrieri ritornarono ai loro villaggi carichi di scalpi e di una notevole quantità di bottino, fra cui diverse centinaia di muli e cavalli. Quando i vittoriosi guerrieri Kickapoo rientrarono ai loro villaggi del Coahuila settentrionale, ebbero la sorpresa di trovarvi Pecan e Pacanah, stavano tentando di convincere gli indiani a rientrare nel Territorio Indiano. I due influenti leader ebbero la meglio e riuscirono a convincere la maggior parte dei Kickapoo a rientrare negli insediamenti. Wildcat, infuriato, restò nel Messico con quaranta Seminole e circa 80 negri, mentre i Kickapoo rientrarono nel Texas con la maggior parte del bottino tolto ai Comanches. La realtà fu comunque ben diversa dalle aspettative, continuamente sorvegliati dalle truppe, i Kickapoo cominciarono a pensare di spostarsi verso occidente per sfuggire alle nuove situazioni. Nel frattempo, sul Big Beaver Creek, era giunta anche la banda di Mothakuck, la quale si mise ad assalire gli insediamenti americani del territorio, i quali erano stati per anni una sorta di barriera contro l’avanzata indiana. Nuovi Trattati con gli indiani poterono legalizzare vere e proprie estorsioni di terre da aprire alla colonizzazione bianca. La reazione indiana portava ora alla creazione di milizie territoriali chiamate “Rangers”, che dovevano proteggere gli insediamenti e contrattaccare ogni tipo di incursione.


Dipinto di Richard Hook: Seminole

Negli anni della Repubblica del Texas, gruppi indiani erano stati cacciati dai fiumi Sabine ed Angelina; i Waco, Tawakoni, Ionies, Anadarko e bande sparse di Caddoan e Wichita furono spinte a nord e a ovest con una implacabile pressione militare. Nel 1845 la Repubblica del Texas venne annessa dagli Stati Uniti. Uno dei primi agenti americani ad operare nel Texas fu Robert S. Neighbors, il quale ereditò una montagna di problemi lasciati irrisolti dai texani. Uno di questi era rappresentato dalle continue incursioni dei Comanches, i quali razziavano costantemente il lato occidentale degli insediamenti, dal Red River al Rio Grande. I Kickapoo meridionali erano stati indirettamente coinvolti in queste incursioni, infatti il gruppo del Wild Horse Creek deteneva il monopolio commerciale per rifornire i Comanches di armi, tabacco, tessuti e altri vettovagliamenti, in cambio ottenevano dai razziatori i frutti dei loro bottini. Il Neighbors, affiancato dal Jesse Stem, dovette intervenire immediatamente, cercando di limitare l’influenza dei Kickapoo sui Comanches; e tenendo periodici Consigli con gli stessi Comanches, riforniti di doni di vario genere. L’apertura di nuovi trading-post avrebbe dovuto servire a rompere l’alleanza commerciale fra i Comanches e i Kickapoo. I Kickapoo si resero conto del pericolo, le intenzioni americane erano serie e tendevano a rompere i loro rapporti commerciali con i Comanches, così avvisavano i loro partner che i bianchi avevano intenzione di “diffondere il vaiolo nei vostri villaggi, per poi tagliarvi la gola quando vi addormentate”. Questa campagna avrebbe impedito varie volte agli americani di convocare i Comanches in diversi Consigli, così il commercio fra le due popolazioni sarebbe continuato a fiorire. Jesse Stem, l’agente responsabile della Clear Fork Valley Agency, avrebbe lavorato per anni al fine di superare la “nefasta influenza” dei commercianti Kickapoo sugli indiani Comanches; i risultati furono purtroppo scarsi e neppure le minacce di intervento militare sarebbero riuscite a far desistere i Kickapoo. Nei primi mesi del 1854 lo Stem rassegnava le sue dimissioni e si stabiliva in una fattoria nelle vicinanze di Fort Belknap; infine, nella primavera dello stesso anno, lo Stem e un amico sarebbero caduti in una imboscata di una spedizione di guerra dei Kickapoo, i due persero la vita a meno di dieci miglia dal forte.


Una famiglia di Osage

I loro corpi vennero orrendamente mutilati e scalpati, il loro carro venne saccheggiato e i muli razziati. Il sanguinoso episodio seminò il panico nel territorio, fu allora che un gruppo di cittadini mise una taglia di 500 dollari per la cattura, o l’uccisione, degli “assassini Kickapoo”, individuati in guerrieri appartenenti alla banda del Wild Horse Creek. Un altro problema fu rappresentato dalla continua espansione verso ovest degli insediamenti coloniali; questo inarrestabile movimento esercitava forti pressioni sui Wacos e altri piccoli gruppi, che ormai dovevano essere rimossi. Alla fine venne istituita una piccola riserva a circa 15 miglia da Fort Belknap, dove vi entrarono almeno 1.000 indiani Wacos, Tawakonis, Ionies, Anadarkos, Kichais e alcune bande sparse di Wichitas e Caddoes. I Kickapoo del Brazos declinarono l’invito, poi compirono alcune scorrerie nei villaggi più isolati di questi indiani, saccheggiando i loro granai, uccidendo il bestiame e razziando numerosi cavalli. Il problema di questi indiani della nuova Riserva venne dunque aggravato dai continui attacchi dei predoni Kickapoo, i quali giungevano ormai a mettere in pericolo gli stessi insediamenti; soltanto qualche tempo dopo gli indiani sarebbero stati rimossi nel Territorio Indiano. L’agente Neighbors non perse tempo e, scortati da due Compagnie di Fanteria, e due di Cavalleria, le tribù della Riserva attraversarono il Red River il 9 agosto 1859. Ironia della sorte, il Neighbors sarebbe stato ucciso durante un alterco con un colono sulla politica indiana delle autorità; prima della sua morte, infatti, il Texas aveva dovuto subire numerose incursioni operate dai Kickapoo. L’agente aveva sempre richiesto la cooperazione delle autorità, e suggeriva di utilizzare le annualità di 5 mila dollari per gli indiani Kickapoo, come previsto dal Trattato di Castor Hill, per ricompensare i texani che avevano subito pesanti perdite durante gli attacchi. Poiché la maggior parte di queste annualità andava ai Northern Kickapoo, molto più malleabili e pacifici, il Commissario avvisava il Neighbors che, “Sarebbe una grave ingiustizia, verso i Kickapoo ben disposti alla pace, prendere le loro annualità per pagare gli oltraggi commessi dagli indiani indegni”.


I Kickapoo

I raids dei Kickapoo continuarono incessantemente, le loro depredazioni a sud del Red River, tra il 1847 e il 1852, però ben raramente portarono all’uccisione di esseri umani. Di solito si limitavano a rubare cavalli e ad uccidere il bestiame per intimidire i coloni e rallentare il costante movimento verso occidente; infatti, in quel periodo nuove fattorie stavano sorgendo nei territori di caccia dei Kickapoo, sull’alto corso del Colorado e sulle forcelle del Brazos. Nel 1852 alcuni capi della tribù avevano chiesto spiegazioni alle autorità ma, purtroppo, non ebbero alcuna risposta. Gli sforzi degli agenti Stem e Neighbors non avevano avuto alcun risultato positivo e i Kickapoo continuavano a commerciare con i Comanches, mentre la banda del Wild Horse Creek continuava ad irrigidirsi di fronte a qualsiasi proposta di pace. A difesa della frontiera i Texani organizzarono parecchi corpi di Rangers, i quali affiancavano le truppe americane stabilitesi nelle postazioni militari del Texas e del Territorio Indiano. La nuova situazione non andava certamente a genio ai Kickapoo, i quali per una combinazione di fattori – la creazione di nuovi insediamenti nei loro territori di caccia, le ingerenze governative sui loro rapporti commerciali con i Comanches, e la sorveglianza continua dei loro movimenti -, portarono ad un odio mortale dei guerrieri nei confronti del Texas. Così, entro il 1858, le incursioni dei Kickapoo si sarebbero intensificate notevolmente in tutto il territorio. Il continuo accumulo di odio avrebbe consentito ai guerrieri di lanciare azioni di vendetta a partire dal 1851, quando la banda di Mothakuck, pressata dall’avanzata coloniale e stanziata sull’alto corso del Brazos, dovette ritirarsi a nord, attraversare il Red River, per stabilirsi sul Big Beaver Creek. La maggior parte dei circa 200 giovani guerrieri, che avevano seguito Wildcat nel Coahuila per tornare nel Territorio Indiano nel 1852, sarebbero rimasti con i loro parenti sul Wild Horse Creek e sul Canadian River, ma poi si sarebbero spostati a ovest per raggiungere Mothakuck. La nuova collocazione dei Kickapoo sarebbe rientrata in una Riserva creata nel 1855 dal Governo. L’area, nota come “Leased District”, era stata concessa dalle tribù Choctaw e Chickasaw per fornire una sede stabile ai Kiowas, ai Comanches e alle altre “tribù selvagge”. Gli americani speravano che questi indiani avrebbero così abbandonato le loro attività predatorie, regolandosi poi in una nuova vita sedentaria. Vana speranza, parecchi gruppi di guerrieri Kiowas e Comanches del Leased District si sarebbero uniti ai Kickapoo di Mothakuck. Così, nuove scorrerie si abbatterono sugli insediamenti coloniali posti a sud-ovest. D.R. Glisan, un chirurgo militare di Fort Arbuckle, ebbe modo di visitare il villaggio di Mothakuck, ne rimase particolarmente colpito, i guerrieri Kickapoo “… sanno utilizzare altrettanto bene l’arco e il fucile, e sono coraggiosi come gli Spartani”. I razziatori Kickapoo si spingevano a sud del Red River per assalire gli insediamenti e i ranch isolati, e parecchie volte operarono al fianco dei Kiowas e dei Comanches.


I Comanches di Howard Terpning

Era evidente che le loro depredazioni sarebbero state ben diverse dalle precedenti, oltre ad essere intensificate, potevano ora raggiungere terre anche molto lontane e, soprattutto, vi era un notevole aumento delle quantità di bottino razziato. Considerando che i loro raids del decennio 1840 fu di breve durata e di portata abbastanza limitata, e che raramente aveva fruttato più di 50 cavalli e muli, le loro scorrerie a partire dal 1850 avevano ormai assunto delle proporzioni elevatissime con eclatanti risultati. Ciò viene ben illustrato da una incursione avvenuta durante l’autunno del 1857. Un piccolo gruppo guerriero, proveniente dal Big Beaver Creek, compì diverse incursioni in un distretto presso le sorgenti del fiume Leon; due texani perdettero la vita, alcuni vennero seriamente feriti e i Kickapoo poterono razziare oltre 400 cavalli. Nello stesso periodo, un altro gruppo assaliva gli insediamenti posti sui fiumi Brazos e Colorado.

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