La morte di Johnny Ringo: suicidio o assassinio?

A cura di Omar Vicari

Johnny Ringo
John Yoast, un vecchio cowboy texano dello Stockton Ranch, trovò il corpo senza vita di Johnny Ringo adagiato al tronco di una quercia nel Turkey Creek vicino al Morse Canyon (Arizona).
Era il 14 luglio 1882. Subito fu informato del fatto lo sceriffo della contea di Cochise. Poi fu scavata sul posto una tomba e lì venne seppellito il corpo del fuorilegge. Nel riportare l’evento il “Tombstone Weekly Epitaph” descrisse la morte di Ringo come un suicidio. Non tutti accettarono quella tesi. Conoscendo il personaggio, si pensò che piuttosto si trattasse di omicidio. Si sono fatti negli anni i nomi dei possibili killer, Doc Holliday per esempio, ma anche quello di Buckskin Frank Leslie.
Doc a quel tempo era già in Colorado, mentre il sospetto che Leslie potesse essere l’assassino era più probabile. Walter Noble Burns fu uno dei primi scrittori a menzionare Leslie quale possibile assassino nel suo libro del 1927 “Tombstone: An Iliad of South West”. Burns scrisse che subito dopo la morte di Ringo, a Tombstone si diffuse la voce che Frank Leslie lo aveva ucciso.
William M. Breakenridge (1846—1931)
Burns suggerì che quelle dicerie prendevano spunto dalla reputazione di Leslie. Si vociferava che Leslie avesse seguito Ringo fuori città e qualcun altro disse che Billy Claiborne aveva identificato Leslie come l’uomo che lo aveva ucciso e che inoltre si era vantato di quel fatto.
Claiborne pagò quelle affermazioni qualche mese dopo.
Se Leslie avesse veramente detto di aver assassinato Ringo, doveva aver fatto l’affermazione in confidenza solo ai suoi amici più stretti, ma Leslie non aveva ragioni per uccidere Ringo. Nessuno aveva mai sentito di diverbi tra i due. All’apparenza anzi i due sembravano essere addirittura amici e il modo in cui il corpo di Ringo fu trovato sembrava precludere la possibilità che Leslie o qualcun altro fosse implicato nell’assassinio.
Fred Dodge (1854-1938) Wells Fargo Una camera vuota del tamburo della sua pistola e i resti del cervello trovati sparsi per terra sembravano provare la tesi che Ringo avesse rivolto la pistola contro sé stesso e che quindi si fosse suicidato.
Ma l’ipotesi che Leslie centrasse in qualche modo in quell’assassinio rimaneva viva e la maggior parte della gente lo crede ancora oggi.
Lorenzo D. Walters nel suo libro “Tombstone’s Yesterday” uscito nel 1928, scrisse: la notizia successiva a quanto accadde a Jonny Ringo, fu quando Buckskin Frank Leslie informò le autorità di Tombstone del suo incontro con Ringo al Turkey Creek dove lo uccise dopo un alterco tra loro.
Un verdetto della giuria del Coroner stabilì invece che Ringo era morto come risultato di una ferita inflitta su sé stesso nonostante la dichiarazione di Leslie che si era dichiarato responsabile della sua morte. Leslie affermò che quando si incontrarono, Ringo gli sparò fallendo il bersaglio, al ché lui rispose al fuoco uccidendolo.
William M. Breakenridge che a Tombstone conosceva entrambi, descrisse nel suo libro nel 1928 un fatto diverso: “Frank Leslie provò a ingraziarsi il clan degli Earp affermando di aver ucciso Ringo, ma l’evidenza dei fatti provò che quella era una bugia. Tutti sapevano che Leslie non lo avrebbe affrontato nemmeno quando era ubriaco” e poi Wyatt Earp coi suoi amici aveva lasciato l’Arizona quasi tre mesi prima che Ringo morì.
Quindi l’asserzione di Breakenridge che “Leslie provò a ingraziarsi il clan degli Earp” uccidendo Ringo è un nonsenso.


“Buckskin” Frank Leslie (1850—-?)

Fred Dodge, un altro contemporaneo che conosceva bene sia Ringo che Leslie, in una sua lettera spedita a Stuart N. Lake (il biografo di Wyatt Earp) il 30 settembre 1929, scrisse: “Frank Leslie non poteva aver ucciso Johnny Ringo”.
Vidi Leslie diverse volte e in una di quelle stavamo sul White River insieme e lui non avrebbe avuto alcuna possibilità di raggiungere il posto dove poi è stato trovato il corpo di Ringo e per di più di tornare in città prima che arrivasse la notizia della sua morte.
Nonostante la totale mancanza di prove a carico di Leslie, ci sarebbe sempre stato qualcuno che avrebbe pensato che lui fosse l’assassino.
Senza dubbio l’affermava William A. “Billy” King (1856—1945) residente a Tombstone.
Le sue memorie dettate a Charles L. Sonnischsen furono pubblicate nel 1942 col titolo “Billy King’s Tombstone”.
William King scrisse che qualche tempo prima dell’uccisione di Billy Claiborne, in città Ringo diede uno dei suoi soliti spettacoli. Un giorno ubriaco fradicio, si parò difronte a Frank Leslie domandandogli se avesse mai sparato a qualcuno di fronte. Volarono parole ingiuriose che fecero pensare alle persone attorno un’eventuale confronto.
“Vorresti fare qualcosa al riguardo?” fu la risposta di Leslie. I due litigarono per un po’, ma alla fine Ringo lasciò perdere e si allontanò a cavallo.
Giorni dopo alcuni cowboys dello Stockton Ranch nella zona delle Dragoon Mountains notarono un cavallo con le briglie abbassate, col Winchester accanto alla sella e senza nessuno che lo montasse.


Sono questi i resti del saloon ancora in piedi a Gleeson (Arizona) dove Johnny Ringo è stato visto vivo per l’ultima volta la mattina del 13 luglio 1882. Particolarmente ubriaco, Ringo tornava dopo una notte passata a Tombstone.

I cowboys lo afferrarono e, seguendo le tracce, lo riportarono da dove pensarono fosse arrivato.
Circa al tramonto trovarono il proprietario senza vita in un piccolo canyon ai piedi delle colline.
Lo riconobbero, era Johnny Ringo. Era seduto accanto ad una quercia con un piede senza lo stivale come se fosse sul punto di fare una siesta. Sul viso si vedeva una ferita causata da un proiettile.
Più o meno nel momento in cui i cowboys trovarono il corpo di Ringo, Leslie tornava a Tombstone col cavallo visibilmente sudato. King che teneva le orecchie e gli occhi bene aperti per essere al corrente di tutto, affermò che i cowboys dissero che sul posto non c’erano tracce eccetto quelle di Ringo tra la boscaglia.
La versione di quella testimonianza avvalorò la tesi che Ringo si fosse effettivamente suicidato, ma la versione di King sembrava diversa. Egli dichiarò che quegli stessi cowboys dissero di aver visto impronte di zoccoli di un cavallo ferrato sulla strada a non più di venti piedi dal corpo esanime di Ringo. Aggiungendo anche il fatto che il cavallo di Leslie arrivò a Tombstone visibilmente sudato, conseguenza di una lunga cavalcata, faceva pensare che potesse essere suo il cavallo le cui tracce erano state viste a venti metri dal corpo di Ringo.


“I resti di questo noto pistolero e fuorilegge giacciono qui.
Il corpo è stato trovato da un conducente di carri sotto un albero di quercia con un proiettile nella parte destra della testa. Un giudice ha sentenziato la morte per suicidio e Ringo è stato sepolto sul posto. Altri che hanno visto il corpo hanno invece affermato che il 13 luglio 1882 la morte di Johnny Ringo è stata per assassinio”.

Quelli erano sospetti che però ognuno teneva per sé. Sarebbe stato pericoloso parlarne nei saloon della città conoscendo il temperamento di Leslie. Quel tragico episodio aumentò ancora di più la sua reputazione. Affrontare Ringo non era cosa da poco ed è probabile che Leslie potesse averlo ucciso nel momento in cui stava levandosi lo stivale, quello che fu trovato accanto al corpo. D’altronde qual è il senso di levarsi uno stivale e poi di suicidarsi. Non ci fu un duello, la morte di Johnny Ringo è di certo stato il risultato di un assassinio da parte di qualcuno nascosto tra la boscaglia.
Nessuno fu ufficialmente accusato di quella morte, neppure Buckskin Frank Leslie. A dispetto dei sospetti, le conclusioni della giuria del Coroner non sono state contestate. Suicidio? omicidio? La verità come il movente non sono mai venuti fuori e quel tragico fatto è rimasto insoluto negli annali della storia del vecchio West.


Omar Vicari sulla tomba di Johnny Ringo

In uno dei miei viaggi negli Stati Uniti, ho avuto modo di arrivare al Turkey Creek sul posto esatto dove Ringo fu trovato morto e poi seppellito. In quel luogo oggi si può vedere un piccolo monumento a ricordo del fatto assieme alla tomba del fuorilegge visitata dai cultori della storia western.
Io sono tra quelli.

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