Le malattie dei bianchi contro gli indiani


Nel corso dei lunghi decenni di guerre indiane che caratterizzarono la conquista del west da parte delle popolazioni bianche, un’ampia parte nel ridurre le ribellioni dei popoli nativi la fecero le malattie europee. Il contatto con i bianchi, infatti, non portò agli indiani solamente lo spostamento forzato di decine e decine di tribù da un posto ad un altro e poi ad un altro ancora; portò anche la spettacolare diffusione di numerose malattie che gli indiani non erano in grado di fronteggiare.
Per comprendere meglio la portata di quel che stiamo sostenendo, è importante sottolineare che studi piuttosto accreditati hanno stimato che le morti per malattie di origine europea tra gli indiani siano state da due volte e mezzo a cinque volte di numero superiore a quelle causate da eventi guerreschi.


La mappa della diffusione delle malattie in Nord-America

A causa del diffondersi di malattie sparirono intere tribù, incapaci com’erano di comprendere il perché delle morti stesse e ignoranti quanto ai metodi di cura.
Potrebbe bastare citare la quasi completa sparizione del ceppo Mandan del corso superiore del Missouri (da 1600 individui a poco più di 100), causata da una terrificante epidemia di vaiolo nel 1837 per far capire la portata di certi eventi.


Indiani morenti a causa del vaiolo

Il vaiolo fu portatore di sempre nuove tragedie, nonostante si fosse perfettamente in grado di intervenire con vaccinazioni di massa. Questa malattia si presentava sempre in forma di epidemia e, di solito, nessun bianco era in grado di intervenire, né spesso ne aveva alcun interesse. Tra il 1837 ed il 1870 il vaiolo visitò le tribù delle pianure per ben quattro volte ed in nessun caso si riuscì ad arginare il danno. Gli stessi indiani, fiaccati dalla malattia e resi insofferenti dall’alto numero di vittime, non accettavano aiuti dai bianchi.


I medicine men non sempre riuscivano a guarire i malati

L’avanzata dei bianchi portava con sé numerose malattie che si affiancavano al terribile vaiolo. Erano il tifo, la scarlattina, l’influenza, il morbillo, il colera e tantissime altre. Persino le malattie veneree fecero la loro comparsa.
Una volta che un gruppo veniva colpito da una malattia ed iniziava a subirne pesantemente i danni, esso si spostava, fuggendo idealmente dal male, ma questo atteggiamento, purtroppo, provocava una più ampia diffusione della malattia tra altri gruppi coi quali il primo finiva per incontrarsi.
La diffusione delle malattie era talvolta indotta da persone senza scrupoli, al fine di decimare certi gruppi tribali, senza doversi impegnare in lunghe e costose lotte armate. Non esistono prove certe se non in alcuni casi, quale quello delle coperte infettate col vaiolo al tempo della Guerra di Pontiac.
La guerra alle malattie era persa in anticipo, naturalmente, ma i suoi effetti non si limitavano all’inaccettabile numero di morti nelle tribù; si dovevano mettere in conto anche i grandi cambiamenti culturali e religiosi a cui gli indiani andavano incontro con la quasi completa delegittimazione dei guaritori e dei “sacerdoti”. A volte accadevano fatti che si rivelavano autentici boomerang per i bianchi.
E’ il caso della perdita di credibilità degli indiani che promuovevano buoni rapporti con i bianchi tra le proprie genti.
Le malattie e le morti con cui queste si accompagnavano causavano anche cambiamenti della sfera di controllo che le tribù esercitavano sul territorio ed i gruppi che erano stati ridotti di numero finivano persino per essere maggiormente esposti alle azioni guerresche delle tribù rivali o dei bianchi.

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